fabiog
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Dall'alta torre una fanciulla
Guarda il vasto mare ansiosa;
Ai profondi accordi dolenti della sua cetra
Il suo lugubre canto risuona:
"Il lucchetto e il chiavistello mi
tengono prigioniera qui,
Il mio salvatore indugia così a lungo"
Consolati,nobile fanciulla!
Guarda,oltre la scogliera di gesso
Una nave da guerra si avvicina
Nell'oscurità della baia;
Con penne d'aquila, e lo scudo rivestito di rose;
Guarda il tuo salvatore!
Già il corno dell'eroe
Chiama alla battaglia sul lido ricoperto di conchiglie.
"Benvenuto bel giovane,
Hai raggiunto la tua destinazione?
Presto taglierò i fiori dorati
Dal tuo scudo nero.
La tua regale sposa raccoglierà
Dalla sabbia bagnata dalle onde
I diciotto fiori macchiati di sangue.
Presto,sguaina la spada!"
Il tintinnio delle spade raggiunge la torre!
Come attende ansiosa la sposa!
Il clamore della battaglia risuona
A lungo e violento.
Poi alla fine,le sembra,
Il clangore delle armi cessa.
La serratura cede,la porta si apre,
Ella vede di nuovo il suo popolo;
In una corsa a perdifiato si precipita giù
Al lido ricoperto di conchiglie.
Là giace il corpo straziato del suo carnefice.
Ma ahimè, accanto a lui
Le membra pallide del suo salvatore
Ricoprono il campo coperto di sangue.
Silenziosamente raccoglie le rose
Nel suo casto grembo,
E su di esse depone il suo amato.
Una lacrima cade,
Bagnando le sue ferite aperte
E annunciando: ho portato a termine l'impresa!
Si avvicina un malvagio complice del suo rapimento
Con la mente torturata dal pensiero
Che colei che aveva rovinato il suo maestro
Sarebbe ritornata a casa libera.
Dalla macchia dove si nasconde
Nella forsennata brama di morte,
Scaglia una freccia che fischia nell'aria
Nel suo casto petto.
Le allestirono una stanza nuziale
Piccola e tranquilla, nella terra ghiaiosa,
La calarono perchè si riunisse al suo amato
Sotto una pietra
Che,ricoperta di cardi,
Si può ancora vedere accanto alla torre diroccata
Guarda il vasto mare ansiosa;
Ai profondi accordi dolenti della sua cetra
Il suo lugubre canto risuona:
"Il lucchetto e il chiavistello mi
tengono prigioniera qui,
Il mio salvatore indugia così a lungo"
Consolati,nobile fanciulla!
Guarda,oltre la scogliera di gesso
Una nave da guerra si avvicina
Nell'oscurità della baia;
Con penne d'aquila, e lo scudo rivestito di rose;
Guarda il tuo salvatore!
Già il corno dell'eroe
Chiama alla battaglia sul lido ricoperto di conchiglie.
"Benvenuto bel giovane,
Hai raggiunto la tua destinazione?
Presto taglierò i fiori dorati
Dal tuo scudo nero.
La tua regale sposa raccoglierà
Dalla sabbia bagnata dalle onde
I diciotto fiori macchiati di sangue.
Presto,sguaina la spada!"
Il tintinnio delle spade raggiunge la torre!
Come attende ansiosa la sposa!
Il clamore della battaglia risuona
A lungo e violento.
Poi alla fine,le sembra,
Il clangore delle armi cessa.
La serratura cede,la porta si apre,
Ella vede di nuovo il suo popolo;
In una corsa a perdifiato si precipita giù
Al lido ricoperto di conchiglie.
Là giace il corpo straziato del suo carnefice.
Ma ahimè, accanto a lui
Le membra pallide del suo salvatore
Ricoprono il campo coperto di sangue.
Silenziosamente raccoglie le rose
Nel suo casto grembo,
E su di esse depone il suo amato.
Una lacrima cade,
Bagnando le sue ferite aperte
E annunciando: ho portato a termine l'impresa!
Si avvicina un malvagio complice del suo rapimento
Con la mente torturata dal pensiero
Che colei che aveva rovinato il suo maestro
Sarebbe ritornata a casa libera.
Dalla macchia dove si nasconde
Nella forsennata brama di morte,
Scaglia una freccia che fischia nell'aria
Nel suo casto petto.
Le allestirono una stanza nuziale
Piccola e tranquilla, nella terra ghiaiosa,
La calarono perchè si riunisse al suo amato
Sotto una pietra
Che,ricoperta di cardi,
Si può ancora vedere accanto alla torre diroccata