Trama da Mymovies: la trentenne Maggie Fitzgerald (Hilary Swank) irrompe nella vita dell'anziano manager di pugilato Frankie Dunn (Clint Eastwood), un uomo senza illusioni, ma privo di rancori. L'energia vitale della donna riesce a contagiare il riluttante Frankie, visto che la giovane vuole ad ogni costo diventare campionessa di pugilato. Non più tanto giovane per quello sport violento, Maggie ha una spinta interiore capace di travolgere ogni resistenza. Frankie vede in lei, pur senza ammetterlo, la figlia che non vede ormai da troppi anni. Inizia così il loro sodalizio, che comprende la totale dedizione della donna per quell'uomo che sembra essere l'ultimo legame tra lei ed il resto dell'umanità. Anche il vecchio ex-pugile Scrap (Morgan Freeman), che è diviso tra amicizia e risentimento per Frankie, si unisce al progetto di trasformare la ragazza in un pugile di qualità, in un lasso di tempo proibitivo. L'alchimia che unisce i tre darà risultati insperati.....
Maggie e Frank, quasi indirizzati da una forza estranea e superiore, si incontrano in circostanze piuttosto particolari; le loro profonde solitudini si fondono l'una nell'altra dando loro la forza di combattere, attraverso la metafora del pugilato, contro un mondo ostile e poco accogliente. Eastwood, nella doppia veste di attore e regista, è bravissimo e tratta senza fronzoli, retorica o scene zuccherose un tema controverso e delicato come l'eutanasia, oltre a temi universali come i rapporti affettivi, la solitudine interiore, il senso di inadeguatezza e la volontà di non soccombere. Nella parte finale, in un susseguirsi di forti emozioni, la sconfitta diventerà vittoria nel momento in cui a vincere sarà la libertà dell'essere umano di decidere il proprio destino, momento in cui il legame fra le due anime dei protagonisti raggiungerà il culmine.
Ottimo trio Clint Eastwood - Morgan Freeman - Hilary Swank; Hilary è stata per me una piacevole sorpresa (non ricordavo altri suoi film; inoltre la trovo molto bella ed espressiva, più di altre bellezze stereotipate che si vedono nel mondo dello spettacolo); mi sono rimasti impressi i suoi occhi muti e imploranti in una delle scene finali, più efficaci di qualsiasi parola. Un film di sentimenti ma affatto sdolcinato, da vedere.
Maggie e Frank, quasi indirizzati da una forza estranea e superiore, si incontrano in circostanze piuttosto particolari; le loro profonde solitudini si fondono l'una nell'altra dando loro la forza di combattere, attraverso la metafora del pugilato, contro un mondo ostile e poco accogliente. Eastwood, nella doppia veste di attore e regista, è bravissimo e tratta senza fronzoli, retorica o scene zuccherose un tema controverso e delicato come l'eutanasia, oltre a temi universali come i rapporti affettivi, la solitudine interiore, il senso di inadeguatezza e la volontà di non soccombere. Nella parte finale, in un susseguirsi di forti emozioni, la sconfitta diventerà vittoria nel momento in cui a vincere sarà la libertà dell'essere umano di decidere il proprio destino, momento in cui il legame fra le due anime dei protagonisti raggiungerà il culmine.
Ottimo trio Clint Eastwood - Morgan Freeman - Hilary Swank; Hilary è stata per me una piacevole sorpresa (non ricordavo altri suoi film; inoltre la trovo molto bella ed espressiva, più di altre bellezze stereotipate che si vedono nel mondo dello spettacolo); mi sono rimasti impressi i suoi occhi muti e imploranti in una delle scene finali, più efficaci di qualsiasi parola. Un film di sentimenti ma affatto sdolcinato, da vedere.