Koushun, Takami - Battle Royale

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Libro giapponese alquanto inquietante.

La storia è molto semplice. Un governo totalitario per dimostrare di detenere ben saldo il proprio potere sceglie annualmente una classe di studenti a caso, lì porta su un isola e con regole ben precise e concrete li costringe a uccidersi tra di loro. E' un tutti contro tutti, nessuna speranza di sopravvivenza se non per il vincitore. Se nessuno uccide nessuno ci penserà il governo a eliminare tutti, non c'è speranza se non per l'unico sopravvissuto. Il vincitore avrà il plauso scritto del presidente e un vitalizio.


Lo scrittore vuole giocare con gli istinti dell'uomo. Ci sono tutti gli stereotopi, dal pazzo assassino che si trova a suo agio, agli innamorati suicidi, dalle ragazze che riescono facilmente a unirsi, ai traditori e dai vigliacchi agli infami assassini. Ogni stato d'animo, ogni istinto sembra essere rappresentato.

Sebbene alcuni assassini sono un po' forzati e alcuni combattimenti siano al limite di matrix ci sono parti del racconto che sono davvero interessanti.

in primo luogo lo studio delle motiviazioni che ti portano a fidarti di qualcuno:

Sei un ragazzino che frequenta la scuola e all'improvviso devi uccidere i tuoi compagni. Per sopravvivere devi allearti con qualcuno, ma con chi? di chi ti fidi? perchè?
L'autore risolve questo problema facendo rifermiento alla vita scolastica di ognuno dei 42 ragazzini.
La fiducia viene concessa alle amiche di cuore, al compagno di squardra, alla fidanzatina e all'amato non corrisposto.
E' davvero curioso che il fatto di avere subito un torto più o meno stupido in classe determini la vita o la morte di un compagno.
Si uccide perchè non si ha in simpatia una persona o perchè è stata cattiva con un tuo amico, o perchè è diverso, gay.

in secondo luogo: cosa sei disposto a fare per sopravvivere?
devi scoprire se in te vince la razionalità o l'irrazionalità, quanto è forte la tua mente?

Alcuni personaggi come il cattivo per eccellenza è ben delineato, la scena del massacro delle ragazze è davvero incalzante, ma soprattutto la battuta finale del libro è davvero eccezionale, vale il racconto.

buon libro anche se uccidere oltre 50 persone in un racconto può essere pesante se non noioso!

Dopo aver letto questo libro ho delineato il mio eventuale piano d'azione

1 - prendere borsone con le armi
2- uscire dallo stabile controllando che non ci siano infami ad aspettarmi fuori dalla porta
3 - trovare posto sicuro per poter riordinare le idee e leggere la cartina
4 - andare nel centro abitato e cercare un supermercato e una farmacia per approvvigionarmi e trovare altre armi
5 - trovare persone con cui allearmi

qui sorge un problema.

se fossi ancora alle medie saprei di chi fidarmi e non avrei alcun dubbio con chi allearmi, mentre se fossi alle superiori avrei molti dubbi anzi penso che non mi fiderei di nessuno.
(come è strana la vita)

e una volta fatto un gruppo di 4 andrei a far strage dei restanti.

però, c'è sempre un però

ho visto come reagisco quando sono sottoposto ad un notevole stress. Non esiste più nessuno e non mi interssa più di nessuno, io sono il centro di tutto, quindi se la situazione di cui sopra mi sconvolgesse ho idea che potrei diventare senza problemi il cattivo di turno che uccide senza rimorsi e pietà.


Inoltre ho discusso di questa cosa con la mia ragazza e le ho detto che in una simile situazione io non mi fiderei affatto di lei. La sua vita è la vita per le figlie.

Sebbene mi abbia assicurato che lei morirebbe di paura prima che inizi il gioco, il fatto di averle detto di non fidarmi di lei mi ha fatto passare dei minuti molto critici, per la mia soppravvivenza :lol:
 
Ultima modifica di un moderatore:

Japanodancing

New member
Io avrei seguito Shinji, il mio personaggio preferito insieme a Shogo.
Non essendo fisicamente forte, avrei cercato di usare la ragione più che la violenza.
 
Io avrei seguito Shinji, il mio personaggio preferito insieme a Shogo.
Non essendo fisicamente forte, avrei cercato di usare la ragione più che la violenza.

ho trovato veramente divertente la scena in cui le ragazzine si ammazzano tra di loro!


inoltre, ho trovato curioso il modo in cui l'autore inserisce in questo drammatico contesto le continue discussioni su chi ti piace o di chi sei innamoranta! nonostante questi cercassero di ucciderli!

mi piace "tale" ma ormai è morto!



e poi la frase finale per me vale tutto il libro!
 

Japanodancing

New member
Se non hai ancora visto il film guardalo. In quanto a stranezze e scene curiose Kitano, che interpreta l'insegnante responsabile della classe, è imbattibile.
 

Japanodancing

New member
Sorry I don't know. :boh:può essere. Forse tradotto da Yamato o Dynamic. Credo di averlo visto in francese sottotitolato in italiano.
Anche il libro l'ho letto in inglese qualche anno fa, in Italia non era ancora arrivato.
Ora ho preso l'edizione italiana e lo rileggo.
 

Brethil

Owl Member
Non so se può interessare, ma da questo libro è stato tratto anche un manga edito in Italia dalla Planet Manga per un totale di 15 volumetti.
 

LettriceBlu

Non rinunciare mai
Libro difficile: è parecchio cruento e ci sono tanti combattimenti, ma è ricco di introspezione e i tantissimi personaggi hanno personalità e storie ben delineate. Questo è stato possibile in primo luogo grazie alla scelta di fare protagonisti dei ragazzi di quindici anni, età che permette di muoversi in un campo vastissimo di scenari. Troviamo infatti tanti ragazzi che dell’amore conoscono solo l’ebbrezza delle prime cotte, altri invece che già hanno sperimentato quanto questo sentimento sia profondo e possa rendere migliori, o ancora qualcuno che ha già scoperto il suo lato più brutale e vergognoso. Troviamo ragazzi e ragazze che pensano semplicemente allo sport, alla musica e ad altri hobbies consoni alla loro età, ma c’è anche chi è dovuto crescere troppo in fretta e farsi intelligente perché altrimenti ne andava della sua stessa vita.
La Repubblica della Grande Asia dell’est è un governo totalitario e repressivo, dove chi si ribella viene massacrato e chi vi nasce è libero solo in apparenza (per fare un esempio tra i tanti, è proibito ascoltare musica rock e leggere libri stranieri). È in questo clima che 42 ragazzi vengono deportati a forza in un’isola e costretti a sfidarsi in un gioco crudele: dovranno uccidersi a vicenda fino a quando ne rimarrà solo uno. L’autore ci porta con loro in questo macabro conto alla rovescia, raccontando di tutti le storie, i sogni e le speranze, spesso infranti. Vediamo questi ragazzini morire uno per uno a causa di spari, coltellate, assassini spietati o semplici malintesi e ogni dipartita è un colpo al cuore. C’è chi muore per amore, chi perché troppo ingenuo e fiducioso, chi perché al contrario si è lasciato prendere dal gioco e non si è fermato a riflettere. Qualcuno prova a ribellarsi, ma il governo ha tanti mezzi e contrastarlo non è facile. L’uomo viene rappresentato in tutti i suoi istinti: i protagonisti sono soltanto quindicenni, ma nella situazione in cui sono stati cacciati la voglia di vivere è più forte di quasi ogni altra cosa. Alcuni combattono fino alla fine, altri provano a fidarsi e a fare gruppo, ma alla fine solo uno potrà uscirne vivo.
Il finale è in linea con il resto del racconto: un piccolo colpo di scena fa pensare che non tutto sia perduto, eppure il futuro è incerto è chi è riuscito a sopravvivere non è affatto fuori pericolo. La storia non è realmente conclusa, si finisce la lettura provando ancora tantissima ansia.
 
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