Lessing, Doris - Un matrimonio per bene

alisa

Amelia Member
É il primo romanzo di Doris Lessing che affronto.
La prima parte è stata abbastanza 'dura': molto lenta, descrittiva, a tratti difficile da capire perché non si hanno in mano tutti gli indizi. Poi la narrazione ingrana, accelera, diventa un po' più appassionante. In complesso cmq non mi ha entusiasmata, nonostante la scrittura sia molto lucida e precisa.

"In una cittadina del Sudafrica Martha si trova a gestire il proprio matrimonio, avvenuto da pochi giorni. Ha lasciato la vita libera della fattoria per vivere l'elettrizzante esperienza della città, e qui si è sposata, a diciannove anni, senza troppo interrogarsi sui suoi desideri e sul suo futuro. Presto, tuttavia, il ménage familiare e la vita sociale diventano molto più complicati di quanto non avesse supposto. Il marito si fa catturare dall'avventura della guerra e parte. Martha si trova così ad affrontare un periodo di meditazioni e di tentazioni che la porteranno a mettere in discussione quel matrimonio che solo poco tempo prima le era sembrato l'unica scelta di vita desiderabile."
 

isola74

Lonely member
Primo libro letto di questa autrice che da sempre mi incuriosiva, vista la mia passione per la letteratura femminile. Non so se ho fatto bene ad iniziare con questo...diciamo che mi è piaciuto, ho trovato spunti molto interessanti, specialmente quando tratteggia i sentimenti contrastanti di Martha appena diventata mamma (mi sarò un po' immedesimata??:?), e poi nella crisi del matrimonio...Mi ha delusa il finale, mi sembra un po' affrettato e soprattutto non ho capito che fine farà il rapporto con la figlia.....
La Lessing scrive con realismo e, mi pare, con cognizione di causa, sebbene il romanzo sia ambientato, storicamente e geograficamente lontano da noi.
Promosso!
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
anche io ho letto questo romanzo della Lessing, che è la continuazione di Martha Quest, e secondo me anche L'erba canta. Per cui preso a sè stante forse non rende l'evoluzione di questa giovane sudafricana bianca povera che spera nel riscatto del suo essere donna.
 

isola74

Lonely member
anche io ho letto questo romanzo della Lessing, che è la continuazione di Martha Quest, e secondo me anche L'erba canta. Per cui preso a sè stante forse non rende l'evoluzione di questa giovane sudafricana bianca povera che spera nel riscatto del suo essere donna.
nooo:W:W non sapevo fosse la continuazione di un altro romanzo!!!!!!
 

novella76

New member
Io della Lessing ho letto solo "il sogno più dolce". Non so se è già presente nella piccola biblioteca, adesso andrò a vedere. Comunque questo è un libro che vi posso stra-consigliare!
 

nitina

New member
Il secondo capitolo della vita di Martha Quest inizia con i primi giorni di matrimonio della protagonista con Douglas; unione che si dall’inizio non sembra soddisfarla e farla felice, come praticamente quasi tutto quello che le capita. Martha non fa che lamentarsi, non fa che crogiolarsi nella sua infelicità e insoddisfazione.
La giovane coppia vive in una cittadina della Rhodesia, colonia dell’Impero Britannico (odierno Zimbabwe) e si sta preparando, come le altre coppie coetanee all’entrata nella secondo guerra mondiale con entusiasmo e aspettativa. Gli uomini bianchi sanno che avranno un’occasione per evadere dal tetto coniugale, abbandonando la routine quotidiana scambiandola con mirabolanti avventure, senza essere sfiorati dal pensiero della morte sino a quando la guerra non chiede il suo pesante tributo in termini di vite. Le donne invece sono costrette a prendersi tutte le responsabilità della casa e dei figli. Abbandonando la loro vita di cocktails, party e notti di bagordi in giro per gli hotels. Si ritrovano sole sottoposte alle regole (implicite ma vincolanti per tutti) della provinciale e bigotta vita cittadina. Per i negri, invece, entrare in guerra significa andare a combattere e rischiare la vita per una terra che non appartiene loroe che anzi non riconosce loro alcun diritto.
Il tema della discriminazione razziale è estremamente radicato nella quotidianità della città, nelle vite delle vecchie signore che discutono nei loro salotti, così come nelle riunioni dei giovani comunisti.
La vita di coppia di Martha e Douglas non procede per il meglio. Martha è sempre in cerca di qualcosa che non c’è. Perennemente disturbata dal rapporto con la madre (quello con il padre si evolve in meglio alla fine del libro), dal rapporto con il gruppo, dalle amiche…e poi anche dal rapporto con Caroline. Non è mai contenta di se stessa, di quello che fa. Ciononostante non si ribella, non reagisce. Non si scrolla di dosso quel malessere che contraddistingue le sue giornate.
Douglas, dal canto suo, non si accorge di nulla: attribuisce il malumore della moglie alla natura delle donne, almeno sino a quando la situazione non diventa evidente anche a lui; (al ritorno dalla guerra, la troverà innamorata di William!). Doris Lessing ci propone un ritratto impietoso della società coloniale basata sull’ipocrisia e sul perbenismo, sull’apparire e sulla desiderabilità sociale. Solo chi ha già raggiunto una posizione si può permettere di esprimere critiche, tutti gli altri sono tenuti al più rigido conformismo. Quando la società coloniale riceve gli aviatori inglesi, scopre che non ha molto in comune con quei giovani pallidi, mediamente colti che amano parlare di libri, di filosofia, di diritti umani e che trattano i neri della colonia come dei pari. Le buone signore dell’alta società si premurano di organizzare degli incontri per spiegare a quei giovani che (poverini non è colpa loro) non sanno qual è il modo corretto di comportarsi con i negri. Ma ormai la contaminazione è avvenuta: le giovani donne, abbandonate dai loro uomini che hanno fatto di tutto per essere arruolati (anche imbrogliare sulle reali condizioni di salute), si lasciano sedurre da quei gentiluomini inglesi, senza del resto deiderare chissà quali storie d’amore. Vogliono svagarsi e godere anche loro dei vantaggi della guerra.
La scrittrice non risparmia neanche i giovani comunisti, simpatizzanti per la grande Russia, che sembra che facciano tanto e non facciano niente. Si incontrano, organizzano sedute di discussione colletive, ma poi non arrivano al “dunque”.Doris Lessing si addentra anche in riflessioni sulla maternità, sulla differenza di essere madre tra le giovani donne civilizzate e le giovani donne indigene, che possono vivere la maternità in una dimensione naturale. Invece le giovani donne civilizzate non possono avere l’atteggiamento delle negre: “si sa per loro non è come noi, non soffrono nemmeno durante il parto” dirà un’amica infermiera a Martha.
Martha si sente in trappola, è sempre in combutta con se stessa, vive nel senso di colpa perché pensa di non essere una buona madre, di non amare a sufficienza Caroline. E’ circondanta da una famiglia che continua a dirle che la bambina è pallida, che non è in salute. (Nel frattempo lei si nutre solo con del tè per risparmiare i soldi, che poi spenderà per gli opuscoli alle riunioni del gruppo). Chi la circonda non le è d’aiuto, ma al contrario…: non fa che spingerla sempre di più verso un atteggiamento negativo e di poca fiducia in se stessa.
La scrittura della Lessing è il principale pregio di questo libro: riesce a farci tuffare nei pensieri più reconditi della protagonista, ci permette di andare oltre i comportamenti per evidenziarne le motivazioni più profonde, possiede la capacità di esplicitare le differenze di comunicazione tra uomini e donne. Però la mia critica al romanzo è che forse fa tutto questo un po’ troppo bene!
E’ come se in alcuni punti si dilungasse un po’ troppo nello scorrere dei pensieri di Martha, nella storia legata al partito comunista, così come nella parte in cui ci racconta del parto in clinica.
Il mio giudizio è sicuramente positivo; sono stata contenta di aver letto il libro, ma a tratti mi calava la palpebra… ;)
 

Spilla

Well-known member
Un romanzo duro, come ha già scritto qualcuno, a tratti scritto con incredibile capacità introspettiva, a tratti frettoloso e discontinuo, specie verso la fine. Lamarca fondamentale mi sembra la capacità dell'autrice di spiegare aspetti ed esperienza dell'animo femminile al di fuori dei cliché, soprattutto quelli a cui ci hanno abituato gli autori uomini;).
Riprendo il mio commento dal minigruppo (Attenzione: spoiler)
La narrazione mostra personaggi negativi, immobili nella loro rabbia. Nessuno, Martha e Douglas in testa, ha la minima capacità di cambiare. E, come viene perfettamente realizzato dalla Lessing, tutti vivono in uno stato di costante insoddisfazione. Martha sembrava porsi come elemento di rottura dello schema. La sua capacità di analisi, di introspezione, di di svelamento delle ipocrisie sembravano davvero poter produrre un elemento nuovo. Non è stato -fatalmente- così. A dispetto dei suoi pensieri spietatamente critici, Martha nei modi e nelle parole continua a conformarsi alle attese di tutti, per anni. Quando non ce la fa più, l'unica possibilità che trova è quella di buttare tutto all'aria, ma senza produrre alcun vero cambiamento in nessuno.
Alla fine del libro Martha non ha alternative se vuole almeno sperare di vivere una vita sua. Di fatto però non ha mai fatto nulla per cosruire premesse diverse, per rompere vincoli e compromessi.
 

francesca

Well-known member
Il libro è il seguito di Martha Quest
E inizia proprio dopo 5 giorni dal matrimonio di quest’ultima con Douglas.
Un matrimonio affrettato in cui Martha alla fine si trova coinvolta quasi suo malgrado, come quasi ogni decisione che affronta sia nel corso del libro precedente che in questo.
La Lessing continua a portarci nei pensieri più profondi dei suoi personaggi con descrizioni minuziose dei loro stati d’animo, mostrando le contraddizioni estreme che ognuno di loro prova nel corso anche di un singolo dialogo, con una minuzia quasi chirurgica, che, soprattutto nella prima parte del libro, risulta pesante e stancante, difficile da seguire, un po’ forzata.
Come nel primo libro, Martha resta sempre avvinghiata in scelte che non sono veramente sue.
Subisce le amicizie, il rapporto con Douglas, con la madre, la gravidanza, la maternità, il cambio di casa, la guerra, subisce tutto con un continuo senso di impotenza e ribellione senza davvero però mai fare niente per cambiare nulla.
Il libro è discontinuo, la prima parte pesante e immobile, il finale affrettato e caotico.
Penso che la parte più equilibrata sia quella relativa alla gravidanza e al parto di Martha, in cui la Lessing riesce a trovare un giusto equilibrio fa la descrizione degli eventi e il mondo interiore dei personaggi, cosa che invece non ho riscontrato nelle altre parti del libro.
(Riporto il commento dal minigruppo)
Il libro però è magistrale, in ogni momento ti costringe a pensare a mille cose diverse: la guerra, i pregiudizi razziali, le costrizioni sociali, l'amore, la maternità, la politica.
C'è tutto, e tutto è sviscerato nel profondo, senza mai nessun luogo comune o banalità, perchè ogni riflessione scaturisce direttamente dalla narrazione dei fatti e dei sentimenti di chi li vive, mai da analisi astratte.
Martha è un personaggio incredibilmente vero, uno dei più reali che mi sia mai capitato di incontrare in un libro (e infatti mi è venuto spontaneo utilizzare proprio questo verbo: "incontrare" come se avessi conosciuto una persona dal vivo). In ogni momento mi sono soffermata più volte a pensare in quante cose le sono simile.
Rimane il senso di amarezza nel constatare l'assoluta mancanza di libertà di tutti i personaggi del libro, Martha per prima. Le convenzioni sociali, la cultura, i tempi, ogni cosa per la Lessing è fonte di catene, è qualcosa che invece di plasmare e formare, costringe a comportarsi sempre in un modo che non sembra mai una vera e propria scelta consapevole e libera.
Anche il finale, che vorrebbe essere la rottura di Martha con la vita che non ha scelto, lascia comunque la sensazione di qualcosa di inevitabile e che non porta a nessun vero cambiamento, perchè niente dentro Martha è veramente cambiato.

Francesca
 

velvet

Well-known member
Continua la storia di Martha Quest, dopo il suo matrimonio.
Martha non è un'eroina, è una ragazza insoddisfatta, che cerca libertà, un cambiamento, una dimensione propria e ha molte difficoltà a trovarla, sbaglia 100 volte, cambia idea 100 volte, prova ad adeguarsi e poi prova di nuovo a cambiare, non è decisa, non è forte, al massimo è ostinata, ma provo a mettermi nei suoi panni, senza nessun incoraggiamento, senza nessun riferimento, in una società così conformista, ipocrita e immobile, avrei saputo io trovare una strada mia, o mi sarei lasciata portare dallo scorrere delle cose? Ovviamente non lo so, ma so che non sarebbe stato per niente facile.
Martha non trova nè felicità nè libertà, ed era immaginabile dati i presupposti: Martha non sa costruire niente, neanche ci prova, alla fine riesce solo a 'buttare tutto all'aria' a fuggire, trovandosi così incastrata in altri doveri, altre aspettative, che ancora una volta non sono le sue.

Sono curiosa di leggere la terza parte della storia, ma guardando un po' in rete mi è sembrata di difficile reperimento...

Sono d'accordo con chi ha detto che il libro cambia nella seconda parte: i fatti irrompono nella vita di Martha e precipitano le cose in maniera drammatica, mentre prima, la totale assenza di accadimenti, rendeva la sua vita (e quindi il libro) molto intima e riflessiva.

Mi è piaciutyo molto, consigliato. Soprattutto dopo la lettura di Martha Quest.
 
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