XXII G.L. - La confraternita dell'uva (John Fante)

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elisa

Motherator
Membro dello Staff
Si apre la discussione sul romanzo vincitore del XXII Gruppo di lettura, La confraternita dell'uva dello scrittore americano di origini italiane John Fante.
Chi l'ha già letto può iniziare a postare i suoi commenti e quindi dare l'avvio al dibattito. :)
 

risus

New member
Ho l'onore di inserire il primo commento in questo Gruppo di lettura... che emozione!!!!!!:mrgreen::mrgreen:


Non c'è niente da fare... Fante mi prende troppo...
Racconta fatti di vita quotidiana, forse anche banali e poco interessanti... ma lo fa con una abilità tale che tiene incollati alle pagine che scorrono veloci sotto gli occhi, una dopo l'altra... finchè non si arriva alla fine, ahimè sempre troppo presto...
che poi, in realtà, tutta 'sta abilità consiste solo nella semplicità ed ironia nel descrivere la quotidianità...
Pretesto per far partire il romanzo è questa volta un litigio, quello tra Nick Molise e consorte... uno dei tanti, come quelli del giorno prima ed esattamente uguale a quelli che seguiranno (nonostante le premesse:mrgreen:)...
Di qui parte il ritratto di una famiglia e del suo pater familias... una famiglia come tante, senza evidenti particolarità, una famiglia che brilla per la sua normalità...
brilla sì, perchè il papà è forse (e dico forse) il più bravo muratore del West America, uno dei figli è il primo della classe, un altro è un giocatore di baseball mancato per un pelo, un altro ancora vuole diventare come il suo mito, Fëdor Michajlovič Dostoevskij... in più ci sono una sorella pressochè anonima e una mamma vecchio stile, casalinga-educatrice-succube con un bel soprabito da bordello per le occasioni... non è una famiglia speciale quella dei Molise?!? ditemi, ditemi voi... brilla proprio, e di luce propria...

e il pezzo forte è lui, il papà, Nick Molise!!! talmente grande, che una casa non gli basta, gliene servono due e lo trovate spesso al Cafè Roma, talmente generoso e carico d'amore che s'è fatto un'altra famiglia, la Confraternita, e anche qualche amante... talmente profondo che quando parla sprigiona saggezza (le crepe me le sono tenute tutte per me. E per te!), talmente devoto che si dedica anima e corpo (più corpo che anima) a venerare il succo della terra e del sudore dell'uomo:mrgreen:... e che uomo: Angelo Musso!!!!:mrgreen::mrgreen:
Si ride di questa famiglia anche se in fin dei conti nessuno fa niente per far ridere...
ma tenete a portata di mano un fazzoletto, non si sa mai... potrebbe scapparvi una lacrimuccia senza che ve ne accorgiate... perchè tutto quello che si racconta è così normale che potrebbe essere capitato anche a voi... magari solo in parte e tanto tanto tempo fa...:wink:
Chiudo con una frase di Capossela nella prefazione del libro:
John Fante Alighieri, quando la sceneggiata assurge a commedia!
e ci metto anche una io:mrgreen::
Fante, il dio (non Dio, per non essere blasfemi:mrgreen:) delle piccole cose.
 

elena

aunt member
In parte condivido l'entusiasmo di risus :D

Romanzo per me illuminante per comprendere il vero valore di John Fante: mentre con i precedenti libri ho avuto l'impressione di leggere dei racconti al massimo gradevoli e divertenti, La confraternita dell'uva ha, a mio parere, uno spessore del tutto diverso. E' un romanzo che affronta, con penna brillante, diverse tematiche ruotanti, essenzialmente, intorno al desiderio di affrancarsi da un ambiente sociale degradato ed opprimente e soprattutto da una padre-padrone irascibile, donnaiolo ed ubriacone. L'io-narrante, Henry, viene dipinto, nelle prime pagine, come colui che ha realizzato le sue aspirazioni: è uno scrittore di discreto successo, ha una moglie americana (anche questo un bel traguardo per un semplice wop di origine abruzzese), vive ormai lontano dalla desolazione di San Elmo, dove risiedono ancora genitori e fratelli. L'imprevisto e forzato rientro in questa squallida cittadina costituisce per Henry un viaggio nel passato ma anche all'interno di se stesso: è un'occasione per ripercorrere con la mente le tappe della sua faticosa e dura ascesa (stimolata e guidata dai suoi idoli: Hemingway, London, Fitzgerald, Steinbeck) verso una vita dignitosa ma anche un momento per misurare il vero grado di emancipazione rispetto alla figura onnipresente del padre, Jack Molise. Questi, nonostante l'età avanzata e le violente critiche da parte di moglie e figli, continua a rappresentare il fulcro della famiglia, l'elemento con cui, nel bene e nel male, è necessario confrontarsi: e, in effetti, il vero protagonista del romanzo è lui, Jack Molise, irriverente, dittatore, maschilista, oppressore ma comunque una figura indimenticabile che sembra quasi di “vedere” perennemente attorniato dai suoi inseparabili amici ubriaconi :).

Veramente ben costruito, scorrevole, a tratti malinconico a tratti divertente ma sempre molto ironico, tratteggia i diversi aspetti della vita (che include o nega il concetto di morte) e tutta la gradazione di sentimenti che la animano: dal disprezzo all'amore, dalla gioia alla disperazione, dall'illusione di grandi progetti alla polverizzazione di ogni sogno.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
che bello! le prime due sintesi :YY

risus: un romanzo che prende tantissimo, scorrevole, divertente, commovente e che purtroppo finisce troppo presto
elena: ben costruito, scorrevole, malinconico e divertente




con due recensioni così viene proprio voglia di leggerlo :wink:
 

gondola

New member
ma che bravi che siete a recensire il libro:)
dunque ora do' il mio piccolo contributo:roll:
io l'ho trovato un po' stereotipato :roll: il ritratto dei soliti italiani d'america
, non se ne puo' piu' a mio parare e mi fa rabbia che proprio gli emigrati come Fante contribuiscano a mantenere questa immagine.
Divertente il racconto di Henrly sbarcato a Los Angeles e della costruzione dell'affumicatoio in montagna; in generale un libro scorrevole che si legge in un paio di giorni, ma non credo che leggero' altri libri di quest'autore.:roll:
 

risus

New member
io l'ho trovato un po' stereotipato :roll: il ritratto dei soliti italiani d'america
, non se ne puo' piu' a mio parare e mi fa rabbia che proprio gli emigrati come Fante contribuiscano a mantenere questa immagine.
.:roll:
mmmmmmmmmmmmm non sono d'accordo... riferimenti a questi "stereotipi" ne ho trovati pochi nel libro... talmente pochi che nemmeno me li ricordo...
e poi, stereotipi o no, mi è sembrato molto vero, molto vivo come libro, non finto e appositamente costruito per ritrarre i soliti italiani d'America.
Se quella è la vita che faceva con la sua famiglia, che ci poteva fare il povero Fante????!?? Tutta (o quasi) la sua produzione letteraria è specchio della sua vita vissuta e quindi i riferimenti agli emigrati in America sono parte fondamentale della saga dei Bandini come dei Molise...
:wink:
 

risus

New member
davvero molto interessanti gli spunti di approfondimento, riflessione e interpretazione proposti da Elena... grazie!!!
:wink:
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
diamo voce alla prima recensione discorde :)

risus: un romanzo che prende tantissimo, scorrevole, divertente, commovente e che purtroppo finisce troppo presto

elena: ben costruito, scorrevole, malinconico e divertente
gondola: un po' stereotipato
 

gondola

New member
mmmmmmmmmmmmm non sono d'accordo... riferimenti a questi "stereotipi" ne ho trovati pochi nel libro... talmente pochi che nemmeno me li ricordo...
e poi, stereotipi o no, mi è sembrato molto vero, molto vivo come libro, non finto e appositamente costruito per ritrarre i soliti italiani d'America.
Se quella è la vita che faceva con la sua famiglia, che ci poteva fare il povero Fante????!?? Tutta (o quasi) la sua produzione letteraria è specchio della sua vita vissuta e quindi i riferimenti agli emigrati in America sono parte fondamentale della saga dei Bandini come dei Molise...
:wink:

certo che non e' colpa sua se e' quella la sua famiglia ma non era mica obbligato a raccontare di loro :D
secondo me invece ci gioca un po' sugli stereotipi , un esempio?
solo le brave italiane sanno cucinare come si deve e i figli anche se sposati da una vita con un'americana mangiano bene solo quando vanno a casa di mamma'. Il padre padrone, e l'ubriacarsi.
Ad altri ci ha pensato gia' lui scherzandoci su sulla mafia e il coltello
Dopotutto se pensiamo ad un libro come questo ma senza i soliti riferimenti della vita italiana che resterebbe? solo una storiella senz'anima.
Comunque cio' non toglie che nel suo genere sia bello.
Magari preferisco leggere racconti di persone e luoghi lontani che mi facciano conoscere altre culture e modi di vivere, e invece questi racconti non mi attirino piu' di tanto perche' li conosco gia' attraverso i film o la storia.
Lo stesso accade con i libri dove vengono narrate storie di emigranti irlandesi, ho letto Le ceneri di Angela che mi e' piaciuto molto , poi ho letto anche Un albero cresce a Brooklyn che si era bello ma sempre per lo stesso motivo mi e' apparso ripetitivo, trovi sempre questa povera gente anzi poverissima dove il marito non fa che ubriacarsi e muore di cirrosi epatica e la moglie che si fa in quattro per tirare avanti la famiglia.Letto uno letti tutti( circa).
davvero molto interessanti gli spunti di approfondimento, riflessione e interpretazione proposti da Elena... grazie!!!
:wink:

Grazie siamo qui per questo:D
 

risus

New member
certo che non e' colpa sua se e' quella la sua famiglia ma non era mica obbligato a raccontare di loro :D
secondo me invece ci gioca un po' sugli stereotipi , un esempio?
solo le brave italiane sanno cucinare come si deve e i figli anche se sposati da una vita con un'americana mangiano bene solo quando vanno a casa di mamma'. Il padre padrone, e l'ubriacarsi.
Ad altri ci ha pensato gia' lui scherzandoci su sulla mafia e il coltello
Dopotutto se pensiamo ad un libro come questo ma senza i soliti riferimenti della vita italiana che resterebbe? solo una storiella senz'anima.
Comunque cio' non toglie che nel suo genere sia bello.
Magari preferisco leggere racconti di persone e luoghi lontani che mi facciano conoscere altre culture e modi di vivere, e invece questi racconti non mi attirino piu' di tanto perche' li conosco gia' attraverso i film o la storia.
Lo stesso accade con i libri dove vengono narrate storie di emigranti irlandesi, ho letto Le ceneri di Angela che mi e' piaciuto molto , poi ho letto anche Un albero cresce a Brooklyn che si era bello ma sempre per lo stesso motivo mi e' apparso ripetitivo, trovi sempre questa povera gente anzi poverissima dove il marito non fa che ubriacarsi e muore di cirrosi epatica e la moglie che si fa in quattro per tirare avanti la famiglia.Letto uno letti tutti( circa).
mmmmmmmmmmmmmm insomma, non sono tanto d'accordo...
mi sembra più che altro che le tue siano interpretazioni, a te certe cose sono arrivate così... ma non mi sembra che ci siano gli elogi incondizionati della cucina italiana di mammà vs le donne-cuoche-casalinghe americane... un accenno, un paio di volte, a piatti preparati da una signora italiana, tutto qui, tre righe e finisce tutto... e così pure gli altri "stereotipi"... mi sembrano così sfumati, appena accennati che uno nemmeno se ne accorge.
E poi un'altra cosa: se anche gli Irlandesi che hai trovato in letteratura erano poveri lavoratori ubriachi con mogli casalinghe con la schiena spezzata dalla fatica, allora forse queste non sono peculiarità tipiche italiane...:mrgreen: sono stereotipi dell' UMANITA'!!!!!!!:mrgreen::mrgreen::mrgreen:
:wink:
 

gondola

New member
mmmmmmmmmmmmmm insomma, non sono tanto d'accordo...

E poi un'altra cosa: se anche gli Irlandesi che hai trovato in letteratura erano poveri lavoratori ubriachi con mogli casalinghe con la schiena spezzata dalla fatica, allora forse queste non sono peculiarità tipiche italiane...:mrgreen: sono stereotipi dell' UMANITA'!!!!!!!:mrgreen:
:wink:


:paura:uomini!!! tutti sfruttatori maschilisti :evil::mrgreen:
vergognatevi!!!:evil::evil::mrgreen:
 
Ultima modifica:

kikko

free member
Comincio con il dire che il libro mi è piaciuto, concordo con risus quando sottolinea il fatto che nonostante il romanzo racconti fatti di vita quotidiana e non straordinarie imprese rimanga comunque interessante e gradevole. Come in chiedi alla polvere Fante mi ha sorpreso con i bruschi cambiamenti d'umore dei suoi personaggi. Henry che rincuora il padre lodando l'importanza del suo lavoro e un'attimo dopo lo agredisce verbalmbente umiliandolo fino alle lacrime. In risalto la figura della madre che cerca di tenere unita una famiglia ormai allo sbando. I temi trattati dal difficile rapporto che può esserci tra padre e figli al voler dimostrare di essere ancora il capofamiglia, un'uomo in gamba, scivolano via tra le pagine con una semplicità disarmante.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
si aggiorna :)

risus: un romanzo che prende tantissimo, scorrevole, divertente, commovente e che purtroppo finisce troppo presto
elena: ben costruito, scorrevole, malinconico e divertente
gondola: un po' stereotipato
kikko: piaciuto, interessante e gradevole

direi finora prevalgono commenti molto positivi
 

Vesper

New member
Ormai è il 4° libro di Fante che leggo e posso davvero dire che mi piace molto come scrittore. Lo stile dell'autore è assolutamente riconoscibile e anche le tematiche sono più o meno le stesse, tant'è che questo romanzo mi ha riportato subito alla mente i 3 libri che ho letto sulle vicende di Arturo Bandini.
Nonostante i libri di Fante possano sembrare un po' ripetitivi, devo dire che mi piacciono molto e ogni volta che ne finisco uno ho voglia di leggere qualcos'altro di questo autore.
Andando più nello specifico, La confraternita dell'uva mi è piaciuto molto e, insieme a Chiedi alla polvere, è forse il libro migliore di Fante che ho letto finora. Mi trovo d'accordo solo in parte con Gondola riguardo alla figura stereotipata dell'immigrato italiano. E' vero che ci sono alcuni elementi che un vero italiano non descriverebbe in quanto sono stereotipi abbastanza comuni, però c'è da dire che John Fante era un immigrato di 2° generazione e quindi si è trovato in una situazione particolare, quasi un 'outsider' dal momento che non si identifica totalmente con gli italiani immigrati di 1° generazione come il padre ma nemmeno con gli americani.
Dovendo dare un voto penso che mi orienterei su un 3,5-4 su 5. Tra quelli di Fante è sicuramente uno dei migliori, ma credo che l'autore debba piacere.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
aggiorno le recensioni

risus: un romanzo che prende tantissimo, scorrevole, divertente, commovente e che purtroppo finisce troppo presto
elena: ben costruito, scorrevole, malinconico e divertente
gondola: un po' stereotipato
kikko: piaciuto, interessante e gradevole
Vesper: sicuramente uno dei migliori di fante, 3.5-4/5


direi che alla maggioranza piace molto, tra poco lo inizio anche io :wink:

 
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