Bergman, Ingmar-Il settimo sigillo

fabiog

New member
Splendido ilm del 1956 scritto e diretto da Ingmar Bergman.
La storia è molto nota.
Il Cavaliere Antonius Block ( Max von Sydow) e lo Scudiero Jons ( Gunnar Bjornstrand ) dopo 10 anni di crociate in Terra Santa tornano i una Svezia dilaniata dalla peste. Subito all'iniziodel film Block incontra La Morte ( Bengt Ekerot) a cui propone una partita a scacchi, come posta la vita stessa o comunque la possibilità di poter compiere una buona azione. La partita, ad intervalli, domina tutto il film. Il flm si trasforma poi in una sorta di "road movie", Block durante il viaggio di ritorno al suo castello è accompagnato oltre che dal già citato scudiero da vari personaggi : un fabbro e la moglie, un'orfana e una famiglia da saltimbanchi composta dal padre Jof ( Nils Poppe), la madre Mia ( Bibi Anderson) e il loro bambino. Sono proprio loro gli unici che si salveranno alla fine del film ed è la loro semplicità, il loro amore a rappresentare una Speranza.
Il film è incentrato sulla morte, ma ancor di più sul tormento dell'uomo e sulla sua eterna domanda circa il significato della vita e di Dio. Tormento che è perfettamente rappresentato nel protagonista Block e soprattutto nella domanda che emerge nella metafora dello specchio : " Ma perchè,perchè non è possibile cogliere Dio con i propri sensi, per quale ragione si nasconde tra mille e mille promesse e preghiere sussurrate e incomprensibili miracoli ?..... "
Questa è la domanda intorno a cui ruota il film intero, un disperato bisogno di aiuto e di Dio.Magistrali altre due scene del film: quella del rogo della strega, con un fantastic primo piano sulla donna, e quella della morte dell'appestato dove il senso di desolazione emerge molto forte.
Una splendida fotografia e uno splendido bianco e nero caratterizzano questo capolavoro, ma ancor di più è l'intropspezione dei personaggi i loro dialoghi che rendono questo film quasi un trattato filosofico.
BELLISSIMO
 

risus

New member
a vederlo oggi potrebbe sembrare un pochino moscio... anzi, diciamola tutta, mooooooooooooolto lento e un tantino peso per i temi affrontati!!!
ma se non ci si addormenta e si riesce ad entrare nello spirito del film, non lo si può trovare che GENIALE!!!
e l'aggettivo non è usato a caso: l'idea di una partita a scacchi con la Morte non è forse geniale?!? non è forse passata alla storia del cinema? non la conoscono praticamente tutti?
e la grande capacità di passare senza tentennamenti ed imprecisioni dal drammatico al goliardico e poi di nuovo al dramma fino alla speranza e all'ottimismo... beh, non è geniale?!?
e ancora le atmosfere che crea, il tormento del dubbio, la crisi interiore si avvertono dentro, le tocchi con mano... si diventa quasi co-protagonisti del film... e il tutto per sfidare anche noi la Morte a scacchi!!!:mrgreen::mrgreen:
Certo, va visto con una certa predisposizione d'animo... sennò lo si abbandona dopo 10 minuti! ma una volta visto non lo scordate più!!! (nel senso buono, intendo!:mrgreen::mrgreen:)
Massimo dei voti
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
uno dei film che più hanno formato la mia coscienza di spettatrice di film, mi ha forgiato a tal punto che spesso diventa una pietra di paragone quando guardo un certo genere di film che descrivono con le immagini il percorso interiore dei personaggi.

Un capolavoro
 

darida

Well-known member
concordo con risus non è un film per tutti i giorni, magari da evitare dopo una giornatina tritapelotas :mrgreen: (come la mia oggi, n.d.r....)
Questa è una pietra miliare nella storia del cinema,introspettivo, importante, con un Von Sydow superbo nella parte, un capolavoro che prima o poi tocca vedere :wink: per forza!
 

skitty

Cat Member
Caspita... pensavo che "se no si abbandona in 10 minuti" e "se non vi addormentate" fossero i soliti modi di dire... invece...:roll:. Scherzi a parte, è sicuramente un film lento e un pochino tetro, ma penso anche io che sia un capolavoro. Sia per le immagini, questi occhi che esprimono tutto, questi corpi che parlano, e le nuvole, il temporale, il mare subito nella prima scena... Sia per i temi, che nella loro semplicità scuotono dentro: "perché credere alla fede degli altri"? Cosa ci sarà alla fine: il nulla? Quando non si può più portare sollievo, bisogna abbandonare a sè stesse le persone? Fingere di non sentirle?
A dispetto delle immagini solenni e serie, penso che il messaggio di questo film sia alla fine di allegria e di speranza. :)
Voto: 5.
 

pigreco

Mathematician Member
Ho visto ieri sera questo film e mi è piaciuto davvero molto. Di Bergman avevo visto solo "Il posto delle fragole" e anche in quel caso ne ero rimasto molto affascinato.

DOMANDA per chi l'ha visto: su Wikipedia ho trovato scritto "come nella scena dove il Cavaliere gioca con la Morte agli scacchi. Il bianco e il nero della scacchiera vengono presentati con un forte contrasto di ombre e luci nelle sequenze che illustrano simbolicamente i sigilli dell'Apocalisse." Ma quali sarebbero le sequenze che illustrano i sigilli? Qualcuno può aiutarmi?
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
rivisto e neanche adesso l'ho trovato nè peso nè soporifero, anzi, un film che con rigore e immagini indimenticabili riesce ad addentrarsi nelle domande fondamentali di ognuno di noi, anche se la ragione rappresentata dallo scudiero dubita che la maggior parte delle persone se le ponga. La morte e Dio, sono i due pensieri che scorrono continuamente nel film sia attraverso i discorsi e le vicende rappresentate sia con i simboli e le allegorie. Bergman nel film non prende parte a nessuna delle rispote possibili, ma riesce a rappresentarle in modo che si possa avere una summa teologica e di significato globali. Un film di tale levatura che è difficile eguagliare. Unico nel suo genere, un vero capolavoro.
 
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