Fascino, curiosità e misteri della archeologia

La parola “Archeologia” trova origine nel mondo greco. Tucidide fu il primo ad usarla come titolo della sua opera storica, col significato di “discorso su ciò che è antico”. Insieme ad Erodoto, fu uno dei primi e massimi storici dell’antichità. Tucidide, in particolare, fu il primo a scrivere un resoconto storico attendibile del passato, basato quindi su fatti reali, osservati da lui dal vivo. Questo “vedere coi propri occhi” era detto “autopsia”. A Tucidide si deve l’importantissimo resoconto sulla guerra del Peloponneso, combattuta tra le città greche nel V/IV secolo a.C.
Al contrario, Erodoto si basava più su racconti indiretti che su fatti visti di persona, che farciva con pensieri soggettivi e idee che davano al racconto un fascino quasi surreale. Inoltre, il suo racconto era più basato sui caratteri etnografici dei popoli, sulle loro tradizioni e abitudini, più che sul resoconto storico solamente. Dopo di loro ci furono altri autori che continuarono la loro opera. L’interesse per la storia fu una caratteristica del mondo greco, che poi si trasmise al mondo romano. Il più grande storico romano fu Tito Livio che scrisse un’importante “Storia di Roma” in molti libri.



LA TOMBA DI ERODE

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Un archeologo israeliano ha scoperto in Cisgiordania la tomba di re Erode, il sovrano che nel primo secolo avanti Cristo costruì le mura di Gerusalemme e celebri fortezze. Il ritrovamento e' stato rivelato oggi dal quotidiano israeliano Haaretz, sul suo sito online. Ad annunciare la scoperta sarebbero dovuti essere gli studiosi dell'Università ebraica di Gerusalemme, che hanno organizzato una conferenza stampa per domani. Il luogo della sepoltura di Erode è stato identificato a Herodium,una località fortificata non lontana dalla città di Betlemme. Dal sito, situato sulla sommità di una collina, si vedono i quartieri meridionali di Gerusalemme e,in direzione sud,il Mar Morto. Dal 74 avanti Cristo, governatore della Palestina sotto il dominio romano, Erode legò il proprio nome a una serie di opere imponenti:dalle antiche mura di Gerusalemme fino alla splendida fortezza di Masada, che domina il Mar Morto.(07-05-2007)

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Una delle scoperte più importanti degli ultimi anni:questo,secondo il professor Ehud Netzer, dell'Istituto di archeologia dell'Università ebraica di Gerusalemme, il significato della scoperta dopo decenni di ricerche della tomba di Erode il Grande,nel punto che era stato indicato dal suo contemporaneo, lo storico romano Giuseppe Flavio (Yossef Ben Mattitiyahu). Erode, ha confermato Netzer, era effettivamente sepolto nel suo palazzo-mausoleo di Herodion, sette miglia a sud di Gerusalemme. Ma non alle pendici, come si era a lungo ritenuto, bensì in una posizione molto più elevata. Per il suo luogo di sepoltura, il monarca (che con il sostegno attivo di Roma aveva regnato sulla Giudea dal 40 a.C. al 4 a.C.) aveva approntato un locale di 10 metri per 10, a cui si accedeva mediante una scalinata larga 6,5 metri. Il suo sarcofago era lungo 2,5 metri ed era di fattura squisita. Come mai è stato scoperto solo adesso? Il professor Netzer ha affermato di averlo trovato ridotto in frantumi e ha ipotizzato che la distruzione non sia stata opera di ladri comuni. "Abbiamo trovato chiari segni di martellate", ha precisato. E' probabile, dunque, a suo parere, che la demolizione del magnifico sarcofago sia stata opera di ebrei che si erano ribellati all'occupazione romana negli anni 66-72 d.C.:gli anni della distruzione del Tempio di Gerusalemme da parte dei legionari di Tito e dell'assedio della fortezza di Masada, sul Mar Morto. Proprio il Tempio di Gerusalemme e Masada sono fra i progetti edili curati da Erode il Grande, un monarca efficiente e privo di scrupoli. Sempre su suo ordine furono costruite le eleganti città di Cesarea (sulla sponda del Mar Mediterraneo) e di Sebastia, in Samaria. Ma, probabilmente, il progetto che gli fu maggiormente a cuore fu appunto lo Herodion. Era una collina artificiale, scrive Giuseppe Flavio, "con la forma di un seno femminile", da dove si dominava il deserto di Giudea fino al Mar Morto. La circondavano torri di guardia rotonde,e al suo interno c'era un palazzo magnifico rifornito di grandi quantità di acqua portata da una località distante. Per avere accesso nella sua residenza occorreva risalire 200 scalini di marmo. La morte aveva colto Erode nel suo palazzo invernale di Gerico. Il corteo funebre percorse 24 miglia per raggiungere lo Herodion. Il monarca fu inumato con la corona d'oro in testa e con lo scettro nella mano destra. Entrambi sono andati perduti. Oggi,alla stampa, il professor Netzer ha tuttavia mostrato con orgoglio i frammenti di una elegante "rosetta" di pietra che adornava il sarcofago e un vaso. Nella zona, gli scavi proseguono.-Ansa-

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http://video.libero.it/app/play?id=f6b43cab37a7cb64d85199cc43e5edba

http://espresso.repubblica.it/multimedia/3966259

http://www.laportadeltempo.com/Archeologia Biblica/archbibl_070507.htm

http://en.wikipedia.org/wiki/Herodium

http://www.bibleplaces.com/herodium.htm

http://www.pohick.org/sts/herodium.html

http://www.cctv.com/program/cultureexpress/20070510/100673.shtml

http://www.dailymail.co.uk/sciencetech/article-453481/Unearthed-2-000-years-tomb-King-Herod.html

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Erode detto Il Grande o Ascalonita (69 a.C.-2 d.C.) fu re d'Israele dal 37 a.C. fino al 4 a.C.
Figlio di Erode Antipatro, idumeo,e di madre araba, Cipro, ebbe tre fratelli (Giuseppe, Fasael, Ferora) e una sorella, Salomè. Governò tutta la Palestina dopo la morte del padre, prima per incarico di Marco Antonio e poi di Ottaviano Augusto al quale, prontamente, era passato dopo la sconfitta di Antonio a Azio. Promosse e finanziò l'ampliamento del Secondo Tempio di Gerusalemme, che viene per ciò detto Tempio di Erode. Estremamente sospettoso e maligno, fece uccidere la moglie e alcuni dei suoi figli temendo che complottassero per spodestarlo. Alla sua morte il regno fu diviso fra i tre figli rimasti: Archelao governò la Giudea, Erode Antipa la Galilea, Erode Filippo la Batanea.
Secondo il Vangelo di Matteo, dopo la nascita di Gesù Cristo, Erode venne a sapere che era nato a Betlemme il "re dei Giudei". Temendo una minaccia al proprio regno, avrebbe quindi ordinato di uccidere tutti i bambini di Betlemme fino a due anni di età. Questo episodio e' chiamato nella tradizione cristiana "La strage degli innocenti". Al di fuori del testo di Matteo non esiste nessuna documentazione storica.
Lo storico Giuseppe Flavio riferisce di un'eclisse lunare che si osservò nel giorno della morte di Erode. Tale elemento riduce considerevolmente le date possibili per tale evento, limitandole al 13 marzo del 4 a.C.,al 9 gennaio dell'1 a.C., all'8 novembre del 2 d.C., e infine al 4 maggio,quest'ultima essendo la più probabile, o 28 ottobre del 3 d.C. Tale calcolo e' stato molto discusso in quanto fondamentale per stabilire la nascita di Gesù.

http://it.wikipedia.org/wiki/Erode_il_Grande


 
IL TESORO DI PETRA



Petra è una città-scultura, interamente scavata nella roccia dall’antico popolo dei Nabatei a partire dal III sec. a. C. Molti la conoscono perché in questa antica città della Giordania sono state girate alcune scene del film Indiana Jones e l’ultima crociata (1989), ma è anche nota come una delle sette meraviglie del mondo moderno (per la New Open World Corporation) e come patrimonio mondiale dell’umanità per l’Unesco.
Il monumento più noto della città è il Tesoro (Al Khazneh), costruito nel II sec a. C. con un’architettura ispirata alla Grecia classica. Nella foto un dettaglio in cui comparivano alcune divinità, in seguito crivellate di colpi di arma da fuoco. I proiettili hanno distrutto anche l’urna in alto, dove secondo la leggenda era nascosto un tesoro



Spesso descritta come una delle meraviglie del mondo antico, Petra è senza ombra di dubbio il tesoro più prezioso della Giordania e la sua maggiore attrattiva turistica. È una vasta città dalle caratteristiche uniche: i Nabatei, industriosa popolazione araba insediatasi in questa zona oltre 2000 anni fa, la crearono dalla nuda roccia e la trasformarono in uno snodo cruciale per le rotte commerciali della seta e delle spezie, grazie alle quali Cina, India e Arabia del Sud poterono entrare in contatto con Egitto, Siria, Grecia e Roma.

Il cuore della città: il Khazneh (il Tesoro), un’imponente facciata, larga 30 metri e alta 43, creata dalla nuda roccia, color rosa pallido fa sembrare insignificante quello che c’è intorno. È stata scavata all’inizio del I sec. per essere la tomba di un importante re nabateo e testimonia il genio architettonico di questo antico popolo. Oltre al tesoro sono poi centinaia le tombe scavate nella roccia con intricate incisioni: a differenza delle case, per la maggior parte andate distrutte dai terremoti, le tombe sono state scavate per durare in eterno e 500 di esse sono sopravvissute, vuote ma affascinanti dal momento in cui si varca la soglia e ci si addentra nella loro oscurità.
Qui si trova anche un’imponente costruzione nabatea, un teatro in stile romano, in grado di ospitare 3000 spettatori. Sono visibili obelischi, templi, altari sacrificali e strade colonnate, mentre dall’alto domina la vallata l’imponente Monastero di Ad-Deir: per visitarlo bisogna salire una scalinata di 800 gradini scavati nella roccia. Si tratta di un santuario del XIII secolo, eretto per commemorare la morte di Aronne, fratello di Mosè, edificio voluto dal sultano mamelucco Al-Nasir Muhammed, in cima al Monte Aronne (Jabal Haroun) nella catena della Sharah



E Lawrence d'Arabia scrisse…
"Petra è il più bel luogo della terra. Non per le sue rovine […], ma per i colori delle sue rocce, tutte rosse e nere con strisce verdi e azzurre, quasi dei piccoli corrugamenti, […] e per le forme delle sue pietre e guglie, e per la sua fantastica gola, in cui scorre l'acqua sorgiva e che […] è larga appena quanto basta per far passare un cammello […]. Ne ho letto una serie infinita di descrizioni, ma queste non riescono assolutamente a darne un'idea […] e sono sicuro che nemmeno io sono capace di farlo. Quindi tu non saprai mai che cosa sia Petra in realtà, a meno che non ci venga di persona". Queste parole di Thomas Edward Lawrence, meglio noto come Lawrence d'Arabia, rimarcano l'effetto sconvolgente che il "capolavoro totale" di Petra esercita sul visitatore, e chiunque ci sia stato non potrà che confermarle.
Gli scavi hanno rivelato che gli Edomiti, i futuri nemici degli Israeliti, erano insediati qui già nel secondo millennio a.C. Nel 500 a.C. essi furono poi cacciati dai Nabatei, nomadi giunti dal sud, che in questo luogo eressero la loro capitale. Strategicamente situata al punto d'incrocio fra antiche arterie commerciali, Petra era gremita di mercanti che vi trasportavano i loro prodotti da Damasco e dall'Arabia, dal Mediterraneo e dall'Egitto. Servendosi di questa città praticamente inespugnabile come base, i Nabatei controllavano le rotte delle carovane e ammassavano ricchezze, dando vita a una fiorente civiltà. La roccia non costituì un problema per questa popolazione, tanto che la loro principale divinità, Dushara, era simboleggiata da massi di pietra e obelischi disseminati nel siq e un po' dappertutto nella città.
Nel 63 a.C. i Romani tentarono di impadronirsi della città sferrando un assalto improvviso, ma essi riuscirono nel loro intento solo nel 106 d.C., quando Petra entrò a far parte, sembra senza opporre resistenza, della provincia romana d'Arabia. Nonostante la dinastia nabatea si fosse ormai estinta, la popolazione locale coesistette con quella romana per oltre un secolo. Nel IV secolo, quando Petra fu assorbita dall'Impero Bizantino, la Tomba dell'Urna, una delle più grandi di epoca nabatea, fu trasformata in chiesa e la città diventò sede di un episcopato. Ma a partire dal VII secolo, cioè dall'ascesa dei musulmani - se si eccettua la breve permanenza dei Crociati che innalzarono posti di guardia fortificati su due cime dei dintorni - la storia sul destino di Petra tace, fino al 1812.
Il suo monumento più importante, il Khazneh, la Casa del Tesoro, nonostante le ricerche e gli studi effettuati, nasconde ancora molti enigmi.



Si tratta di un tempio, di una tomba o di un nascondiglio di ricchezze? Il mistero è ancora fitto. Forse era tutte e tre le cose insieme, benché il nome tragga origine dalla leggenda del tesoro di un faraone racchiuso nell'urna alla sommità del monumento. Per molto tempo, fino a quando l'usanza venne proibita, i Beduini locali ebbero l'abitudine di sparare contro di essa con i fucili, sperando di essere sommersi da una pioggia di monete. L'edificio, probabilmente, era usato come tomba, dato che a Petra abbondano le costruzioni funerarie. Nella valle e sulle alture circostanti ne sono disseminate moltissime: dalla Tomba dell'Urna reale scavata nel fianco di una rupe, ai sepolcri con splendide facciate simili a palazzi, alle camere sepolcrali pubbliche sistemate nelle pareti, alle nicchie di culto, fino alle raccapriccianti tombe a pozzo, in cui i criminali venivano gettati ancora vivi.
 

Brethil

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Personalmente mi affascinano tantissimo gli OOPART, ovvero quei manufatti catalogati come appartenenti ad un certo periodo ma che in qualche modo sembrano non appartenere ad esso.
Non mi dilungo in spiegazioni ulteriori perchè non sono una così brava cantastorie, vi lascio il link a wikipedia così da farvi un'idea iniziale di quel che sono gli OOPART :wink:

http://it.wikipedia.org/wiki/OOPArt
 
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ANTIKYTHERA - Un computer al tempo dei Greci?

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......il meccanismo originale

Seguire i movimenti del Sole e della Luna attraverso le costellazioni dello Zodiaco, predire le eclissi, tracciare il moto dei pianeti e l'orbita irregolare della Luna nel cielo: questa, secondo una dettagliata analisi descritta su Nature , era la funzione del Meccanismo di Antikythera, un antichissimo macchinario greco a ingranaggi risalente al 65 a.C.

Per gli autori, un gruppo di ricerca internazionale, coordinato da Mike Edmunds e Tony Freeth dell'università britannica di Cardiff, lo studio rileva che il meccanismo è molto più sofisticato di quanto ritenuto finora, tanto che per l'epoca può essere definito un vero e proprio computer. Inoltre, dimostra "lo straordinario potenziale tecnologico dei greci, perso con l'impero romano". Il Meccanismo di Antikythera fu trovato nel 1900 da alcuni pescatori di spugne nel relitto di un'antica nave, nel mare davanti all'isola di Antikythera, fra il Peloponneso e Creta. Fra gli oggetti a bordo vi erano i frammenti di una custodia di legno e bronzo contenente oltre 30 ingranaggi.

Per decenni l'oggetto è stato attentamente studiato, si riteneva che servisse a calcolare la posizione del Sole, della Luna, e il moto dei pianeti, ma la funzione era stata compresa solo in parte. Rimaneva insoluta la questione di due display, uno anteriore, l'altro posteriore. Per dipanare il mistero è arrivata in aiuto la tecnologia ai raggi X e grazie ad una TAC tridimensionale i ricercatori sono arrivati a leggere le iscrizioni che compaiono sul meccanismo e a decifrare il funzionamento dei display. Secondo lo studio, sul display anteriore vi erano lancette che segnavano il passaggio del Sole e della Luna nelle costellazioni dello Zodiaco, oltre che indicazioni per le fasi lunari. Il display posteriore invece indicava il tempo in termini di due cicli astronomici con lancette per calcolare il ciclo Callippico, un ciclo (76 anni, di 365 giorni e 1/4 ciascuno), messo a punto dall'astronomo Callippo nel IV secolo per correggere il ciclo Metodico (19 anni, di 365 giorni e 5/19 ciascuno). Un'altra lancetta è per il ciclo di Saros, usato per predire le eclissi lunari e solari.

Secondo un approfondimento pubblicato su Nature da Francois Charette, dell'università tedesca Ludwig Maximilians, l'importanza dello studio riguarda anche gli ingranaggi che segnano le variazione sinusoidale nel movimento della Luna nel cielo. In pratica, secondo i ricercatori, l'apparecchio rappresenta una realizzazione meccanica dei calcoli sull'irregolarità del moto lunare, modello geometrico sviluppato dall'astronomo Ipparco di Rodi nel secondo secolo a.C, tanto che gli autori non escludono che Ipparco stesso possa esse stato coinvolto nella progettazione del meccanismo.

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il meccanismo ricostruito dagli scienziati

NEWS CORRELATE :

http://www.laportadeltempo.com/Archeoastronomia/archeoast_080606.htm

http://www.laportadeltempo.com/Grecia/gre_270901.htm
 
LA STELE DI TEL DAN

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I Re Davide e Salomone
Ci sono poche prove che testimoniano l’esistenza dei due re: dei resti archeologici sono stati assegnati ai loro regni sulla base di enigmatici versi dell’Antico Testamento e sono stati usati per provare la datazione di costruzioni simili in altri siti.

Il professor Eric Cline sostiene nel suo nuovo libro (Biblical Archaeology: A Very Short Introduction) che fino a 15 anni fa non c’erano neanche menzioni extra-bibliche della casa di Davide (cioè della sua dinastia) come regnante sulla Giudea.

La frammentaria stele di Tel Dan, trovata nell’odierno Israele settentrionale nel 1993-94, è datata all’incirca all’842 a.C. e reca il nome di re Davide; è la prima prova della sua esistenza al di là dei Libri dei Re. L’iscrizione descrive la sconfitta di Joram (o Jehoram), re del regno di Israele, e suo figlio Ahaziah (o Ahaziyahu), re del regno di Giuda, da parte del sovrano del regno di Aram Damasco (Hazael o Ben-Hadad?) all’inizio del 9′ secolo a.C., e porta inciso il nome di Davide.

Cline dice: “Comunque, ci mancano ancora iscrizioni contemporanee o quasi contemporanee che menzionino Salomone: al momento non ne possediamo una. Inoltre, ci sono poche prove archeologiche dell’esistenza di Davide”.

È dibattuto anche il prestigio della Gerusalemme dell’epoca: secondo alcuni era una potente capitale; secondo altri, tra cui Cline, “era una piccola ‘città provinciale’. In effetti, non è ancora chiaro dove sia da posizionare Davide nel continuum [che va] dai capi tribù ai potenti re”.

Per Cline, le costruzioni identificate come il palazzo di re Davide e datate al 10′ secolo a.C. non sono certe né nella datazione né nella loro funzione. L’archeologo Israel Finkelstein sostiene che molte delle ceramiche e altro materiale datato al 10′ secolo a.C. è più vecchio di almeno un secolo e quindi non correlato a Davide e Salomone.

Ciò contraddice Yigael Yadin, secondo cui le mura, le porte e un “palazzo” trovati ad Hazor sono da ricondurre al regno di Salomone sulla base di un verso del Libro dei Re (9:15): “Questa è l’occasione del lavoro forzato che reclutò il re Salomone per costruire il tempio, la reggia, il Millo, le mura di Gerusalemme, Cazor, Meghiddo, Ghezer”.

Per questo motivo, delle stalle rinvenute a Meghiddo erano state identificate come “le stalle di Salomone”; “potrebbero esser state benissimo delle stalle, ma potrebbero esser state costruite da un qualunque re successivo”, ribatte Cline.

Stessa cosa per l’identificazione di Yadin di una porta “di Salomone” a Ghezer. La datazione al radiocarbonio del prof. Finkelstein porta la sua costruzione ad uno o due secoli più avanti – 9′ o 8′.

Secondo Cline il problema è che i riferimenti biblici venivano usati per identificare e quindi datare l’architettura, e le ceramiche vennero perciò datate con le costruzioni per associazione.

La ri-datazione di Finkelstein è tale che “non solo ci fa riesaminare tutte le nostre ipotesi sul 10′ secolo, ma anche che Salomone, e forse molto dello stesso 10′ secolo, fondamentalmente scompare dalla documentazione archeologica e storica”, dice Cline. E aggiunge che sebbene tutto sommato Davide e Salomone verosimilmente esistettero, i resoconti biblici potrebbero esser stati inventati molti secoli dopo.

“In definitiva, l’archeologia biblica non cerca di provare o confutare la Bibbia: gli archeologi sono più interessati a ricostruire la cultura e la storia della Terra santa”, conclude.


http://ilfattostorico.com/2009/11/29/i-re-davide-e-salomone/
 
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kikko

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IL TESORO DI PETRA


Spesso descritta come una delle meraviglie del mondo antico, Petra è senza ombra di dubbio il tesoro più prezioso della Giordania e la sua maggiore attrattiva turistica. È una vasta città dalle caratteristiche uniche: i Nabatei, industriosa popolazione araba insediatasi in questa zona oltre 2000 anni fa, la crearono dalla nuda roccia e la trasformarono in uno snodo cruciale per le rotte commerciali della seta e delle spezie, grazie alle quali Cina, India e Arabia del Sud poterono entrare in contatto con Egitto, Siria, Grecia e Roma.

Ma Nicole vuoi proprio farmi del male :sbav: A petra dovevo andarci quest'estate ,ma siccome il t. o. non ha raggiunto il numero minimo di partecipanti il tour a petra è stato annullato :W:W ci riproverò il prossimo anno :wink:
 

mìmir

New member
Ma Nicole vuoi proprio farmi del male :sbav: A petra dovevo andarci quest'estate ,ma siccome il t. o. non ha raggiunto il numero minimo di partecipanti il tour a petra è stato annullato :W:W ci riproverò il prossimo anno :wink:
se ci vai preparati a una bella scarpinata :)
sotto il "tesoro" è stato scoperto un altro locale che - probabilmente - era appunto un nascondiglio. Lo stavano scavando nel 2008 quando ci sono stata io. Da vedere, se ce la fai, le tombe in alto che hanno anche il pregio di non essere infestate dai ragazzini che chiedono qualsiasi cosa e ti impediscono di fermarti un attimo per guardarti intorno.
 

mìmir

New member
Mimir, trovi qualche tua foto del 'Tesoro' da farci vedere???

ok, metto poi le foto in diari di viaggio, insieme al racconto di com'è la "favolosa Petra"

intanto, per restare in tema, metto una foto piena di "orbs"

http://www.croponline.org/orb.htm

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Scattata a Petra, inizio del Siq.
Il siq è una gola naturale che chiude la valle in cui è situata Petra e che serve da sfogo alle acque del Wadi Mussa (il fiume di Mosè). Nel 1974 ventiquattro turisti furono travolti dalle sue acque proprio nel punto dove ho scattato la foto.
Il percorso si snoda su un terreno a volte piano, altre accidentato... sono circa sette chilometri tra andata e ritorno. L'affollamento è notevole ma non tutti arrivano fino alla fine del percorso : noi ci abbiamo messo circa 5 ore.

Petra non è solo una città di tombe, c'è un anfiteatro e un tempio romano, però la maggior parte delle costruzioni scavate nella roccia sono sicuramente tombe.
L'aria è secca, con assenza di vento, a dicembre è anche frescolina perchè siamo abbastanza in alto.
I colori del paesaggio si possono apprezzare solo la mattina presto, per culminare nel mezzogiorno quando il sole a picco illumina le strettoie tra le rocce che sembrano chiuderti, come una perla nella conchiglia.
Ho scattato, più o meno, 800 foto in questo viaggio e la macchinetta, anzi le macchinette, sono comunissime macchinette da 6/8 comesichiamano e la tengo nella custodia col sacchetto antiumidità, l'obiettivo è chiuso se non scatto. Quindi escluderei l'umidità.
Le foto le abbiamo fatte tutti e due e non in tutte e due le foto dello stesso posto ci sono questi dischi.
 
IL MONTE SINAI

Fino oggi ero convinta che il monte Sinai, biblico monte Sinai si trova nella penisola Sinai (molto logico, vero?), e che corisponde allo stesso monte che oggi conosciamo con il nome monte Caterina, per via del monastero costruito dalla madre di imperatore Constantino...
Invece non è cosi.
La notizia ha fatto il giro del mondo, sebbene in Italia sia passata in sordina e spesso mal interpretata, forse poco compresa. Peccato che la scoperta di cui si parla sia stata fatta da un'equipe italiana, guidata da un archeologo e docente universitario italoisraeliano, Emmanuel Anati. Ma si sa, nemo propheta in patria. E così abbiamo dovuto cercarlo e intervistarlo. Perché quello di cui si parla è niente meno che il monte Sinai. Non quello che ci ritroviamo sfogliando un atlante e cercando la penisola del Sinai in Egitto, ma quello vero di cui parla la Bibbia e sul quale centinaia di popolazioni millenni orsono pregavano, sacrificavano, immolavano. Ognuna verso il proprio dio, quasi come una torre di Babele delle religioni.

Professor Anati, ci spieghi un po' meglio di come hanno fatto alcuni media in che cosa consistono le vostre scoperte e ricerche

Nella ricerca che abbiamo condotto siamo giunti a diverse scoperte, tutte molto interessanti, per non dire sensazionali. La prima di queste riguarda un sito archeologico contenente resti di circa 10.000 anni fa. Nel sito si possono facilmente riscontrare diversi livelli di abitazione. Si tratta insomma di un abitato permanente, ci sono costruzioni in pietra massiccia, in quello che oggi è il cuore del deserto. Per cui possiamo dire che il clima della zona è notevolmente cambiato perché al giorno d'oggi da quelle parti non ci vivono neanche i beduini, è una zona in pieno deserto.

Qual è il valore scientifico di questa scoperta?

In poche parole è la rivelazione dell'esistenza di una cultura di popoli cacciatori che cominciavano a fare la raccolta di grani naturali, davano quindi inizio a una nuova era che era quella della produzione del cibo. Non si trattava ancora di una civiltà agricola, però abbiamo con questa scoperta la prova dell'esistenza di un villaggio di insediamento dove vivevano persone in permanenza all'interno di capanne ovali e non nomadi.

Quindi l'importanza risiede nell'antichità dell'epoca a cui risale questo villaggio?

Certo, consideriamo che si tratta di uomini del periodo Paleolitico, per lo più ritenuti nomadi o seminomadi. Ma qui arrivo al secondo aspetto della nostra ricerca. Abbiamo scoperto dei geoglifi, ossia delle scritture fatte con ciottoli sulla superficie della montagna Har Karkom. Si tratta di figure imponenti, lunghe anche più di una trentina di metri, che rappresentano in più occasioni anche l'elefante e il rinoceronte, animali che sono scomparsi da questa zona si stima da più di 20.000 anni. Per cui si tratterebbe dei più antichi geoglifi al mondo trovati finora. La cosa interessante è che c'è una ventina di questi geoglifi concentrati in quattro chilometri quadrati, per cui doveva essere una zona sacra. Queste figure avevano molto probabilmente finalità di tipo totemico e ciò rivela un aspetto dell'intellettualità dell'uomo paleolitico che era finora sconosciuto.

Lei però ha anche dichiarato che le "sorprese" per quel che riguarda il monte Har Karkom non finiscono qui

No, infatti. Un altro aspetto che è stato ulteriormente verificato è la presunta identità di questa montagna con il famoso monte Sinai di cui parla la Bibbia. Abbiamo riscontrato prima di tutto che l'Har Karkom è l'unica montagna di tutto il deserto del Neghev recante importantissimi resti di culto dell'età del bronzo. Ci sono più di cento santuari su questa montagna che è stata un luogo di culto per moltissimi anni e in particolar modo durante l'età del bronzo. Abbiamo trovato anche delle vestigia del culto del dio "Sin" che è la divinità identificata nella Luna. Abbiamo ipotizzato che il nome Sinai, che è un genitivo sin-ai ossia "di Sin". Questo dio Sin è probabilmente precedente, è un dio semitico mesopotamico che ha preceduto il dio degli ebrei.

C'è però anche un legame fra la tradizione ebraica e questi luoghi?

Sì, perché analizzando a fondo 32 punti della Bibbia nei quali si dà un'indicazione topografica dell'ubicazione del monte Sinai si è riscontrato che tutti in assoluto corrispondono all'ubicazione di Har Karkom. Purtroppo la cultura ebraica a quell'epoca non esisteva ancora in quanto tale e Mosé non ha lasciato il suo "biglietto da visita". È suggestivo però che si siano trovati oggetti di origine egiziana che dimostrano che chi li ha lasciati veniva dall'Egitto.

Quindi potrebbero essere stati lasciati dagli ebrei come afferma il libro dell'Esodo?

Può darsi, ma bisogna chiarire una cosa: l'archeologo confronta quello che ha trovato con i dati storici o con i testi anche sacri, come nel caso della Bibbia. Possiamo dire quindi con quasi certezza che questa montagna è quella che la Bibbia descrive come monte Sinai, ciò che non possiamo affermare scientificamente è che siano avvenute rivelazioni o miracoli su questa montagna, perché di quelli non abbiamo traccia. In poche parole non abbiamo trovato le Tavole della Legge, come alcuni hanno pensato. E l'Arca dell'Alleanza non credo nemmeno che sia passata da quelle parti.

Se da lì passarono anche gli ebrei essi hanno rappresentato soltanto uno degli episodi storici relativi a questo monte perché esso è stato sacro per molte altre popolazioni. La cultura ebraica è nata di fatto con Salomone, prima c'erano tribù di semiti che non avevano una cultura propria. Fra queste c'era una tribù chiamata "Israel" che peraltro è ricordata in un monumento egizio del 1.200 Avanti Cristo.

Per quale motivo avete cominciato a svolgere ricerche sull'Har Karkom?

L'idea nacque 29 anni fa a seguito delle mie scoperte. Infatti trovai delle incisioni rupestri il cui studio volli approfondire. Chiesi allora il permesso di poter ottenere una concessione di ricerca e ottenni ben 200 chilometri quadrati. Era il 1980, allora era piuttosto facile ottenere concessioni rispetto ad adesso. Da quelle mie ricerche crebbe sempre più la voglia di investigare il sito fino a quando non siamo giunti a queste importanti scoperte.

Fonte: http://www.ilsussidiario.net
http://veritasegrete.splinder.com/post/16444430
http://archiviostorico.corriere.it/..._verita_sul_Monte_Sinai_co_0_9801103992.shtml

Video:
http://video.google.it/videoplay?do...hUhS6GKOoeu2wKHyLiDCw&q=il+monte+sinai&hl=it#

http://video.google.it/videoplay?do...+monte+sinai&hl=it#docid=-5835636856453772478
 

mìmir

New member
Si,ne ho sentito anche io questo.... però la Bibbia molto spesso identifica il monte Sinai, con il monte Oreb, e quando descrive gl'eventi collegati con il Sinai, parla dell'Oreb...Io ancora non ho capito se si tratta della stessa montagna, o sono due...:?
 

mìmir

New member
Si,ne ho sentito anche io questo.... però la Bibbia molto spesso identifica il monte Sinai, con il monte Oreb, e quando descrive gl'eventi collegati con il Sinai, parla dell'Oreb...Io ancora non ho capito se si tratta della stessa montagna, o sono due...:?

la Bibbia deve essere letta "spiritualmente" : voler a tutti i costi identificare un luogo reale, spesso svilisce il messaggio.
La salita verso l'alto, che sia reale o solo spirituale, è un atto simbolico in tutte le religioni.
Nella religione cattolica è, o almeno era, presente nella frase iniziale della messa : "salirò all'altare di Dio".
I luoghi biblici sono stati identificati dalla madre dell'imperatore Costantino (dicono).

http://books.google.it/books?id=Aj9...tificazione luoghi biblici costantino&f=false
 
Ed ecco apparire la mitica atlantide.
Edgar Cayce predisse che sarebbe riapparsa, sbagliò la data... ma si sa, mica si può fare i ragionieri quando si parla dell'invisibile, no?


http://www.corriere.it/esteri/09_di...as_68558dfc-eb46-11de-9f53-00144f02aabc.shtml

http://www.edgarcayce.it/media/Atlantidec.htm

Mmmm, mi lascia un po' perplessa questa scoperta...:?
Però, non si sa mai... prima di Schliemann nessuno credeva che città Troia essistesse davvero....
:wink:
 
E aproposito delle piramidi...

La Piramide Perduta: riscrive la storia dei faraoni



La quarta piramide di Giza
Il mistero della quarta piramide di Giza,quella del faraone Djedefra.
Era la più bella,alta e preziosa.
La piramide di Djedefra era imponente e secondo gli ultimi calcoli superava di 7,62 metri la piramide di Cheope, alta 146 metri. Ognuna delle singole facce, alla base, misurava 122 metri e l'angolo di inclinazione era di 64 gradi, nonostante una variazione che impediva all'edificio di cadere. Fu usato granito rosso di Assuan, lo stesso utilizzato per la piramide del padre Cheope, che arrivava da oltre 800 chilometri di distanza attraverso il Nilo. Per edificare la piramide ci vollero otto anni di lavoro e oltre 15mila persone: ogni singola "mattonella" pesava 25 tonnellate e per sollevarla servivano 370 persone.

Dedicata a Djedefra, era a 8 km dalle tre più famose. Hawass: «Non ci furono faide»

A fine maggio 2008, 50 giornalisti di tutto il mondo hanno visitato i resti della piramide perduta. Ecco il racconto dell' unico italiano. GIOVANNI CORTINOVIS «Uno dei misteri d' Egitto è risolto: ho sempre pensato che questa piramide non fosse mai stata terminata, ma ora abbiamo le prove del contrario». Così Zahi Hawass, segretario generale del Supremo Consiglio delle Antichità d' Egitto, ha introdotto la visita al sito archeologico di Abu Rawash, dove sono stati rinvenuti i resti della piramide innalzata dal faraone Djedefra, figlio di Cheope. Della costruzione originaria, situata su una collina in un' area militare a Nord della piana di Giza, a 8 km dalle piramidi di Cheope, Chefren e Micerino, restano poco più di 10 metri di altezza, l' accesso alla camera sotterranea, il complesso funerario esterno e una piramide in miniatura. Lotta familiare «Da 80 anni gli egittologi credevano che la lontananza dalle altre tre piramidi e la successiva distruzione fossero indice di una lotta familiare per la successione - dice Hawass -. I 12 anni di scavi ci permettono di riscrivere la storia e affermare che non c' è stata alcuna faida interna durante la Quarta Dinastia (4600 anni fa) : sui blocchi rinvenuti è scritto che Djedefra aveva diritto al trono. La sede scelta è invece il segno del desiderio di indipendenza di Djedefra: non voleva oscurare la fama di Cheope, ma, come i giovani d' oggi, aspirava solo all' autonomia, a un sito tutto per sé». Per realizzare la piramide, che aveva una base di 106 metri, un' altezza di 68 e un' inclinazione di 52 gradi, furono utilizzate pietre di granito rosso, tagliato a blocchi da 25 tonnellate dalla dolerite, una roccia quasi indistruttibile. Il tutto era ricoperto da una lega di oro, argento e rame. «Se non fosse stata ultimata, non avremmo mai trovato all' esterno della piramide frammenti di vasi, che rappresentavano offerte al faraone, né la piccola "cult pyramid"».
Su History Channel è stato programmato il documentario su questa famosa piramide che si attribuisce ad uno dei figli di Cheope, Djedefra : per gli archeologi del secolo scorso il fatto che i resti della piramide si trovassero a 8 km dalla piana di Giza, lontano dalle altre piramidi della stessa dinastia portava a ritenere che vi erano stati degli enormi attriti tra la famiglia di Cheope e Djedefra, ma oggi dopo accurati studi e continui scavi è stato dimostrato esattamente il contrario. La zona degli scavi, sulla collina dove sono ancora visibili i resti della piramide, è purtroppo situata in una area militare e ciò ha precluso la possibilità per anni di fare perlustrazioni o prendere fotografie su tutta la zona... Il governo egiziano ha permesso solo a pochissimi (tra cui Hawass) di fare scavi archeologici in quella zona riservata e le scoperte fatte recentemente gettano nuova luce su tutta la storia della quarta dinastia...

Dai calcoli effettuati si è visto che sommando l'altezza della collina a quella della piramide, di cui esiste solo parte della base, la piramide di Djedefra era soltanto più alta della piramide di Cheope ma anche molto più bella esteticamente per il grande uso di granito rosso ricoperto da una lega di oro, argento e rame.

C'è da considerare inoltre che il grosso utilizzo nella costruzione della piramide di granito rosso (costoso 2 volte : per il materiale e soprattutto per il trasporto dei blocchi attraverso il Nilo) non mandò in tilt le finanze dello stato come invece accadde precedentemente per la piramide di Cheope, segno questo di grande oculatezza del faraone Djedefra: basterebbe solo dire che questi a differenza del padre fu sempre amato dai suoi sudditi...
L'unica cosa che è poco chiara è il perchè sia stata demolita piano piano col passare dei secoli per riutilizzarne il materiale a differenza di quello che è successo con le altre della piana di Giza: visto che fu finita, e questo sembrerebbe provato dal ritrovamento di reperti presenti solo al completamento della struttura, perchè subì più delle altre un opera continua di prelevamento materiale fino quasi farla scomparire dalla collina dove sorge.. ? Per qualche ragione recondita era stata già demolita in parte dopo la sua costruzione ? Chissà, forse il vero motivo della sua distruzione non lo sapremo mai...
 
http://www.archeologia.com/forum/eg...i-perdute-di-abu-rawash-zawiyet-el-aryan.html :

La piramide "perduta" di Abu Rawash

Tra le piramidi di Abu Rawash la più nota e meglio investigata è la piramide e annesso complesso funerario di Djedefre, probabile successore di Cheope (Khufu). La piramide di Djedefre, oggetto di recenti lavori di scavo e di ripulitura, si presenta oggi come un basso monticciolo di pietra tagliata, con un profondo pozzo centrale accessibile mediante una rampa in pendenza che si apre sul fianco settentrionale della piramide. Nei pressi della piramide si trovano diffusi resti appartenenti a mastabe e sepolture della II e III dinastia, oltre ai resti di almeno una piramide satellite e fosse per le barche. Del tempio funerario, situato sul lato Est della piramide vera e propria, resta invece traccia delle sole fondazioni, probabilmente completato in mattoni crudi a seguito della morte prematura del sovrano. Una lunga rampa processionale, tra le più lunghe attestate per il complesso funerario di una piramide, scende dal tempio funerario verso il tempio della valle, la cui esistenza è presunta sulla base del diffuso reimpiego di materiale proveniente dal vicino complesso funerario, tra cui diversi pilastri in granito, presso un vicino monastero copto. La rampa corre per oltre 1700 metri in direzione Nord, contrastando con il tradizionale orientamento in direzione Est-Ovest dei complessi funerari della IV dinastia, e con lo stesso orientamento del tempio funerario, situato sul lato Est della piramide. L’intero complesso è inoltre circondato da un muro di cinta che si stima raggiungesse originariamente un elevato di 6 metri.

Proprio nei pressi del tempio funerario di Djedefre venne rinvenuta la bella testa di Djedefre attualmente conservata al Louvre, oltre a frammenti di una sfinge in granito rosso, la prima scultura di questo tipo attestata in Egitto.

La piramide vera e propria avrebbe dovuto misurare 106,2 metri di lato, con un’altezza stimata tra i 57 e i 67 metri. Molta incertezza ha riguardato in passato l’angolo di inclinazione, originariamente supposto a 60 gradi, e più recentemente stimato in 52°, misura che lo rende perciò simile a quello già adottato per la grande piramide di Giza.

Le dimensioni della piramide, molto più modeste rispetto a quella fatta costruire dal padre a Giza, non sminuiscono tuttavia l’importanza di quella che dovette essere una tra le più sontuose tra le grandi piramidi della IV dinastia. Le minori dimensioni erano infatti ampiamente compensate dalla ricercatezza dei materiali: si tratta infatti dell’unica piramide il cui rivestimento si ritiene sia stato interamente realizzato in granito: numerosi blocchi del rivestimento si trovano tuttora in situ o ridotti in frammenti, spesso vere e proprie colline di detriti, lasciati sul posto dai cavatori di pietre.

L’importanza della piramide è altresì confermata dall’eccezionale posizione scelta per la sua costruzione, sulla sommità di un ampio rialzo calcareo, in posizione dominante sul territorio e la sottostante piana di Giza, chiaramente visibile dal colle di Abu Rawash. Si tratta dell’unica tra le piramidi della IV dinastia ad essere stata edificata sulla sommità di un rilievo, e non in una posizione pianeggiante.

Ben poco si conosce anche della struttura degli appartamenti interni: questi, profondamente scavati nella sottostruttura, erano raggiunti per mezzo di un passaggio discendente, con ingresso sul lato Nord, avente un’inclinazione di 27°, ormai completamente scoperchiato e messo a giorno per la sua intera lunghezza. Lungo tale corridoio Valloggia riferisce del rinvenimento di un deposito di fondazione, contenente un ascia in bronzo.

Un profondo pozzo rettangolare si apre oggi al posto della camera funeraria, preceduta da un’ampia anticamera: si tratta di un modello che avrebbe costituito il prototipo delle successive piramidi della V dinastia, e ciò sebbene caratteri come la presenza del pozzo centrale risultino decisamente arcaici, rimandando piuttosto alla struttura delle piramidi a gradoni della III dinastia. La presenza di numerosi blocchi di granito sul fondo del pozzo evidenzia come la camera sepolcrale dovesse essere originariamente rivestita di questo materiale. Diversi autori hanno poi supposto la presenza di un sistema di controsoffitti analogo a quello previsto per la camera del re della grande piramide.

Sempre sul fondo del pozzo Petrie trovò numerosi frammenti di un sarcofago in granito, avente un profilo arrotondato simile a quello del sarcofago della grande piramide incompiuta di Zawiyet el Aryan.

Nonostante l’aspetto incompiuto e dilapidato, è oggi opinione diffusa che la piramide di Djedefre sia stata tuttavia completata. La distruzione della piramide avvenne probabilmente ad opera di cavatori di pietre in età romana e araba, sebbene sia forse iniziata già nel corso del nuovo regno.

Esiste inoltre traccia di un culto di Djedefre sopravvissuto ben oltre la morte del sovrano, e che sembrerebbe contraddire l’idea in qualche modo diffusa che Djedefre sia stato un usurpatore del trono dopo la morte del fratellastro maggiore e principe ereditario Kauab, identificando quindi in Khafre il responsabile della damnatio memoriae di Djedefre.

Meno chiaro è il significato di alcuni cartigli recanti il nome di Menkaure rinvenuti da Petrie nei pressi del tempio funerario di questo piramide, testimonianza probabile di restauri condotti da questo faraone sul complesso funerario, quasi certamente completato dopo la morte del sovrano.

http://www.archeologia.com/forum/28979-post2.html
http://www.scienze.tv/node/3986
http://misteriantichi.blogspot.com/2009/01/djedefra-e-la-quarta-piramide.html
http://viaggiando.blogosfere.it/200...edefra-cambia-il-volto-dellantico-egitto.html

 
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