Fallaci, Oriana - Se il sole muore

franceska

CON LA "C"
“A mio padre che non vuole andare sulla Luna perché sulla Luna non ci sono fiori né pesci né uccelli. A Teodoro Freeman che morì ucciso da un’oca mentre volava per andare sulla Luna. Ai miei amici astronauti che vogliono andare sulla Luna perché il Sole potrebbe morire.”

Per scrivere IL SOLE MUORE, libro assolutamente autobiografico, Oriana Fallaci ha vissuto per un anno in America agli inizi degli anni ‘70, tra gli astronauti e gli scienziati di Cape Kennedy. E’ ambientato in un’America moderna fatto di tecnologia e di viaggi sulla luna, ma anche di solitudine, erba sintetica e sconosciuti forni a microonde. Un viaggio nel futuro in cui i personaggi sono assolutamente reali così come sono reali i loro nomi in una sorta di reportage giornalistico che l’autrice dedica al padre. Come tutti i libri della Fallaci, io li leggo quasi ascoltando la sua voce e immaginando le sue mani belle e ossute con una sigaretta tra le dita e lo sguardo che mentre racconta ti infilza l’anima. Che dire, io la amo.
 

Antigone

Atipic member
bè che dire...anch'io adoro questa scrittrice...questo libro non l'ho letto.. però mi hai incuriosito! ciao! :)
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
concordo con Francesca, la Fallaci anche in questo libro mette vibrante passione e critica. Un libro scritto dalla sua esperienza diretta, sempre molto intensa e con un punto di vista personale ed originale.
Ottima lettura
 

Antigone

Atipic member
Ho finalmente letto l'ennesimo capolavoro di questa scrittrice... Non ho ancora trovato un libro di Oriana Fallaci che non mi piaccia!
Molto efficaci le interviste agli astronauti e il suo modo di sezionare l'animo umano nelle sue peculiarità più intime e profonde, per poi ricondurle a sè, alla propria esperienza, intrecciando così futuro e passato attraverso dei flashback sulla II guerra mondiale, che la scrittrice ha vissuto in prima persona.
Lungi dall'essere soltanto una cronaca dei primi viaggi verso la luna, è soprattutto un'occasione per riflettere su temi importanti come la tecnologia e il progresso, il rapporto scienza-fede, l'antitesi Vita-Morte...
Consigliato, sì: insieme a tutti gli altri di Oriana Fallaci!
5/5
 

Zefiro

da sudovest
Quel giorno sulla luna

Letto più volte, la prima molti anni fa, ho sempre amato molto questo libro, non solo per l’interesse personale che ho sull’argomento, ma soprattutto per la capacità unica che la Fallaci ha avuto, in real time, cioè mentre quel pezzo di futuro avveniva, di intuire così in profondità le implicazioni di un’avventura di quella portata. Mirabile inoltre il suo non perdere mai di vista, in ogni riga, che quell’immensa costruzione manageriale, industriale, politica, tecnica e chi più ne ha più ne metta era fatta da uomini in carne ed ossa. Questo forse il suo più grande stupore: le incredibili capacità che l'uomo può avere. Nel bene e nel male verrebbe da aggiungere, incluso Deke Slayton, il capo storico degli astronauti che lei intervistò più volte e con cui nacque anche una amicizia personale, che, come la Fallaci aveva con sua sorpresa ricostruito, nel corso della guerra era il pilota militare che fisicamente -proprio lui- aveva bombardato e distrutto la sua casa.

Un libro eccezionale. 5/5.

Per Antigone: se ti interessa l’argomento, un po’ difficile da trovare ma ti assicuro ne vale la pena, ti segnalo, sempre di O. Fallaci “Quel giorno sulla luna”. Raccolta (curata da lei) dei suoi reportage mentre era lì e seguiva la vicenda. Sono tutti articoli lunghi, ognuno di essi ha la statura di un saggio.
 

malafi

Well-known member
Ho letto questo libro solo perchè associato nello stesso volume alla Lettera ad un Bambino mai nato, dunque quasi per caso ed 'obbligato'.

La forza della Fallaci e della sua prosa tagliente ed efficace emergono bene, così come emergono il suo anticonformismo e capacità di porsi in modo critico di fronte ai fenomeni, a fronte dei quali si pone (o fa porre al padre cui è rivolto il libro a mo' di diario) mille domande.

Non mi ha entusiasmato però, ma più per contenuti per i quali nutro scarso interesse che per il modo in cui è scritto, invero sempre efficace.
 
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