XXI G.L. - La strada e Furore

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elisa

Motherator
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Apriamo la discussione sui libri vincitori del XXI Gruppo di Lettura di Forumlibri:
La strada di Cormac McCarthy e Furore di John Steinback

Chi li avesse già letti può cominciare a inserire i suoi commenti, più o meno la discussione rimarrà aperta per tre settimane, in modo di dare la possibilità a tutti di partecipare.

Il XX Gruppo di Lettura, a differenza delle altre volte, rimane aperto ancora un po' di giorni per permettere ad eventuali partecipanti di postare i loro commenti. :)
 

franceska

CON LA "C"
La Strada

Ok, io sto leggendo Furore molto lentamente per mancanza di tempo ma ho già finito “La strada”. Uso tre aggettivi: inquietante leggermente monotono bellissimo. Inquietante perché in alcune parti si intuisce qualcosa che, anche se assurda, potrebbe appartenerci e il solo pensiero è davvero angosciante. Leggermente monotono perché è sempre uguale. Bellissimo perché non solo la scrittura è scorrevole e appassionante ma la tenerezza descritta tra padre e figlio mi ha commosso alle lacrime. Un padre che si prende cura del figlio mi emoziona sempre, anche nella vita reale, quando lo fa una madre lo trovo naturale, atavico, perché è l’istinto che suggerisce ogni gesto e ogni parola, ma quando lo fa un uomo, soprattutto se costretto dagli eventi, mi intenerisce sempre. Il racconto mi ha lasciato alcuni perché, si legge velocemente ed è davvero molto bello. (Nota molto personale: nei dialoghi tra padre e figlio mi sembrava di udire le voci di Dustin Hoffman e di suo figlio nel film Kramer contro Kramer ve lo ricordate?) voto 4
 
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elisa

Motherator
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La strada

E' stata una grande emozione e una grande angoscia leggerlo, eppure è un romanzo bellissimo. Incredibile la sensibilità con cui viene descritta la relazione tra padre e figlio, l'amore e la fede con cui il padre vive giorno per giorno la tragedia della sopravvivenza, la tenacia con cui vuole mantenere la vita, che spesso gli sfugge ed il dolore che deve mandar giù per dar fiducia al bambino e non farsi prendere dallo sconforto.
Un capolavoro. 5 su 5
 

kikko

free member
la strada

la strada
Abbiamo già detto che il libro è toccante, a me a commuovermi di più sono stati gli atteggiamenti del bambino che cerca di prendersi cura del padre dandogli una parte della cioccolata o pretendendo di dividere il poco cibo a disposizione.Comunque cercando in tutti i modi di non essere un peso. Come dice Franceska a volte il racconto è ripetitivo nel senso che descrive spesso le stesse scene anche se in ambienti diversi (quando si accampano, prima di addormentarsi, quando si svegliano ..) Mi ha colpito la la spersonalizzazione dei protagonisti, non hanno un nome, sono sempre il papà e il bambino (secondo voi perchè?) In fine due pensieri riccorrenti durante la lettura: il primo hiroshima e Nagasaki dopo l'esplosione della bomba atomica; il secondo una canzone di Guccini "il vecchio e il bambino"
Bel libro commovente 4/5
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Leggendo La strada spesso mi veniva in mente il romanzo di Saramago che avevo appena letto, Cecità. Anche in Saramago c'era la lotta per la sopravvivenza quotidiana, la ricerca di cibo e la sopraffazione del più forte. Ma mentre nel romanzo di Saramago tutto era vissuto senza speranza, in quello di McCarthy l'amore è qualcosa che ancora riesce a dare un senso alla vita, anche a quella più disperata.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
faccio la prima sintesi

La strada

franceska: inquietante, leggermente monotono, bellissimo, 4 su 5
elisa: emozionante e angosciante, un capolavoro, 5 su 5
kikko: bel libro, commovente, 4 su 5
 
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alessandra

Lunatic Mod
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la strada
Mi ha colpito la la spersonalizzazione dei protagonisti, non hanno un nome, sono sempre il papà e il bambino (secondo voi perchè?) In fine due pensieri riccorrenti durante la lettura: il primo hiroshima e Nagasaki dopo l'esplosione della bomba atomica; il secondo una canzone di Guccini "il vecchio e il bambino"
Bel libro commovente 4/5
Forse per enfatizzare ancora una volta l'abbrutimento dell'essere umano in una situazione così disperata, la perdita di identità che porta con sè la perdita di significato delle parole e dei nomi, i quali non avrebbero più senso di esistere anche perchè, in un mondo praticamente privato del genere umano, non vi sarebbe la necessità di identificare le persone e di distinguerle una dall'altra tramite il nome. Almeno io l'ho interpretato così, non so se sono riuscita a spiegarmi.:boh:
Belli i paragoni che avete fatto, quello con "Il vecchio e il bambino" e con "Kramer contro Kramer", sono proprio calzanti!
Conto di finirlo stanotte, lo sto divorando
 

kikko

free member
ma in un libro che comunque cerca di infondere fiducia e speranza anche in situazioni estreme, perchè privare i protagonisti dell'ultima cosa rimastagli ? la loro identità. Gli hai tolto i vestiti, il cibo, perchè toglierli anche la personalità? io l'ho trovato un'eccesso di cattiveria nei cinfronti dei protagonisti.:??
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
invece io penso che abbia voluto sottolineare che al di là dei nomi e dell'identità resta il legame, la relazione profonda tra padre e figlio, una relazione universale e simbolica
 

franceska

CON LA "C"
Io penso che, in un libro che toglie il "mondo", togliere l'identità sia ben poca cosa, Elisa ha ragione l'amore tra padre e figlio va oltre qualsiasi identità. Comunque il mio ottimismo mi ha fatto attendere fino all'ultimo che i proiettili lanciarazzi avessero richiamato qualcuno, magari che ne so... un elicottero da lidi lontani a prendere il bimbo... che tristezza!
 

kikko

free member
invece io penso che abbia voluto sottolineare che al di là dei nomi e dell'identità resta il legame, la relazione profonda tra padre e figlio, una relazione universale e simbolica
Forse l'autore voleva sottolineare che l'amore e il legame tra padre e figlio era l'unica cosa di cui non poteva privarli ? :?
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Forse l'autore voleva sottolineare che l'amore e il legame tra padre e figlio era l'unica cosa di cui non poteva privarli ? :?

giusto kikko, credo che alla fine sia proprio questo che resta dell'amore, il senso dell'appartenenza l'uno all'altro, un legame così forte che neanche l'istinto di sopravvivenza può sopraffare
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
invece io penso che abbia voluto sottolineare che al di là dei nomi e dell'identità resta il legame, la relazione profonda tra padre e figlio, una relazione universale e simbolica
In effetti hai ragione, non ci avevo pensato, e forse l'idea è contorta ma a questo punto mi piace pensare che in un mondo nel quale le parole "restano, ma sono ormai molto più numerose delle cose che sono chiamate a designare" l'autore abbia voluto sottolineare il fatto che le parole "papà" e "bambino" sopravvivono perchè sono tra le poche ancora in grado, appunto, di designare qualcosa o qualcuno.
Per me è un bellissimo libro e ringrazio sia chi l'ha consigliato, sia chi ha lanciato l'allarme Kleenex :D
Sin dalle prime pagine colpisce il contrasto tra la desolazione e la disperazione dello scenario e la forza dell'amore che lega padre e figlio che, come avete già sottolineato, va oltre tutto il resto. Momenti di pura poesia e di spietata crudezza si alternano e talvolta si fondono, come nel punto in cui il papà si chiede se quando sarà il momento riuscirà a "fracassare quel cranio adorato".
Un padre costretto a mettere da parte la sua disperazione per proteggere il bambino e per infondergli fiducia: sentimento, credo, comune ad ogni genitore, qui ovviamente portato all'ennesima potenza. Un bambino che si prende cura di suo padre nella stessa misura in cui questo si prende cura di lui, un bambino costretto a rinunciare alla sua infanzia, infanzia che tuttavia in alcuni punti riemerge ed è palpabile, ad esempio quando mostra una solidarietà umana che il padre ha dovuto mettere da parte, oppure nei diversi momenti in cui chiede spasmodicamente "ma noi siamo ancora i buoni, vero, papà?", non potendo accettare un mondo nel quale buoni e cattivi non possono esistere, un mondo nel quale lui e suo padre non sono dalla parte dei giusti.
Mi ha colpito anche il non-uso delle virgolette nei dialoghi, mi ha trasmesso una strana sensazione, come se le parole si disperdessero in quell'aria cinerea.
E' vero che è ripetitivo, ma secondo me di una ripetitività incalzante e ansiogena, che tiene alto il ritmo del libro e tiene il lettore col fiato sospeso. Ogni volta mi chiedevo col cuore in gola "ce la faranno stavolta? cosa troveranno in questo posto?"
Il finale, commozione a parte, mi ha un po' sconvolto, non perchè non me l'aspettassi ma perchè pensavo che qualcosa del genere sarebbe accaduto, sì, ma in maniera più lenta.
Ho letto da poco (non lo sapevo o non lo ricordavo) che da questo libro è stato tratto un film, se non sbaglio con Viggo Mortensen e Charlize Theron, sono un po' dubbiosa, mi riesce difficile pensare alle parole di McCarthy tradotte in immagini :?
Non saprei definirlo con aggettivi che non siano già stati usati: toccante e commovente, direi straziante, per me merita il massimo dei voti.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Ho letto da poco (non lo sapevo o non lo ricordavo) che da questo libro è stato tratto un film, se non sbaglio con Viggo Mortensen e Charlize Theron, sono un po' dubbiosa, mi riesce difficile pensare alle parole di McCarthy tradotte in immagini :?

In realtà il film è in concorso a Venezia, ma ormai lo saprete sicuramente già tutti :)
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
aggiorno :)

La strada

franceska: inquietante, leggermente monotono, bellissimo, 4 su 5
elisa: emozionante e angosciante, un capolavoro, 5 su 5
kikko: bel libro, commovente, 4 su 5
alessandra: toccante e commovente, merita il massimo dei voti
 

lettore marcovaldo

Well-known member
Furore

Ho trovato questo libro molto bello e interessante. Propone un grande ritratto degli Stati Uniti negli anni 30 e dei problemi di molte persone in quel periodo.
In questo libro ci sono tanti temi affrontati con grande capacità : la via "dell'ovest", la lotta contro la miseria , gli scontri sociali. Personaggi indimenticabili come Tom o sua madre.
Spendere parole per questo libro è superfluo. Basta dire che è un grande romanzo. Aggiungo solo il mio voto : 5/5 .
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
arriva il primo commento a Furore, che passa a pieni voti la prima recensione :YY

La strada
franceska: inquietante, leggermente monotono, bellissimo, 4 su 5
elisa: emozionante e angosciante, un capolavoro, 5 su 5
kikko: bel libro, commovente, 4 su 5
alessandra: toccante e commovente, merita il massimo dei voti

Furore
lettore marcovaldo: grande romanzo, bello e interessante, 5 su 5
 

lettore marcovaldo

Well-known member
Riguardo a Furore, cercate di vedervi anche il film del 1940 di John Ford con Henry Fonda e John Carradine....davvero molto bello!

visto ! è veramente un bel film !

curiosità per cinefili

La madre di Tom :
Jane Darwell, pseudonimo di Patti Woodard (Palmyra, 15 ottobre 1879 – Los Angeles, 13 agosto 1967), è stata un'attrice statunitense.

Vinse il premio Oscar alla miglior attrice non protagonista nel 1941 per l'interpretazione in Furore. La sua ultima apparazione fu nel film Disney Mary Poppins nel ruolo della vecchia che da da mangiare agli uccelli
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Strana coincidenza il fatto che questi due libri, queste due storie lette in questo GdL, si svolgano entrambe su una strada. Anche leggendo Furore mi sono letteralmente sentita "sulla strada" insieme alla famiglia Joad, ho vissuto con trepidazione le sue ansie e le sue speranze. E' strano che il centro della storia sia in entrambi i casi la ricerca della sopravvivenza, pur in situazioni differenti, e come in entrambi i romanzi sia così percepibile il contrasto tra la disperazione e il coraggio di andare avanti.
Che dire? Sicuramente un capolavoro. E' un romanzo così "vero" e palpabile da permettere al lettore di penetrare nell'animo dell'autore e dei personaggi, di mettersi nei panni di questa famiglia costretta ad emigrare verso la California e di conseguenza nei panni di chiunque, in qualsiasi epoca, continente, paese o città, sia costretto ad affrontare la stessa odissea, avendo come unica alternativa la certezza di morire di fame.
Credo che sia un libro importante, secondo me dovrebbe essere letto perchè costringe ad osservare certe situazioni dal punto di vista dei più deboli.
La storia è magistralmente sviluppata, con un linguaggio chiaro e profondo. I personaggi sono percepibili quasi fisicamente, soprattutto, come dice lettore marcovaldo, Tom, che il carcere ha reso saggio e maturo, e la mamma, un vero fenomeno (non vedo l'ora di vedere il film!), quella che oggi definiremmo una donna con le p...., una donna che inaspettatamente prende in mano la situazione e con le sue azioni, siano esse quotidiane o improvvise poichè dettate dalla necessità, trasmette la sua forza, il suo coraggio e la sua ferma dignità, che mai verrà a mancare in tutto il corso del romanzo, al resto della famiglia, combattuto tra la nostalgia di casa e l'istinto di sopravvivenza.
Mi ha colpito Casy, l'ex predicatore, mi è parsa quasi una voce fuori campo, come se l'autore, attraverso questo personaggio, volesse comunicare il suo pensiero, chiarire che la virtù non è forma ma sostanza e che è necessario lottare per i propri diritti, pur pagando un prezzo molto alto.
La scena finale secondo me è bellissima, un misto di disperazione e tenerezza.
Profondo e intenso, magistrale, 5/5
 
Stato
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