VI Musicforum - Rotary Club of Malindi (Vecchioni)

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elisa

Motherator
Membro dello Staff
Per il momento ho ascoltato le prime quattro canzoni e devo dire che sono tutte e quattro deludenti :boh: il livello musicale è bassino e anche i testi sono così così.
Il libraio di Selinunte sembra un po' un piagnisteo che cita sè stesso de Le lettere d'amore, l'attacco è pressochè lo stesso.
Carina la prima Nini kuna? ma niente di più, una musica facile facile e già strasentita.
L'uomo che vorrei, mi lascia molto perplessa sia a livello musicale che come testo, un po' ruffiana e senza emozione.
Rotary Club of Malindi a questo punto è la migliore delle quattro, ma arriva appena alla sufficienza.
 

Dory

Reef Member
Da un articolo apparso sul Corriere della sera (25/03/2004):

"Il disco nasce da una crisi. «Ero stanco, depresso, annoiato. Avevo perso il senso dell' esistenza. Così decisi di prendermi una vacanza, in Africa». Cosa l' ha portata in Kenya? «Il caso. Prima sono andato in un villaggio, poi ho preso una piccola casa. Ora torno ogni due mesi. Laggiù hanno una pazienza della vita che a noi manca: hanno visto tante sventure, le nuove tragedie sono sempre più piccole di quelle già vissute. Molti però sono già rovinati dalla nostra cultura del fregare, superare gli altri e possedere». Quale musica ha trovato? «Il reggae resiste, cantato in inglese: come un pacco spedito all' estero che è tornato indietro un po' malconcio. Però c' è grande passione: suonano strumenti rabberciati, invocano il lavoro, Dio. È un piacere ascoltarli. Qualche volta mi unisco a loro per cantare, nei bar scalcinati, alla Hemingway». Cosa cantava? «Guccini, Battisti e anche qualche pezzo mio. All' inizio erano sorpresi, la globalizzazione da loro ha portato solo Celentano, Laura Pausini ed Eros Ramazzotti. Però i miei "interventi" sono piaciuti: "Papa, dammi il nastro", mi chiedevano. Così ora porto sempre qualche cassetta registrata». Cos' ha imparato? «Mi sono ridimensionato. Nel mio mestiere si rischia di essere sopraffatti da egocentrismo ed esaltazione. A me, che sono uno scavezzacollo, quel viaggio ha permesso di riconoscere di nuovo i miei limiti, i confini fra sogno e realtà». "

«Un concerto all' insegna della semplicità» dice Vecchioni a proposito del suo concerto che ci sarà stato di lì a breve all'Auditorium.
 

Dory

Reef Member
Questo è l'intervento di Roberto Vecchioni in persona, che si trova sul suo forum, in cui lui stesso parla di Rotary:

"Ormai son passati due giorni e posso farmi vivo_Ora avete davanti quello che ho io e ne possiamo parlare meglio.
Sono felice, perfino entusiasta dei giudizi e soprattutto delle critiche . Nessuno è perfetto ,mi farebbe senso esserlo. Ho voluto e amato "Rotary..." ,come una rinascita ,perchè mi stupivo di me ad ogni cosa che scrivevo e mi rivolevo bene lentamente.L'ho dovuto far nascere come un gioco, come uno scherzo, perchè non mi prendevo più sul serio ,e poi ,piano piano,intuendo che solo attraverso questo gioco ritornavo in me e cominciavo a stimarmi di nuovo e a capire che tutto è sempre dopo, tutto è sempre davanti.
Il viaggio in Kenya è stato fondamentale, ma sono stati fondamentali anche Mauro e mia madre.Mauro mi ha scosso, mi ha gridato che i lamenti, i piagnistei non servono a nessuno.Mia madre mi ha guardato nella sua cucina ,tutta piastrellata anni cinquanta, e mi ha detto "prendimi in giro ,ma soprattutto prenditi in giro ,magari con un tango ,che è il mio tempo preferito."
E l'ho fatto. Son partito da lì, perchè se no non sarei arrivato a niente.Ma la sua canzone l'ho dovuta purtroppo rivedere.

Non si scrivono dischi, non si scrive niente con undici (presunti) capolavori.Non ho provato mai a farlo e non lo farò mai ,perchè ogni opera di comunicazione ha bisogno di pause e facezie, nugae ,piccolezze ,dal fondo lontanamente serio.Un cd non è un immaginifico trasportare anime in atmosfere irrespirabili dal principio alla fine : è una "tranche de vie", dove le piccolezze ,le presunte bassezze della vita si intersecano al volo alto, alle nuvole. Nessuno, nemmeno in arti più auliche si è mai comportato così.Nelle tragedie greche ci son parti farsesche o comiche, nei grandi romanzi del realismo ci son tratti di attenuazione, di passaggio ,nel melodramma ci son duetti narrativi mai all'altezza emotiva dell'opera, non esiste un disco di Fabrizio in cui a un certo punto non intervenga il ridimensionamento ,il gioco ,il divertissement : Cecov ,che era Cecov, nei momenti più tragici inseriva un 'inversione banale (Il giardino dei ciliegi, Le tre sorelle) ,perchè qui sta il mistero del comunicare : scendere e salire ,presentarsi come esempio folgorante e riproporsi come normalità, cronaca .
Lo so anch'io (aloe) che qualcosa qui dentro è all'apparenza (e in saecula) meno importante,mannaggia, se lo so.Ma facevano parte di quella storia, di quel periodo e avevano tutto il diritto di restarci, in questo disco.
E in questo disco (che è tutt'altro dal "Lanciatore", com'era giusto che fosse),in mezzo alle tante cose che vi aspettavate da me e che ci sono e che non possono stupirci più di tanto, ci sono almeno tre invenzioni (che io amo particolarmente) che vanno molto oltre.
La frase di sax de "il vecchio e il mare" (che è tutta la canzone).
La melodia e la povertà testuale de "L'uomo che vorrei".
La rappresentazione dello stato d'animo di Marika.
Tutto il resto era mio già prima : potevo scriverlo anni fa ,mesi fa: queste cose no.
E scusatemi se nel mio piccolo ne sono orgoglioso: significa che cresco e cambio e cerco e a volte mi batto.

Roberto Vecchioni"
 

Dory

Reef Member
Vecchioni vuole raccontare in modo semplice e allegro la sua esperienza, niente di più. Da qui canzoni come Nini Kuna e Rotary Club. Le sue parole e il sapore esotico della musica, seppur semplice, ricreano perfettamente quell'atmosfera.
Il libraio di Selinunte "un piagnisteo"? Addirittura?
A me sembra una splendida favola, magica e delicata, molto toccante. E' tratta da un suo libricino che ha pubblicato.
Ner riporto qualche strofa:

"Così di notte in quella stanza dove mi dimenticavo il tempo,
io stavo ad ascoltarlo di nascosto mentre lui leggeva
parole di romanzi e versi come cose da toccare
e al frusciare di pagine mi sentivo volare..."


"Così la notte,quando gli incendiarono la casa,
e la gente rideva e diceva che era finalmente ora,
capii che c'è davvero una diversità infinita
tra imparare a vivere e imparare la vite:
C'è davvero una diversità infinita
tra imparare a vivere e imparare la vita"

"troppi uomini non cambiano e non cambieranno mai:
parlano tutti, ma non dicono parole,
le loro cose non diventano parole:
mi manchi tu, mi mancano le tue parole..."


Forse qualcuno la troverà banale, a me fa pensare a tante cose, fa pensare a quei bambini che non hanno la possibilità di studiare, di poter leggere e imparare cosa c'è intorno a loro e al di fuori del piccolo mondo in cui fanno fatica persino a vivere, e a quelli a cui fa comodo che restino ignoranti. Mi fa pensare a quelli che parlano tanto e non dicono niente, e a quelli che parlano poco, ma dicono tanto e non vengono ascoltati.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Forse piagnisteo è una parola forte ed eccessiva, però ogni tanto trovo Vecchioni irritante, così ripiegato e lagnoso, e Il libraio di Selinunte è uno degli esempi di questo genere. A me Vecchioni piace solo in alcune canzoni, e trovo che per il momento di questo album mi piaccia veramente pochino, lo trovo un poco uno scivolone. :boh:
 

Dory

Reef Member
Forse piagnisteo è una parola forte ed eccessiva, però ogni tanto trovo Vecchioni irritante, così ripiegato e lagnoso, e Il libraio di Selinunte è uno degli esempi di questo genere. A me Vecchioni piace solo in alcune canzoni, e trovo che per il momento di questo album mi piaccia veramente pochino, lo trovo un poco uno scivolone. :boh:

Forse non sarà uno dei suoi dischi migliori, io non li conosco tutti, però non capisco (e non sono molto d'accordo) perché lo definisci "ripiegato e lagnoso".
A me sembra che abbia raccontato delle storie, come fa sempre del resto, storie di persone, dei loro stati d'animo, i suoi sono dei ritratti (il vecchio, il libraio, Marika) forse per questo ti sembra "ripiegato", perché racconta la storia dal di dentro. A me dà l'impressione che la voce narrante, sebbene parli in terza persona, sia in realtà all'interno del protagonista della vicenda. Forse perché riesce a plasmare un suo stato d'animo dandogli la forma di un personaggio con la sua storia. Io credo che in questo Vecchioni sia il migliore, o per lo meno il più immediato e diretto.
Poi in molte canzoni ci mette se stesso e basta, nudo e crudo, senza metafore o giri di parole, e racconta quello che deve raccontare così com'è.
E forse proprio per questo può sembrare "lagnoso".
In genere la maggior parte dei cantautori si nasconde dietro parole non immediatamente comprensibili, ci vuole un certo tempo, diversi ascolti, per carpirne il senso, che però rimane sempre un po' velato, forse anche più aperto a diverse interpretazioni. Questo succede poco con Vecchioni, naturalmente parlo per quello che lo conosco, e per quella che è la mia impressione personale, non sono un'esperta.
E' questo suo arrivare diretto che può forse non piacere, o far sembrare alcuni suoi testi semplicistici.
 

Cold Deep

Vukodlak Mod
Vecchioni è un cantautore che non ho molto seguito tranne per alcuni suoi lavori, ascolterò molto volentieri questo album :D
 

El_tipo

Surrealistic member
anche io mi unisco alla schiera dei commenti un po senza ali per questo disco, che dimostra ancora una volta come il professore sia un personaggio che a volte vale di più delle sue produzioni.
Tra i vari brani, quello a cui sono più fortemente legato è "momentaneamente lontano", che in un periodo della mia vita (fortunatamente breve) è stato il mio migliore amico.
(come se mi sognassi in un tremendo sogno che non mi sveglio mai)
 
Stato
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