Premetto che sono un po' "di parte" perchè vengo inspiegabilmente e irresistibilmente catturata da qualsiasi storia ambientata in India.
Le due voci narranti di Anju e Sudha si alternano in modo naturale e scorrevole; è la storia di due "sorelle" legate da un rapporto viscerale che va oltre ogni legame di sangue e che permette all'una di percepire il significato degli sguardi, i mutamenti dell'umore e le parole non dette dell'altra.
Combattute tra il desiderio di autonomia e l'affettuoso rigore delle "tre madri" - nella loro famiglia non ci sono uomini - in un paese nel quale esistono ancora i matrimoni combinati e nel quale può accadere che una donna in attesa di una figlia femmina venga costretta ad abortire, Sudha e Anju agiscono e vivono sacrificandosi l'una per l'altra e anteponendo in ogni circostanza la felicità della "sorella del cuore" alla propria.
Nella prima parte del romanzo è evidente il contrasto tra la maturità di Sudha, venuta presto a conoscenza di un segreto di famiglia che grava su di lei come un macigno e che condizionerà tutte le sue decisioni future, e l'inconsapevolezza di Anju, apparentemente la più ribelle fra le due, anche se poi, con il procedere della storia, sarà Sudha a mostrare maggiore determinazione e fermezza di carattere. In tutto il libro, ma soprattutto nella seconda parte, ulteriore protagonista è il contrasto fra Oriente e Occidente, fra tradizione e modernità, superstizione e realismo, magia e concretezza. Ma non voglio svelare di più.
E' il racconto di due personalità diverse ma complementari, di un legame raro e invidiabile, di una società magica e tragica, affascinante e contraddittoria. Un romanzo che mi ha coinvolto tantissimo emotivamente per la capacità dell'autrice di comunicare i sentimenti delle protagoniste, sullo sfondo di una trama avvincente e ricca di colpi di scena.
Interessanti gli altri personaggi, soprattutto le tre madri, così diverse tra loro.
E' un romanzo indubbiamente al femminile, ma lo consiglio sicuramente a tutti. Bellissimo
Le due voci narranti di Anju e Sudha si alternano in modo naturale e scorrevole; è la storia di due "sorelle" legate da un rapporto viscerale che va oltre ogni legame di sangue e che permette all'una di percepire il significato degli sguardi, i mutamenti dell'umore e le parole non dette dell'altra.
Combattute tra il desiderio di autonomia e l'affettuoso rigore delle "tre madri" - nella loro famiglia non ci sono uomini - in un paese nel quale esistono ancora i matrimoni combinati e nel quale può accadere che una donna in attesa di una figlia femmina venga costretta ad abortire, Sudha e Anju agiscono e vivono sacrificandosi l'una per l'altra e anteponendo in ogni circostanza la felicità della "sorella del cuore" alla propria.
Nella prima parte del romanzo è evidente il contrasto tra la maturità di Sudha, venuta presto a conoscenza di un segreto di famiglia che grava su di lei come un macigno e che condizionerà tutte le sue decisioni future, e l'inconsapevolezza di Anju, apparentemente la più ribelle fra le due, anche se poi, con il procedere della storia, sarà Sudha a mostrare maggiore determinazione e fermezza di carattere. In tutto il libro, ma soprattutto nella seconda parte, ulteriore protagonista è il contrasto fra Oriente e Occidente, fra tradizione e modernità, superstizione e realismo, magia e concretezza. Ma non voglio svelare di più.
E' il racconto di due personalità diverse ma complementari, di un legame raro e invidiabile, di una società magica e tragica, affascinante e contraddittoria. Un romanzo che mi ha coinvolto tantissimo emotivamente per la capacità dell'autrice di comunicare i sentimenti delle protagoniste, sullo sfondo di una trama avvincente e ricca di colpi di scena.
Interessanti gli altri personaggi, soprattutto le tre madri, così diverse tra loro.
E' un romanzo indubbiamente al femminile, ma lo consiglio sicuramente a tutti. Bellissimo
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