Nakhjavani,Bahiyyih - La donna che leggeva troppo

Titti

New member
"Nella Persia del 1800 Tahirih Qurratu'l-Ayn è diversa da tutte: nata in una famiglia benestante, è cresciuta "come un uomo", libera di studiare e imparare. Bellissima, sensibile e curiosa, scrive poesie e discute di politica, proclama la dignità delle donne. La sua fama di poetessa e ribelle ("strega e puttana" per chi ne ha paura) è ormai diffusa in tutto il Paese quando, accusata di omicidio, fugge, tenendo in scacco la polizia dello Shah come se potesse prevederne le mosse. E quando infine viene catturata - dopo aver osato, nell'attimo che la consegna alla Storia, togliersi il velo in pubblico - il suo fascino e la sua saggezza confondono i persecutori, scatenando l'amore dello Shah e l'ira funesta di sua madre. Verità storica e leggenda si fondono in un romanzo emozionante e intenso, omaggio all'intelligenza, alla sensibilità e al coraggio di una donna libera e straordinaria.

"
Questo è un bel libro e consiglio a tutti di leggerlo, perchè fa riflettere sulla condizione femminile !
 
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elisa

Motherator
Membro dello Staff
mi piace questo romanzo, con un titolo suggestivo e contenuti affascinanti, messo in lista :)
 

Dory

Reef Member
E' da tanto tempo che volevo leggere questo libro, aspettavo giusto di avere qualche parere in merito... aggiunto alla wish!! :D
 

mìmir

New member
E' un bel libro che inizia dalla fine, da una lapide in cui è raffigurata una donna con un libro in mano.
Una donna che non si adatta a nessun posto, nella sua epoca.
Una donna che sa leggere, poetare e discutere con i Maestri della Legge...
La lapide esiste, la storia è un pò romanzata :)
Mi è piaciuto molto anche perchè è molto "turca", richiama la condizione femminile in certi paesi e ci ricorda che dobbiamo usare gli occhi anche per vedere i piccoli particolari, se vogliamo capire le situazioni.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Ho vissuto momenti alterni leggendo questo romanzo. Il fatto che la figura della poetessa si delineasse lentamente e fosse dato molto peso invece agli intrighi politici della madre dello shah e a tutte le altre mogli di personaggi importanti mi sembrava fosse portare troppo fuori strada il lettore dal tema principale. Invece alla fine mi sono resa contro che la conoscenza del mondo femminile persiano, nel romanzo si parla di tutte le donne, mi ha portato a capire con maggiore profondità il loro vissuto e la grande forza di queste donne che in un mondo violento, oppressivo, relegate e ignorate, riescono tuttavia a risplendere per le loro capacità, a fare scelte coraggiose e a influire nella società a costo della loro stessa vita.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Ho trovato la narrazione molto lenta e a volte difficile da seguire,ho fatto spesso confusione con i nomi dei vari personaggi e per conoscere la storia della poetessa (quella per cui avevo deciso di leggere il romanzo) ho dovuto aspettare di leggere l'ultima parte.
Ma nonostante ciò ho potuto conoscere molti aspetti della cività persiana che non conoscevo,anche se alcuni li immaginavo...mi riferisco soprattutto alla condizione delle donne in quel periodo storico.
Non riesco bene a dare un giudizio perchè non è stato come me l'aspettavo,quindi non posso dire che mi sia piaciuto molto,ma ho letto di peggio,quindi non posso neppure dire che non mi sia piaciuto.Posso limitarmi a dire che non sono pentita di averlo letto e che se forse l'avessi fatto in un altro momento l'avrei apprezzato di più.
Ho trovato straziante la fine della poetessa ,ma per fortuna la sua opera non è andata perduta e altre donne hanno saputo attingere dal suo coraggio e dal suo desiderio di libertà e voglia di imparare.
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Fughiamo da subito ogni dubbio. Questo libro non mi è piaciuto, ha deluso molto le mie aspettative, non lo consiglio e me ne dispiaccio.
Mi dispiace soprattutto perché poteva essere l’occasione giusta per raccontare una storia davvero troppo poco conosciuta, quella di una donna sospesa tra realtà e mito, una donna diversa dalle altre in un contesto culturale prettamente “maschio centrico”… ma non è stato così. Questa storia è relegata nell’ultima parte del libro, soffocata fra intrighi politici, giochi di potere, una miscellanea di eventi raccontati in modo altalenante e di punti di vista che finiscono per intrecciarsi in un groviglio complicato del quale, a dire il vero, avrei fatto a meno. Qui avrebbe dovuto essere raccontata la storia della poetessa di Kasbyn, una ribelle, giudicata eretica, strega, puttana, ammaliatrice, una donna coraggiosa ed indomita che alle donne che incontrò insegnò a leggere se stesse, le proprie vite e quelle degli altri e a scriverne perché rimanesse traccia di loro al mondo.
Invece ci ritroviamo a leggere il racconto frammentato degli eventi occorsi durante la prigionia della poetessa nella casa del primo notabile a Teheran, dal punto di vista di varie donne in qualche modo coinvolte. Se pure questo libro avrebbe potuto essere utile a tracciare un quadro della condizione femminile nella Persia ottocentesca, questo risulta nebuloso e per nulla innovativo: non aggiunge né toglie nulla a ciò che personalmente già conoscevo sulla condizione della donna nei Paesi islamici in tempi relativamente antichi.
Per me una lettura deludente, dunque, su tutta la linea… peccato, perché la storia della poetessa di Kasbyn sembra davvero interessante e degna di attenzione.
 
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