Siegel, Don - Fuga da Alcatraz

Dorylis

Fantastic Member
Trama

Frank Morris arriva nel cercere di Alcatraz nel gennaio 1960. La prigione gode solida fama di estrema sicurezza: nessuno infatti è mai riuscito a evadere. Nonostante questo Morris non ha che un pensiero: scappare. E riesce anche a trovare il modo, impiegandoci tre anni.

Commento

Questo film meraviglioso ha una tematica di fondo: riscoprire l'individualità dell'uomo che nella fuga trova il coraggio di opporsi a istituzioni fin troppo oppressive e limitanti, come non sentirsi coinvolti nel dramma del recluso pittore che privato della sua unica fonte di umanità, si taglia le dita?
"Vale sempre la pena rischiare se vuoi qualcosa", ecco la filosofia di Frank Morris, interpretato da un grande Clint Eastwood, uno sguardo severo che denota una grande intelligenza! Il più grande film carcerario della storia e non solo! Consigliato!!
 

ayla

+Dreamer+ Member
All'inizio qst film non m'ispiravava per nulla, forse perchè non è il mio genere ma poi, mi sono completamente ricreduta: un bellissimo film intenso, scorrevole che non perde mai un colpo e con un Clint Eastwood veramente favoloso!!!!
 

Masetto

New member
<< Quasi una ventina d’anni fa, l’uomo di Alcatraz era Burt Lancaster, protagonista d’un film amaro e intelligente. Oggi è Clint Eastwood, capofila dei tre in fuga da Alcatraz. Gli attori si avvicendano col mutare delle generazioni, ma la cupa superfortezza americana costruita su una roccia nel golfo di San Francisco, abitata da Al Capone e chiusa nel ‘64 perché troppo dispendiosa, continua ad alimentare la vena di narratori e cineasti, luogo canonico di orrori civili e di destini avventurosi.
Ultimamente è stata la volta del giornalista Campbell Bruce, che ha scritto il resoconto d’un’evasione favolosa, compiuta nel ‘62 da un terzetto di intrepidi baciati dalla fortuna. Ecco a Venezia il film trattone dallo sceneggiatore Richard Tuggle e diretto e prodotto da Don Siegel: una diligente reinvenzione dei fatti, che tanto più manca di verosimiglianza quanto più a grandi linee rispetta il magico accaduto. Nessuna persona di buon senso avrebbe infatti creduto possibile sopravvivere a un’evasione dal penitenziario: anche chi fosse riuscito a scalarne le mura, sarebbe affogato nella baia. Gli storici di simili amenità ricordano appunto che in un quarto di secolo ci furono soltanto quattordici tentativi di fuga, ma che su trentanove evasi, ventisei furono catturati, sette uccisi e tre annegarono. Allora come accadde che Frank Morris e i fratelli Anglin poterono scamparla e non furono mai riacciuffati, sicché oggi ci piace pensarli turisti in laguna fra gli spettatori del film che essi hanno ispirato? [...]
Fuga da Alcatraz è un [...] onesto prodotto commerciale [...] . Aggiunge soltanto un nuovo titolo stimabile al gran capitolo del cinema carcerario, ma nonostante certi patetici luoghi comuni Don Siegel non sconfessa il proprio credito di narratore asciutto, e Eastwood di interprete dai nervi d’acciaio. [...] I due danno un colpo al cerchio dopo averlo dato alla botte. Come dedicarono
Ispettore Callaghan, il caso Storpio è tuo alla memoria degli agenti di San Francisco caduti nell’adempimento del loro dovere, così hanno tutta l’aria di voler dedicare Fuga da Alcatraz alle vittime di spaventevoli sistemi carceraci, perché i turisti che oggi ci vanno a curiosare sentano almeno un morso alla coscienza. >>
Giovanni Grazzini
 

Meri

Viôt di viodi
Visto ieri x la prima volta. Indubbiamente l'ingiustizia che subivano alcuni prigionieri, alla fine ti porta a fare il tifo x i fuggitivi.
 
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