Vladimir
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Raymond Chandler dall'alto della sua esperienza investigativa maturata presso l'ammiragliato inglese, nel suo saggio La semplice arte del delitto, sferra un affondo mortale al giallo inglese, accusandolo di essere pieno zeppo di errori tanto grossolani da invalidare completamente le storie. Traiettorie di proiettili improbabili; dosi di veleno totalmente insufficienti; condanne basate su prove indiziarie; procedure giudiziare totalmente inesistenti o irregolari; tutto ciò invalida la maggior parte delle trame prodotte dalla vecchia scuola. Chandler non si ferma qui, ma continuando il suo attacco accusa il giallo di scuola britannica di aver snaturato il delitto, avendolo traferito dalla strada, ai salotti, fornendo dei moventi poco plausibili. Tacendo stranamente sulle storie di crimine di Poe (Gli omicidi della rue Morgue, L'assassinio di Marie Roget, La lettera rubata), l'unico scrittore (che in realtà è un autore noir o più precisamente hard boilde) che Chandler ammira davvero è Dashiell Hammett, il quale "ha restituito il delitto alla gente che lo commette per ragioni concrete". Ossia l'omicidio torna in strada, commesso da criminali con moventi criminali. Forse è un punto di vista fortmente influenzato dalla Grande Depressione (Chandler scrisse il meglio fra gli anni 30 e 40), io tuttavia mi trovo profondamente d'accordo con lui. Voi che ne pensate?
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