Quanto vi irrita l'uso indiscriminato degli anglismi?

Vladimir

New member
Personalmente tantissimo, non capisco perché si debba usare un termine straniero quando esiste il suo corrispettivo italiano. Lo vedo come un modo per avvilire la nostra lingua e la nostra cultura. Perché usiamo "soft drinks" e non "bibite"? Fare "shopping", fare "compere" non va bene? Seminario per qualche motivo ultimamente è diventato "workshop". Per non parlare di certe espressioni nel mondo finanziario: operazioni di "change over", meeting occasion, company, mission, low cost ecc... Io all'università avevo addirittura una prof. di marketing che diceva bakery al posto di panificio :MM. Io direi di fare come i francesi, che hanno proibito l'uso di parole straniere nelle comunicazioni pubbliche.
 

Meri

Viôt di viodi
Appoggio in pieno la tua proposta, io odio perfino chi dice week end invece di fine settimana! La nostra lingua ha dei suoni così belli e armoniosi, non hanno niente a che vedere con quelli freddi e asciutti inglesi è un peccato non farne uso...:sbav:
 

DoppiaB

W I LIBRI !
Anche a me irrita tantissimo...
Primo perchè di inglese non so quasi un tubo e capisco ancora meno, secondo mi sembra che nella lingua italiana ci siano tutte le parole che servono senza andare a pescarle dall'inglese...
 

mame

The Fool on the Hill
ENORMEMENTE!!!!!!!!!! Anche a me dà tanto fastidio sentirmi dire "buon week end". Mi faccio sempre un punto d'onore di rispondere "buon fine settimana". In una traduzione il termine straniero è sempre una terribile sconfitta.
 

Brethil

Owl Member
Personalmente mi infastidisce un poco ma solo se l'uso è indiscriminato appunto, non mi inalbero per un semplice "Buon week-end" :mrgreen::mrgreen:
Anche perchè chiamare il computer "calcolatore" o il mouse "topo" ormai sarebbe impensabile.
Il discorso cambia invece se parliamo di italianizzazione di termini inglesi come switchare, shiftare etc. perchè trovo stupido coniugare come fossero italiani verbi che non lo sono.
 

mame

The Fool on the Hill
non mi inalbero per un semplice "Buon week-end"

Beato te. Io non mi inalbero, però penso "quant'è scemo questo". Idem quando sento i cronisti sportivi che dicono "prendere un rischio". Questi poveri ignoranti neanche sanno che in italiano i rischi si _corrono_.
 

Brethil

Owl Member
Guarda che scherzavo, le faccine servono a questo :mrgreen:
Ad ogni modo ci tengo a precisare che sono una donzella :wink:
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
ci sono parole che oramai sono entrate nell'uso comune tipo bar o jazz, tanto per intenderci, altre che esprimono dei concetti più complessi tipo mobbing o radar, poi ci sono gli anglicismi ridicoli tipo new economy o advertising o cash o joint venture che sembrano fatti apposta per fregarti (e ti fregano pure, pensiamo solo al rate, al prime rate e al rating...:mrgreen:)
 

mame

The Fool on the Hill
ci sono parole che oramai sono entrate nell'uso comune tipo bar o jazz, tanto per intenderci, altre che esprimono dei concetti più complessi tipo mobbing o radar, poi ci sono gli anglicismi ridicoli tipo new economy o advertising o cash o joint venture che sembrano fatti apposta per fregarti (e ti fregano pure, pensiamo solo al rate, al prime rate e al rating...:mrgreen:)

Qualche tempo fa su internet girava un resoconto divertentissimo sul significato _reale_ di certe espressioni utilizzate nelle aziende, tipo team building per indicare il rinfresco che si sbafavano i presenti alle riunioni. Il bello è che era tutto verissimo. Una volta in azienda mi capitò sotto gli occhi una richiesta che doveva essere autorizzata dal presidente per l'offerta del buffet agli ospiti di una riunione e avevano scritto team building. Sto ancora ridendo.
 

darida

Well-known member
Mah! quelle entrate ormai nell'uso comune non mi turbano più di tanto,purché non ci si infarcisca un intero discorso con il risultato di non capirci una mazza :wink:
 

SALLY

New member
Non nego che qualche termine lo uso anchio,talmente è l'abitudine oramai...certo è,che a volte non si capisce cosa ci stanno dicendo...:MM
 

Fabio

Altro
Membro dello Staff
Ovviamente non mi irrita per niente.
Il mondo grazie alla comunicazione è diventato una stanza di qualche metro quadro e la lingua per le comunicazioni diventerà una sola.

Mi stupisco invece che le persone che "si irritano" per gli inglesismi non si irritino anche quando vengono bocciate le proposte per portare l'insegnamento dei dialetti nelle scuole. Il dialetto racchiude la cultura di una popolazione ad un livello minore di una lingua. La lingua sarà sicuramente "inquinata" con l'inglese (lingua della comunicazione mondiale) ed insegnare i dialetti potrebbe essere un modo per "salvaguardare" la cultura "pre-globalizzazione".
:)
 

alexyr

New member
a me irrita quando l'uso sconsiderato degli anglicismi copre la mancanza di contenuti, e serve solo a riempire la bocca di chi parla...
io preferirei più ore di inglese o si una seconda lingua straniera piuttosto che i dialetti.. li trovo poco utili e troppo "localizzati"
 

mame

The Fool on the Hill
io preferirei più ore di inglese o si una seconda lingua straniera piuttosto che i dialetti.. li trovo poco utili e troppo "localizzati"

Di recente una ragazza residente in Alto Adige mi raccontava con enfasi che i figli a scuola studiano "anche" l'italiano... Va bene il bilinguismo, ma insomma, non è mica una concessione....
Io ero rimasta all'Alto Adige in territorio italiano. Ma da quando ho lasciato la scuola, so che la geografia è cambiata.... :mrgreen:
 

Meri

Viôt di viodi
Sono favorevole anche ai dialetti, tanto che nella scuola dove lavoro sono fra le maestre che lo insegna.Ritengo che l'uso del dialetto o lingua, dove è riconosciuta come tale, sia importante, non come veicolo di comunicazione, ma come tradizione di un popolo, fa parte della propria storia. Noi siamo così grazie anche alla nostra lingua d'origine, ci distingue, perchè dobbiamo x forza uniformarci, non siamo uguali, abbiamo tradizioni e usanze diverse perchè non sottolinearlo. Si dice sempre che la diversità arricchisce e allora w la lingua d'origine. Ugualmente ritengo che l'insegnamento dell'inglese sia oggi indispensabile x comunicare con il resto del mondo, ma non deve entrare nel parlato quotidiano.
 

mame

The Fool on the Hill
Ugualmente ritengo che l'insegnamento dell'inglese sia oggi indispensabile x comunicare con il resto del mondo, ma non deve entrare nel parlato quotidiano.

Brava, Meri. Meno male che ci sono ancora insegnanti così.

Mi hai fatto ripensare a quando mia madre mi raccontava che nelle sue classi c'erano molti ragazzi che arrivavano dalla campagna e non parlavano bene l'italiano. E lei, insegnante di chimica, diceva: "Dimmelo anche in dialetto, ma fammi vedere che hai studiato".
 

lettore marcovaldo

Well-known member
da Wikipedia :
...
Dal punto di vista storico, il ligure rappresenta l'evoluzione locale del latino volgare, caratterizzata come si è visto dall'emergere, insieme a fenomeni comuni con le parlate dell'Italia settentrionali, di caratteri nettamente peculiari o di raccordo con l'area italiana centro-meridionale. Durante i secoli, a causa dell'espansione marittima di Genova e a causa degli innumerevoli traffici commerciali, la lingua si è arricchita di numerose parole arabe, spagnole, inglesi, francesi e, in maniera minore, greche, nonché di altre derivate da altre lingue.
...
riflessioni :
1) i dialetti vengono, giustamente, identificati come strumenti per mantenere vive culture e tradizioni. Però spesso c'è una visione che mi sembra piuttosto legata a qualcosa di statico e fisso nel tempo, mentre storicamente, come ogni lingua "viva" nel tempo si sono evolute.
Non c'è il rischio di fare il compianto di qualcosa che è stato e forse non era neanche come ce lo immaginiamo noi ...
2) C'è stato un tempo , (vedi esempio riportato) in cui "anglismi","francesismi", ecc.. non facevano paura come oggi. Forse perchè i cambiamenti erano meno repentini ?
 

Sir

New member
Non mi irrita l'uso di anglismi, perchè non mi irritano le altrui scelte di comunicazione. Però in molti casi lo trovo eccessivo e non lo condivido.
Mi spiego meglio; bisogna riconoscere che la cultura, e con essa la lingua, si è fatta molto più "globale" (termine che non amo ma che rende l'idea) e trovo quindi giusto l'anglismo quando definisce un concetto o un oggetto estraneo alla nostra lingua; un po' come la cioccolata, che chiamiamo così dal nome precolombiano importato dagli spagnoli insieme al cacao.
Facendo due esempi in ambito informatico: mi sta benissimo "cliccare" perchè avremmo dei corrispettivi troppo ambigui e poco pratici, non mi sta bene "scannerizzare" quando disponiamo dell'equivalente "scandire".
In ogni caso, comunque, meglio un prestito "integrato" come quello sopra citato (non sono pochi d'altronde i germanismi presenti da tempi antichi in italiano) di uno schietto come "week-end".

Riguardo all'altro tema sollevato, sono estremamente contrario all'insegnamento del dialetto nelle scuole (non al dialetto in sè, s'intende).
Discorso comunque troppo ampio per essere trattato qui, meriterebbe una discussione a parte.
 

mame

The Fool on the Hill
da Wikipedia :
...
Dal punto di vista storico, il ligure rappresenta l'evoluzione locale del latino volgare, caratterizzata come si è visto dall'emergere, insieme a fenomeni comuni con le parlate dell'Italia settentrionali, di caratteri nettamente peculiari o di raccordo con l'area italiana centro-meridionale. Durante i secoli, a causa dell'espansione marittima di Genova e a causa degli innumerevoli traffici commerciali, la lingua si è arricchita di numerose parole arabe, spagnole, inglesi, francesi e, in maniera minore, greche, nonché di altre derivate da altre lingue.
...
riflessioni :
1) i dialetti vengono, giustamente, identificati come strumenti per mantenere vive culture e tradizioni. Però spesso c'è una visione che mi sembra piuttosto legata a qualcosa di statico e fisso nel tempo, mentre storicamente, come ogni lingua "viva" nel tempo si sono evolute.
Non c'è il rischio di fare il compianto di qualcosa che è stato e forse non era neanche come ce lo immaginiamo noi ...
2) C'è stato un tempo , (vedi esempio riportato) in cui "anglismi","francesismi", ecc.. non facevano paura come oggi. Forse perchè i cambiamenti erano meno repentini ?

Sull'argomento "storia della lingua" ci siamo accapigliati per un po' nel thread che io stessa ho avuto l'infelice idea di lanciare a proposito dell'uso del congiuntivo (se vuoi farci un giro). Ti dico le stesse cose che ho scritto lì: nessuno può bloccare il mutamento, ma è anche vero che ciascuno di noi usa la lingua secondo quelli che sono stati gli insegnamenti che ha ricevuto, gli studi che ha fatto, la sua piccola o grande quota di cultura. E tra il non usare una parola e non conoscerla affatto c'è una bella differenza. Personalmente non uso week-end per il semplice fatto che ritengo assolutamente adatto allo scopo "fine settimana". Se parlo a un italiano, non vedo la necessità di usare un termine straniero visto che l'italiano mi fornisce il corrispondente. Non mi viene la tentazione neanche alla luce del fatto che le mie lingue di lavoro sono quattro.

Sul secondo punto, temo di non essere d'accordo. Sono sempre esistite culture che hanno temuto l'invasione straniera. Ti basti pensare a una parola semplice come televisore, che ha la stessa radice nella maggior parte delle lingue europee, ma che in tedesco è stato "tradotto" in un termine di formazione germanica, Fernseher. Molti termini sono entrati nella lingua italiana quando non c'era un corrispondente. Per esempio zucchero e cotone. Sono termini di origine araba che entrarono grazie ai commercianti arabi che portavano la merce in Italia. In Spagna gli stessi due termini sono entrati con una crasi dell'articolo: i commercianti spagnoli sentivano al zucar e al godon (chiedo scusa, non so l'arabo) come una parola sola e quindi in spagnolo sono diventate azucar e algodon. Oggi succede la stessa cosa: nessuno si sognerebbe di chiamare mouse il topo perché è arrivato così (per quanto girino alcune divertentissime traduzioni in italiano fatte da stranieri in cui si parla della palla del topo....). Però week-end al posto di fine settimana trovo che sia inutile pigrizia e soprattutto una brutta moda. Come mi fa ridere il nome del bar o del negozio in inglese. Un tempo la rivista "Cuore" aveva una mitica rubrica "Diventa anche tu delatore della tua città" cui la gente mandava le foto delle insegne più ridicole. :D
 
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