Spielberg, Steven - Schindler's List

Dorylis

Fantastic Member
[Schindler's List, USA, 1993, Drammatico, durata 194', b/n]
Regia di Steven Spielberg
Con Liam Neeson, Ben Kingsley, Ralph Fiennes, Caroline Goodall, Embeth Davidzt, Beatrice Macola

Trama

Un industriale si ravvede di fronte all'Olocausto e salva oltre mille ebrei.

Oskar Schindler, di origine morava, arriva nel 1939 a Cracovia con l'intenzione di arricchirsi sfruttando gli ebrei in una fabbrica di vasellame. Ma, colpito dalla ferocia nazista, decide di "giocare" una pericolosa avventura: salvare i suoi operai dallo sterminio. Si ridurrà in miseria, ma, per merito suo, più di mille israeliti, destinati ai campi di stermino, sopravviveranno alla guerra.

Commento

Un film stupendo che Spielberg traccia con inaudita maestria.
Sette premi Oscar meritatissimi a mio parere ( film, regia, fotografia, musica, montaggio, sceneggiatura non originale, scenografia)
Lo rivedo da cinque anni ogni volta in occasione dell'Olocausto, di cui reputo il film per eccellenza della memoria. Se ci fossero stati più Oskar Schindler sarebbe avvenuta questa tragedia di proporzioni immense? Una meditazione senza tempo, per non dimenticare la Storia. Asciugato, allontanato da qualsiasi retorica, il film di Spielberg trova la purezza nella poesia di una bambina dal cappottino rosso che si erge a simbolo del Dolore Umano. In una parola, indimenticabile!
 
Ultima modifica:

Dorylis

Fantastic Member
Chi salva una vita, salva il mondo intero. (Itzhak Stern) [dal Talmud]

Oggi si fa la storia. Questo giorno verrà ricordato. Tra molti anni i giovani chiederanno, meravigliandosi, di questo giorno. Oggi si fa la storia e voi ne fate parte. Seicento anni fa, quando altrove fu addossata loro la colpa della Peste Nera, Casimiro cosiddetto il Grande disse agli ebrei che potevano venire a Cracovia. Essi vennero. Trascinarono i loro averi in città. Si sistemarono. Misero radici. Prosperarono. Negli affari, nella scienza, nell'istruzione, nelle arti. Arrivarono qui senza niente, niente e fiorirono. Per sei secoli c'è stata una Cracovia ebrea. Riflettete su questo. Da stasera quei secoli sono una diceria. Non ci sono mai stati. Oggi si fa la storia. (Amon Goeth)

Il vero potere non è poter uccidere, ma avere tutti i diritti di farlo, e trattenersi! (Oskar Schindler)

La resa incondizionata della Germania è stata appena annunciata. A mezzanotte la guerra finirà ufficialmente. Domani inizierete a cercare notizie dei sopravvissuti delle vostre famiglie. Nella maggior parte dei casi... non li troverete. Dopo sei lunghi anni di omicidi, le vittime avranno il cordoglio di tutto il mondo. Noi siamo vivi. Molti di voi sono venuti da me a ringraziarmi. Ringraziate voi stessi. Ringraziate l'impavido Stern, e alcuni altri che preoccupati per voi hanno affrontato la morte ogni istante. Io sono un membro del partito nazista. Sono un fabbricante di munizioni varie. Sfruttatore del lavoro di schiavi. Io sono... un criminale. A mezzanotte voi sarete liberi e io braccato. Rimarrò con voi fino a cinque minuti dopo la mezzanotte, allo scadere dei quali-e spero che mi perdonerete-dovrò fuggire. [Si rivolge alle SS] So che avete ricevuto ordini dal nostro comandante, che a sua volta li ha ricevuti dai suoi superiori, di eliminare la popolazione di questo campo. Questo è il momento di farlo. Eccoli; sono tutti qui. É la vostra opportunità. Oppure, potete andarvene dalle vostre famiglie da uomini e non da assassini. [Le SS escono lentamente; Schindler torna a rivolgersi ai lavoratori]. In memoria delle innumerevoli vittime fra il vostro popolo, io vi chiedo di osservare tre minuti di silenzio. (Oskar Schindler)
 

Kodiak

New member
Spettacolare film con un cast in grandissima forma che vedo ogni volta con piacere. Assolutamente pollice in sù.
Ciao!
 

Masetto

New member
Schindler’s list è memorabile perché per la prima volta vediamo sullo schermo la Shoah in tutte le sue tragiche fasi, mostrate con un realismo agghiacciante. Questo film basterebbe da solo a far entrare Spielberg nella storia del cinema secondo me. Non credo però sia il suo capolavoro; per esempio trovo migliore Incontri ravvicinati del terzo tipo, perché più originale e ricco d’inventiva. Schindler’s list per lo più riproduce sullo schermo con la massima fedeltà possibile le testimonianze dei sopravvissuti; l’altro è molto più “pensato”. Inoltre in Schindler’s list ci sono delle cose che a mio parere non vanno.
In primis nel raccontarci la vita di Schindler Spielberg scivola a volte nel pruriginoso (c’era proprio bisogno di mostralo a letto con la sua amante? E’ serio far mostra delle chiappe del protagonista in un film sulla Shoah?), a volte nel piagnucoloso (penso soprattutto alla scena, criticata da molti, in cui lui, dicendo addio agli ebrei che ha salvato, piange per non essersi venduto anche la macchina per salvarne qualcuno di più).
Inoltre al comandante del campo, Amon Goeth, viene concesso molto spazio, ma senza che ne risulti un approfondimento davvero utile a capire qualcosa di più su quei mostri che, come lui, sono stati i puntelli dell’Olocausto. E’ il nazista disumano, visto in talmente tanti film da diventare ormai uno stereotipo, che ammazza i prigionieri senza un’ombra di pietà. L’unica novità si ha quando, a modo suo, s’invaghisce di una di loro: dunque può anche sentire amore e pietà. Ma questo già si sapeva: quegli uomini, a cominciare dallo stesso Hitler che amava Eva Braun, erano capaci anche di buoni sentimenti, avevano spesso moglie e figli (perfino Mengele) e leggendo per esempio Levi si scopre come a volte si “affezionassero” a un prigioniero arrivando addirittura a proteggerlo (come appunto fa Goeth). Alle domande davvero importanti (dov’era questa loro umanità quando ammazzavano un prigioniero a sangue freddo? Perché in quei momenti non si faceva sentire? E perché il popolo tedesco si diede in mano a uomini così?) Spielberg non prova a dare una risposta, nonostante, come dicevo, a Goeth dedichi molta pellicola. Mi sembra un’occasione sprecata.
 
Ultima modifica:

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Film potente, capace di suscitare forti emozioni ma anche di entrare nella storia, raccontata con i grandi mezzi di cui dispone Spielberg che, per nostra fortuna, non spreca mai.
 

Grantenca

Well-known member
Schindler’s list è memorabile perché per la prima volta vediamo sullo schermo la Shoah in tutte le sue tragiche fasi, mostrate con un realismo agghiacciante. Questo film basterebbe da solo a far entrare Spielberg nella storia del cinema secondo me. Non credo però sia il suo capolavoro; per esempio trovo migliore Incontri ravvicinati del terzo tipo, perché più originale e ricco d’inventiva. Schindler’s list per lo più riproduce sullo schermo con la massima fedeltà possibile le testimonianze dei sopravvissuti; l’altro è molto più “pensato”. Inoltre in Schindler’s list ci sono delle cose che a mio parere non vanno.
In primis nel raccontarci la vita di Schindler Spielberg scivola a volte nel pruriginoso (c’era proprio bisogno di mostralo a letto con la sua amante? E’ serio far mostra delle chiappe del protagonista in un film sulla Shoah?), a volte nel piagnucoloso (penso soprattutto alla scena, criticata da molti, in cui lui, dicendo addio agli ebrei che ha salvato, piange per non essersi venduto anche la macchina per salvarne qualcuno di più).
Inoltre al comandante del campo, Amon Goeth, viene concesso molto spazio, ma senza che ne risulti un approfondimento davvero utile a capire qualcosa di più su quei mostri che, come lui, sono stati i puntelli dell’Olocausto. E’ il nazista disumano, visto in talmente tanti film da diventare ormai uno stereotipo, che ammazza i prigionieri senza un’ombra di pietà. L’unica novità si ha quando, a modo suo, s’invaghisce di una di loro: dunque può anche sentire amore e pietà. Ma questo già si sapeva: quegli uomini, a cominciare dallo stesso Hitler che amava Eva Braun, erano capaci anche di buoni sentimenti, avevano spesso moglie e figli (perfino Mengele) e leggendo per esempio Levi si scopre come a volte si “affezionassero” a un prigioniero arrivando addirittura a proteggerlo (come appunto fa Goeth). Alle domande davvero importanti (dov’era questa loro umanità quando ammazzavano un prigioniero a sangue freddo? Perché in quei momenti non si faceva sentire? E perché il popolo tedesco si diede in mano a uomini così?) Spielberg non prova a dare una risposta, nonostante, come dicevo, a Goeth dedichi molta pellicola. Mi sembra un’occasione sprecata.

Si sono d'accordo, forse la scena dell'addio con pianto e il rimpianto di non aver venduto anche la macchina scade nel "drammatico populista", ma tutto il resto è (quasi) perfetto!!!. Una potenza di narrazione unica per un argomento tanto difficile. E poi la contrapposizione tra lo Schindler "epicureo" e la sua, progressiva, presa di coscienza di tanto orrore è esemplare. Schindler, in definitiva, era un "avventuriero" ma solo il suo coraggio di "avventuriero" gli ha permesso di fare quello che ha fatto, in concreto: salvare persone; fatto purtroppo non riuscito a molti "idealisti".
Il film. a mio avviso, merita tutti i riconoscimenti che ha avuto.
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Ricordo che vidi questo film (l'unica volta) alle superiori e ne rimasi impressionata, è stato sconvolgente.
Prima di tutto colpisce la scelta del bianco e nero che rende tutta la visione ancora più veritiera e drammatica, ho letto che il regista ha affittato i reali mezzi usati all'epoca, i luoghi, i capannoni e persino le camere a gas in disuso.
E' un film perfetto non solo dal punto di vista tecnico, scenografico, attoriale e musicale ma rende molto bene la psicologia di Oscar, questo uomo d'affari proteso al guadagno e all'interesse personale che, di fronte all'orrore, prova compassione e la sua visione della vita cambia, destando una profonda ammirazione e commozione nello spettatore.
L'interpretazione di Liam Neeson è magistrale, come quella di tutti gli attori tra cui spicca per negatività il personaggio interpretato da un irriconoscibile Ralph Fiennes.
 

Roberto89

MODerato
Membro dello Staff
Quest'anno invece di leggere qualcosa sul tema della Shoah ho deciso di vedere un film (in realtà ne ho visti due).
La prima volta che ho visto questo film è stato al primo o secondo anno delle superiori. Non ero uno di quei ragazzi che avrebbe approfittato di qualunque cosa per non fare lezione, spendendo poi tutto il tempo del film a parlare. Lo guardai davvero, ma non avrei mai potuto capirlo, perché non avevo alcuna idea di cosa significasse quello che stavo vedendo, quello di cui il film parla. Quindi per me è stato come vederlo per la prima volta, anche se ricordavo vagamente qualche scena di cui poi si era discusso in classe.
E' un film che colpisce molto per il modo in cui presenta l'argomento. Non che ci sia un modo bello e uno brutto di parlarne, ma per noi che vediamo tutto dall'esterno è difficile riuscire a capire, immedesimarsi, valutare il significato e le implicazioni di quello che stiamo vedendo o leggendo. Ogni autore ha il suo modo di raccontare (fra i tanti ho apprezzato Primo Levi per la sua capacità di trasmettere non solo l'orrore di ciò che vivevano, ma anche l'orrore ben più grande che praticamente ogni ebreo viveva nella sua mente giorno dopo giorno.

Non è comunque facile dire qualcosa su questo film. A livello tecnico penso che la scelta del contrasto colore-bianco e nero, forse la prima cosa che salta in mente a chiunque senta dire "Schindler's list", sia molto ben riuscita. Il film inizia a colori, per poi passare al bianco e nero fino alla scena finale, ambientata nel presente, di nuovo a colori. Ma in un paio di scene, come ormai tutti sanno, ci sono due note di colore, il modo in cui Spielberg riesce a entrare nella testa del protagonista, Schindler, senza ricorrere a monologhi o inutili espressioni del volto. Perché il momento in cui Schindler capisce cosa sta davvero succedendo (e che nessuno può davvero restarne fuori, da qualunque parte stia) è per me il più importante del film. E nessun monologo avrebbe potuto rendere le sensazioni che il film scatena in noi nel veder quel rosso che risalta agli occhi ma, soprattutto, al cuore.

Un'altra cosa che apprezzo del film è che, non essendo raccontato da un sopravvissuto, presenta un punto di vista insolito. E questo ci permette di riflettere ancora di più, perché una cosa è vedere l'orrore del ghetto e del campo di concentramento, tutt'altra è vedere cosa ci sta tutt'intorno, persone che continuano a vivere la loro vita mentre l'orrore si consuma sotto i loro occhi. Che siano aperti o chiusi non importa, nessuno può tenersi fuori da una cosa così grande. Eppure è quello che Schindler fa all'inizio, è un uomo né buono né cattivo che prova ad avere successo. Quello che succede non è colpa sua, cosa potrebbe fare per cambiare le cose?

Nell'ultima parte del film diventa più evidente l'aspetto storico, collegando il passato al "presente" e, in qualche modo, mostrandoci un po' di luce dopo il buio, rappresentato dal bianco e nero, che ci ha accompagnato per tutto il film.
Di certo non è un film facile da vedere, ma nessuna storia che racconti la storia dello sterminio può o dovrebbe esserlo. Perché più un film o un libro riesce a toccare i nostri sentimenti, maggiore è la speranza che possiamo imparare qualcosa da quello che è successo, anche se è triste per me ammettere che è facile dimenticarsene per il resto dell'anno.

Voto finale: 4 stelle e mezza su 5
(non ha senso dare un voto a un film come questo, come non avrebbe senso darlo a un libro sullo stesso tema - comunque il voto riassume un po' le mie impressioni sul modo di raccontare la storia, recitazione, reazione personale al film, suono, ecc.)
 
Alto