Letteratura di guerra

fabiog

New member
Mentre stò leggendo " I racconti di guerra" di Mario Rigoni Stern, mi è venuto da pensare su come il tema della guerra sia uno degli argomenti più trattati nell'ambito letterario ( e non solo pensiamo anche nell'ambito cinematografico e musicale) e anche di come nei secoli sia particolarmente mutato il modo in cui il tema della guerra è stato affrontato, passando da descrizoni eroiche delle battaglie e delle morti ( pensiamo ad esempio alle battaglie dell'Iliade) a forme più reali in cui viene affrontato la vita del soldato comune, le marcie, il freddo e così via. Mi interesserebbe pertanto toccare questo argomento, con chi è interessato, proprio in relazione ai vari sviluppi che la guerra ha avuto nella letteratura, e se volete anche nel cinema, nella musica e nell'arte figurativa magari citando gli autori che più amate o che più vi hanno colpito e magari anche discutendo di come il tema sia stato diversamente trattato nelle varie nazioni.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
il primo romanzo che ho letto riguardo al tema della guerra è Addio alle armi di Ernest Hemingway, che narra delle esperienze di guerra dello scrittore americano durante la prima guerra mondiale in Italia, nel periodo di Caporetto. Addio alle armi non è solo un romanzo di guerra ma anche d'amore e i due temi sono strettamenti legati tra di loro. La guerra in Hemingway è uno sfondo cupo e tragico, dove si muovono le persone, con le loro psicologie e le loro vite e soprattutto con i loro destini paralleli di abbandono e di sconfitta. Il pessimismo ed il determinismo dello scrittore sono tutti in quel finale e in quel titolo "A Farewell To Arms", che può essere sia addio alle armi che alle braccia della donna amata. L'esperienza di Hemingway nel fronte italiano della grande guerra rimarrà sempre come un segno indelebile nella vita e nelle opere dello scrittore.
 

Mizar

Alfaheimr
Io andrei con ordine. Iniziamo dagli albori lirici di Tirteo. Alcuni dei suoi pochi frammenti

Per un uomo valoroso è bello cadere morto
combattendo in prima fila per la patria;
abbandonare la propria città e i fertili campi
e vagare mendico, è di tutte la sorte più misera,
con la madre errando e con il vecchio padre,
con i figli piccoli e la moglie.
Sarà odioso alla gente presso cui giunge,
cedendo al bisogno e alla detestata povertà:
disonora la stirpe, smentisce il florido aspetto;
disprezzo e sventura lo seguono.
Se, così, dell'uomo randagio non vi è cura,
né rispetto, neppure in futuro per la sua stirpe,
con coraggio per questa terra combattiamo, e per i figli
andiamo a morire, senza più risparmiare la vita.


O giovani, suvvia, combattete resistendo gli uni accanto agli altri e non date inizio nè alla fuga vergognosa nè al panico, ma fate grande e coraggioso entro il diaframma il vostro animo e non siate troppo attaccati alla vita mentre combattete contro i guerrieri (nemici); e gli anziani, le cui ginocchia non sono più agili, non fuggite abbandonandoli, i vegliardi. Questo infatti è vergognoso, che un uomo anziano, caduto in prima fila, giaccia davanti ai giovani, lui che ha già candido il capo e canuto il mento, esalando nella polvere l'animo intrepido, tenendo tra le sue mani le pudende insanguinate -ciò che è brutto per gli occhi e scandaloso a vedersi- e denudato nel corpo; invece ai giovani tutto si addice, finchè li possegga lo splendido fiore dell'amabile giovinezza (e il giovane è) ammirato dagli uomini e oggetto di desiderio per le donne, se resta in vita, e bello se cade in prima fila. Suvvia, ognuno resista divaricando bene le gambe, piantato a terra con entrambi i piedi, avendo morso il labbro coi denti.

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Al nostro re Teopompo, caro agli dèi,
per merito del quale conquistammo Messene, dalle ampie contrade


Messene, luogo bello per arare, bello per piantare


intorno ad essa combatterono per diciannove anni,
sempre, senza interruzione, con animo coraggioso,
i guerrieri, padri dei nostri padri.
E nel ventesimo anno, lasciati i pingui campi,

quelli fuggivano dalle alte cime dell'Itome.



Così, la vita agli occhi di un uomo di ventotto secoli addietro le mie parole.
Affiancato da un compagno e facendo da spalla ad altro ancora; le ginocchia insanguinate; gli occhi vitrei; il sudore a scorrere sotto l'elmo: una tradizione che è guerra. Questi gli uomini che han dato forma a ciò che noi siamo oggi. Dunque alle mie stesse parole.
L'essere vicino al compagno, l'essere accanto ad altro uomo, il combattere insieme per costruire. Per vivere.

O giovani, suvvia, combattete resistendo gli uni accanto agli altri

Queste le fulgide parole specchianti in acque ioniche che definiscono l'immagine di noi mediterranei.
 

fabiog

New member
Il tema dell'amicizia in guerra, dei compagni che combattono fianco a fianco che non combattono tanto per l'obettivo militare quanto l'uno per l'altro è uno dei temi più cari alla letteratura e che è, almen a mio parere, rimasto invariato nei secoli. Pensiamo all'amicizia di Achille/ Patroclo, Eurialo/ Niso o arrivando al '900 agli amici di "Niente di nuovo sul fronte occidentale". Segno quindi che il cameratismo è qualcosa che veramente si sviluppa sui campi di battaglia.
Ciò che io trovo diverso è l'approccio che viene dato alla guerra.
Prendo sempre come esempio l'Iliade, qui sono descritte battaglie, duelli in cui gli eroi si distinguono dal soldato comune, se leggiamo romanzi come quelli di Remarque, oppure "Il nudo e il morto" di Mailer o "Addio alle armi" è più dominante il senso della vita in guerra, dell'attesa, dei problemi quotidiani che un soldato affronta
 

Mizar

Alfaheimr
Il tema dell'amicizia in guerra, dei compagni che combattono fianco a fianco che non combattono tanto per l'obettivo militare quanto l'uno per l'altro è uno dei temi più cari alla letteratura e che è, almen a mio parere, rimasto invariato nei secoli. Pensiamo all'amicizia di Achille/ Patroclo, Eurialo/ Niso o arrivando al '900 agli amici di "Niente di nuovo sul fronte occidentale". Segno quindi che il cameratismo è qualcosa che veramente si sviluppa sui campi di battaglia.
Ciò che io trovo diverso è l'approccio che viene dato alla guerra.
Prendo sempre come esempio l'Iliade, qui sono descritte battaglie, duelli in cui gli eroi si distinguono dal soldato comune, se leggiamo romanzi come quelli di Remarque, oppure "Il nudo e il morto" di Mailer o "Addio alle armi" è più dominante il senso della vita in guerra, dell'attesa, dei problemi quotidiani che un soldato affronta
Ma...già Archiloco così scriveva:

Qualcuno dei Sai si vanta del mio scudo, che presso un cespuglio
- arma gloriosa - lasciai non volendo.
Ma salvai la mia vita. Quello scudo, che importa?
Vada in malora. Un altro ne acquisterò, non meno bello.


:mrgreen:
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
dal romanzo di Hemingway, Addio alle armi, è stato tratto nel 1957 un film diretto da Huston e Vidor e prodotto da Selznik, con protagonisti Rock Hudson e Jennifer Jones, moglie del produttore, piuttosto attempati rispetto ai protagonisti del romanzo. Pur essendo girato nei luoghi descritti dal film la guerra resta sullo sfondo, quasi un pretesto per la storia d'amore di stampo hollywoodiano, spesso i film del periodo edulcoravano gli eventi bellici o li rendevano mitici e propagandistici. Non dimentichiamoci che erano gli anni della Guerra fredda e gli Stati Uniti erano a metà strada tra la guerra di Corea e quella del Vietnam.
 

saetia

kollaps!
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Pietro

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Praticamente, l'unico "libro di guerra" che ho mai letto è La storia di Elsa Morante. Ammetto che il genere non mi piace moltissimo.

Però è anche vero che la guerra è stata un grande "motore letterario", soprattutto per la nostra penisola.
 

ilfastidito

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la mano mozza di blaise cendrars,niente di nuovo sul fronte occidentale di remarque,le ultime ore di berlino di tully,l'anabasi di senofonte e perche' no per sdramatizzare la secchia rapita di tassoni.
 

mado84

New member
a mio avviso il vero capolavoro sulla guerra è "Niente di nuovo sul fronte occidentale"
quel libro mi ha completamente cambiato
la visione della guerra di quei poveri e giovani ragazzi fa molto riflettere...
 

SALLY

New member
Concordo,non mi attirano molto,ma niente di nuovo sul fronte occidentale mi ha colpito parecchio,leggendolo riuscivo a "vedere "la fatica,il freddo,quei ragazzini con i muli....tremendo,mi è rimasto nella memoria.
 
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