Capriolo, Paola - Il pianista muto

elena

aunt member
L’autrice, prendendo spunto da un reale fatto di cronaca (ritrovamento nel Kent di uno sconosciuto artista privo di parola ma dotato di incredibili doti musicali), ha realizzato un delicatissimo e toccante romanzo che ha come protagonista la musica, intesa non solo come espressione artistica ma come mezzo per smuovere ricordi, sentimenti ed emozioni. L’esecuzione di diversi brani musicali, eseguiti dal pianista muto con grande maestria e partecipazione, fa riemergere, nei vari pazienti ospiti presso la clinica psichiatrica in cui è stato accolto, dolorosi ricordi, invano considerati obliati o superati.
L’arte dei suoni si trasforma in un profondo dialogo, impossibile da realizzare a parole, che induce gli ascoltatori ad una necessaria valutazione della propria vita ed ad un severo e implacabile giudizio sul bene e sul male provocato o subito; e una volta che la memoria riaffiora in tutta la sua tragicità, le scelte successive sono solo delle inevitabili conseguenze.
Profonde ed enigmatiche le figure dei protagonisti……con unica pecca: l’infermiera, artefice del ritrovamento del misterioso pianista, risulta eccessivamente superficiale ed insignificante, tanto che le parti in cui la vicenda viene descritta attraverso i suoi occhi (l’io narrante cambia continuamente durante il romanzo) scadono quasi in una storiella rosa, in linea con i rotocalchi tanto amati da questa scialba figura.
Nel complesso, un piacevole romanzo.
 

lillo

Remember
Ho letto il romanzo e devo dire che, nonostante la bellissima vicenda (che non sapevo fosse tratta dalla cronaca) e la presenza continua della musica che sembra quasi di sentire, l'ho trovato un pochino debole nella costruzione dei suoi personaggi a partire dall'infermiera, ma anche gli altri non mi hanno convinto. Tuttavia il personaggio di Rosenthal l'ho trovato notevole; secondo me la sua figura rispecchia fedelmente i superstiti dei lager nazisti, con la loro memoria bloccata agli eventi drammatici vissuti; il suo sogno riflette il congelamento dell'esistenza all'interno del lager e la descrizione della sua morte, con il numero tatuato sull'avambraccio (in primo piano nella vicenda) sembra indicare come quelle cifre costiruiscano l'emblema di un destino ineluttabile, che non presenta altre alternative.
Molto significativa anche la vicenda della famiglia coinvolta nella guerra dei Balcani.
 
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