Smith Rob, Tom - Bambino 44

fabiog

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Questa la trama:
Unione Sovietica
Gennaio 1933:Nel gelo che non dà tregua a un popolo già stremato,due bambini si allontanano da casa in cerca di cibo.Un uomo si avvicina brandendo un bastone.
Febbraio1953: Due fratellini giocano a palle di neve.Poche ore dopo.uno giace cadavere sui binari della ferrovia moscovita.La polizia segreta,che vigila sul funzionamento di uno Stato che si pretende perfetto,in cui il crimine non deve esistere,incarica l'ex eroe di guerra Leo Demidov di liquidare il caso come incidente.Un altro bambino viene però trovato morto.A questo punto Demidov inizia a mettere in dubbio l'efficienza del Sistema e inizia ad indagare andando incontro a conseguenze disastrose per sè e i suoi cari.
E' un romanzo che mi è piaciuto tantissimo la trama gialla è solo un contorno per descrivere un ambiente ed una società claustrofobica,chiusa in se stessa nella sua presunta uguaglianza sociale.Il clima invece è quella del sospetto,del ricatto e della paura.Smith riesce a descrivere benissimo l'aspetto psicologico dei protagonisti i loro sentimenti ed è capace di descrivere benissimo anche la presa di coscienza di un uomo che perde molto di ciò in cui credeva ma ritrova se stesso e le persone che ama.Molto bello consigliato
 
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pippo2711

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Avevo comprato questo libro pensando al solito serial killer da acciuffare, ma poi mi sono trovata catapultata nella russia staliniana post guerra mondiale e l'orrore del serial killer si confondeva con l'orrore della dittatura staliniana e di come i russi sono stai costretti a vivere. La favola dei comunisti che mangiano i bambini tanto favola non è solo che i comunisti in questo caso era quella povera gente che davvero non aveva nulla da mangiare e in alcuni casi si è trovata, presa dalla disperazione, a mangiare i propri figli. Mi ha fatto venire la voglia di approfondire quel periodo e lo stesso autore consiglia un pò di libri sui gulag e campi di concentramento sovietici.
Il serial killer in questione è realmente esistito e conosciuto con il nome del mostro di rostov.
 
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Roberto

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Quello che passa di questo libro...pensavo fosse il solito thriller basato su di un fatto di cronaca veramente accaduto: invece mi sono ritrovato a leggere un libro, dove, il thriller fa da contorno all’angoscia e la disperazione causata da quel regime incredibile; una specie di tutti contro tutti.
La cosa che mi ha lasciato sconcertato, e che rappresenta perfettamente la vita russa di quel periodo, è la frase di Stalin “le persone che più devi controllare sono quelle di cui ti fidi”: semplicemente pazzesco!.
Qui ci starebbe il discorso di quello che viene e non viene detto (studiato) nelle scuole. Passa Hitler come il più spietato carnefice della storia (giustamente); ma Stalin, Pol Pot ecc. dove li mettiamo?
Libro assolutamente da leggere.
 

GermanoDalcielo

Scrittore & Vulca-Mod
Membro dello Staff
Rob Smith, Tom - Bambino 44

Attenzione! Sto per stroncare questo thriller e per motivare il mio giudizio negativo devo mio malgrado citare parti della trama e svelare alcune dinamiche fondamentali all'interno del romanzo. Quindi chi non vuole spoilerarsi non prosegua con la lettura di questa recensione.

Nella Russia del 1953, la criminalità non esiste. La società comunista non può concepirla, il crimine è la cartina al tornasole dell'Occidente capitalista.
Un bambino viene trovato sulle rotaie, col torace sventrato e della terra in bocca. Perchè la famiglia dovrebbe mai insinuare che si sia trattato di un omicidio? E' un incidente e basta. In un sistema come quello di Stalin, in cui tutto è di tutti, l'omosessualità è un crimine punibile con la morte e i bambini sono un dovere sociale e il futuro dell'Urss, il sospetto dei familiari non può trovare nè riscontro nè avere senso.
Leo, figlio di quel sistema, all'inizio viene incaricato di insabbiare la faccenda riportando la famiglia "sulla retta via" con velate minacce alla loro sicurezza, ma poi, al ritrovamento del secondo cadavere -una bambina - uccisa con lo stesso modus operandi, i dubbi cominciano ad assillarlo al punto che si rivolterà contro quel sistema che si ritrova a servire finchè non riuscirà a scovare l'assassino.
E fino a questo punto, ho trovato questo thriller piuttosto avvincente e ben scritto. Di qui in avanti il parossismo: come rovinare e banalizzare un plot fino a quel momento interessante. A 150 pagine dalla fine del romanzo, l'autore svela chi è il killer seriale dei bambini (nel frattempo in tutta la russia sono stati scoperti più di 44 cadaveri) e già qui non va bene, perchè smorzi l'attenzione e spegni la sete del lettore. Ma è il colpo di scena a essere imbarazzante: l'assassino è il fratello minore dell'investigatore! Quest'ultimo da piccolo non giocava mai a carte col fratellino piccolo, non lo considerava mai, non lo ricopriva di attenzioni. Il fratello maggiore, Leo, viene rapito da una famiglia che vuole mangiarselo perchè il cibo scarseggia, poi invece ci ripensa e lo alleva come un figlio. E il fratello minore cosa decide di fare da grande per far sì che Leo lo ritrovi e si accorga di lui, così che finalmente possano giocare a carte insieme e andare di nuovo a caccia????? Comincia a uccidere decine di bambini nello stesso modo in cui da piccoli i due fratelli uccidevano i gatti quando andavano a caccia, cioè accoltellandoli alla pancia e intrappolandoli con un cappio alla zampa. La corteccia la masticavano loro per non sentire i crampi della fame, nell'attesa che il gatto cadesse nella trappola.
La cosa sconcertante è che nella quarta di copertina si sostiene che il romanzo sia ispirato a una storia vera. Non ci credo neanche se vedo i file del caso coi miei occhi.
Per concludere, di questo romanzo imperniato su un movente assurdo e creato ad arte in maniera forzata, salvo solo la scorrevolezza e alcuni punti della narrazione in cui la suspense è resa in maniera efficace.
Voto 2/5
 

MadLuke

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Una costante sincope paralizzante

Il romanzo entra subito nel vivo della storia e con essa attanaglia il cuore del lettore in una morsa fatta di suspense, ansia, claustrofobia. Il terrore si sviluppa su due registri, il primo ovviamente è quello delle vittime degli efferati delitti dell'assassino. Il secondo, affatto meno intenso, è quello della gente comune che ha vissuto la propria vita sotto il regime stalinista. Un epoca che per quanto negli ultimi anni si sia stata spiegata anche a noi occidentali, sempre grazie innanzitutto alla letteratura più che al cinema, questo libro ha saputo rendere estremamente concreta, palpabile, soprattutto inquietante.
Oltre allo sviluppo dell'avvincente trama del thriller, già lodevole di per sé, va quindi riconosciuto anche il pregio di aver riportato nei termini della quotidianeità quelle nozioni che qualcuno potrebbe aver letto solo nei testi di storia, come "polizia segreta", "propaganda politica", "totalitarismo" e che pure oggi che il Comunismo si è dissolto, ancora resistono in taluni paesi che vivono sotto regime di dittatura, grazie al terrore.
 

Tronic_N0ize

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COSA È GIUSTO, O COSA NON LO È, PER LA NAZIONE?

Un libro che inizia in maniera un pò blanda, poco avvincente basandosi principalmente sul tracciato storico descritto, in maniera molto dettagliata. della Russia di Stalin. Di capitolo in capitolo la storia si evolve in maniera davvero adrenalinica coinvolgendo il lettore sopratutto durante la metà della vicenda, caratterizzando i vari personaggi dal punto di vista psicologico a seconda della loro posizione sociale, del loro modo di concepire cosa è giusto e cosa è sbagliato. Il finale mi ha un pò deluso, lo immaginavo un pò diverso; ciò nonostante lo considero davvero un'ottimo lavoro.

Lettura consigliata: sì
 
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