Copio parte della trama da wikipedia: Danny Boodman, un macchinista nero del transatlantico Virginian, trova un neonato abbandonato in una cassetta di limoni nella prima classe della nave. Gli dà come nome il proprio, Danny Boodman, aggiungendovi la dicitura presente sulla cassetta in cui lo ha trovato ("T.D. Lemon") ed il secolo dell'anno in cui è nato ("Novecento"): Danny Boodman T.D. Lemon Novecento. Decide di allevarlo in segreto, per impedire che possano portarglielo via.
Il bambino vive così i primissimi anni della sua infanzia nella sala macchine del piroscafo, salvo poi uscirne conoscendo e conquistandosi la simpatia dei restanti membri dell'equipaggio. In seguito alla morte accidentale del padre adottivo, il fanciullo riesce a sottrarsi ai poliziotti che, dietro ordine del capitano Smith, dovevano prelevarlo e consegnarlo presso un orfanotrofio; scompare per giorni interi, ma infine, con somma sorpresa di tutti, si fa ritrovare una notte in prima classe mentre suona il pianoforte con eccezionale bravura....
Non ho letto il libro di Baricco da cui è stato tratto e forse questo mi ha permesso di apprezzarlo maggiormente, essendo per me impossibile fare qualsiasi tipo di paragone.
Il regista, con delicatezza, poesia e lieve umorismo ci fa conoscere il mondo di Novecento, un mondo visto attraverso il filtro protettivo della nave e dell'oceano, un mondo tuttavia vivace e colorato dalla fervida fantasia e dalla sensibilità fuori del comune del protagonista. Con empatia immediata ho assistito alle vittorie e ai conflitti di Novecento, ho partecipato con rimpianto alle sue rinunce, mi sono appassionata alla "sfida all'ultima nota" con "Jelly Roll" Morton, ho atteso con ansia che scendesse dalla nave mentre una parte di me sperava che non scendesse mai, ho fatto mia l'interiorità di Novecento e la sua visione della vita ascoltando l'imperdibile monologo finale.
Lo consiglio appassionatamente a chi ancora non l'ha visto.
Il bambino vive così i primissimi anni della sua infanzia nella sala macchine del piroscafo, salvo poi uscirne conoscendo e conquistandosi la simpatia dei restanti membri dell'equipaggio. In seguito alla morte accidentale del padre adottivo, il fanciullo riesce a sottrarsi ai poliziotti che, dietro ordine del capitano Smith, dovevano prelevarlo e consegnarlo presso un orfanotrofio; scompare per giorni interi, ma infine, con somma sorpresa di tutti, si fa ritrovare una notte in prima classe mentre suona il pianoforte con eccezionale bravura....
Non ho letto il libro di Baricco da cui è stato tratto e forse questo mi ha permesso di apprezzarlo maggiormente, essendo per me impossibile fare qualsiasi tipo di paragone.
Il regista, con delicatezza, poesia e lieve umorismo ci fa conoscere il mondo di Novecento, un mondo visto attraverso il filtro protettivo della nave e dell'oceano, un mondo tuttavia vivace e colorato dalla fervida fantasia e dalla sensibilità fuori del comune del protagonista. Con empatia immediata ho assistito alle vittorie e ai conflitti di Novecento, ho partecipato con rimpianto alle sue rinunce, mi sono appassionata alla "sfida all'ultima nota" con "Jelly Roll" Morton, ho atteso con ansia che scendesse dalla nave mentre una parte di me sperava che non scendesse mai, ho fatto mia l'interiorità di Novecento e la sua visione della vita ascoltando l'imperdibile monologo finale.
Lo consiglio appassionatamente a chi ancora non l'ha visto.