Un libro particolarissimo, certamente il più originale che mi sia capitato fra le mani da un bel po' di tempo a questa parte.
Una voce narrante d'eccezione, ossia nientemeno che la Morte, una Morte che guarda con interesse e curiosità agli esseri umani e ai loro sentimenti e che svolge il suo "lavoro" non proprio volentieri, ci racconta, con tono umoristico e poetico allo stesso tempo, la storia di Liesel, la bambina "ladra di libri", ambientata nella Germania nazista.
Liesel si trova, con sua madre e il suo fratellino, su un treno che la porterà a Molching, una grigia città dove i due bambini verranno ospitati da un'altra famiglia. Durante il viaggio il fratellino muore. Dopo il seppellimento la bambina vede sulla neve un rettangolo nero con una scritta d'argento e, furtivamente, lo raccoglie. E' l'inizio della carriera della ladra di libri.
Dal momento in cui Liesel, privata dei suoi affetti più cari, farà il suo ingresso nella casa degli Hubermann, noi lettori assisteremo alla perdita della sua spensieratezza e, d'altro canto, al suo continuo aggrapparsi alla vita. Assisteremo con angoscia ai suoi incubi notturni, ma ci commuoveremo e parteciperemo intensamente al crescere del suo legame con Hans Hubermann, un nuovo Papà dagli occhi d'argento. Sorrideremo ascoltando gli insulti (riportati in tedesco) di Rosa Hubermann, burbera e scurrile Mamma dal pugno di ferro e dal cuore d'oro. E poi stringeremo amicizia con Rudy Steiner - l'amico del cuore, che vive nell'attesa di un bacio di Liesel - forte esempio di vitalità in questo romanzo dove spesso la Morte fa da protagonista, e non solo come voce narrante.
Seguiremo le vicende di Max, il pugile ebreo che verrà "ospitato" nella cantina degli Hubermann.
Ma soprattutto vedremo come i libri e le parole, vere protagoniste dal potere salvifico di questo romanzo, cambieranno la vita di Liesel.
Un modo delicato e struggente di interpretare le atrocità del nazismo, grottesco e commovente, decisamente diverso da qualsiasi libro sull'argomento che abbia letto finora. Impossibile non lasciarsi coinvolgere, non commuoversi, non sorridere, non indignarsi. Gli do decisamente il massimo dei voti.
Una voce narrante d'eccezione, ossia nientemeno che la Morte, una Morte che guarda con interesse e curiosità agli esseri umani e ai loro sentimenti e che svolge il suo "lavoro" non proprio volentieri, ci racconta, con tono umoristico e poetico allo stesso tempo, la storia di Liesel, la bambina "ladra di libri", ambientata nella Germania nazista.
Liesel si trova, con sua madre e il suo fratellino, su un treno che la porterà a Molching, una grigia città dove i due bambini verranno ospitati da un'altra famiglia. Durante il viaggio il fratellino muore. Dopo il seppellimento la bambina vede sulla neve un rettangolo nero con una scritta d'argento e, furtivamente, lo raccoglie. E' l'inizio della carriera della ladra di libri.
Dal momento in cui Liesel, privata dei suoi affetti più cari, farà il suo ingresso nella casa degli Hubermann, noi lettori assisteremo alla perdita della sua spensieratezza e, d'altro canto, al suo continuo aggrapparsi alla vita. Assisteremo con angoscia ai suoi incubi notturni, ma ci commuoveremo e parteciperemo intensamente al crescere del suo legame con Hans Hubermann, un nuovo Papà dagli occhi d'argento. Sorrideremo ascoltando gli insulti (riportati in tedesco) di Rosa Hubermann, burbera e scurrile Mamma dal pugno di ferro e dal cuore d'oro. E poi stringeremo amicizia con Rudy Steiner - l'amico del cuore, che vive nell'attesa di un bacio di Liesel - forte esempio di vitalità in questo romanzo dove spesso la Morte fa da protagonista, e non solo come voce narrante.
Seguiremo le vicende di Max, il pugile ebreo che verrà "ospitato" nella cantina degli Hubermann.
Ma soprattutto vedremo come i libri e le parole, vere protagoniste dal potere salvifico di questo romanzo, cambieranno la vita di Liesel.
Un modo delicato e struggente di interpretare le atrocità del nazismo, grottesco e commovente, decisamente diverso da qualsiasi libro sull'argomento che abbia letto finora. Impossibile non lasciarsi coinvolgere, non commuoversi, non sorridere, non indignarsi. Gli do decisamente il massimo dei voti.