Di fronte a un teatro ghermito di persone che attendono fremente il suo discorso, uno scrittore che ha appena vinto un premio letterario si rivolge a noi lettori chiedendosi tutti i come e i perché del ringraziamento. Come nel più classico stile Pennac i dubbi sono infiniti e il nostro eroe si rivela subito un nevrotico insicuro e pieno di dubbi.
Da qui si dipana il lungo e frizzante monologo dello scrittore, evidente alter ego dello stesso Pennac, che passa in rassegna tutti gli aspetti del ringraziamento. Da quelli più ovvi ai retroscena (chi ringrazia chi?), dagli aspetti più intimi a quelli mondani, Pennac sviscera il concetto stesso del 'grazie' demolendo luoghi comuni e sfottendo i potentati dei premi e dei ringraziamenti. Ma nonostante venga smontato pezzo per pezzo, alla fine il ringraziamento rimane ed è fortissimo: un vero grazie di cuore ai propri lettori che sono gli unici veri destinatari di tutto il discorso.
Un altro saggio dell'incredibile capacità narrativa di Pennac che riesce a coniugare i tempi del discorso teatrale con la riflessione ironica e sempre provocatoria sui luoghi comuni della cultura.
Da qui si dipana il lungo e frizzante monologo dello scrittore, evidente alter ego dello stesso Pennac, che passa in rassegna tutti gli aspetti del ringraziamento. Da quelli più ovvi ai retroscena (chi ringrazia chi?), dagli aspetti più intimi a quelli mondani, Pennac sviscera il concetto stesso del 'grazie' demolendo luoghi comuni e sfottendo i potentati dei premi e dei ringraziamenti. Ma nonostante venga smontato pezzo per pezzo, alla fine il ringraziamento rimane ed è fortissimo: un vero grazie di cuore ai propri lettori che sono gli unici veri destinatari di tutto il discorso.
Un altro saggio dell'incredibile capacità narrativa di Pennac che riesce a coniugare i tempi del discorso teatrale con la riflessione ironica e sempre provocatoria sui luoghi comuni della cultura.
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