Godland di Fausto Pasotti - Prima parte

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GODLAND di Fausto Pasotti
Sono da poco entrato in questa comunità e sono così soddisfatto dell'accoglienza ricevuta che ho deciso di "regalarvi" un inedito.
Godland, questo il titolo del romanzo breve, fa parte di una raccolta di tre storie che ho intenzione di pubblicare sotto il titolo di Screenfiction.
Screenfiction è la contrazione di due parole inglesi: screenplay (sceneggiatura) e fiction (finzione, narrazione di eventi immaginari, in netto contrasto con la narrazione di eventi reali). Le tre storie che ne fanno parte (Godland, Undo e Sing sad song) sono nate da una collaborazione con Dario Piana http://www.dariopiana.com/, il più blasonato regista pubblicitario italiano. L'intenzione era di realizzare dei cortometraggi e non è detto che prima o poi ci si riesca. Le tre storie nascono tutte da intuizioni del grande regista espresse in poco più di una frase.
La prima stesura è stata una sceneggiatura e solo successivamente le ho trasformate in forma narrativa, da cui il titolo della raccolta.
Se questa iniziativa avrà il successo che mi auguro potrei anche pubblicare su queste pagine le altre due storie.


14 giugno 20XX
Sono sdraiato su questo divano polveroso da due giorni. Ho sempre odiato la polvere ma adesso non me ne importa. Guardo attraverso i vetri rotti della finestra le prime avvisaglie del deserto. La sabbia vortica ogni qual volta un refluo d'aria cerca di attenuare il caldo rovente del pomeriggio. Il silenzio è rotto solo dal ronzio di una mosca. Ho sempre odiato le mosche… La stanza è in penombra e attorno è tutto sporco e malmesso. Erano anni che non mettevo più piede in questa casa. Jaqueline l'ha sempre detestata, lei amava il verde e il fresco della pioggia… non vorrei che potesse pensare… Forse dovrei farmi una doccia e la barba, pettinarmi i capelli.
La porta ha ripreso a sbattere. Odio quel cigolio. Chissà se in cantina c'è un po' di grasso o un oliatore.
Dei passi.
Sto per scattare in piedi. Invece resto fermo e spero si tratti di un balordo disposto a uccidere per quattro soldi o per le chiavi della mia Chevrolet.
La porta si apre lentamente. Il cigolio diventa un lamento. Resto fermo a guardare le prime avvisaglie del deserto attraverso i vetri sporchi della finestra.
"Joshua".
Quella voce. La conosco. Faccio per scattare sull'attenti, ma lui con un gesto secco ordina di restare dove mi trovo.
"Ammiraglio…"
"Joshua…"
Non diciamo più niente. Ci siamo sempre detti tutto ma non questa volta. Questa volta il problema è solo mio. La Marina non c'entra. Lui non c'entra.
"Come ha fatto a trovarmi?"
"Non è stato facile, ma avevo qualche debito da riscuotere…"
Silenzio. Ancora la mosca che mi ronza attorno. La scaccio. Lei va dall'Ammiraglio che con un colpo secco la spiaccica sul tavolo.
"Almeno si sieda. Non sono abituato a…"
"Mi dispiace…"
Invece di rispondere alzo le spalle. Spero non sia venuto per farmi le condoglianze.
"Perché te ne sei andato, senza dire niente a nessuno?"
La vista si annebbia. Non voglio! Non davanti al mio capo. Sono un militare e i militari non devono piangere.
"Non mi è rimasto niente… niente per cui valga la pena vivere".
"Joshua…"
"La prego Ammiraglio, non dica niente. Ne ho sentite già troppe, di parole… la vita continua e cazzate del genere. Mia moglie e mia figlia erano tutto per me! Senza di loro… è rimasta solo la mia, inutile vita e io… non so cosa farne".
Silenzio. Adesso non c'è più nemmeno la mosca.
"Non ho nemmeno il coraggio di farla finita".
Silenzio. Perché ha ucciso la mosca? Mi faceva compagnia…
L'Ammiraglio si sistema sulla sedia, rialza la schiena piegata dal dolore e riprende a parlare con tono marziale ma pacato.
"Non sono venuto per consolarti o per convincerti a tornare… ti conosco troppo bene e so che le parole con te non funzionano. Tu hai sempre preferito i fatti alle parole, anche quando pilotavi gli F16 della mia squadriglia".
È vero. Lui mi conosce bene. Sono sempre stato di poche parole. Niente grigi. Solo bianchi bianchi e neri neri.
"Joshua, quello che sto per dirti… è la cosa più… strana che mi sia capitata nella carriera e tu sai che ne ho, anzi… ne abbiamo passate tante assieme".
Annuisco e per la prima volta, dopo un tempo infinito, sorrido. Ma sento dolore. La pelle e i muscoli non sono più abituati e soprattutto mi sento colpevole. Sorridere. Non è ancora una settimana che le ho seppellite. L'Ammiraglio continua a parlare. Lui sa quello che provo e vuole stordirmi. Ha sempre fatto così. Anche quando avevo appena perso dei compagni in missione, lui subito a parlare della missione successiva. Vuole assordare il mio dolore.
"Il mondo sta cambiando troppo rapidamente e anche le forze armate... Comincio a essere stanco… ma questo è un altro discorso e abbiamo poco tempo… Non so da che parte cominciare".
Abbozza un sorriso. Lo guardo incuriosito. Non l'ho mai visto imbarazzato. So che ha dei sentimenti, anzi è sempre stato pieno di buone intenzioni. Ma… li ha sempre nascosti dietro al suo grado. Forse ha ragione. È davvero invecchiato.
"Forse ho trovato come... ridare un senso alla tua vita".
Lo interrompo con violenza. Non l'ho mai fatto in trentanni ma questa vola è diverso. La Marina non c'entra.
"Le avevo detto che…"
Ma lui alza la voce e mi ordina di ascoltare.
"La scorsa settimana ho ricevuto una richiesta dall'Agenzia Spaziale. Cercano un volontario…"
"Non capisco cosa…"
"Cercano un volontario a perdere…"
Non sono mica una bottiglia.
"A perdere? Cosa vuole dire?"
"È una missione senza ritorno. Il volontario verrà ibernato o qualcosa del genere e dovrà viaggiare per un periodo molto lungo…"
"Lungo quanto?"
"Non lo so..."
"Dove dovrei andare?"
"Non so neanche questo e comunque che differenza farebbe saperlo? Immagino che nessuno ci sia mai stato prima…"
Annuisco anche se non me ne frega un cazzo. Non posso dispiacere il vecchio. Si è sparato un sacco di miglia per farneticarmi la sua fottuta proposta. Spiaccico la domanda che si aspetta io faccia.
"Qual è la missione?"
"Non lo so. Ti verrà svelata solo quando sarai arrivato".
"È davvero una cosa strana. Non lo so…"
Perché cazzo la gente non si fa i fatti suoi? Lo so che lui mi vuole bene e che i suoi piloti sono come dei figli per lui e lui si sente in dovere e in colpa ma, Cristo Santo, non sono suo figlio!
"Joshua, mi spiace dirlo ma tu… non hai niente da perdere".
È come se mi avessero sparato con una Desert Eagle. Una volta l'hanno anche fatto e quindi so cosa dico. È una gran brutta botta, fa un male terribile, ma soprattutto ti… colpisce. E dopo, tutto è diverso. Sei sopravvissuto e le cose hanno un altro significato.
Non ho niente da perdere. È vero. Non mi è rimasto niente. Niente per cui valga la pena vivere.
Quelle parole hanno lo stesso effetto. Tutto è diverso. Non so perché ma, adesso, la cosa mi interessa.
"Potrebbe essere una brutta esperienza".
Lui ci pensa un attimo prima di rispondere. Non sa cosa dire perché non c'è niente da dire.
"Nessuno lo sa. Però, ti rimarrebbe almeno la speranza".
Lo sapevo. Ancora questa cazzata della speranza.
"In cosa dovrei sperare, Ammiraglio? Non ho più una famiglia e non so cosa troverò alla fine del viaggio. Forse… è meglio farla finita subito".
Lui si tira dritto sulla sedia e accende una sigaretta.
"Devi decidere subito. Io qui non posso tornare".
"Mi sta chiedendo molto…"
"Ma ti sto offrendo anche di più…"
Ha ragione. La speranza è tutto.
"Lei cosa farebbe al mio posto?"
"Penso che… No, non voglio influenzarti, devi decidere da solo. Nessuno può farlo al posto tuo".
Mi alzo in piedi e guardo fuori della finestra le prime avvisaglie del deserto.
"Non ho niente da perdere… E forse il dolore del ricordo non sarà lo stesso… Chissà se un sogno così lungo può cancellare i ricordi…"

Fine prima parte

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Ultima modifica:

franceska

CON LA "C"
Scusa ma sinceramente non capisco, mi sembrava una bella cosa regalare un racconto. Se così non è cancello il tutto e mi ritiro in buon ordine.

ma che scherzi! era solo un mio parere. Secondo me hai aperto troppi thread e potresti risultare invadente ma puoi aprirne quanti ne vuoi e scrivere ciò che ti pare. Come vedi c'è sempre qualcuno, come roberto, che apprezza :mrgreen: con simpatia
 

Tbook

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ma che scherzi! era solo un mio parere. Secondo me hai aperto troppi thread e potresti risultare invadente ma puoi aprirne quanti ne vuoi e scrivere ciò che ti pare. Come vedi c'è sempre qualcuno, come roberto, che apprezza :mrgreen: con simpatia

Ti ringrazio per il consiglio: vedrò di limitarmi. Secondo te se pubblico una puntata alla settimana del racconto va bene?
 

franceska

CON LA "C"
Ti ringrazio per il consiglio: vedrò di limitarmi. Secondo te se pubblico una puntata alla settimana del racconto va bene?

Prego, lungi da ma far la parte del moderatore :ad: ma secondo me non devi limitarti, mantieni tutto su un unico thread e ogni volta che lo aggiorni, si sposta automaticamente in primo piano. Per quanto riguarda l’assiduità dei tuoi scritti non sono la persona più adatta a consigliare i tempi, dato che non li leggo. Ma c’è un altro utente che invia un racconto alla settimana e riscuote un discreto successo. Oppure potresti farti consigliare da roberto se li preferisce giornalmente o mensilmente. Ti abbraccio. :mrgreen:
 

robertoansioso

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Prego, lungi da ma far la parte del moderatore :ad: ma secondo me non devi limitarti, mantieni tutto su un unico thread e ogni volta che lo aggiorni, si sposta automaticamente in primo piano. Per quanto riguarda l’assiduità dei tuoi scritti non sono la persona più adatta a consigliare i tempi, dato che non li leggo. Ma c’è un altro utente che invia un racconto alla settimana e riscuote un discreto successo. Oppure potresti farti consigliare da roberto se li preferisce giornalmente o mensilmente. Ti abbraccio. :mrgreen:

Complimenti vivissimi!
 
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