Enquist, Per Olov - Il libro di Blanche e Marie

elena

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La bravura di Enquist sta, a mio parere, nel prendere spunto da personaggi storici e costruire intorno a questi vicende avvincenti, in parte basate su eventi documentati e in parte arricchite dalla sua fervida fantasia. In questo romanzo, ambientato nella Parigi del XX secolo, l’autore svedese mette in primo piano la storia tormentata di due donne particolari: Blanche Wittman e Marie Skłodowska Curie. La prima, meno nota rispetto alla grande chimica e fisica polacca, è la “regina delle isteriche” (paziente prediletta del Professor Charcot , famoso neurologo francese della seconda metà dell’ottocento) nonché assistente di Madame Curie.
Enquist immagina di attingere le notizie da un singolare diario redatto dalla Blanche negli ultimi anni della sua vita quando, a causa della partecipazione ai vari esperimenti radioattivi, è ridotta ad un torso di donna, con gambe e braccio sinistro amputati, ma con un’intelligenza sempre brillante e soprattutto con una forza di carattere che intimorisce gli altri. Ne Il libro delle domande (questo il titolo del diario) la Blanche cerca di svelare “il segreto dell’amore” come elemento chiave per scoprire il valore della vita e ripercorre la tappe della sua movimentata esistenza partendo dalla lunga esperienza presso l’ospedale Salpetrière dove è stata ricoverata per 16 anni a causa di “isteria”. Le descrizioni delle condizioni di vita all’interno di questa “casa di folli” (primo ospedale per i malati mentali in Europa, risalente alla metà del ‘600) sono agghiaccianti ma nello stesso tempo è interessante conoscere i primi studi ed esperimenti su questi pazienti particolari: il professore Charcot, da vero illuminista come egli si definisce, vuole scoprire il “continente donna” analizzando la sua mente da un punto di vista fisiologico, intuendo che la “isteria” rappresenta per le donne un meccanismo di fuga dalla realtà. Quindi per conoscere la mente della donna e comprendere da cosa e perché fugga, Charcot utilizza l’ipnosi e i suoi esperimenti diventano una sorta di spettacolo pubblico settimanale cui partecipano Freud, Babinski e tanti altri personaggi appartenenti all’elite medica dell’epoca e dove la protagonista indiscussa è Blanche Wittman.
Accanto alla ricostruzione di Salpetriere, come luogo di ricerca scientifica per l’epoca senza dubbio innovativo, di notevole interesse è la fase di studio, sperimentazione e ricerca che accompagna la vita di Marie Curie, una vita apparentemente dedita solo alla scienza, coronata dal riconoscimento di due premi nobel, uno, insieme al marito, nel 1903 per la fisica e uno nel 1911 per la chimica.
Ma il filo conduttore del romanzo è l’amore, vissuto e interpretato dalle due protagoniste che vivono interamente le contraddizioni dell’epoca e soprattutto la difficile condizione della donna agli inizi del ‘900: difficile accettare la donna nella sua completezza senza relegarla nei rigidi ruoli fissati da una società bigotta. E quando si scopre che la Curie non è solo la grande scienziata che ha scoperto il radio ma anche una donna innamorata (di un collega più giovane e padre di 4 figli), scoppia una violentissima campagna denigratoria che si accende con toni di xenofobia, isterico perbenismo e violento ostracismo che si propagano in tutta Europa, tanto che il caso Curie viene paragonato a quello Dreyfus.
Un bel romanzo, scritto con uno stile frammentario, quasi fosse veramente la ricomposizione di pensieri e ricordi realizzata da Blanche Wittman, intervallata da commenti ed esperienze dell’autore.
 

Valuzza Baguette

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Letto tutto d'un fiato,mi è piaciuto molto.L'amore è il tema centrale di questo romanzo,amore travagliato,sofferto,vissuto nella sua pienezza solo alla fine.
Due donne forti Blanche e Marie,in modi totalmente opposti,poche descrizioni ma tantissima introspezione per questi due personaggi femminili.Bello.
 
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