Achmatova, Anna - Ultimo Brindisi

elisa

Motherator
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E' una delle voci più importanti della poesia russa del Novecento. Nata a Odessa nel 1889, è morta a Mosca nel 1966. Nel 1934 Gumilev, suo primo marito, viene fucilato per attività controrivoluzionaria e molti dei suoi amici poeti finiscono nei gulag staliniani. Nel 1938 il suo unico figlio, Lev, viene imprigionato in attesa di condanna a morte. Ogni mattina, per diciassette mesi, la Achmatova si reca davanti al carcere per avere sue notizie. Il poemetto Requiem nasce da questa tragica esperienza, condivisa con altre centinaia di madri. La sua poesia, dapprima intima e sentimentale, si fa espressione di un intero popolo sofferente. Il regime ostacolò la pubblicazione dei suoi testi, che vennero bollato di pessimismo nevrotico e di erotismo malato. Unica, tra i poeti della sua generazione, ad aver vissuto così a lungo, la Achmatova rappresenta la memoria e la sopravvivenza dello spirito della grande terra-madre russa.

Un poeta (non amava essere definita poetessa) che parla al cuore, all'anima, alla mente e al corpo. Propongo una sua poesia del 1934

Ultimo brindisi

Bevo a una casa distrutta,
alla mia vita sciagurata,
a solitudini vissute in due
e bevo anche a te:
all'inganno di labbra che tradirono,
al morto gelo dei tuoi occhi,

ad un mondo crudele e rozzo,
ad un Dio che non ci ha salvato.
 
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Monica

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Meravigliosa la Achmatova :

Si,li ho amati quei raduni notturni,i bicchieri ghiacciati sparsi sul tavolino,

l'esile nube fragrante sul nero caffè,

l'invernale,greve vampa del caminetto infuocato

l'allegria velenosa dei frizzi letterari

e il primo sguardo di lui,

inerme e angosciante.
 
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