Fischer, Tibor - La gang del pensiero

prospero

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vi propongo questo che non mi pare ancora segnalato. sospetto che sia finito fuori catalogo, ahimè

tratto da
http://www.recensire.it/article/la-gang-del-pensiero-di-tibor-fischer-228-1.html

Avere in mano una pistola è come essere dalla parte giusta in un dialogo socratico. Questo è il messaggio che campeggia sulla copertina di questo brillante romanzo in cui humour, filosofia e crimine banchettano amabilmente in un lussuoso ristorante del sud della Francia.
A pochi mesi dal terzo millennio Eddie, un mediocre filosofo inglese sulla cinquantina, incontra Hubert, un bislacco criminale dalle mille protesi. Nasce così la gang del pensiero, un'inaspettata coppia di rapinatori che sfugge a una polizia da barzelletta con la complicità di Jocelyne, un'avvenente vice direttrice di banca con cui il filosofo intraprende un'improbabile flirt.
Se vi dovesse mai capitare di svegliarvi nudi, con i postumi di una pesante sbronza, in un appartamento che non conoscete, circondati da ambigue riviste in cui bambini compiono "atti osceni decisamente da adulti" e la polizia sta facendo irruzione, in tal caso il nostro Eddie Coffin consiglia di essere educati e mostrarsi di buonumore. Questa è solo la prima di una lunga serie di assurdi ed esilaranti aneddoti di un filosofo con il gomito sempre troppo alto.
Non meno curioso è il personaggio di Hube, silenzioso e spesso malinconico avanzo di galera che, folgorato dall'incontro con Eddie, scopre la passione per la filosofia. Sfortunato e imbranato, ma a suo modo romantico, Hubért insegnerà a Eddie molto più di come s'impugna una Magnum 50 Desert Eagle.
Ironico, pessimista, amante della bottiglia, il Prof. ( così lo chiama Hube ) ci racconta di rapine a suon di paradossi di Zenone, oppure in maschera ispirandosi a Nietsche "il trasformista", inseguiti da un commissario di polizia corso che ricorda l'imbranato Zenigata di Lupin III.
Tra battute degne del miglior Woody Allen, sbronze colossali e risse nei locali più malfamati di Francia, il filosofo di Macclesfield si perde in riflessioni paradossali, pillole di filosofia ionica e malinconici ricordi.
Un romanzo divertente, con un ottimo ritmo e un linguaggio molto particolare, degno scheletro per una storia originale e piacevolmente british.
 
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