Grossman, Vasilij - Vita e Destino.

fabiog

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Parto subito col dire che è un libro splendido, in cui drammi personali e di in intero popolo; se non addirittura del mondo intero, sono miscelati perfettamente a dare un quadro che è un capolavoro e che ti permette di guardarlo da diverse angolazioni :quella del dramma storico, quello del dramma individuale e quello della riflessione sulle dittature e le meschinità del potere.
Partiamo dal dramma storico, il romanzo è ambientato durante la II Guerra Mondiale ed esattamente in Russia, durante l'assedio delle truppe tedesche alla città di Stalingrado. Protagonisti veri e propri non ce ne sono, si può dire che protagonista è l'intero popolo russo attraverso una serie di personaggi legati tra loro da legami famigliari e di amicizia, ma protagonista che emerge è proprio la città di Stalingrado e la Storia con la descrizone degli attacchi militari, delle case distrutte della lotta quotidiana per il cibo.
A questo si aggiunge la storia dei vari personaggi, sia russi che tedeschi (a mostrare come sia invasi ed invasori si trovino alla fine sullo stesso piano ),ciascuno con ,oltre il dramma della guerra il suo dramma e la sua lotta personale : il segretario di partito abbandonato dalla moglie, la moglie di questi combattuta tra l' ex marito e il nuovo amante (un ufficiale dell'Armata Rossa ),l'ufficiale che cerca la gloria sul campo,lo scienziato con la madre in un campo di concentramento tedesco e così via. Ognuno si trova ,ad un certo punto del romanzo a prendere delle decisioni che li influenzeranno per sempre.
Infine, come detto, è anche una riflessione profonda sul male e su come tale male venga dalla forme di potere (sia quella tedesca che quella sovietica) ammantato di bene. Nonostante infatti ci si trovi in guerra, il potere continua il suo percorso come se niente fosse,forzando a tradimenti e meschinità.
Vi sono, poi ,pagine bellissime ,di grande profondità filosofica e anche semplicemente umana (la lettera della madre internata al figlio, la madre che corre al capezzale del figlio morente, l'amore tra il soldato semplice e la marconista tanto per fare esempi).
Il quadro che ne emerge è ,secondo me, quello di un umanità che cmq non si dà sconfitta e che come scrive lo stesso Grossman "in quest'epoca di terrore e di follia insensata,la bontà spicciola, granello radioattivo sbriciolato nella vita,non è scomparsa ",questo è il grande messaggio di questo splendido romanzo. Consigliatissimo
 

lillo

Remember
grazie per il resoconto, metto il libro nella mia lista.
 

elena

aunt member
Aggiunto anche io nella MIA lista desideri :wink:!!!

Bellissima recensione fabiog.......mi hai suscitato una grande curiosità ed un desiderio di leggerlo quanto prima :)
 

elisa

Motherator
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questo è un genere di romanzo che mi piace, anche se la mole un po' mi spaventa, però lo aggiungo perchè mi attrae molto
 

elesupertramp

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l'hanno consigliato anche a me, insieme a Le Benevole, e dalla lettura di queste recensioni sembra molto bello. Aggiungo, per un futuro prossimo.:D
 
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Vladimir

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Non saprei come definire questo libro... lo conosco poco e conosco poco anche Grossmann (che dagli slavisti è abbastanza snobbato), ma per quel poco che ho letto, mi è sembrato che il nostro sembri un po' troppo teso a cercare di essere il nuovo Tolstoj. Non so non mi ha convinto...
 

Teina

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E' uno dei libri che sono in attesa sul mio comodino! Spero di iniziarlo presto.. la recensione di fabiog mi ha proprio invogliata!
 

jacopocoach

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Capolavoro...quasi!

Premetto che a mio avviso prima di addentrarsi nella lettura di questo romanzo occorre avere una buona infarinatura su quelli che sono stati gli eventi del '900: in caso contrario è alto il rischio di cadere "vittima" dei pregiudizi che anche lo stesso autore contribuisce a creare!
Le premesse per un capolavoro ci sono tutte:
- una trama che ben si interseca nelle vicissitudini storiche, dai drammi degli Olocausti al contrattacco dell'Armata Rossa;
- una notevole capacità dell'autore di sviscerare i dubbi, le debolezze ma anche le forze degli Uomini nei confronti del Potere ( emblematici i personaggi di Strum, Ikonnikov e il vecchio bolscevico rinchiuso nel lager tedesco);
- la capacità dell'Autore di ricreare il clima di sospetto tipico di tutti i regimi autoritari e dittatoriali...

Tuttavia per tutta la durata della lettura del libro mi resta una sensazione di incertezza e oscurità che mai son riuscito a fugare del tutto.
Non so spiegarlo bene ma penso siano esemplificativi alcuni interrogativi che ben descrivono la natura dei miei dubbi...
-che cosa ne sarebbe stato di "Vita e Destino" se anche Stalin non si fosse lanciato in campagne anti semite?
-Grossman lo avrebbe scritto comunque se fosse rimasto nell'"agiatezza" di corrispondente giornalistico e militante organico al partito? O avrebbe agito come alla fine fa Strum che firma la "condanna" di suoi stimati colleghi e dottori dopo esser stato graziato da Stalin...?!
-Possibile che tutta l'Organizzazione Sovietica era talmente corrotta e burocratizzata? se sì perchè Grossman ne prese le distanze solo dopo qualche lustro?

Sono dubbi che permangono e che fanno di questo libro un capolavoro a metà, forse con troppa ambiguità di fondo per essere definito, a pieno titolo, tale!
 
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fabiog

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Le domande che hai posto sono di grande interesse a cui difficilmente si può dare una risposta, forse solo Grossman potrebbe accontentarci.
Personalmente ritengo che queste stesse domande potrebbero essere poste a tutti gli artisti, per molti di loro è stato un episodio della loro vita che li ha portati a realizzare una grande opera e se quell'episodio non fosse mai accaduto non avremmo mai avuto tale opera. In questo momento mi vengono in ment episodi musicali : Shostakovic non avrebbe mai composto la 5 sinfonia se il Partito Comunista non avesse profondamente critcato i suoi precedenti lavori, Mozart, probabilmente, non avrebbe mai composto la splendida Messa da Requiem se non gli fosse stata commissionata e, venendo ad un testo della letteratura, Boccaccio non avrebbe scritto il " Decameron " se non ci fosse stata la peste a Firenze.
Hai quindi probabilmente ragione a sostenere che forse Grossman non avrebbe scritto quest'opera se non ci fosse stata la campagna antisemita da parte di Stalin, ma la campagna c'è stata e l'opera è arrivata.
Per quel che riguarda la tua ultima domanda ritengo che il regime sovietico fosse corrotto e burocate tanto quanto lo sono tutti i regimi dittatoriali, lo era il partito nazista, lo era quello fascista non ho dubbi che lo fosse pure quello comunista, gli uomini sono uguali a tutte le latitudini e se possono cogliere l'occasione del potere la colgono. Grossman probabilmente avrà fatto parte del regime agli inizi qunado ci credeve poi forse avrà visto lo sporco e la corruzione, anche questo è accaduto a tanti altri artisti. Thomas Mann, ad esempio, agli inizi era un sostenitore del partito nazionalsocialista poi se ne accorto in tempo ed è scappato dalla Germania e come lui la stessa cosa sarà successa ad altri artisti in altre situazioni.
L'artista è cmq sempre un uomo col le sue debolezze e può anche lui ingannarsi facilmente
 

Grantenca

Well-known member
Grossman, vasilij - vita e destino

VITA E DESTINO Vasilij Grossman
Condannato a dieci anni senza diritto alla corrispondenza. E’ questa la formula usata, nel periodo dello Stalinismo, per comunicare ai familiari la fucilazione dell’inquisito.
Questo voluminoso libro (750 pagine circa) parla principalmente della battaglia di Stalingrado in cui i russi riuscirono a sconfiggere le armate naziste in uno degli atti decisivi per la sorte della guerra. La singolarità del libro è che queste vicende ormai molto note e variamente commentate sono viste dalla parte del popolo russo. Siamo in pieno stalinismo e vengono narrate le vicende, molto spesso intrecciate, di famiglie russe borghesi, di scienziati, di militari, di alti funzionari di partito.
Lo stalinismo non è stato uno scherzo; interi strati della popolazione (i piccoli possidenti terrieri) che vivevano del loro lavoro e avevano una mentalità che poco si conciliava con il collettivismo assoluto, sono stati spazzati via, ma non in senso metaforico, ma in senso reale. Condannati a morte per inedia (gli venivano confiscate tutte le risorse alimentari che producevano) soprattutto anziani e bambini, gli uomini validi erano condannati alla fucilazione o ai gulag siberiani.
Molti alti funzionari di partito, anche bolscevici della prima ora, pur sapendo che Lenin avrebbe affrontato diversamente questo problema non avevano esitato a condannare a morte migliaia di persone e, se necessario per la vittoria socialista, anche amici e familiari. Anche loro poi, senza sapere il motivo preciso, si trovavano improvvisamente dall’altra parte, sottoposti a pesanti processi e a durissime condanne.
Questo perché? Stalin voleva poche teste pensanti vicino a lui. Il resto dovevano essere semplici esecutori che non si chiedevano mai i motivi degli ordini che ricevevano. Era gente che non conosceva le lingue, che non leggeva libri se non quelli indicati dal partito, gente che non sapeva neanche scrivere e parlare correttamente il russo, e vengono descritte situazioni esilaranti se non fossero tragiche. Semplici delatori avidi di potere, che per prendere il posto del loro superiore lo denunciavano anche fabbricando false prove. In un periodo successivo, a dir la verità, anche questi, a loro volta, furono vittime dei loro sottoposti nello stesso modo. Solo la morte del dittatore pose fine a questo massacro anche se…
Di queste epurazioni furono vittime anche gli alti gradi dell’esercito, ma siccome per vincere una guerra sono anche necessari strateghi e competenti, molti di questi nel periodo dell’invasione tedesca passarono direttamente dal gulag agli alti comandi. I russi vinsero la guerra, non certo per la strategia Staliniana, ma per l’eroismo e le grandi capacità di molti comandanti e il grande spirito di sacrificio della moltitudini popolari sia nell’esercito che nella popolazione civile, cui le nefandezze tedesche avevano cementato un forte spirito patriottico, nonostante Stalin. Però Stalin aveva vinto la guerra ed era un eroe, depositario della verità socialista, e molti condannati senza colpa alcuna si autoconvincevano, tanto spessi erano i loro paraocchi, di essere in qualche modo colpevoli.
Nel libro c’è molto altro, anche pagine di autentica grande letteratura. E’ però un libro molto impegnativo (tra l’altro ogni russo ha un sacco di nomi) che considero imprescindibile solo per chi è interessato agli avvenimenti dell’ultima guerra e solo consigliato per tutti gli altri.
 

shvets olga

Member
VITA E DESTINO Vasilij Grossman
I russi vinsero la guerra

Con grande rispetto per Grantenca, voglio fare un emendamento. Non i russi vinsero la guerra, ma il popolo sovietico (e non solo sovietici vinsero la guerra), L'Unione Sovietica, che comprendeva molte nazionalità, che erano e sono molto diverse per tradizioni, mentalità, lingua ecc. Chiamare i tutti popoli, che abitavano nell'impero russo, poi nell'Unione Sovietica i russi è visione imperiale, che permette a Putin di dire che la Russia avrebbe vinto la guerra senza l'Ucraina. Questo è mancanza di rispetto non solo per le ex repubbliche dell'Unione Sovietica, questo è mancanza di rispetto per milioni di morti.Come,tuttavia, non c'è rispetto per i paesi occidentali, per gli Stati Uniti, nascondendo la verità sul loro ruolo nella vittoria sul fascismo.
 

Grantenca

Well-known member
Con grande rispetto per Grantenca, voglio fare un emendamento. Non i russi vinsero la guerra, ma il popolo sovietico (e non solo sovietici vinsero la guerra), L'Unione Sovietica, che comprendeva molte nazionalità, che erano e sono molto diverse per tradizioni, mentalità, lingua ecc. Chiamare i tutti popoli, che abitavano nell'impero russo, poi nell'Unione Sovietica i russi è visione imperiale, che permette a Putin di dire che la Russia avrebbe vinto la guerra senza l'Ucraina. Questo è mancanza di rispetto non solo per le ex repubbliche dell'Unione Sovietica, questo è mancanza di rispetto per milioni di morti.Come,tuttavia, non c'è rispetto per i paesi occidentali, per gli Stati Uniti, nascondendo la verità sul loro ruolo nella vittoria sul fascismo.

Mi scuso se ho urtato la tua sensibilità. Per quelli della mia generazione il termina "RUSSIA" significava l' UNIONE SOVIETICA" con tutti i suoi popoli e tutte le sue etnie. Per quanto riguarda gli Stati Uniti nessuno ha mai messo in dubbio il loro apporto decisivo per le sorti della guerra. A Stalingrado ha però vinto la vecchia Unione Sovietica.
 

shvets olga

Member
Mi scuso se ho urtato la tua sensibilità. Per quelli della mia generazione il termina "RUSSIA" significava l' UNIONE SOVIETICA" con tutti i suoi popoli e tutte le sue etnie. Per quanto riguarda gli Stati Uniti nessuno ha mai messo in dubbio il loro apporto decisivo per le sorti della guerra. A Stalingrado ha però vinto la vecchia Unione Sovietica.

Si, lo so e anche capisco (così è più facile e più familiare) e scrivo questo non per rimprovero. Il mio commento è volto a cambiare questo. Perché? Perché quando le ex repubbliche sovietiche hanno ottenuto l'indipendenza e la Russia con tutti i mezzi, anche con la guerra, uccidendo migliaia di persone, cerca di tenerle nella sua orbita, per la gente , anche per la gente dell'ovest, è difficile capire perche i popoli vogliono l'indipendenza - loro sono tutti russi. Falsificare la storia, uccidere ed esiliare milioni - era ed è.
Per quanto riguardare di ruolo di Stati Uniti, come e ruolo di paesi occidentali, cosa sapevamo noi in Unione Sovietica - poche righe nel libro di testo di storia. Solo dopo il crollo dell'Unione e l'accesso agli archivi, ai lavori dei ricercatori occidentali sappiamo che "gli Stati Uniti hanno spedito oltre 12 miliardi di dollari in aiuti di prestito a favore della Russia di Stalin durante la seconda guerra mondiale. I materiali prestati, a partire dalla fine del 1941 prima dell'attacco giapponese a Pearl Harbor, comprendevano aeroplani e carri armati, locomotive e binari, materiali da costruzione, intere linee di montaggio di produziono.e militare, cibo e vestiti, carburante per aviazione e molto altro. Lend-Lease è ora riconosciuto dagli storici russi post-sovietici come essenziale per lo sforzo bellico sovietico".
Si,a Stalingrado vinto i russi, ucraini, georgiani, kazaki, bielorussi, armeni, uzbeki, ebrei, turkmeni… Non hanno difeso il regime di Stalin, ma la loro terra e le loro famiglie.

Scusate per gli errori.
 

Grantenca

Well-known member
Io l'ho già in lista perché ho letto che è il nuovo "Guerra e pace".

E' sempre molto difficile far confronti con libri di scrittori di generazioni diverse. E' comunque, per me, un testo notevole, di grande valenza storica per la descrizione sotto svariate sfaccettature della "battaglia del secolo" e della società dell'unione sovietica di quel periodo. Ci sono poi anche pagine di grande e autentica letteratura che ti restano nella mente e ti gratificano nella lettura.
 

lettore marcovaldo

Well-known member
Confesso che già maneggiandolo è un libro che un poco mi ha intimorito: non amo "i mattoni".
D'altra parte ero incuriosito e ho voluto affrontarlo.
In conclusione posso dire che è stata una scelta felice: affrontato un poco per volta l'ho finito senza sentire cali di tensione (se non in pochissimi passaggi) nell'incedere delle storie.
Infatti la narrazione si basa sulle storie di personaggi diversi, spesso legati tra di loro, che si intrecciano o scorrono parallele. Ma soprattutto le diverse storie ci offrono piani diversi di lettura. Riflessioni esistenziali, note sulla vita comune nell'unione sovietica, racconti di guerra e storie sentimentali. Su tutto emerge la lotta dell'individuo e delle famiglie nel confronto impari tra l'invasore nazista da una parte e lo stato totalitario sovietico.

Un romanzo molto interessante e che si presta e essere ripreso in mano nel tempo.
 
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