Risi, Dino - Il sorpasso

elisa

Motherator
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Una giornata di Ferragosto in una Roma deserta porta ad incontrarsi l'esuberante Bruno ed il timido studente di legge Roberto. Un film on the road girato nelle spiagge del Lazio e della Toscana e che mette a confronto due personalità e stili di vita diversi, quelli di Gassmann e di Trintignant, furbesco e disimpegnato il primo, profondo ed onesto il secondo, che pur nella leggerezza della commedia nascondono una critica sociale all'Italia di quegli anni e di come si sarebbe poi trasformata. Un film che è un vero capolavoro che corre veloce fino al tragico finale.
Tutto è perfetto in questo film, che consiglio di vedere per quanto sia riuscito a dipingere quale sarebbe stata l'Italia vincente degli anni a venire.
 

Masetto

New member
Molto bello. I personaggi sono ben costruiti, credibili ed approfonditi e la storia coinvolge. Ma soprattutto Risi sa mettere alla berlina la faciloneria e l’egoismo di Bruno con grande lucidità.
Solo il finale non è all’altezza secondo me: pare appiccicato lì tanto per chiudere la vicenda con un colpo di scena. Per me era meglio se finiva con loro due che si separavano sotto la casa del ragazzo, dov’era cominciato tutto. Anche perché alla fine non vediamo nessuna “presa di coscienza” in Bruno: la sua mancata “partecipazione” alla tragedia che ha causato (non tradisce nessuna emozione quando gli chiedono chi era il ragazzo) è il culmine del suo cinismo e può far pensare che non avrà nessun rimorso, che continuerà ad essere quello di prima. In tal modo il suo cinismo può sembrare una scappatoia, uno potrebbe persino prenderlo a modello, perché appare che se sei indifferente verso gli altri non soffri. Questo indebolisce la critica a quel modo d’essere. Chiaro che nella realtà esistono persone così egoiste ed insensibili, ma se Risi voleva “condannare” proprio questo tipo di persone non avrebbe dovuto mostrarci un cinico che forse, malgrado le sua responsabilità nell’incidente, se la caverà e sarà ancora quello di prima. Così finisce per essere cinico anche Risi, secondo me! “Non pochi hanno lamentato il cambio di rotta mostrato all’epilogo” dice anche il Farinotti, e Paolo Mereghetti: “Il finale tragico suona come una morale appiccicata”.
 

elisa

Motherator
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io non lo so se Risi voleva dare una morale con un finale così emblematico però a parer mio lo trovo l'unico possibile, in quanto la spericolatezza di Bruno, anche morale certo, non poteva che portare al peggio, e chi soccombe è la persona migliore, che è anche simbolico della fine di un mondo, di un modo di pensare, dove i furbi prevalgono sugli onesti e i malfattori sui giusti.
 

Masetto

New member
la spericolatezza di Bruno, anche morale certo, non poteva che portare al peggio
Credo anch'io che il film voglia significare questo, ma per me il finale resta troppo plateale, una troppo “meccanica” punizione del “cattivo” (non intera comunque, visto che non lo vediamo dar segni di aver subito il colpo). Nella realtà, solo alcuni spericolati finiscono con l'ammazzare qualcuno.
Trovo molto più interessante e veritiero, per esempio, il modo in cui è trattato il rapporto di Bruno con la sua famiglia, perchè l'indifferenza e il sostanziale disprezzo che moglie e figlia hanno per lui sono così evidenti e giustificati psicologicamente che lo spettatore, secondo me, non può non esserne colpito, e non vedere come Bruno, per colpa del suo egoismo, sia solo e umanamente fallito.
 

asiul

New member
Questo film è un capolavoro.Non a caso è stato inserito fra i migliori della storia del cinema.
Il carattere di Bruno è comune a "parecchi" Italiani. Indifferenza, superficialità e la spensieratezza di un ragazzino irresponsabile che in un adulto non può che fare danni. Nonostante questo sembra essere il più simpatico e solo apparentemente quello vincente. Infatti la sua vita è un disastro. Riuscirà comunque a cavarsela. Amaramente, certo. E a pagarne le spese sarà Roberto. Un ragazzo che ha avuto l'unico torto di voler cambiare per un giorno la monotonia delle sue giornate.

Un film amaro e comunque divertente. Un'ottima commedia.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
è un film che rivedo per la terza volta a distanza di pochi mesi, in occasione della sfida cinematografica, e qusta volta quello che mi ha colpito è l'approfondimento della personalità di Roberto, interpretata da un emblematico Jean Louis Trintignant. Il suo percorso interiore di iniziazione alla vita è sottolineato dal monologo interiore che ne rivela i pensieri spesso in forte contraddizione con quelle che saranno poi le parole e le azioni del suoagire. Un giovane che non riesce ad essere assertivo, non tenta neanche di imporsi al vulcanico e immaturo Bruno. Bellissimo il confronto tra loro due, molto giocato sul vigore fisico di Bruno in contrasto con l'aspetto da studente intellettuale, timido e impacciato di Roberto.
Un capolavoro che ad ogni visione offre un interessante aspetto su cui soffermarsi.
 

~ Briseide

Victorian Lady
Questo film mi ha fatto un'ottima impressione. Ci sono più aspetti che colpiscono: il forte contrasto tra l'eterno Peter Pan Bruno ed il responsabile Roberto è solo il primo. Un po' buffone di corte, superficiale, sprovedduto eppur simpatico il primo, riesce a far dubitare il ragazzo delle convinzioni razionali che l'hanno guidato sino ad allora. Egli pian piano si lascia trascinare da quell'uomo così diverso da lui, sino ad assecondarne le idee e a tentare di immedesimarsi in egli: è drammatico come, proprio in quel momento la sua vita debba avere fine. Forse una metafora della nullità del modo di vivere di cui Bruno si faceva portatore? E' amareggiante il modo, come avete già sottolineato, Bruno si mostri quasi indifferente all'incidente, come se l'idea che fosse stata la sua irresponsabilità ad aver causato tutto ciò, non gli avesse nemmeno sfiorato il cervello. Bravissimi i due attori. Ottimo mix tra commedia e dramma.
 

Grantenca

Well-known member
Bellissime ed esaustive le recensioni che mi hanno preceduto. Oltre a quanto detto, (bellissimo il percorso del giovane Trintignant che seguendo l'arrivista, simpatica canaglia Gassman comincia a dubitare delle sue serie convinzioni) questo film è una perfetta fotografia degli anni del boom in Italia, e quindi oltre al grande valore artistico ha un ottimo valore didattico, quasi una pagina di storia. Meritato il giudizio di capolavoro.
 
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