Affinati, Eraldo - La città dei ragazzi

elisa

Motherator
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La città dei ragazzi è stata fondata dopo la seconda guerra mondiale dal sacerdote irlandese, John Patrick Carroll-Abbing, per dare cittadinanza a tanti bambini orfani della capitale, creando una struttura autogovernata dai ragazzi stessi.
Lo scrittore,Eraldo Affinati, insegna italiano all'interno dell'istituto tecnico presente nella città, cambiano i ragazzi, non più orfani romani ma "minori non accompagnati", i figli di quei paesi che cercano riscatto e benessere passando anche per l'Italia.
Il libro è un'esperienza autobiografica raccontata su più livelli: l'esperienza di insegnamento, un viaggio in Marocco ad accompagnare in una visita alle famiglie due suoi allievi, l'infanzia dello scrittore e soprattutto la vita del padre, figlio illegittimo di un padre che non l'ha mai riconosciuto.
Attraverso tutti questi filoni narrativi autobiografici, Affinati ricostruisce tanti tasselli mancanti della sua vita e di quella dei giovani a cui lui insegna.
Particolare il percorso interore che fa lo scrittore attraverso questo libro, quello di arrivare a capire il padre comprendendo i figli "sofferenti" di altri padri e attraverso tutti questi viaggi, interni ed esterni a sè stesso, comprendere i variegati legami con le persone significative della sua vita.
Un libro tutto sommato bello, anche se pecca un po' di dispersività, ma interessante ed Affinati rischia molto di suo nel descriverci i suoi vissuti più profondi.
 
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