Della diversità: punto d'arrivo o di partenza?

Dayan'el

Σκιᾶς ὄν&#945
Mizar" ha scritto:
Evviva anche il fatto che gli esseri umani non sono (in nessun dove o quando) uguali. Evviva la diversità e la differenza che sono misura dell'umano. Evviva il caleidoscopio di uomini diversi e multiformi. Evviva le differenze di ceto ed evviva ricchezza e povertà. Evviva i 'punti di partenza' diversi: essi ci esaltano e valorizzano. Abbasso la sterile, impossibile e per giunta dannosa uguaglianza di fatto: semplice petizione di principio buonista ceante tanta ipocrisia e spregio. Abbasso gli ipocriti, ignoranti, stolti o più semplicemente venduti o venditori che ce la propinano ancora. Evviva l'uomo che si costruisce partendo dal nulla: edificando.

Prendendo spunto da questo splendido commento della nostra star :)mrgreen:),
apro questo topic, con la pretesa (blanda) di discutere della diversità.

Ritenete sia un valore da promuovere o un male da reprimere?
Nella prima ipotesi (l'unica formalmente corretta, pensandoci), è punto di partenza o d'arrivo?

Insomma, in qualunque forma si estrinsechi nella realtà, vi spaventa o vi incuriosisce?

Si dice sia di cattivo gusto aprire dei topic senza dare un punto di vista,
per cui mi associo al mio omonimo: è entrambe le cose.
Punto di partenza di un processo che sempre rinnova se stesso, si tramanda, conservandosi
nella sua vera essenza, pur nelle forme più moderne, va avanti e non muta.
E' chiaro che l'accezione di diversità è così vasta da non ridursi, come qualcuno vorrebbe,
alla triste apologia di categorie storicamente deboli: "bene" e "male"* non stanno tra loro
in rapporto di superiorità o inferiorità: sono semplicemente diversi.**

* scuseretei termini decisamente orribili, ma sono utili a capirsi.
**scuserete altresì la presentazione troppo sintetica, integrerò quando avrò più tempo.
 

Nikki

New member
Diversi si nasce e si muore.

Estenderei l'oggetto della conversazione con una ulteriore domanda: c'è comunicazione fra le diversità? c'è uno scambio? può esistere partecipazione del mondo altrui? può essere compreso ciò che non si è?
infine, la comprensione è necessaria per la solidarietà, compassione, fratellanza?
insomma, siamo monadi o atomi?
 

SALLY

New member
Mah...secondo me siamo tutti un mondo a se,ogniuno con la propria individualità,non sò quanto effetivamente interagiamo gli uni con gli altri,quanto veramente ci sia comprensione....(dubbio profondo) più monadi :? :? :?
 

Mizar

Alfaheimr
A mio parere le diversità sono e saranno sempre punti di fuga sia iniziali che finali. Il mio problema, presumibilmente, è una colpevole incapacità di apprezzare i due concetti di inizio e fine.

Per il resto, a me diverte molto notare l'andamento monadico su cui si appuntano sotterranee e sconosciute relazioni tra uomini.
 

Apart

New member
Bellissimo il pezzo scritto da Mizar!
La diversità è peculiarità espressiva della natura, quindi è un punto di partenza obbligato: non esistono uomini uguali, ogni uomo è unico e irripetibile. L'unicità permette agli uomini di differenziarsi l'uno dall'altro, ed essendo questa una peculiarità dell'essere umano va promossa. Promuovendo l'unicità, promuoviamo anche la diversità. Quindi, diversità anche come punto finale. E a me ha sempre incuriosito e affascinato.
 

mìmir

New member
essendo nata in una famiglia dove la diversità è la norma, direi che è un punto di arrivo.
Il problema sono i non-diversi che spesso e, non sempre a torto, hanno paura del diverso.
Un esempio? molto spesso mi dicono che parlo molto bene l'italiano... evidentemente mi prendono per marocchina ;)
Avendo una nonna di Carinola e una bisnonna di Izmir.... capita.
A me la differenza piace, piace un mondo pieno di sessi diversi, di colori sfumati e di gente che non ti dice "il mio dio è più bravo del tuo" : mi ricorda troppo i giorni dell'asilo.
 

Dayan'el

Σκιᾶς ὄν&#945
mìmir ha scritto:
Il problema sono i non-diversi che spesso e, non sempre a torto, hanno paura del diverso.

Solleva un problema non da poco, introducendo la figura del non-diverso.

L'omologazione è processo terribile, specie quanto più raccoglie in seno maggiori stralci del reale.
Più aspetti particolari della realtà si assoggettano al principio democratico [:mrgreen:],
più l'arbitrarietà delle differenze si fa relativa.
In sostanza, si può parlare di non-diversi a seconda dei sistemi di riferimento,
in base a quali, classificata una norma generale, o, come piace ai logici, un predicato,
si può procedere al novero dei veri e propri diversi/non conformi alla regola.

Ora, il sistema di riferimento più elementare è l'indivuo, e possiamo stabilire con certezza
che, limitatamente ad alcuni aspetti - soprattutto psichici -, neanche l'unità base
è esente dalla mutazione di sé.
Contravvenendo al principio di identità, dobbiamo ammettere che una persona non è mai
uguale e se stessa in un periodo abbastanza lungo da ammettere variazioni.
La diversità, dunque, si rapporta non alla nostra stasi, ma al nostro divenire.

I non-diversi, esistono solo nella misura in cui li codifichiamo nel contesto di un sistema,
non hanno ragione d'essere [nell'accezione corrente s'intende], perché,
procedendo al vaglio logico, o lo sono tutti, eccettuato il singolo, oppure non lo è nessuno.

Da che cosa dipende l'adozione di un sistema di riferimento?
Questa è la domanda che mi pare la più ricca di spunti,
data la multivocità delle risposte.

La biologia offre i suoi, l'antropologia lo stesso,
e così la psicologia, la filosofia e la genetica.

Un esempio? molto spesso mi dicono che parlo molto bene l'italiano... evidentemente mi prendono per marocchina ;)

Quel tipo di gaffe si raccoglie sotto altro concetto,
non sto a dirle quale, confido nella sua immaginazione. :wink:

A me la differenza piace, piace un mondo pieno di sessi diversi, di colori sfumati e di gente che non ti dice "il mio dio è più bravo del tuo" : mi ricorda troppo i giorni dell'asilo.

Quando si parla di diversità, in generale si protende sempre a prendere la difesa
di parti storicamente deboli/perseguitate dalle maggioranze dominanti in un sistema.
La diversità che qui si vuole propugnare è di tutt'altro genere, benché quella comprenda:
viva l'amore omosessuale, ma viva anche chi lo condanna;
viva la pace nel mondo, ma viva anche chi la minaccia;
viva la libertà di pensiero, ma viva anche chi la limita.
Viva Dio e chi lo nega, viva ogni posizione, giacché ognuna è diversa dall'altra; viva la pluralità di interpretazioni, di visioni e progetti; viva i movimenti per la pace alla Ghandi e le persecuzioni naziste; viva la fame e lo sfruttamento e viva le lotte perché non si perpetuino.
Viva ogni cosa ed il suo contrario, giacché è solo nell'opposizione dei due poli che può esserci crescita; laddove si formano le faglie ad ogni faida, là sarà l'occasione per l'umanità si farsi più alta, allo stesso modo che un corpo ferito, concentrerà tutte le sue risorse sul taglio, creando ex-novo il suo stesso stratagemma di salvezza, così per ogni conflitto la soluzione è solamente la conclusione di un procedere che ha esaurito i suoi effetti.

Ad una lettura poco attenta questo post apparrà un abominio,
un manifesto intollerante di insulso sapore reazionario.
E' il rischio da correre: la maggior parte, mi auguro capirà quanto si celebra. :wink:
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Quando si parla di diversità, in generale si protende sempre a prendere la difesa
di parti storicamente deboli/perseguitate dalle maggioranze dominanti in un sistema.
La diversità che qui si vuole propugnare è di tutt'altro genere, benché quella comprenda:
viva l'amore omosessuale, ma viva anche chi lo condanna;
viva la pace nel mondo, ma viva anche chi la minaccia;
viva la libertà di pensiero, ma viva anche chi la limita.
Viva Dio e chi lo nega, viva ogni posizione, giacché ognuna è diversa dall'altra; viva la pluralità di interpretazioni, di visioni e progetti; viva i movimenti per la pace alla Ghandi e le persecuzioni naziste; viva la fame e lo sfruttamento e viva le lotte perché non si perpetuino.
Viva ogni cosa ed il suo contrario, giacché è solo nell'opposizione dei due poli che può esserci crescita; laddove si formano le faglie ad ogni faida, là sarà l'occasione per l'umanità si farsi più alta, allo stesso modo che un corpo ferito, concentrerà tutte le sue risorse sul taglio, creando ex-novo il suo stesso stratagemma di salvezza, così per ogni conflitto la soluzione è solamente la conclusione di un procedere che ha esaurito i suoi effetti.

Ad una lettura poco attenta questo post apparrà un abominio,
un manifesto intollerante di insulso sapore reazionario.
E' il rischio da correre: la maggior parte, mi auguro capirà quanto si celebra. :wink:

più che un abominio il tuo discorso mi sembra fuori luogo e francamente non sufficientemente ponderato, perchè un conto e avere degli strumenti critici per leggere e interpretare la storia, il tuo mi sembra di tipo hegeliano, con il cambiamento che avviene attraverso il conflitto e quindi la triade di tesi, antitesi e sintesi e un conto è inneggiare alle peggiori nefandezze che la storia umana ci ha posto davanti agli occhi. Per cui se posso comprendere la tua posizione nel valutare il loro accadere come "necessario" dal punto di vista storico e filosofico, non giustifico per niente una retorica da stadio nell'inneggiare ad essi.
Per cui io mi metto già nella minoranza che non capisce quanto si celebra e ci sono alcuni passaggi nel tuo discorso che avrei preferito non leggere.
 

Dayan'el

Σκιᾶς ὄν&#945
perchè un conto e avere degli strumenti critici per leggere e interpretare la storia, il tuo mi sembra di tipo hegeliano, con il cambiamento che avviene attraverso il conflitto e quindi la triade di tesi, antitesi e sintesi e un conto è inneggiare alle peggiori nefandezze che la storia umana ci ha posto davanti agli occhi. Per cui se posso comprendere la tua posizione nel valutare il loro accadere come "necessario" dal punto di vista storico e filosofico

Signora Elisa, crede davvero che possa giustificare certi avvenimenti del passato?
Crede davvero che possa addirittura inneggiare a genocidi e stermini?
Via che non è il caso.

A me non interessa il valore morale della Storia, non in questa sede.
Mi interessa la necessità, dalle tinte hegeliane, degli avvenimenti,
cosa che lei, da quanto si legge nel sottolineato, ha capito perfettamente;
e credo si capisca dall'equiparazione dei fatti accaduti e dei loro contrari:
non vedo nessun coro da stadio inneggiante alle nefandezze.

Piaccia o non piaccia la diversità è un concetto tanto malleabile quanto relativo,
e non posso rinnegare un passato sul quale, per mimesi o contrapposizione,
abbiamo costruito mattone su mattone quello che siamo oggi.
Ma ciò - e mi preme dirlo - non significa farne elogio. :wink:

Se poi lei trova che vi sia del criminale nell inneggiare al superamento (!)
delle innenarrabilità di cui i libri non sono certo avari detentori, è un altro discorso. :wink:
 
Ultima modifica di un moderatore:

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Signora Elisa, crede davvero che possa giustificare certi avvenimenti del passato?
Crede davvero che possa addirittura inneggiare a genocidi e stermini?
Via che non è il caso.

A me non interessa il valore morale della Storia, non in questa sede.
Mi interessa la necessità, dalle tinte hegeliane, degli avvenimenti,
cosa che lei, da quanto si legge nel sottolineato, ha capito perfettamente;
e credo si capisca dall'equiparazione dei fatti accaduti e dei loro contrari:
non vedo nessun coro da stadio inneggiante alle nefandezze.

Piaccia o non piaccia la diversità è un concetto tanto malleabile quanto relativo,
e non posso rinnegare un passato sul quale, per mimesi o contrapposizione,
abbiamo costruito mattone su mattone quello che siamo oggi.
Ma ciò - e mi preme dirlo - non significa farne elogio. :wink:

Se poi lei trova che vi sia del criminale nell inneggiare al superamento (!)
delle innenarrabilità di cui i libri non sono certo avari detentori, è un altro discorso. :wink:


ok, diciamo che è il "viva" che mi ha portato fuori strada, che volente o nolente ha una valenza morale e soggettiva, che era proprio quella che non volevi dare...le parole sono importanti e spesso creano dei fraintendimenti, soprattutto quando abbiamo a che fare solo con esse

p.s. nel quotare ho fatto un errore, ho editato per sbaglio, ma non ho cambiato niente nel post, comportamento freudiano classico il mio, :mrgreen:scusami comunque
 

mìmir

New member
Ad una lettura poco attenta questo post apparrà un abominio,
un manifesto intollerante di insulso sapore reazionario.
E' il rischio da correre: la maggior parte, mi auguro capirà quanto si celebra. :wink:
Si celebra la Vita che altro non è che l'altra faccia della Morte?
Non dispiaccia, ai non diversi, la diversità di alcuni... quando questa permette al non-diverso di sentirsi sicuro tra i suoi, di sentirsi parte della "famiglia".
Non dispiaccia al diverso, il non essere accettato... perchè gli permette di essere quello che è - citando il cantico : "come un giglio tra le spine"
:)
 

Mizar

Alfaheimr
Mah...io in fondo sono vicino alle conclusioni di D.
Tra le poche possibilità che ci son rimaste io scelgo di far salva la libertà di opinione. Che parlino e continuino a parlare nazisti e comunisti: le loro parole saranno la nostra sferzante ironia. Che sproloquino gli omofobici o gli omossessi-lustrinati: è un loro diritto. Che tessano trame i bellicosi: con la opposizione sapremo chi siamo di volta in volta.
Non esiste sviluppo, variazione, differenza, vita, diversità, pensiero oltre la opposizione.

Chi ha mai visto The Last Temptation of Christ? Chi ricorda la figura di Giuda?
JHS: "You can't leave me. You have to give me strength"
Giuda: "If you were me, could you betray your Master?"
JHS: "No. That's why God keep me the easier job"
 

lillo

Remember
Credo che sia interessante guardare un altro punto di vista della diversità e cioè quanto accomuna gli uomini rispetto a quanto li separi.

La biologia e la genetica ci aiutano a comprendere quanto vi sia in comune in tutti gli esseri umani e quanto essi siano poco diversi l'uno dall'altro. Infatti , giusto per esemplificare, sappiamo bene come il nostro corredo cromosomico sia per oltre il 99% uguale e che quindi le differenze si riducano a meno dell'1%. Anzi la genetica ci informa che il 90% del nostro corredo genetico corrisponde a quello dell'urang utan. E' importante anche notare che la diversità in biologia è un elemento che viene promosso dall'evoluzione se è un cambiamento positivo, cioè se aiuta l'individuo ad un più vantaggioso rapporto con l'ambiente, ma che viene bocciato laddove tale variazione dovesse essere dannosa per l'uomo.
Certamente le diversità devono essere promosse e stimolate in modo tale che ognuno possa esprimere il suo massimo potenziale, ma senza che questo si trasformi in retorica per l'esaltazione di una supremazia di qualcuno su qualcun altro e credo che senza voler fare troppi moralismi, la storia ci abbia insegnato che fine fanno i superuomini.
 

Dayan'el

Σκιᾶς ὄν&#945
ok, diciamo che è il "viva" che mi ha portato fuori strada, che volente o nolente ha una valenza morale e soggettiva, che era proprio quella che non volevi dare...le parole sono importanti e spesso creano dei fraintendimenti, soprattutto quando abbiamo a che fare solo con esse

Ha irreparebilmente ragione. :D
Mi sono lasciato trascinare dalla consonanza "evviva/viva",
come potrà trovare nell'enfasi terminologica del primo post.

Anch'io - e soprattutto - devo delle scuse, per la poca perizia. :wink:
 

SALLY

New member
Quali appaiono a me le singole cose,tali sono per me,
quali esse appaiono a te,tali sono per te,
e uomini siamo,tu e io. Elogio della diversità - Platone :mrgreen:
 

ottos

New member
eh eh!

ve le state dando di santa ragione!
mi farebbe molto piacere essere abbastanza istruito da poter partecipare alla vostra diatriba. ammetto però che è un piacere anche solo leggere. :YY
 

ottos

New member
ammesso e non concesso.

ve le state dando di santa ragione!
mi farebbe molto piacere essere abbastanza istruito da poter partecipare alla vostra diatriba. ammetto però che è un piacere anche solo leggere. :YY

che dovrei, se avessi l'istruzione, averne l'intelligenza.:?
 

Nikki

New member
che dovrei, se avessi l'istruzione, averne l'intelligenza.:?

:shock:
Ottos, non fare così! :wink: per quanto mi riguarda, con la buona assistenza della mia ignoranza, ho sempre detto tutto quello che volevo e nessuno mi ha picchiata troppo! :D coraggio, fai un bel respiro e buttaci giù un bel flusso di coscienza se hai qualcosa per la mente in merito!
 

ottos

New member
ci provo.

premetto che quello che scrive D= i mi è spesso oscuro.(non credo a causa sua) da ciò che ho capito
le accezioni di elisa ( non ho ancora ben capito se ci si dia del tu o del lei )sono puntuali. so della buona fede di D= i e so che, a chi voglia capire, sono "necessari" esempi estremi e irreali per comprendere a fondo il reale. (così per esempio immaginiamo un motore che non sia sottoposto al secondo principio della termodinamica, per capire come funziona un motore reale.) purtroppo qualcuno in germania nel 900( la grande germania per altri aspetti, quelli prima del nazismo) cominciò a credere che le persone fossero macchine. quindi precisiamo.
 
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