Clavell, James - Shogun

Puppet Master

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John Blackthorne, comandante della nave Erasmus, l’uomo che sogna di essere il primo inglese a circumnavigare il globo si ritrova, in seguito a una tempesta, in un villaggio del Giappone del 1600.
Una lunga vicenda di armi, amori, passioni, cruente guerre per il potere guideranno il comandante in un fascinoso affresco di una società sconosciuta.

Personaggi indimenticabili per un opera che saprà catturarvi dalla prima all’ultima pagina, vi condurranno sulla via del samurai al fianco dello Shogun.
 

elena

aunt member
Un libro veramente affascinante.......un piccola/grande perla che, sotto forma di romanzo, ti avvicina al misterioso mondo giapponese. Un romanzo di avventura che ti tiene incollato fino alle ultime pagine :D!!!
L'ho letto tantissimo tempo fa....ma lo ricordo con molto piacere.
 

badboy

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io sinceramente ho visto solo il film.....poi ho preso il libro che sicuramente userà molti più particolari che la pellicola. però non lo ho ancora iniziato perchè ho paura che avendo già visto il film il libro sia per me scontato e noioso. non essendo proprio tascabile non vorrei arrivare a metà e dire "tanto so come finisce" e non proseguire, perchè sarebbe una perdita di tempo. comunque attenendomi a ciò che ho visto nel film, trovo il contesto realistico e affascinante ti aiuta a scoprire e ti fa innamorare di una cultura molto lontana dalla nostra ;migliore e in altri casi peggiore. il film cita poche volte l'imperatore...che rualo aveva questo nella scocietà giapponese?
 

velmez

Active member
Bellissimo libro.
L'ho trovato un po' impegnativo per quanto riguarda i nomi dei personaggi (difficili da ricordare all'inizio), soprattutto perché, per capirlo bene, bisogna ricordare e tenere a mente tutti i vari legami e collegamenti che ci sono tra i molti personaggi... alla fine ho impiegato circa 3 mesi a leggerlo (più una pausa di quasi tre mesi al terzo libro).
In Giappone ci sono stata qualche mese fa e mi ha profondamente colpito la diversità della cultura e dei comportamenti rispetto ai nostri (più in Giappone che in altri luoghi visitati): in questo libro il lettore cresce con l'Anjin-san e diventa a poco a poco giapponese con lui... all'inizio trovavo assurdi certi ragionamenti, alla fine del libro mi è sembrato di averli assimilati!
Meravigliosa anche la figura di Toranaga e l'ultimo capitolo, incentrato su di lui, ne mostra l'incredibile ingegno registico e la genialità. Davvero un libro consigliato!

@badboy: l'imperatore, nel libro chiamato Figlio del Cielo, è solo nominato ma non appare mai. Se ho capito bene è una sorta di divinità (Figlio degli dei appunto) che vive in un santuario e, in realtà, non interferisce con la vita pubblica, politica e sociale... Il fatto che lui esca dal santuario è più unico che raro: solo il Taiko 4 anni prima è riuscito a portarlo fuori per fargli ammirare dei prati in fiore... in realtà verrà usato per convocare Toranaga al Consiglio dei reggenti... ma qui mi fermo se no spoilero!
 

MarcoS

New member
Premetto che la mia lettura è ancora in corso ma,avendo letto circa 600 pagine in poco tempo,posso esprimere un mio giudizio.
PRO
Il romanzo soddisfa le attese del lettore.Shogun riesce a catapultarci in una realtà storica ben dettagliata,ammalia il lettore,declinando i "crismi" della cultura nipponica in modo progressivo ma deciso.Si ottiene una buona infarinatura di una cultura tanto affascinante quanto lontana da quella occidentale.Clavell non si limita a descrivere gli aspetti più superficiali di un popolo completamente diverso da quello a cui appartiene il nostro barbaro,ma si pone l'ambizioso obiettivo di renderci partecipi del dualismo esistente tra la cultura occidentale e quella orientale.La trasformazione del nostro pilota da semplice barbaro a rispettabile membro della comunità è costellato di nozioni interessanti:da semplici frasi in giapponese alla descrizione della società nipponica,dal cha-no-yu alle sfide poetiche tra samurai,dal Mondo dei Salici alle questioni riguardanti il guanciale.Ma il vero protagonista è il bushido e la filosofia di vita dei samurai:concetti talmente estranei al nostro modo di esistere e di vivere da risultare affascinanti.
Ho apprezzato anche la piccola parentesi che Clavell dedica alle geishe:il progetto esposto risulta essere veritiero,in quanto affrontato nel periodo Edo dal secondo shogun,anche se gli hanamachi furono poi realizzati solo nel XIX secolo.
Inoltre il romanzo ha in parte rafforzato quella che è la mia impressione(magari errata) nel rapportarmi con la realtà giapponese o con chi ne fa parte:dietro una disciplina e una ricerca della perfezione(anche estetica) quasi maniacale si nasconde una forte emotività,una grande sensibilità.

CONTRO
Shogun appassiona(se ci riesce..)per i contenuti e non per lo stile..Clavell predilige i dialoghi,la dinamicità delle opinioni contrastanti e raramente specifica chi sta dicendo cosa.Aggiungiamo anche il fatto che dai dialoghi passa tranquillamente ai pensieri personali dei personaggi.Non ho mai avuto problemi nel ricondurre le parole al personaggio che le pronuncia,ma in taluni casi si possono perdere le "redini" dei dialoghi..
Le scelte editoriali sono il vero tallone d'achille di chi è attratto da Shogun.Sorvolando sulla dimensione dei caratteri di stampa(dopo 50 pagine il mal di testa è assicurato),la vera chicca è che di una saga di 6 libri(se non sbaglio) ne sono attualmente pubblicati due.L'intera saga è stata pubblicata parzialmente da due editori diversi,ma attualmente in libreria si trovano solo due volumi pubblicati da Bompiani..I due volumi sono rispettivamente il primo e il terzo della saga,poichè il secondo(sempre di bompiani) è stato ritirato in quanto privo di alcuni capitoli fondamentali per il prosieguo della saga!!

Inoltre nell'edizione in mio possesso vi è un'ulteriore curiosità:l'editore non riuscendo a contattare gli aventi diritto della traduzione,rimane a loro disposizione per le definizioni contrattuali.
 

bouvard

Well-known member
Qualche mese fa un amico mi parlò di questo libro in termini tanto entusiastici da farmi venir voglia di leggerlo. Mentre stavo per ordinarlo però mi cadde l’occhio sul numero delle pagine: 905?! Oddio quello non era proprio il periodo adatto per tutte quelle pagine. Perciò mentalmente ne procrastinai la lettura alle uggiose giornate invernali dei miei ottant’anni. Il mio amico però deve aver intuito le mie intenzioni e mi ha fregato regalandomelo a Natale.
Premesso che non sono in grado di valutarne l’attendibilità storica date le mie scarsissime conoscenze sulla storia, usi, tradizioni, costumi e quant’altro dell’antico Giappone, alcune ricerche mi hanno comunque confermato molte delle cose lette.
E così ho dovuto rivedere alcune mie immagini “romantiche” della cultura giapponese. Non avevo ad esempio idea che i samurai chiedessero così facilmente di fare seppuku (suicidio rituale) e lo facessero anche per delle ragioni che sinceramente a me son sembrate esagerate. E non avevo neppure idea che i daimyo a loro volta ordinassero così facilmente ai loro samurai di fare seppuku o ne accettassero così facilmente la richiesta.
Sarà pure un gesto di una grande nobiltà, onore e tutto quello che volete, ma io francamente 9 volte su 10 l’ho trovato di un’insensatezza unica. Potete anche dirmi che così dimostro di non aver capito niente della cultura giapponese e sicuramente avreste ragione, ma neppure fra venti vite qualcuno riuscirà a farmi accettare un tale gesto.
Ho trovato invece molto più interessanti e divertenti le parti sul Mondo dei Salici, le questioni “del guanciale” e le considerazioni su quanto fossimo sporchi e pieni di pulci noi occidentali in passato.
La trama del libro è molto intrigante e piena di doppi giochi, tanto che alla fine tra vere alleanze, false alleanze, presunte alleanze e tradimenti vari un po’ mi sono persa. Mi ha salvato dal perdermi del tutto la consapevolezza che tutti mentivano e tradivano ed uno solo manovrava tutti dall’inizio alla fine.
Il libro ha – secondo me - tre grandissimi difetti che lo rendono molto meno bello di quanto avrebbe potuto essere: 1) la lunghezza, per quanto leggiate avrete sempre l’impressione che il numero di pagine ancora da leggere non sia affatto diminuito. Con 300 pagine in meno sarebbe stato perfetto; 2) le troppe frasi in giapponese, di cui tra l’altro non sempre viene data la traduzione; 3) troppi nomi e troppe cariche politiche, io per oltre 100 pagine ho rinunciato a distinguere chi era chi e chi non era chi, poi c’ho fatto la mano.
Conclusione il libro non è brutto, anzi, ma mi sento di consigliarlo solo in 3 casi: 1) se avete molto tempo e pazienza; 2) se amate il Giappone in modo tanto viscerale da farvi passare sopra le tante pagine, i tanti nomi e le tante cariche; 3) se avete un amico che ve lo regala a Natale! In tutti gli altri casi tenetevelo a mente per le uggiose giornate invernali dei vostri ottant’anni…
 
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