WilLupo
New member
Non mi sento all'altezza per recensire questo straordinario romanzo che per certi versi mi ha ricordato Cent'anni di solitudine.
Posso dire solo che l'ho letto 3 volte e lo rileggerò ancora visto che ogni volta mi piace di più.
Il linguaggio è quello del Camilleri più facile e conosciuto, quel siciliano che dopo il primo impatto un pò alieno, con poche pagine diventa nostro
La storia è densa di significati, le situazioni sempre al limite tra realtà e prodigio... una realtà prodigiosa alla quale con la massima facilità Camilleri ci fa credere completamente, proprio come capita con certe pagine felici di Marquez
Zosimo, nato contadino, si ritrova a capo del suo popolo straccione e oppresso, e diventa re di Girgenti.
Naturalmente è un sogno che dura poco, Zosimo viene tradito e muore sulla forca.
Ma in un'ultima rivincita della fantasia, benchè morto e appeso alla forca, Zosimo viene sollevato e portato via dalla "comerdia" (aquilone) che lui stesso ha costruito, e ride...
Posso dire solo che l'ho letto 3 volte e lo rileggerò ancora visto che ogni volta mi piace di più.
Il linguaggio è quello del Camilleri più facile e conosciuto, quel siciliano che dopo il primo impatto un pò alieno, con poche pagine diventa nostro
La storia è densa di significati, le situazioni sempre al limite tra realtà e prodigio... una realtà prodigiosa alla quale con la massima facilità Camilleri ci fa credere completamente, proprio come capita con certe pagine felici di Marquez
Zosimo, nato contadino, si ritrova a capo del suo popolo straccione e oppresso, e diventa re di Girgenti.
Naturalmente è un sogno che dura poco, Zosimo viene tradito e muore sulla forca.
Ma in un'ultima rivincita della fantasia, benchè morto e appeso alla forca, Zosimo viene sollevato e portato via dalla "comerdia" (aquilone) che lui stesso ha costruito, e ride...