Dory
Reef Member
Gli esseri umani sono scomparsi dal Pianeta Terra dopo un suicidio collettivo e i loro cloni, costruiti ad arte per limitare al minimo le più elementari caratteristiche della specie umana, sono autotrofi e quasi totalmente privi di qualsiasi pulsione emozionale, sono costretti a rileggere i racconti di vita degli esseri umani da cui discendono e a commentarli, in un susseguirsi di reincarnazioni in attesa che si costituisca la nuova razza dei Futuri.
Ma leggendo il racconto di vita di Daniel1, nell’animo dei suoi ultimi due cloni, Daniel24 e Daniel25, qualcosa accade che spinge l’ultimo dei due a riscoprire “il fascino della sofferenza e della libertà, il gusto della ribellione al sogno dell'immortalità e il sapore della speranza”.
Riporto dal risvolto di copertina:
In un'affascinante narrazione parallela tra fantascienza ed erotismo, Houellebecq, lirico e dissacrante, solleva gli interrogativi più inquietanti sull'identità e il doppio, la clonazione e la vita eterna, la solitudine e l'amore.
Un libro volgare, disgustoso e terribilmente deprimente.
Il protagonista è un comico, ma non ho riso neppure una volta, se non un leggero sorriso quando dice che qualcuno aveva imbrattato il manifesto del surrealismo di André Breton con la scritta “Invece delle vostre poesie ridicole, fareste meglio ad aggiungere dei convogli nelle ore di punta”.
I temi trattati sono senza dubbio interessanti, ma il modo in cui viene fatto non mi è assolutamente piaciuto, inutilmente nauseante e unidirezionale, nel senso che prende in considerazione gli aspetti più abietti e brutali della personalità umana esasperandoli e portandoli fino alle estreme conseguenze.
L’amore in particolare è trattato con estrema superficialità, un tentativo lodevole, nel senso che parte da una buona idea, che sviluppa discretamente, soprattutto nell’ultima parte del libro, ma che resta sempre confinata a pochi aspetti, certo condivisibili da alcuni, da me solo in parte, ma che non ne fanno una verità universale.
Da un certo punto di vista, con un forte gusto dell’orrido, una forte misantropia e una buona dose di peli sullo stomaco, potrebbe piacere.
Per quanto mi riguarda non mi ha lasciato nulla, è libro più brutto che abbia mai letto.
Ma leggendo il racconto di vita di Daniel1, nell’animo dei suoi ultimi due cloni, Daniel24 e Daniel25, qualcosa accade che spinge l’ultimo dei due a riscoprire “il fascino della sofferenza e della libertà, il gusto della ribellione al sogno dell'immortalità e il sapore della speranza”.
Riporto dal risvolto di copertina:
In un'affascinante narrazione parallela tra fantascienza ed erotismo, Houellebecq, lirico e dissacrante, solleva gli interrogativi più inquietanti sull'identità e il doppio, la clonazione e la vita eterna, la solitudine e l'amore.
Un libro volgare, disgustoso e terribilmente deprimente.
Il protagonista è un comico, ma non ho riso neppure una volta, se non un leggero sorriso quando dice che qualcuno aveva imbrattato il manifesto del surrealismo di André Breton con la scritta “Invece delle vostre poesie ridicole, fareste meglio ad aggiungere dei convogli nelle ore di punta”.
I temi trattati sono senza dubbio interessanti, ma il modo in cui viene fatto non mi è assolutamente piaciuto, inutilmente nauseante e unidirezionale, nel senso che prende in considerazione gli aspetti più abietti e brutali della personalità umana esasperandoli e portandoli fino alle estreme conseguenze.
L’amore in particolare è trattato con estrema superficialità, un tentativo lodevole, nel senso che parte da una buona idea, che sviluppa discretamente, soprattutto nell’ultima parte del libro, ma che resta sempre confinata a pochi aspetti, certo condivisibili da alcuni, da me solo in parte, ma che non ne fanno una verità universale.
Da un certo punto di vista, con un forte gusto dell’orrido, una forte misantropia e una buona dose di peli sullo stomaco, potrebbe piacere.
Per quanto mi riguarda non mi ha lasciato nulla, è libro più brutto che abbia mai letto.