Quasimodo, Salvatore - Lirici greci

Vladimir

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L'altro giorno, vagnado per la stazione di Genova Principe, in attesa dell'ennesimo treno in ritardo (quando mai direte), sono entrato nella libreria della stazione e a ben 1,55 € ho trovato i poeti greci tradotti da Quasimodo. Conoscendo detti lirici solo di nome, ho deciso di leggere l'introduzione, dove un occhialuto accademico spiegava inesattezza filologica... al diavolo le introduzioni! Mi sono trovato davanti una poesia estremamente fresca e coinvolgente: i versi scorrevano fluidi sotto i miei occhi e anche le immagini più diafane si palesavano con precisione nella mia mente. Quasimodo riscrive i classici rendendoli profodamente contemporanei, attraverso una traduzione adeguata al gusto estetico del lettore moderno, senza pedanterie o accademismi tutti volti a riprodurre pedestremente le forme dei greci e il lessico aulico che si credeva tipico della poesia classica definita da Quasimodo stesso nella postfazione: "Quella terminologia classicheggiante (per intenderci opimo, pampineo, rigolgio, fulgido, florido ecc...) che pretese di costruirsi a linguaggio aromatico, adatto soprattutto alle traduzioni dei testi greci e latini; e se ancora perdura in una zona storicamente evasiva della cultura nazionale, è morta nello spirito delle generazioni nuove". Dopo l'estetismo modaiolo di D'Annunzio e le violenze verbali futuriste, la poesia che il buon Salvatore propone è nuovamente raccolta, intima, priva di fronzoli e di ricercatezze, ma portatrice di un lirismo sincero e commovente che tocca le corde del cuore come fossero quelle di un liuto. Da qui l'importanza culturale dell'opera di Quasimodo, che credo possa essere tranquillamente paragonata alle traduzioni del Monti dell'Iliade o del Pindemonte dell'Odissea. Un bel libro con delle belle poesie. Bravo Salvatore!
 

mariangela rossi

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L'altro giorno, vagnado per la stazione di Genova Principe, in attesa dell'ennesimo treno in ritardo (quando mai direte), sono entrato nella libreria della stazione e a ben 1,55 € ho trovato i poeti greci tradotti da Quasimodo. Conoscendo detti lirici solo di nome, ho deciso di leggere l'introduzione, dove un occhialuto accademico spiegava inesattezza filologica... al diavolo le introduzioni! Mi sono trovato davanti una poesia estremamente fresca e coinvolgente: i versi scorrevano fluidi sotto i miei occhi e anche le immagini più diafane si palesavano con precisione nella mia mente. Quasimodo riscrive i classici rendendoli profodamente contemporanei, attraverso una traduzione adeguata al gusto estetico del lettore moderno, senza pedanterie o accademismi tutti volti a riprodurre pedestremente le forme dei greci e il lessico aulico che si credeva tipico della poesia classica definita da Quasimodo stesso nella postfazione: "Quella terminologia classicheggiante (per intenderci opimo, pampineo, rigolgio, fulgido, florido ecc...) che pretese di costruirsi a linguaggio aromatico, adatto soprattutto alle traduzioni dei testi greci e latini; e se ancora perdura in una zona storicamente evasiva della cultura nazionale, è morta nello spirito delle generazioni nuove". Dopo l'estetismo modaiolo di D'Annunzio e le violenze verbali futuriste, la poesia che il buon Salvatore propone è nuovamente raccolta, intima, priva di fronzoli e di ricercatezze, ma portatrice di un lirismo sincero e commovente che tocca le corde del cuore come fossero quelle di un liuto. Da qui l'importanza culturale dell'opera di Quasimodo, che credo possa essere tranquillamente paragonata alle traduzioni del Monti dell'Iliade o del Pindemonte dell'Odissea. Un bel libro con delle belle poesie. Bravo Salvatore!

Condivido la bravura di Quasimodo ma posso aggiungere che la traduzione dei classici si perde completamente. Il testo originale non è nè aulico, nè pomposo, sono solo le traduzioni malfatte ad esserlo, purtroppo per gustare appieno i classici occorre avvicinarsi al testo originale e tentare di tradurlo quasi letteralmente, laddove sia possibile, e scopriresti una poesia, una lirica coinvolgente, colorata, intima,accattivante, commovente.
Nella traduzione, anche se di un poeta come Quasimodo, si perde sempre la bellezza integra dell'originale, se non si conosce il greco si potrebbe provare a leggere i classici con il testo originale da una parte e dall'altra una traduzione più aderente possibile, allora sì che scopriresti davvero la lirica greca!!!!
 

Mizar

Alfaheimr
Condivido la bravura di Quasimodo ma posso aggiungere che la traduzione dei classici si perde completamente. Il testo originale non è nè aulico, nè pomposo, sono solo le traduzioni malfatte ad esserlo, purtroppo per gustare appieno i classici occorre avvicinarsi al testo originale e tentare di tradurlo quasi letteralmente, laddove sia possibile, e scopriresti una poesia, una lirica coinvolgente, colorata, intima,accattivante, commovente.
Nella traduzione, anche se di un poeta come Quasimodo, si perde sempre la bellezza integra dell'originale, se non si conosce il greco si potrebbe provare a leggere i classici con il testo originale da una parte e dall'altra una traduzione più aderente possibile, allora sì che scopriresti davvero la lirica greca!!!!
Quoto.
Quella di Quasimodo è comunque traduzione inesatta filologicamente (come ha scritto Vladimiro). Traduzione (che è reinterpretazione) di grande impatto ed affascinante ma pur sempre inesatta e chiramente condizionata dall'estetica del tempo.
Ho letto tutte codeste traduzioni nel volume Mondadori e continuo a preferire traduttori che restituiscano questi testi come scarnificati e nella loro essenzialità. Ciò per quanto possibile - senza scadere in furor filologicus e nei soliti fanatismi isterici :mrgreen:

Viva i lirici greci
 
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mariangela rossi

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Quoto.
Quella di Quasimodo è comunque traduzione inesatta filologicamente (come ha scritto Vladimiro). Traduzione (che è reinterpretazione) di grande impatto ed affascinante ma pur sempre inesatta e chiramente condizionata dall'estetica del tempo.
Ho letto tutte codeste traduzioni nel volume Mondadori e continuo a preferire traduttori che restituiscano questi testi come scarnificati e nella loro essenzialità. Ciò per quanto possibile - senza scadere in furor filologicus e nei soliti fanatismi isterici :mrgreen:

Viva i lirici greci

condivido perfettamente, i fanatismi sono sempre eccessivi, anche nel tradurre...
 

Vladimir

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Condivido la bravura di Quasimodo ma posso aggiungere che la traduzione dei classici si perde completamente. Il testo originale non è nè aulico, nè pomposo, sono solo le traduzioni malfatte ad esserlo, purtroppo per gustare appieno i classici occorre avvicinarsi al testo originale e tentare di tradurlo quasi letteralmente, laddove sia possibile, e scopriresti una poesia, una lirica coinvolgente, colorata, intima,accattivante, commovente.
Nella traduzione, anche se di un poeta come Quasimodo, si perde sempre la bellezza integra dell'originale, se non si conosce il greco si potrebbe provare a leggere i classici con il testo originale da una parte e dall'altra una traduzione più aderente possibile, allora sì che scopriresti davvero la lirica greca!!!!

Io sono un povero bifolco che non conosce né greco, né latino, e di solito non riesco ad approcciare la letteratura classica (ho provato a leggere Sofocle, Erodoto e Catullo senza entusiasmarmi; preferisco di gran lunga la letteratura medievale o quella cristiano-patristica). Quasimodo è riuscito a farmi avvicinare a questi capolavori, li ho apprezzati tanto da citarli nella tesi come epigrafi di un capitolo:mrgreen:
 

mariangela rossi

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Io sono un povero bifolco che non conosce né greco, né latino, e di solito non riesco ad approcciare la letteratura classica (ho provato a leggere Sofocle, Erodoto e Catullo senza entusiasmarmi; preferisco di gran lunga la letteratura medievale o quella cristiano-patristica). Quasimodo è riuscito a farmi avvicinare a questi capolavori, li ho apprezzati tanto da citarli nella tesi come epigrafi di un capitolo:mrgreen:
Non penso proprio che tu sia un bifolco, il non conoscere il latino e il greco non fa di te un bifolco, la mia risposta voleva solo indicare delle traduzioni più attinenti al testo per capire meglio quanto i poeti greci siano più vicini a noi in originale piuttosto che in traduzioni auliche e pesanti.
Detto questo, Quasimodo è un grande artista anche nelle traduzioni dei classici.
 
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