Germi, Pietro - Il cammino della speranza

elisa

Motherator
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E' la storia di un gruppo di solfatori siciliani che alla chiusura della miniera, per non morir di fame, partono per trovare fortuna in Francia. Uomini, donne, vecchi e bambini, il gruppetto si lascia incantare da uno "scafista" che li abbandona alla stazione di Bologna, il viaggio lo fanno un po' in corriera, una corriera "neorealista", e un po' in treno, per poi finirlo a piedi.
Ci saranno diverse vicende durante il viaggio della speranza, alcune melodrammatiche, fino ad arrivare alle scene finali sulla neve del confine francese.
Il film parte con delle annotazioni sociali e realiste, le scene nella miniera e nel paese siciliano, per poi prendere connotati sempre più di stile "americano", sembra citare i film dei pionieri ma anche certi drammi noir.
Ci sono molte scene corali e tutto il corredo musicale è molto accurato. Bella la fotografia e la recitazione degli attori viene ben caratterizzata, con Raf Vallone che interpreta sempre un personaggio di grande forza morale ed Elena varzi che recita per lo più con lo sguardo.
E' un film dove la regia e la sceneggiatura (di Fellini e Pinelli) sono continuamente caratterizzate da spunti e riflessioni, visive e non.
Un film da vedere assolutamente.
 

Gian

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Il Cammino della speranza di Pietro Germi, 1950
“L’odissea di un gruppo di siciliani che, dopo la chiusura della zolfatara, partono verso il nord
finché, dopo varie peripezie, passano clandestinamente il confine con la Francia. Poteva essere,
ma non è, il Paisà della disoccupazione postbellica perché è un compendio di temi
melodrammatici più che neorealistici”. (Morandini, Il Morandini, Dizionario dei film 1999, Zanichelli)
 

Gian

New member
è davvero un bel , uno degli ultimi strascichi del neorealismo, anche se molto melodrammatico.
questo film dovrebbero vederlo in molti in questi giorni per capire che quello che stiamo subendo ora è semplicemente quello che abbiamo fatto noi stessi qualche tempo fa.
Per tornare al film, è molto toccante, si apre e si chiude con un paesaggio bianco quasi ad accomunare i luoghi d'Italia oppure a dare continuità al cammino dei disperati. Grande Raf Vallone, bellissimo, intenso. grazie a Peppe De Santis e Carlo Lizzani che l'hanno scoperto.
Una nota: tra gli sceneggiatori c'era Federico Fellini
 
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