Il mestiere delle armi narra un pezzo di storia italiana, il tentativo da parte del soldato di ventura Giovanni dalle Bande Nere di fermare le truppe lanzichenecche di Carlo V che scendono verso Roma per saccheggiarla e punire il Papa reo di un voltafaccia, Giovanni verrà tradito dal Duca di Ferrara che fornirà dei cannoni che risolveranno la battaglia a favore dei tedeschi e dal Marchese di Mantova, che lascerà passare i lanzichenecchi mentre impedirà il passaggio a Giovanni. La seconda parte del film è incentrata sull'agonia di Giovanni, ferito a morte da un pezzo di artiglieria.
Il film è molto bello, girato in modo molto rigoroso, in un clima cupo e riflessivo che fa vedere la guerra di 500 anni fa così simile a quella di oggi, non dal punto di vista tecnologico ma nella stupidità dei potenti riesce ad influire in modo determinante sul destino dei popoli e come la "sporca guerra" riesca a creare degli eroi nel modo più paradossale, persone che hanno scelto il mestiere delle armi e che si ritrovano a diventare loro malgrado degli eroi.
Il film è molto bello, girato in modo molto rigoroso, in un clima cupo e riflessivo che fa vedere la guerra di 500 anni fa così simile a quella di oggi, non dal punto di vista tecnologico ma nella stupidità dei potenti riesce ad influire in modo determinante sul destino dei popoli e come la "sporca guerra" riesca a creare degli eroi nel modo più paradossale, persone che hanno scelto il mestiere delle armi e che si ritrovano a diventare loro malgrado degli eroi.