fabiog
New member
In questo film Bergman affronta ancora il tema della meditazione sulla vita e la morte. Le protagoniste sono quattro donne : tre sorelle Agnes ( Harriet Andersson), Karin ( Ingrid Thulin) e Maria ( Liv Ulmann) e la governante Anna ( Kary Slywan). Agnes dopo dodici anni di lotta contro il cancro stà morendo, questa è l'occasione per le due sorelle di riunirsi, affrontare i loro fantasmi e tentare una riconciliazione non solo tra loro, ma con la loro stessa vita.
Anche in questo film il ricordo del passato gioca un ruolo fondamentale, la vecchia casa in cui le quattro donne si trovano risveglia in ciasuna di loro dei drammatici momenti, ma mentre in Karin e Maria questi ricordi servono a spiegare la loro freddezza, in Agnes, che sta morendo, ed in Anna, che ricorda la morte della figlia, servono a dare alle due donne una spinta alla solidarietà che come Agnes stessa definisce nel suo diario è " il regalo più bello" e questo messaggio di solidarietà è proprio lasciato alla splendida immagine di Anna che abbraccia il corpo, ormai freddo, di Agnes come se fosse una novella Pietà.
Splendido è anche il gioco cromatico che usa Bergman con il colore dominante del rosso delle stanze e delle donne in bianco prima e in nero dopo la morte di Agnes, bello anche il passaggio dal presente al flashback segnalato anch'esso dallo schermo tutto rosso, che per Bergman rappresenta il colore dell'anima.
Devo dire che è un film che per essere completamente compreso e apprezzato và rivisto almeno due volte, personalmente la prima mi ha un pò spiazzato ma la seconda volta, visto nel giro breve di due giorni, mi ha fatto ulteriormente comprendere la grandezza di Bergman
Anche in questo film il ricordo del passato gioca un ruolo fondamentale, la vecchia casa in cui le quattro donne si trovano risveglia in ciasuna di loro dei drammatici momenti, ma mentre in Karin e Maria questi ricordi servono a spiegare la loro freddezza, in Agnes, che sta morendo, ed in Anna, che ricorda la morte della figlia, servono a dare alle due donne una spinta alla solidarietà che come Agnes stessa definisce nel suo diario è " il regalo più bello" e questo messaggio di solidarietà è proprio lasciato alla splendida immagine di Anna che abbraccia il corpo, ormai freddo, di Agnes come se fosse una novella Pietà.
Splendido è anche il gioco cromatico che usa Bergman con il colore dominante del rosso delle stanze e delle donne in bianco prima e in nero dopo la morte di Agnes, bello anche il passaggio dal presente al flashback segnalato anch'esso dallo schermo tutto rosso, che per Bergman rappresenta il colore dell'anima.
Devo dire che è un film che per essere completamente compreso e apprezzato và rivisto almeno due volte, personalmente la prima mi ha un pò spiazzato ma la seconda volta, visto nel giro breve di due giorni, mi ha fatto ulteriormente comprendere la grandezza di Bergman