McCullough, Colleen - Uccelli di rovo

ayla

+Dreamer+ Member
Uccelli di rovo è la grande saga di tre generazioni di una famiglia cattolica irlandese, i Cleary. Comincia ai primi del Novecento, quando Paddy Cleary lascia la Nuova Zelanda per trasferirsi con la moglie e tanti figli a Drogheda, in Australia, nello sterminato allevamento di pecore di una sorella più vecchia e senza figli, finisce 54 anni dopo, con la Cleary della terza generazione, brillante attrice londinese.
I tre personaggi portanti sono le tre donne delle tre generazioni, Fee, Meggie, Justine; i personaggi centrali sono Meggie e Padre Ralph: due personaggi complicatissimi e semplici(alla fine un uomo e una donna) verosimili e incredibili(a cominciare dalla loro inaudita bellezza). Il destino porterà Ralph lontano, dalla selvaggia parrocchia australiana alle sale del Vaticano, mentre Meggie a parte l'esperienza di un breve e orribile matrimonio rimane sempre a Drogheda. La distanza però non affievolisce i loro sentimenti anche se modifica le loro vite.

Mi manca poco per finirlo ma per ora il mio giudizio è veramente più che positivo, è un libro che emoziona, affascina, stupisce e coinvolge (sembra quasi di vederla e sentirla quella natura selvaggia e inospitale!!).
 

ayla

+Dreamer+ Member
Finito!! Nonostante non vedessi l'ora di sapere la fine adesso che l ho terminato me ne dispiace, ormai mi ero affezionata ai personaggi ognuno con il proprio carattere e la propria storia. Riconfermo il mio iniziale commento positivo, veramene un bellisimo libro che racchiude in sè amore, affetto, passione, dramma e guerra. Una storia coinvolgente che tiene col fiato sospeso fino alle ultime pagine!!
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
pur non amando il genere devo ammettere che questo romanzo è proprio bello ed appassionante, con i limiti del romanzo di genere e poi con Padre Ralph chi non peccherebbe!?!:sbav:
 

~ Briseide

Victorian Lady
'Uccelli di rovo' è un libro molto articolato dal punto di vista temporale, estendendosi per più di 50 anni nella narrazione; durata che, tra l'altro, trova coerenza con la lunghezza stessa del libro che sfiora le 600 pagine. Tuttavia il romanzo è digeribilissimo; non si fa mai pesante, appassiona quanto basta, e sembra di toccare con mano i luoghi descritti in maniera appassionata ed emotivamente contagiosa. Però, bisogna ammettere che in più punti la credibilità del romanzo si è dileguata con una rapidità disarmante, causa decadenza in scelte narrative a mò di soap-opera, che talvolta hanno rasentato il patetico, provocando una marcata nota di irritazione. Il che, ammetto, ha fatto precipitare il romanzo nella mia scala di valutazione, sino ad aver toccato in alcuni passi il minimo sindacabile. Un giudizio simile però è decisamente troppo severo, se applicato all'intero romanzo, che possiede comunque diversi pregi, come l'empaticità dello stile con cui le vicende di una intera famiglia sono ritratte, le grandi punte di drammaticità ed uno sfondo decisamente marcato e quasi permanente di infelicità, che arridono all'opinione del lettore. Il finale poi, congeda in maniera dolce e soddisfacente, lasciando comunque quella scia di tristezza che si perpetua in tutto il libro, e che senz'altro è la nota più affascinante del romanzo, che fa assumere ad esso le fattezze di una storia tutt'altro che smielata o romantica - nell'accezione negativa del termine.
Insomma, perplessità forte ed insoddisfazione per alcune scelte operate dalla scrittrice, ma non così marcate da mascherare la piacevolezza di un romanzo che, pur non brillando, si mostra in grado di coinvolgere e, soprattutto, di comunicare col lettore.
 

Dorylis

Fantastic Member
Uccelli di rovo è un romanzo di grande respiro e la mia prima impressione è quella di un meccanismo fatto di passioni e sentimenti ben calibrato e oliato nel tempo, tanto che la storia ti scivola fra le mani senza che il numero delle pagine influisca sulla pesantezza del libro. E' stata una scoperta piacevole, in quanto mi figuravo un melodrammone alla Harmony, invece mi sono dovuta ricredere, la strafamosa storia d'amore non è altro che un pretesto per un tutto un agire dei personaggi in un bellissimo contesto che è l'Australia. Alla lunga mi ha ricordato Via col vento, e detto da me questo è un punto a suo favore! :D Grande saga familiare, ricca di sfumature e mai noiosa, corredata da una sequela di donne forti (anche troppo a mio modesto parere! TUNZZZ), lo consiglio perlomeno per fargli togliere di dosso quell'aurea da romanzetto rosa, che di certo non è... La leggenda canta di un uccello... 4/5
 

darida

Well-known member
pur non amando il genere devo ammettere che questo romanzo è proprio bello ed appassionante, con i limiti del romanzo di genere e poi con Padre Ralph chi non peccherebbe!?!:sbav:

Io di sicuro, credo che sia stata la più grande cotta cinematografica, dopo di lui ho peccato con molti altri, ma con tutta un'altra intensità :mrgreen:
Il romanzo non l'ho mai letto, non vorrei mi turbasse il residuo immaginario :wink:
 

darida

Well-known member
Io invece la serie non l'ho mai vista... dite che ne vale la pena? :?

Io che la vidi tutta per ben due volte, diversi anni fa, ora non rischierei di guastarmi un ricordo tanto romantico, crescendo m'è venuta la scorzetta un po' dura :mrgreen: sai com'è...tuttavia, se si tratta della prima volta, prova..chi sa! potrebbe piacerti :wink:
 

mame

The Fool on the Hill
Uno dei libri più belli che abbia letto. Si apprezza molto soprattutto dopo aver visto il celebre sceneggiato televisivo, che pur essendo bello non gli rende sufficientemente merito. Le dinamiche interiori dei personaggi sono molto più evidenti, come sempre accade, perché nel libro si può raccontare ciò che in un film si manifesta in genere nelle azioni dei personaggi o a volte malamente nei dialoghi.
 

Ira

Retired member
Io che la vidi tutta per ben due volte, diversi anni fa, ora non rischierei di guastarmi un ricordo tanto romantico, crescendo m'è venuta la scorzetta un po' dura :mrgreen: sai com'è...tuttavia, se si tratta della prima volta, prova..chi sa! potrebbe piacerti :wink:

quoto assolutamente tutto il tuo pensiero.

Tantissimi anni va mi era piaciuto tantissimo .... ora non oso nemmeno a prenderlo in mano.
 

SALLY

New member
Io che la vidi tutta per ben due volte, diversi anni fa, ora non rischierei di guastarmi un ricordo tanto romantico, crescendo m'è venuta la scorzetta un po' dura :mrgreen: sai com'è...tuttavia, se si tratta della prima volta, prova..chi sa! potrebbe piacerti :wink:

Quoto...non m'arrischio neanch'io!:mrgreen:
 
P

~ Patrizia ~

Guest
Lessi il libro alla sua prima pubblicazione, tantissimi anni fa.
Ero giovanissima e mi piacque assai.
Vidi anche la trasposizione televisiva che non resse il confronto, anche se ben realizzata (innegabile, con quel sant'uomo di padre Ralph:sbav:).
 

Ondine

Logopedista nei sogni
La leggenda narra di un uccello che canta una sola volta nella vita, più soavemente di ogni altra creatura al mondo. Da quando lascia il nido, cerca e cerca un grande rovo e non riposa finché non lo abbia trovato. Poi, cantando tra i rami crudeli, si precipita sulla spina più lunga e affilata. E, mentre muore con la spina nel petto, vince il tormento superando nel canto l'allodola e l'usignuolo. Una melodia suprema il cui scotto è la vita. Ma il mondo intero tace per ascoltare, e Dio, in Paradiso, sorride. Al meglio si perviene soltanto con grande dolore... O così dice la leggenda.
Ho apprezzato di questo romanzo la lotta interiore dei personaggi che sembrano segnati da un destino ineluttabile, da una tragicità di fondo.
Il filo conduttore di questa storia che si dipana attraverso tre generazioni sembra essere la difficoltà dei personaggi ad esprimere i propri sentimenti, ognuno per un motivo diverso, e che per questo li conduce all'infelicità, ecco quello che mi è rimasto a fine lettura è un grande senso di infelicità. Il silenzio di Fee, la sua inespressività, la sua incapacità di esprimere affetto verso i suoi figli, mi ha addolorato, ho provato compassione per lei ma soprattutto per sua figlia e per gli altri suoi figli maschi, chiusi chi nella loro timidezza e chi nella loro ribellione, timidezza e ribellione che come risultato li imprigionano dentro i confini di Drogheda, una bellissima tenuta ma altrettanto claustrofobica, un microcosmo paralizzante per i cuori naturalmente fragili. Tra Meggie e Ralph non ho percepito un vero amore ma più che altro senso di possesso. La vicenda di Dane mi ha commosso. Nel complesso il romanzo mi è piaciuto per la descrizione delle debolezze dei personaggi ma ho trovato alcuni punti impossibili da accettare come realistici, ad esempio il fatto che Ralph non avesse compreso che Dane era suo figlio. Ho trovato la conflittualità tra Fee e Meggie e poi, di rimando, tra Meggie e Justine molto interessante dal punto di vista psicanalitico, come dinamica tra madre e figlia.
 
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