Collins, Wilkie - La Donna in bianco

gondola

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questa la trama copiata da ibs:
Quale terribile segreto nasconde la misteriosa figura femminile che si aggira per le buie strade di Londra? Questo è solo il primo di una serie di intrighi, apparizioni e sparizioni, delitti e scambi di identità che compongono la trama de "La donna in bianco". Nel 1860 Charles Dickens pubblicò il romanzo a puntate sulla sua rivista "All the Year Round", suscitando uno straordinario interesse nel pubblico che seguì per un intero anno le vicende della sventurata Anne Catherick e quelle degli altri personaggi, descritti con impareggiabile abilità psicologica, come l'impavida Marian Halcombe, il coraggioso Walter Hartright e l'affascinante quanto ambiguo conte Fosco. È passato un secolo e mezzo e le cose non sono cambiate. Anche il lettore moderno più smaliziato non può che rimanere piacevolmente intrappolato negli ingranaggi di questo romanzo che ha segnato per sempre la tradizione del mistery, facendo guadagnare al suo autore l'attributo di "padre del poliziesco moderno".

Ho letto questo libro 2/3 anni fa ed e' diventato uno dei miei preferiti:mrgreen:, le quasi 700 pagine scorrono via senza che te ne accorgi.
La storia e' raccontata a turno dai vari personaggi che raccontano quello che sanno e come un puzzle la soluzione si scopre solo alla fine mettendo insieme i vari pezzi.Appassionante lo consiglio vivamente:mrgreen::):YY
 
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Bobbi

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Ho conosciuto Collins attraverso il romanzo di Simmons, Drood, da me commentato qualche mese fa, in cui il protagonista è lo stesso Collins, voce narrante, amico e rivale di Dickens. Chi mi conosce sa che ad una simile esca non avrei potuto far altro se non abboccare e con tutto il mio entusiasmo; e non posso che concludere che ancora una volta sono stata presa felicemente all'amo!
Non conoscevo Collins fino a quel momento, ma è stato senz'altro un benevolo genio della lettura a metterlo sul mio cammino, perché questo romanzo mi ha davvero entusiasmata, rivelandosi come una delle mie letture più belle.
Stilisticamente parlando è un romanzo vittoriano fino al midollo, come scrivevo ieri nel mio diario, nella forma, nei dialoghi, nelle descrizioni di fatti, personaggi e convenzioni sociali; dal punto di vista dell'intreccio oserei dire che è di molto superiore alla capacità del Re del romanzo vittoriano, ovvero il mio adorato Dickens. L'espediente narrativo (una vicenda complessa fatta di bugie, intrighi e mezze verità) di ricostruire i fatti da voci narranti sempre diverse è veramente ben riuscito, e crea sicuramente una tensione narrativa che un unico narratore onnisciente non avrebbe potuto creare. Durante tutta la lettura mi sono sempre chiesta come si potesse vivere aspettando il prossimo numero di All the year round, la rivista, diretta da Dickens, su cui il romanzo era pubblicato a puntate! Davvero inconcepibile.
Qualche parola sui magnifici personaggi: se Walter e Laura sono caratterizzati come due tipici eroi da romanzo (lui integerrimo e innamorato, lei dolce, remissiva e un po' insipida), al contrario Marian e il Conte Fosco sono due pilastri della narrativa di ogni tempo, anche la palma dell'originalità va senza dubbio al Conte Fosco, tipico italiano, da molti punti di vista, anche se è del tutto evidente, dalle pagine di questo romanzo, quanto Collins amasse l'Italia. Il Conte Fosco è, infatti, un malvagio veramente atipico. Anche i personaggi minori assumono una certa importanza ai fini della storia, e vengono trattati con rispetto dall'autore, e valorizzati anche quando occupano un posto veramente piccolo nell'economia della vicenda.
Insomma, ma che altro dire se non che sono rimasta piacevolmente colpita da Collins e che leggerò sicuramente altro di suo? Dicono generalmente che egli sia il fondatore del romanzo poliziesco, e questo è sicuramente vero, purché non gli si faccia il torto di considerarlo "solo" questo, cioè un romanzo d'etichetta; è invece vero che sono molti gli influssi che animano questo bel romanzo: romanzo gotico e romanzo, perché no, anche storico, thriller alla Poe, e molto altro. Davvero una bella scoperta! Consigliato.
 

darida

Well-known member
Molto bello!
Vuoi per lo stile della scrittura, fluida, ricca, davvero molto piacevole, vuoi per essere un precursore di un genere,quello noir-thriller, che almeno a me, piase assai :wink:
come dice Bobbi, vittoriano fino al midollo con certi passaggi che rischiano di esaltare...oltre misura :mrgreen:

decisamente consigliato, lungo neh! (gira intorno alle 700 pag.) ma ne vale la pena :D
 

bouvard

Well-known member
La donna in bianco è uno dei libri più avvincenti che abbia letto negli ultimi anni, un libro capace di farti perdere completamente la nozione di luogo e tempo, infatti mentre lo leggi, ti dimentichi di essere nel tuo abituale treno affollato, o seduta nella tua poltrona preferita, e ti ritrovi immersa nell’atmosfera della Londra di inizio ‘800, o a Limmeridge House o a Blackwater Park.
Intendiamoci questo non è un libro che ti avvince con i suoi interrogativi filosofici, o esistenziali, non è un libro di grandi analisi psicologiche, tanto meno è un libro che ti costringe a riflessioni interiori, è semplicemente un libro in cui a farla da padrona è una trama avvincente come poche, con continui colpi di scena, in cui il lettore resta per 500 pagine (la mia edizione ne contava tante, ma belle fitte) quasi in apnea, potendo solo leggere velocemente e voltare pagina freneticamente per arrivare subito a scoprire il mistero che lega i vari personaggi. Francamente non so come facessero i lettori dell’800 ad aspettare pazientemente l’uscita della puntata successiva sul giornale, io son sicura, ad un certo punto, mi sarei appostata sotto casa di Collins per non dover aspettare più.
Geniale l’idea di far raccontare i fatti a diverse voci narranti, per cui ogni personaggio racconta solo ciò a cui ha assistito personalmente, senza riportare fatti per sentito dire, così i pezzi del puzzle si incastrano un po' alla volta. Nello stesso tempo ne vengono fuori racconti diversi nello stile, si passa dal diario di Miss Halcombe preciso nei dettagli e nelle analisi, al racconto “professionale” dell’avvocato Gilmore, al racconto del padrone di casa di Limmeridge House, uomo ipocondriaco e sciocco come pochi, che suscita non poche risate, come d’altronde suscita qualche sorriso ironico anche il racconto di una governante, una di quelle persone che valuta gli altri in base alle proprie considerazioni religiose finendo con il prendere non pochi granchi…
Se volete leggere un libro che vi tenga incollati dalla prima all’ultima pagina, se amate un pizzico di gotico e di noir, se amate i colpi di scena e una bella scossa adrenalinica allora leggetevi questo libro, ma mi raccomando accertatevi prima di non avere la cena sul fuoco…
Inoltre se decidete di leggerlo vi consiglio di dare anche un’occhiata alla vita dell’autore, è anche più avvincente del libro :mrgreen:
 
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Jessamine

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Confesso che, se non mi fossi imbattuta in una recensione entusiasta ed entusiasmante, raramente avrei degnato di molta attenzione questo romanzo: principalmente perché l'unica cosa che sapevo sul conto di Collins era la sua amicizia con Dickens (e io con Dickens ho un rapporto a dir poco problematico dai tempi di una pessima professoressa del liceo) e il fatto che fosse considerato il padre del romanzo poliziesco, probabilmente l'unico genere, assieme al fantasy, che suscita pochissimo il mio interesse. Ecco, dunque, se avessi sentito parlare di questo romanzo senza prima essermi imbattuta in questa recensione, probabilmente sarei passata oltre senza pensarci due volte. Invece l'ho letta, e ho deciso di ingorare quei segnali che sembravano indicarlo come uno dei libri meno adatti a me.
Be', ho divorato in dieci giorni (dieci giorni intensi, pieni di impegni universitari, non dieci giorni di totale nullafacenza) un tomo di quasi settecento pagine. Forse perché ultimamente mi ero data a letture un po' più riflessive, forse perché in questo periodo ho bisogno di distrarmi senza affaticare troppo la mente, sicuramente perché Collins decisamente ha saputo scrivere un romanzo completo e terribilmente avvincente, in ogni caso fin dalle prime pagine mi sono trovata perfettamente a mio agio in questa squisita atmosfera vittoriana fatta di misteri, personaggi curiosi, sentimenti e intrighi. Mi sono completamente abbandonata e lasciata travolgere da questa storia particolarissima, complessa ma del tutto coerente, narrata con maestria dai diversi protagonisti (ma non solo, narrata da tutti i personaggi che hanno avuto a che fare in qualche modo con gli avvenimenti descritti). È difficile dire qualcosa sulla trama senza rischiare di anticipare nulla: "La donna in bianco" è infatti un romanzo che si basa sui colpi di scena, sulle rivelazioni che pongono in luce radicalmente diversa tutto quello che il lettore aveva pensato e saputo fino a poche pagine prima, e anche la più piccola anticipazione diminurrebbe, a mio parere, gran parte del piacere della lettura. Mi limiterò quindi a dire che, sebbene sia innegabile la natura di fondo "poliziesca" di questo romanzo, non si deve nemmeno pensare che tutto si riduca a questo: è un romanzo complesso, che presenta sì un mistero e le indagini per venirne a capo, ma lo fa in maniera completa, lasciando spazio anche a elementi diversi.
I personaggi sono numerosi, e per alcuni versi potrebbero anche apparire leggermente stereotipati (Walter, integro e fedele al suo sentimento, Marian forte, indipendente e acuta, Sir Percival odioso fin dalla sua prima apparizione, Mr Fairlie una macchietta ipocondriaca, il Conte Fosco una viscida figura sorpa le righe, Laura bella e buona, sensibile e impressionabile...) e in effetti lo sono, ma al tempo stesso ci si rende conto che funzionano bene così. Hanno peculiarità specifiche, sono coerenti, nei loro "tratti tipici" conservano pur sempre autonomia e un certo spessore psicologico. Insomma, "La donna in bianco" è un romanzo che non si prefigge di portare il lettore a riflettere su temi profondi, ma piuttosto vuole intrattenere costringendo il lettore ad avere bisogno di continuare la lettura, e ci riesce magnificamente, con uno stile pulito e accattivante, con una trama forte e ben costruita, con suspace e colpi di scena sorprendenti e inaspettati.
Insomma, una vera rivelazione, un bellissimo romanzo capace di conquistare da subito l'attenzione del lettore e di trascinarlo totalmente nel suo mondo, facendogli dimenticare ogni cosa attorno, compreso il fatto di star leggendo un romanzo.
 

ayuthaya

Moderator
Membro dello Staff
La tensione tenuta altissima dai continui colpi di scena e la curiosità di sapere come andrà a finire non bastano a giustificare il fatto che abbia letto questo romanzo a dir poco poderoso (quasi 700 pagine) in meno di una settimana (e a quanto mi è parso di capire, anche i miei compagni di avventura sono stati rapiti allo stesso modo)... Perchè un romanzo del genere funzioni, l'effetto suspence è fondamentale, ma non è sufficiente: deve essere supportato dalla vivacità dello stile, dalla credibilità dei personaggi, dalla perfezione dell'ingranaggio narrativo. E tutto questo c'è, in questo libro che anche per me costituisce una "rivelazione", non avendo mai sentito parlare di questo autore prima d'ora. Ma c'è di più.
Ho apprezzato molto la compenetrazione fra un impianto assolutamente classico (la coerenza e solidità psicologica dei personaggi, che restano se stessi dall'inizio alla fine) - compresa l'assoluta verosimiglianza della trama che, pagina dopo pagina, "ridimensiona" i voli pindarici che naturalmente il lettore tende a farsi, per ricordargli che una storia funziona altrettanto bene, e, anzi, meglio, quando è ancorata alla realtà, quando è credibile - e l'originalità della scelta narrativa, se rapportata all'epoca, e cioè l'alternarsi della testimonianza di più i personaggi, a seconda della "porzione" di vicenda nella quale sono stati direttamente coinvolti. Questo escamotage, giustificato dal taglio quasi "processuale" che si vuole dare all'intera vicenda, fa sì che il punto di vista sia sempre differente, scongiurando il pericolo di "stanchezza" da parte del lettore, e riuscendo ad accescere la curiosità senza rivelare mai troppo.
Se a questo aggiungiamo la creazione di azluni personaggi davvero riuscitissimi, esilaranti come Mr.Farlie o perfidi ma allo stesso tempo innegabilmente affascinanti come il Conte Fosco (a mio avviso, uno dei "cattivi" più riusciti nella storia della letteratura :mrgreen:)... il risultato è un romanzo avvincente e piacevolissimo che consiglierei a chiunque.
 

ila78

Well-known member
COPIO DAL GDL

Ottima lettura. Era da tempo che non trovavo un libro che mi tenesse incollata alle pagine e su cui fare mille congetture sulla trama (tutte smentite).
Quasi 700 pagine che filano via in un soffio con personaggi splendidamente caratterizzati e un "cattivo" che che più cattivo e viscido non si puo' ma che ipnotizza col suo fascino perverso al punto che alla fine quasi quasi ti dispiace che faccia la fine che fa.
Splendida e fortissima la figura femminile di Marian, una vera donna con gli attributi in un epoca in cui le donne era richiesto solo di essere anime sensibili e con lo svenimento facile.
Carina anche l'idea di impostare il racconto come una serie di testimonianze in cui ne vengono inserite alcune "ad hoc" per confondere le idee al povero lettore.
Assolutamente consigliato e grazie a Bou per avermelo suggerito. :wink:
 

bonadext

Ananke
Romanzo piacevole, pieno di intrighi e colpi di scena. Collins grazie a una scrittura molto scorrevole e all'idea di suddividere il romanzo in varie testimonianze, “tipo” tribunale, riesce a tenere il lettore avvolto nel mistero per più di due terzi di libro, il finale risulta scontato ma certamente meritevole. I personaggi sono il punto forte del libro, sono decritti attentamente e presentano una notevole componente psicologica, soprattutto quelli di Marian e del Conte che a mio avviso rimangono memorabili. Consigliato.
 

elesupertramp

Active member
Ottimo romanzo davvero ben confezionato. Mi è piaciuta la scelta dell’autore di raccontare la vicenda attraverso testimoni oculari che raccontano a turno la loro versione.
I personaggi sono tutti ottimamente delineati e la narrazione è coinvolgente e intrigante, a parte alcune noiose romanticherie, da me saltate a piè pari per quanto possibile, nelle parti in cui non aggiungevano alcunchè al prosieguo della storia .
Comica l’opinione che gli inglesi avevano degli italiani a quei tempi, ricorrente per la verità in moltissimi altri autori ( una per tutti, la Christie e le sue osservazioni sugli stranieri in generale ).
Mi sono divertita molto a fare ipotesi e congetture su quale fosse il mistero della donna in bianco, il Segreto del baronetto, le relazioni pericolose della discutibile madre di Anne e le incerte paternità.
Insomma, lettura avvincente e consigliata soprattutto a chi ama le atmosfere british ottocentesche.
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Bellissimo, magistrale, semplicemente stupendo! Personaggio preferito Marion Halcombe, intelligente ed acuta!
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Concordo con quasi tutti voi: brillante e adrenalinico intreccio narrativo, sul genere giallo-noir e persino un po' gotico; stile impeccabile e assolutamente vittoriano, così come l'ambientazione e la descrizione della mentalità dell'epoca; acuta l'idea di mostrarci i diversi punti di vista dei personaggi, modificando ogni volta anche il linguaggio e lo stile di scrittura, a seconda del testimone; personaggi ben delineati, soprattutto la figura di Marian e del "mitico" (giusto perché è inventato :mrgreen:) Conte Fosco (abbiamo mai visto un cattivo più subdolamente cattivo? :mrgreen:)
Ottimo, da leggere, dispiace quando finisce ma allo stesso tempo si legge in fretta perché si muore dalla voglia di andare avanti.
 

Nefertari

Active member
Brillante e coinvolgente!! Mi è piaciuto molto, mi ha incuriosita dall'inizio alla fine, forse avrei preferito un finale diverso per Miss Halcombe.... ma nel complesso un gran bel libro che consiglio.
Leggerò sicuramente altro di Collins. La sua scrittura è scorrevole e piacevole.
 

qweedy

Well-known member
«Il più bello dei romanzi polizieschi inglesi moderni»
T. S. Eliot

L'ho letto con grande piacere, nonostante la mole e nonostante sia un po' prolisso, è scorrevole e molto ben scritto e congegnato. Eccellenti i personaggi, veramente ben descritti, e molto avvincente la trama.
Fu il primo libro ad essere definito sensation novel (un genere che avrà molta fortuna nell'età vittoriana), pieno di colpi di scena e suspense incentrato sulla somiglianza e sostituzione di persona di due affascinanti donne: la bionda e ricca Laura e la folle Anne Catherick, solitaria figura che appare completamente vestita di bianco. A differenza dei gialli moderni, che talvolta lasciano dei dubbi su quanto accade, qui ogni tassello va al posto giusto e ogni singolo gesto viene esattamente spiegato.
Scritto nel 1859, uscì a puntate, secondo la tradizione dei feuilleton, suscitando l'entusiasmo e l'ammirazione del pubblico. Immagino la trepidazione dei lettori dell'epoca, che attendevano la pubblicazione delle puntate!

Consigliatissimo!
 
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