Cesto di fichi
Portami il tuo dolore, amore. Spandilo
come tappeti fini, fusciacche di seta,
uova ancora tiepide, cannella
e chiodi di garofano da sacchi di iuta. Mostrami
il particolare, il ricamo intricato
del colletto, piccoli bottoni di madreperla,
l’orlo cucito come ti hanno insegnato,
prendendo solo un filo, che quasi non si veda.
Slaccialo come i gioielli, l’oro
ancora caldo del tuo tepore. Vuota
il tuo cesto di fichi. Spargi il tuo vino.
Quella dura pepita di dolore, la succhierei,
cullandomela sulla lingua come un chicco
liscio di melagrana. La solleverei
con delicatezza, come un animale grande
ne porta uno piccolino protetto
nell’antro della bocca.
Portami il tuo dolore, amore. Spandilo
come tappeti fini, fusciacche di seta,
uova ancora tiepide, cannella
e chiodi di garofano da sacchi di iuta. Mostrami
il particolare, il ricamo intricato
del colletto, piccoli bottoni di madreperla,
l’orlo cucito come ti hanno insegnato,
prendendo solo un filo, che quasi non si veda.
Slaccialo come i gioielli, l’oro
ancora caldo del tuo tepore. Vuota
il tuo cesto di fichi. Spargi il tuo vino.
Quella dura pepita di dolore, la succhierei,
cullandomela sulla lingua come un chicco
liscio di melagrana. La solleverei
con delicatezza, come un animale grande
ne porta uno piccolino protetto
nell’antro della bocca.