Le ceneri del Muro

Mizar

Alfaheimr
Non vi è nazionalismo né sterile difesa del confine; non vi è egoismo o univoca opzione politica; non v'è altro che pietra, oggi, lungo il vecchio limite arruginito ed andato.
L'ascesa ed il declino di un muro è, ancora una volta, simbolo; ed è simbolo circolare di massi e di carne, di carbonio.

Questo thread vuol essere una memoria e null'altro (specie se politico): vuole essere il muro e la sua caduta; vuole essere il senso di quel cadere.



 

lillo

Remember
L'abbattimento di quel muro è stato un grande passo avanti verso la libertà dell'individuo.
Spero che altri muri vengano progressivamente abbattuti.
 

Nikki

New member
un pensiero anche a coloro che, preparando la strada dell'abbattimento, sfidavano l'imponenza della pietra e scavalcavano il limite imposto. con successo, ma anche no.
 

Vladimir

New member
Io voglio andare un po' controcorrente (come al solito), ma vorrei fare questo ragionamento: che il sistema sovietico fosse un Leviatano è fuor di dubbio, ma come un giorno mi disse una signora moldava e come mi riconfermò un ragazzo polacco che studia con me: che ce ne facciamo della vostra libertà quando i nostri padri/mariti perdono il lavoro, la banche si comprano le nostre case, ora dobbiamo pagare per studiare all'università, gli ospedali hanno i medicinali scaduti, le pensioni non vengono più pagate con regolarità e comunque non sono più sufficienti per vivere? Almeno prima c'era un'assistenza statale che qualcosa dava, tutti potevano studiare indipendentemente dalle possibilità economiche, c'era lavoro per tutti, c'era sicurezza per strada, c'era disciplina nella società. Siamo proprio sicuri di essere portatori della verità assoluta noi occidentali?
Olga penso che possa raccontarvi un po' le condizioni dell'industria ucraina del dopo URSS (tanto per fare un esempio la città di Dnepropetrovsk) e dei problemi che stanno affrontando ora che il balsamo salvifico del libero mercato è arrivato anche lì.
 

Nikki

New member
Io voglio andare un po' controcorrente (come al solito), ma vorrei fare questo ragionamento: che il sistema sovietico fosse un Leviatano è fuor di dubbio, ma come un giorno mi disse una signora moldava e come mi riconfermò un ragazzo polacco che studia con me: che ce ne facciamo della vostra libertà quando i nostri padri/mariti perdono il lavoro, la banche si comprano le nostre case, ora dobbiamo pagare per studiare all'università, gli ospedali hanno i medicinali scaduti, le pensioni non vengono più pagate con regolarità e comunque non sono più sufficienti per vivere? Almeno prima c'era un'assistenza statale che qualcosa dava, tutti potevano studiare indipendentemente dalle possibilità economiche, c'era lavoro per tutti, c'era sicurezza per strada, c'era disciplina nella società. Siamo proprio sicuri di essere portatori della verità assoluta noi occidentali?
Olga penso che possa raccontarvi un po' le condizioni dell'industria ucraina del dopo URSS (tanto per fare un esempio la città di Dnepropetrovsk) e dei problemi che stanno affrontando ora che il balsamo salvifico del libero mercato è arrivato anche lì.

peccando di eccessiva semplicità, la prima cosa che mi viene da rispondere è che trovare un'altra gabbia in cui chiudersi non dovrebbe essere poi così difficile. se è davvero questo quello che si vuole
 

Vladimir

New member
peccando di eccessiva semplicità, la prima cosa che mi viene da rispondere è che trovare un'altra gabbia in cui chiudersi non dovrebbe essere poi così difficile. se è davvero questo quello che si vuole

La mia voleva essere semplicemente la constatazione di come la caduta del muro ci venga presentata come un processo univoco e che ha portato solo cose positive, mentre vengono sempre abilmente nascosti i guasti che il passaggio così brusco da un sistema a un altro e soprattutto la distruzione del territorio dell'URSS hanno provocato. Pensa solo questa cosa: 20 milioni di persone nello spazio dell'ex-URSS si sono trovate all'estero da un giorno all'altro (il problema ad oggi non è ancora stato risolto). Quello che volevano dirmi quelle persone, credo fosse semplicemente questo: quando riesci a stento a permetterti pranzo e cena in un solo giorno, della libertà all'occidentale non sai cosa fartene, e quindi, inevitabilmente, guardi alle sicurezze che avevi un tempo e al fatto che comunque, nel bene o nel male, fame non ne facevi e delle sicurezze, per quanto insignificanti fossero, almeno c'erano.
 
Capisco Vladimir molto bene quello che cerchi di dire, però ti devo correggere… non è cosi.
È verissimo quello che hai scritto, il standard medio nei paesi ex-comunisti è calato ed anche molto improvviso, però il problema non sta nella forma del regime capitalista in quale si sono trovati dal un giorno all’altro. Devi sapere che il comunismo applicato in pratica è molto ben diverso da quello che ci è stato presentato da Marx, e che si era trattato di una semplice dittatura che usava il lavaggio del cervello della massa, per poterla gestire e usare per i suoi ben precisi scopi politici… Ti nomino solo un esempio di quello che dico: nella società comunista non esisteva la cronaca nera. Nei giornali, nei telegiornali non si era mai nominato un caso di violenza, di furto, della droga,… io in primi diciotto anni della mia vita non avevo mai sentito di un caso del omicidio, del stupro…. ma non perché questo non è successo mai, ma perché cercavano in ogni modo di presentarci la società comunista come una società ideale in quale queste cose non succedono. E nello stesso tempo ci portavano i dati della cronaca nera dai paesi capitalisti….
Un altro esempio: la libertà di parola non esisteva…. libertà di stampa neanche. La gente finiva in galera per una parola, per un pensiero…. La religione è stata messa al bando: se per caso frequentavi la chiesa, non riuscivi a trovare un posto di lavoro… al posto di Natale, c’era il giorno del compleanno di Tito (25. maggio, la Festa della gioventù…)



(parlando di lavaggio del cervello, ecco il testo della canzone: "Tito è il nostro Sole, Tito è il nostro cuore.... nazione, Partito (comunista), gioventù, armata...")

Le parate(per mostrare la grandezza, e per intimidire gli nemici :??):



I viaggi al estero erano molto limitati, se non anche negati ad alcuni… e tanta altre cose, che non mi va di nominare adesso…. Pensa un po’ solo che hanno riscritto tutta la storia dalla seconda guerra mondiale in poi (quello che ho studiato io è molto ben diverso da quello che ho appreso dopo la caduta)…

Quello che hai nominato tu è vero, la classe media (che rappresentava la maggioranza della società) è sparita; e adesso si trovano divisi in due classe: i ricconi (10% della popolazione) e i poveri (il resto)… ma questo è il risultato di tutti capitalisti provenienti dal estero, che hanno sfruttato l’occasione e hanno acquisito le fabbriche (tutte, o quasi), pagando la mano d’opera ai prezzi attuali del paese dove sono entrati, ma nello stesso tempo hanno alzato i prezzi dei loro prodotti alle stesse cifre dai paesi da dove sono arrivati… Stessa cosa riguarda l’assistenza medica, gli studi universitari, e tanto altro ancora. Siccome prima il Stato aveva nella mano tutta l’industria del paese, poteva permettersi l’assistenza statale… adesso invece, non ne ha, e automaticamente c’è bisogno di pagare il tichet per le visite mediche, per i medicinali,… (p.s. i studi universitari sono ancora gratuiti… meno male, almeno questo :mrgreen:)

I titolari delle fabbriche provengono dai paesi sviluppati, usano le alte tecnologie, il che riflette molto sul numero della mano d’opera rispetto a quello richiesto prima del loro arrivo, e per ciò un grande numero della gente si è trovata da un giorno al altro senza lavoro… il che comporta ancora il maggiore ribasso del prezzo di mano d’opera. In questo modo si è entrato in un circolo viziato, che è molto difficile da spezzare, se non anche impossibile.

A dire il vero, non lo so quale dei mali è peggiore… e non vedo neanche la possibilità di una via d’uscita…. :W :W :W
 

Mizar

Alfaheimr
Sul primo post sono in totale disaccordo (basti addurre la quantità di morti in lassi di tempo record). Neppure concordo sulla possibilità di una Unione ove vi era assoluta sicurezza sociale - la gente moriva, ed anche improvvisamente o per motivazioni incomprensibili; non sulle banche-comperatrici (fenomeno dovuto alla scarsa competenza di politici urss...) essendo che prima queste persone non potevano affatto parlare di "nostre case"; non sul cattivo andamento in generale della amministrazione e dei servizi (sanità, previdenza) essendo che questo si presentava anche su molti territori della unione ed essendo che la corruzione era regola ed essendo che vi era libertà e liberalizzazione solo come eccezione (in pura discrezionalità o capricco) ed essendo che, come occidentale (leggi come tedesco), un lavoro certo(magari per il partito...e magari come spia dopo aver firmato un documento camuffato), una pensione certa, una assistenza sanitaria certa (garantita comunque anche in vari paesi liberali ed ad altissimi livelli) me li faccio fritti se non godo allo stesso tempo delle libertà fondamentali che i miei padri (tetesckhi) han costruito e per cui han combattuto. Steso dicasi per la tanto decantata istruzione: istruzione controllata (i bambini venivan interrogati capziosamente ed ingannevolmente anche sulla vita domestica per incastrare i genitori) di dubbia facondità nonchè imparzialità istruzione gravida di segreti, di kafkaniate, di censure, di non detti, di omissioni, di libri di testo quantomeno di parte, di revisioni dei fatti storici...

Mi domando, tra l'altro, chi abbia detto di essere portatore di verità universali. E che cosa vlad intenda per verità universali :?
Curioso notare come il pensiero occidentale, nell'insieme, abbia teso più o meno progressivamente, al bando di verità universali...
Però attenzione agli occidentali-portatori-di-verità-universali, mi raccomando ! :mrgreen:

Ricordo inoltre che si para di una frazione di nazione invasa (Germania) e non del territorio slavo. Trattasi di simpatica imposizione dittatoriale.

Domanda: Vlad, pensi seriamente di essere controcorrente ? :mrgreen: Ma ti sei guardato un pò in giro :W

La mia voleva essere semplicemente la constatazione di come la caduta del muro ci venga presentata come un processo univoco e che ha portato solo cose positive, mentre vengono sempre abilmente nascosti i guasti che il passaggio così brusco da un sistema a un altro e soprattutto la distruzione del territorio dell'URSS hanno provocato. Pensa solo questa cosa: 20 milioni di persone nello spazio dell'ex-URSS si sono trovate all'estero da un giorno all'altro (il problema ad oggi non è ancora stato risolto). Quello che volevano dirmi quelle persone, credo fosse semplicemente questo: quando riesci a stento a permetterti pranzo e cena in un solo giorno, della libertà all'occidentale non sai cosa fartene, e quindi, inevitabilmente, guardi alle sicurezze che avevi un tempo e al fatto che comunque, nel bene o nel male, fame non ne facevi e delle sicurezze, per quanto insignificanti fossero, almeno c'erano.
Qui invece sono tendenziamente d'accordo. Mas bisogna ricordare che una cosa è "il muro" (libertà contro imposizione) per la Germania dell'Est è altro è il dissennato modo con cui si è proceduto dopo la caduta del comunismo.
Sulla disennatezza sono d'accordo con te: d'altra parte è in linea con la dissennatezza precedente.
Tutto è dovuto al modo assurdo e controproducente con cui, in iizio di anni '90, si è scelto di affrontare il problema della "transizione".

Di poi, la frase che ho posto in grassetto è decisamente significativa ed interessante. Ci dice molto su quanto ha prodotto il mostro sovietico: lavoro, sporco denaro, pezzi di pane, muri, uccisioni.
 

Mizar

Alfaheimr
Capisco Vladimir molto bene quello che cerchi di dire, però ti devo correggere… non è cosi.
È verissimo quello che hai scritto, il standard medio nei paesi ex-comunisti è calato ed anche molto improvviso, però il problema non sta nella forma del regime capitalista in quale si sono trovati dal un giorno all’altro. Devi sapere che il comunismo applicato in pratica è molto ben diverso da quello che ci è stato presentato da Marx, e che si era trattato di una semplice dittatura che usava il lavaggio del cervello della massa, per poterla gestire e usare per i suoi ben precisi scopi politici… Ti nomino solo un esempio di quello che dico: nella società comunista non esisteva la cronaca nera. Nei giornali, nei telegiornali non si era mai nominato un caso di violenza, di furto, della droga,… io in primi diciotto anni della mia vita non avevo mai sentito di un caso del omicidio, del stupro…. ma non perché questo non è successo mai, ma perché cercavano in ogni modo di presentarci la società comunista come una società ideale in quale queste cose non succedono. E nello stesso tempo ci portavano i dati della cronaca nera dai paesi capitalisti….
Un altro esempio: la libertà di parola non esisteva…. libertà di stampa neanche. La gente finiva in galera per una parola, per un pensiero…. La religione è stata messa al bando: se per caso frequentavi la chiesa, non riuscivi a trovare un posto di lavoro… al posto di Natale, c’era il giorno del compleanno di Tito (25. maggio, la Festa della gioventù…)

(parlando di lavaggio del cervello, ecco il testo della canzone: "Tito è il nostro Sole, Tito è il nostro cuore.... nazione, Partito (comunista), gioventù, armata...")
Le parate(per mostrare la grandezza, e per intimidire gli nemici :??):

I viaggi al estero erano molto limitati, se non anche negati ad alcuni… e tanta altre cose, che non mi va di nominare adesso…. Pensa un po’ solo che hanno riscritto tutta la storia dalla seconda guerra mondiale in poi (quello che ho studiato io è molto ben diverso da quello che ho appreso dopo la caduta)…

Quello che hai nominato tu è vero, la classe media (che rappresentava la maggioranza della società) è sparita; e adesso si trovano divisi in due classe: i ricconi (10% della popolazione) e i poveri (il resto)… ma questo è il risultato di tutti capitalisti provenienti dal estero, che hanno sfruttato l’occasione e hanno acquisito le fabbriche (tutte, o quasi), pagando la mano d’opera ai prezzi attuali del paese dove sono entrati, ma nello stesso tempo hanno alzato i prezzi dei loro prodotti alle stesse cifre dai paesi da dove sono arrivati… Stessa cosa riguarda l’assistenza medica, gli studi universitari, e tanto altro ancora. Siccome prima il Stato aveva nella mano tutta l’industria del paese, poteva permettersi l’assistenza statale… adesso invece, non ne ha, e automaticamente c’è bisogno di pagare il tichet per le visite mediche, per i medicinali,… (p.s. i studi universitari sono ancora gratuiti… meno male, almeno questo :mrgreen:)

I titolari delle fabbriche provengono dai paesi sviluppati, usano le alte tecnologie, il che riflette molto sul numero della mano d’opera rispetto a quello richiesto prima del loro arrivo, e per ciò un grande numero della gente si è trovata da un giorno al altro senza lavoro… il che comporta ancora il maggiore ribasso del prezzo di mano d’opera. In questo modo si è entrato in un circolo viziato, che è molto difficile da spezzare, se non anche impossibile.

A dire il vero, non lo so quale dei mali è peggiore… e non vedo neanche la possibilità di una via d’uscita…. :W :W :W

Son felice di vedere che il post di nicole è confermativo (a priori) del mio. Ribadisco che il problema degli imprendtori e delle multinazionali venuti dall'estero e sfruttanti ribaassi monetario-finanziari è frutto di una cattiva politica di politicanti russi; politicanti inesperti o comunque incapaci di affrontare situazioni di libertà e di mercato che non conoscevano fino a ieri.
E' un pò come svegliarsi da un sogno: la realtà, in quei 70 anni, è cambiata...(sarebbero stati necessari alcuni anni "preparatori" per spostare le attenzioni politiche da questioni censuratorie, spionistiche, terroristiche, orwelliane, siberiane, deumanizzanti, ad altre quali la regolazione dei mercati, le norme sulla concorrenza, i cuscinetti finanziari, economici, sociali).

Mi permetto di aggiungere che Marx ha avuto il postumo lusso di veder effettivamente attuati diversi tentativi di traduzione della sua utopia. Il fatto che tutti abbiano prodotto un certo tipo di risultati signficherà qualcosa.
 
Per chiudere il pensiero sulle ditatture, mi è venuto in mente un passo di Platone (Mizar, questo è colpa tua, non dovevi aprire quel topic sulla filosofia...:mrgreen:):

La tirannia non è una buona soluzione, né per chi la subisce, né per i suoi figli né per i suoi discendenti; essa piuttosto, è di per se un fatto negativo. In effetti, solo la gente dalla mente ristretta e servile, che vive e vivrà nell'ignoranza di ciò che è giusto e buono nei confronti degli uomini e degli dei potrebbe godere di guadagni ammassati illegalmente. :wink:
 

Zefiro

da sudovest
le donne dei vinti

Io ho orari di lavoro molto lunghi, spesso rientro a casa la sera tardi, a volte, quando necessario anche più tardi, quando la notte è già cominciata…

Il muro a me fa pensare alla guerra, fredda forse, ma pur sempre guerra, con morti e feriti ed infinite sofferenze che si è combattuta tra i due blocchi per decenni. E la sua caduta rimanda pertanto inevitabilmente alla fine della guerra, con tutto ciò che di bello e di meno bello questo comporta. Già, perché se la fine di una guerra è cosa buona di per se, non va dimenticato che finire una guerra significa anche che ci sono vincitori e vinti. Si, gli sconfitti.

Ricordate le guerre, quelle del passato anche recente, o di attualità, e poi su su fino a romani, greci, persiani? Erano affare spietato. Conquista, saccheggio, distruzione ed un comun denominatore: l’appropriarsi delle donne dei vinti. Prenderle, usarle, violentarle, stuprarle. Questo era il primo atto, dopo mesi di assedio che i vincitori si davano premura di porre in essere alla caduta di una città: stuprare le donne dei vinti. Brutta cosa. Eppure è sempre andata così.

Non riesco a togliermi dalla mente che la guerra fredda, in cui due sistemi si sono confrontati ed affrontati senza esclusione di colpi proponendo (e imponendo) a pezzi di mondo due diverse concezioni di economia, organizzazione e struttura di stato, abbia avuto la sua ultima battaglia sugli scaffali del supermercato, sulla capacità di riempirli, sulla capacità di metter nelle tasche della gente abbastanza denaro per comprare. Insomma, ciò che gli economisti pomposamente chiamano capacità ed efficienza di produzione e redistribuzione della ricchezza.

Ho orari lavorativi lunghi dicevo, e quando torno a casa tardi in macchina le vedo lì, sui nostri marciapiedi, le donne degli sconfitti, a disposizione dei vincitori, le donne di coloro che hanno perso la guerra. Le vedo sfilare all’indietro attraverso il vetro del finestrino della mia auto, mentre guido, con la musica bassa, il led dell’autoradio che brilla al buio. Grazie al cielo, penso a volte, qui abbiamo vinto. Pensiero antipatico: già… siamo sempre un po’ meschini…

Indipendentemente dalla bontà o meno del sistema politico di riferimento, a me la caduta del muro fa pensare a questo: alla fine della guerra. Alla peculiarità dei dirigenti politici dell’est, unici nella storia ad esser stati capaci di far violentare le donne dei loro paesi non dopo aver eroicamente combattuto tra lacrime e sangue ed esser stati sopraffatti (brutta cosa dicevo, ma è sempre andata così, non nuova se non altro) ma a colpi di offerte speciali, lì, tra gli scaffali del supermercato, tra la nutella e il nescafè.
 
Alto