L'egitto, terra misteriosa

mìmir

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Da quando Napoleone riportò in patria praticamente mezz'egitto, il mondo intero non ha smesso di interessarsi a questo piccolissimo, affascinante paese.
Ora, a parte i libri di Wilbur Smith sul ciclo di Taita, esistono centinaia e centinaia di racconti imperniati sui suoi personaggi storici o meno.
Secondo voi, quale dei tanti libri sull'egitto corrisponde più o meno a quello che potrebbe essere realtà?
Secondo me, è "lo schiavo Hanis" e "Sinuè, l'egiziano"
Almeno non parlano di piramidi-tombe.
E non è che io voglio sembrare più intelligente di Zaki Hawass o più preparata di Giacobbo... (facile, si potrebbe fare bendati e con le mani legate dierto la schiena) ma vorrei semplicemente far notare una cosa :

é impossibile trascinarsi una mummia non co-operante su e giù per il cunicolo che conduce alla Camera del Re e della Regina.
 

Amhose

New member
Da quando Napoleone riportò in patria praticamente mezz'egitto, il mondo intero non ha smesso di interessarsi a questo piccolissimo, affascinante paese.
Ora, a parte i libri di Wilbur Smith sul ciclo di Taita, esistono centinaia e centinaia di racconti imperniati sui suoi personaggi storici o meno.
Secondo voi, quale dei tanti libri sull'egitto corrisponde più o meno a quello che potrebbe essere realtà?
Secondo me, è "lo schiavo Hanis" e "Sinuè, l'egiziano"
Almeno non parlano di piramidi-tombe.
E non è che io voglio sembrare più intelligente di Zaki Hawass o più preparata di Giacobbo... (facile, si potrebbe fare bendati e con le mani legate dierto la schiena) ma vorrei semplicemente far notare una cosa :

é impossibile trascinarsi una mummia non co-operante su e giù per il cunicolo che conduce alla Camera del Re e della Regina.

A livello storico e in base a congetture tecniche ti consiglio questo libro
http://compraonline.mediaworld.it/w...hString=custode della genesi&attribute=titolo credo che sia molto impostato , se poi sei curiosa di sapere determinati personaggi famosi e sulle dinastie faraoniche ti consiglio questo
http://www.libreriauniversitaria.it...faraoniche-cimmino-franco/libro/9788845255311 buona lettura:wink:
 

Mizar

Alfaheimr
Il mostro che aveva sfidato i secoli, con il copricapo regale fatto di roccia, appariva immane e misterioso non solo per la sua mole e nemmeno solo per l'oscurità delle sue origini. Che cosa diceva quell'enigma? Non diceva assolutamente nulla. Consisteva nel silenzio, nel silenzio imperturbabile ed ebbro con cui quell'essere mostruoso mirava con sguardo selvaggio e veggente lontano, oltre colui che interrogava e nello stesso tempo veniva interrogato [..] qual era la sua natura: di uomo o di donna? La gente lo chiamava "Hor sul monte della luce", lo prendeva per un'immagine del Signore del Sole, come anche recentemente aveva fatto Thutmosi
[...] e se anche in quella figura accovacciata si mostrava il Signore del Sole...che cosa ci diceva ciò sulla sua natura? Rimaneva celata, nascosta, poiché la figura era sdraiata. Se si fosse levata in piedi, avrebbe avuto testicoli [...] o si sarebbe mostrata di conformazione femminile? Non vi era risposta a questa domanda. Anche se quell'essere era uscito da sé dalla pietra, si era però fatto come gli artisti fanno le loro figure illusorie e ingannevoli per l'occhio, o meglio rappresentavano e non facevano per cui ciò che non si vedeva non c'era [...]
Era una Sfinge, cioè un enigma e un mistero; e precisamente un mistero selvaggio, con branche di leone, cupido di sangue giovane, pericoloso per il figlio di Dio, un'insidia per il rampollo della promessa. [...] Quell'essere mostruoso col naso divorato dal tempo, gli occhi crudelmente spalancati, sdraiato in trista immobilità, che guardava lontano in direzione del suo fiume, non aveva nulla a che fare con la promessa; il suo minaccioso enigma era di ben diversa natura. Ebbro perdurava nel futuro, ma quel futuro era selvaggio e morto, in quanto pura durata e falsa eternità, spoglia di attesa.



Anche parecchi altri usi popolari che si davano a vedere particolarmente nella grande festa di Usir, il Signore dei morti, al termine del più breve giorno dell'anno, quando il sole moriva, egli li osservava con molto distacco pr amore di Giacobbe [...] In essa infatti ritornavano il dolore del dio sbranato, sepolto e poi risorto, e con mascherate e rappresentazioni sceniche popolo e sacerdoti rinnovavano le angosce e i terrori di quei giorni come anche il giubilo della resurrezione. Allora tutto il popolo saltava per la gioia su una gamba sola, e si ripetevano pazzie e buffonate tradizionali, relitti di usi antichissimi di cui nessuno conosceva più il significato: due gruppi di uomini, per esempio, l'uno dei quali rappresentava "la gente della città di Pe" e l'altro " la gente della città di Dep, si scambiavano solenni bastonature; [...] mentre la festa del dio morto era anche la santificazione della virilità nell'erezione che lacerava le bende funebri di Usir così che Eset, in figura di avvoltoio femmina concepiva da lui il figlio vendicatore, e nei villaggi durante quei giorni anniversari le donne cantavano inni di lode e portavano in processione il simbolo dela virilità, lungo alcuni cubiti, facendolo muovere con corde. Così in quella festa scherno e bastonate entravano in contraddizione con la glorificazione, e per motivi molto chiari, in quanto il generare in virtù dell'erezione era una cosa della vita, del fecondo perpetuarsi, ma nello stesso tempo e proprio in questo una cosa della morte. Usir era infatti morto quando l'avvoltoio femmina generò con lui; tutti gli dei nella morte si irrigidivano nell'erezione atta a generare [...] proprio come Chapi, il toro che, dopo morto diventò Serapis, così che l'unione dei due nomi significava "essere morto per divenire dio" o "essere come dio".



Re-Horachte aveva triplice natura: animale, umana e celeste. La sua figura era di un uomo con testa di falco su cui poggiava un disco solare. Ma anche come astro del cielo aveva una triplice natura: quando nasceva dalla notte, quando toccava lo zenit della sua virilità, infine quando moriva a occidente. Viveva la triplice vita di nascita, morte, rinascita, una vita che si affissava nella morte [...] Faraone voleva che si concepisse la vita del dio non come un venire e un andare, come un divenire, un tramontare e un divenire ancora, non come una vita improntata sulla morte e perciò fallica, anzi neppure come vita, perché la vita è sempre impostata sulla morte, ma come puro essere, immutabile sorgente di luce, sottratta a ogni ascendere e declinare [...] disco solare irradiante vita, col nome di Aton.

T. Mann
 

mìmir

New member
"Custode della Genesi" e "Impronte degli dei" li ho entrambi ma nessuno spiega in maniera convincente come hanno costruito le piramidi.
Ma Hancock, secondo l'opinione di parecchi, aggiusta le cose secondo la sua idea :)
L'apertura della famosa camera di Gantenbrink che blocca uno dei condotti, dovrebbe - in teoria - svelare il mistero....dai un occhiata a questo sito, molto interessante :

http://www.cheops.org/

Io vado in egitto almeno una volta l'anno, ti assicuro che trovi iscrizioni su qualsiasi cosa: da come si curano i porri a quante ceste di grano son state portate al tempio di Horo... eppure, non c'è una riga che sia una sulla costruzione delle piramidi.
Si, c'è una lapide che indica Cheophe come costruttore della sfinge ma la sfinge, in confronto alle piramidi, è un giocattolino.
E che dire del Tempio a Valle? ci son dei blocchi di granito enormi e perfettamente sistemati come in un muretto a secco.

Quello che dico io è che le piramidi non furono mai concepite come tombe :)


per districarsi tra le dinastie, io mi trovo meglio con questo:

http://www.cartigli.it/Biblio/biblio_storia.htm


Mizar: ma grazie! da dove è tratto questo brano? :)
 

mìmir

New member
Dalla Mito di Giuseppe d'Egitto di Thomas Mann :wink:

Ho trovato un link che riporta una sua conferenza :
http://www.sguardomobile.it/spip.php?article113


Mann dice, tra le altre cose:

"Qui si dischiuse dunque l’alta cultura del regno del Nilo, con cui avevo preso dimestichezza fin da ragazzo attraverso simpatia e letture, in modo da saperne di più dello stesso insegnante che nell’ora di religione interrogava noi dodicenni sul nome del toro sacro degli antichi egiziani. Io mi mostrai desideroso di rispondere e fui chiamato. ‹‹Chapi››, dissi io. Questo era sbagliato, nell’opinione dell’insegnante. Mi rimproverò per essermi proposto quando sapevo solo assurdità. Si chiamava ‹‹Api››, mi riprese arrabbiato. Ma ‹‹Api›› è solo la forma latinizzata o grecizzata dell’autentico nome egiziano che avevo detto io. La gente di Keme dice ‹‹Chapi››. Lo sapevo meglio del buon uomo, ma la disciplina non mi permetteva di informarlo al riguardo. Tacqui - e per tutta la vita non mi sono perdonato di essere ammutolito dinanzi a una falsa autorità."

Tanto per essere un pò impietosi con gli insegnanti di religione che si limitano a parlare del "buon Gesù" e della "dolce madonnina" ai nostri ragazzi.
Ci vorrebbe un pò più di pepe e apertura mentale (non dico competenza...) in certi campi.
Tra l'altro, la storia di Giuseppe, pare sia stata presa da un racconto egizio.
 

Mizar

Alfaheimr
La figura di Isis che allatta il figlio Horus è così simile a quella della Madonna col Bambino che è diventata spesso oggetto di culto da parte di cristiani inconsapevoli. Ma neanche Eset ovvero Usir-Isis, né Hator costituiscono alcunché d'originale, l'originale stesso. Tale figura non è un'invenzione dei sacerdoti egizi né con essa è stato inventato qualcosa. Per riconoscerla e vederla la prima volta si deve risalire all'origine primigenia delle cose, là dove nel mistero morte-vita affiora per la prima volta il pensiero di un Salvatore.
Dove ci sono creazioni ci sono anche redenzioni. La religione muore quando creazione e redenzione si separano. Nella teologia di babilonia il redentore è Marduk che dopo la vittoria sul caos assegna al nuovo assetto cosmico e agli dei il loro posto...è in definitiva, l'unica divinità e, a rigore gli dei sono solo sue particolari manifestazioni.[...]"Non ti chiamano Nabu? Non vivi a Borsippa? Non ti chiamano Nergal? Non vivi a Kutha?" Così Babele interroga il suo dio. Sono domande retoriche. Babele sa che Nergal è il Marduk della lotta, Nabu il Marduk dei commerci, Shamash della Giustizia e così via, e che tutto è soltanto nome, titolo e funzione dell’ uno. Eppure Marduk non è l’origine. Ancora più in alto ci conduce la progenitrice e madre universale, che genera il misterioso redentore […] “Signora degli dei”, “generatrice degli dei”, “madre degli uomini”. Il sentimento di tenerezza è espresso dall’appellativo Belti cioè “mia signora”, madonna. (Una chiesa) non è l’edificio di una religione ma della religione e continua a essere un tempio in onore di Belti-Isthar, il monumento eterno dell’amore materno per l’umanità.
La Madre si chiama Nimmah, potente signora”. Ma quali altri nomi ha ancora? La si invoca con i nomi di Mama, Mami. L’umanità allo stadio iniziale balbetta ai suoi piedi, al suo seno come tutti noi abbiamo balbettato, come in ogni tempo si balbetterà. Simbolo in ogni tempo dell’unità dello spirito umano, questo primigenio suono senza tempo dell’infanzia, di casa sia in Oriente che in Occidente!
Nella descrizione degli dei babilonese la Grande Madre è rappresentata con una veste squamata di serpente, come accade talvolta per la Isis egizia. Chiaro è il collegamento a Cleopatra ed al suo modo di darsi la morte. Cleopatra era consapevole di appartenere alla tipologia di Isthar e sostenne solennemente questo ruolo fino alla morte. Del resto…se Gesù sulla croce ha veramente pronunciato le parole “Dio mio, dio mio, perché mi hai abbandonato!”…quelle parole non sono “originali”, né il grido risulta spontaneo. Esso costituisce l’attacco del salmo 22. Gesù citava e la citazione significava “Si, sono io”. Così citava anche Cleopatra quando portava il serpente al seno ed ancora una volta “Si, sono io”.

T. Mann


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mìmir

New member
La figura femminile nella divinità, originalmente femmina (Dio è nato donna - P. Rodriguez) è sempre presente in ogni religione.
Priva del suo lato femminile, di compassione e preoccupazione per la Creazione, sarebbe sterile.

Maria = Iside
Ma anche Maria chiamata "regina del cielo", la Ashera del Dio (anche la bibbia ne parla...), prende il posto di Iside.

Il nome "maria" e la storia di Maria Bambina, educata al "Tempio", trova una spiegazione nel fatto che il sostantivo mr(y)t nell'antico egitto era usato per indicare le tessitrici del tempio, normalmente prigioniere.
E questo spiegherebbe anche il perchè Maria e Giuseppe scapparono in egitto, per sfuggire a Erode.
Tra l'altro, a Philae (che strano! proprio nella roccaforte del culto di Iside :) ), intorno all'anno di nascita di Gesù, c'era una fiorente comunità ebraica.

Ed è perlomeno curioso che Giuseppe Flavio, vissuto all'epoca dei primi vangeli, ci raccontasse che Mariamme (o Alessandra), parente di Erode, cercasse si sfuggirli nello stesso modo :


Da Antichità Giudaiche di Giuseppe Flavio :
Libro XV:45 [Mariamme=Alessandra] Scrisse perciò a Cleopatra avvertendola del suo doloroso stato e pregandola di darle il soccorso che poteva. Cleopatra le rispose di scappare in segreto con suo figlio e di recarsi in Egitto da lei.


La religione cattolica è più egizio-cristiana che judeo-cristiana perchè anche l'ebraismo ha fortissime radici egizie.
 

Mizar

Alfaheimr
La religione cattolica è più egizio-cristiana che judeo-cristiana perchè anche l'ebraismo ha fortissime radici egizie.

In realtà il cristianesimo non è più o meno giudaico o "egizio". Questi antichi culti derivano a loro volta da altri più antichi. Si considerino i mesopotamici cui ho accennato. Tutti questi nomi non sono che forme, 'titoli' come scrive Mann, in cui si riverbera, rispecchia lo spirito umano. Fuor di retorica, l'uomo.
 

mìmir

New member
Questi antichi culti derivano a loro volta da altri più antichi.

certo, da quando a un certo punto si è passati al patriarcato, il culto ha virato verso una forma più virile della divinità.
Ma è curioso come nella civiltà egizia sia rimasta una divinità ermafrodita - Hapi - legata al Nilo come fonte di vita.
Nel cristianesimo, è rimasto lo Spirito Santo,( un entità priva di sesso :) ) che non è presente nelle religioni strettamente monoteistiche.
 

Mizar

Alfaheimr
certo, da quando a un certo punto si è passati al patriarcato, il culto ha virato verso una forma più virile della divinità.
Ma è curioso come nella civiltà egizia sia rimasta una divinità ermafrodita - Hapi - legata al Nilo come fonte di vita.
Nel cristianesimo, è rimasto lo Spirito Santo,( un entità priva di sesso :) ) che non è presente nelle religioni strettamente monoteistiche.
In ogni caso nessuna religione, d'Oriente o d'Occidente, dimenticherà mai la sua traccia originaria. L'immagine di una divinità che è insieme creatore e generatrice, uomo e donna.
 

mìmir

New member
In ogni caso nessuna religione, d'Oriente o d'Occidente, dimenticherà mai la sua traccia originaria. L'immagine di una divinità che è insieme creatore e generatrice, uomo e donna.

Ecco il punto : "l'immagine" :)

A volte mi domando se è stato Dio (uno a scelta :) ) a creare l'uomo o viceversa. In fondo, la divinità non ha molti scopi :)
In egitto, l'attività principale delle varie divinità era quella di far star bene i propri sacerdoti. Il rendere il faraone simile agli dei, inventarsi tutto un rituale che permettesse all'anima di vivere bene dopo la morte, non ti sa un poco di infinocchiatura?

L'egitto è bello di per se, perchè ha saputo creare un immagine di eternità con le sue piramidi e sepolture così misteriose.


metto una poesia che Baudelaire scrisse mentre era in egitto :

Le Flacon

II est de forts parfums pour qui toute matière
Est poreuse. On dirait qu'ils pénètrent le verre.
En ouvrant un coffret venu de l'Orient
Dont la serrure grince et rechigne en criant,


Ou dans une maison déserte quelque armoire
Pleine de l'âcre odeur des temps, poudreuse et noire,
Parfois on trouve un vieux flacon qui se souvient,
D'où jaillit toute vive une âme qui revient.


Mille pensers dormaient, chrysalides funèbres,
Frémissant doucement dans les lourdes ténèbres,
Qui dégagent leur aile et prennent leur essor,
Teintés d'azur, glacés de rose, lamés d'or.


Voilà le souvenir enivrant qui voltige
Dans l'air troublé; les yeux se ferment; le Vertige
Saisit l'âme vaincue et la pousse à deux mains
Vers un gouffre obscurci de miasmes humains;


II la terrasse au bord d'un gouffre séculaire,
Où, Lazare odorant déchirant son suaire,
Se meut dans son réveil le cadavre spectral
D'un vieil amour ranci, charmant et sépulcral.


Ainsi, quand je serai perdu dans la mémoire
Des hommes, dans le coin d'une sinistre armoire
Quand on m'aura jeté, vieux flacon désolé,
Décrépit, poudreux, sale, abject, visqueux, fêlé,


Je serai ton cercueil, aimable pestilence!
Le témoin de ta force et de ta virulence,
Cher poison préparé par les anges! liqueur
Qui me ronge, ô la vie et la mort de mon coeur!

§§§§

So pungenti profumi che non trovano stallo
che li rinserri: pare che buchino il cristallo.
Quando una teca s'apre, ch'è dall'Oriente giunta,
la cui toppa con stridulo lungo lagno s'impunta,

o in una casa vuota, polveroso e tarlato,
uno stipo che esala un tanfo di passato,
vi si trova una memore vecchia fiala, talvolta,
da cui vivida erompe un'anima sepolta.

Mortuarie crisalidi, mille sogni e pensieri
dormivan nella tenebra con palpiti leggeri,
e ora aprono l'ali, balzano verso l'alto,
tramati d'oro, tinti di rosa e di cobalto.

Ecco nell'aria inquieta volteggia in lenti giri
ebbro il ricordo; gli occhi si chiudono; il Delirio
coglie l'anima vinta, e la spinge a due mani
verso un abisso scuro di tutti i miasmi umani;

sul ciglio di un abisso secolare la stende,
dove, putrido Lazzaro che si strappa le bende,
il cadavere s'agita e si desta, spettrale,
d'un vecchio amore rancido, leggiadro e sepolcrale.

Così, quando si spenga di me ogni compianto
fra gli uomini, e buttato io rimanga in un canto
d'un qualche tetro stipo, vecchia fiala vischiosa,
lercia, squallida, sporca, polverosa, corrosa,

io sarò la tua bara, vezzosa pestilenza,
prova della tua forza e della tua violenza,
caro veleno offertomi dagli angeli, liquore
che m'uccide, tu vita, tu morte del mio cuore.
 
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