Coen, Joel & Ethan - A serious man

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Larry Gopnik è un professore universitario ebreo che crede di condurre una vita normalissima fino a che non gli si abbattono addosso tutta una serie di circostanze sfavorevoli, che lo porteranno a prendere una decisione che poi verrà ribaltata completamente da un finale fulminante.

L'ambientazione è quella della media borghesia ebraica negli anni sessanta, dove tra riti, rabbini e piccole trasgressioni la vita si consuma senza grandi slanci, ma la ricerca di una stabilità o la ricerca di essere una persona per bene o seria sono di volta in volta messe a dura prova dal destino, dalla sfortuna, dalle coincidenze, dal semplice accadere delle cose. ogni sforzo è vano, pessimistico e deterministico, è un film che ha una grande regia e ottimi attori. Di difficile lettura, forse neanche di lettura, tutto è lasciato in quell'ora e mezza di cinema. Un po' troppo oscuro per avermi convinto del tutto.
 

Nikki

New member
Io ADORO questo film! I fratelli Coen riescono a raccontare l'assurdità dell'esistenza e la impossibilità umana di cogliere il significato profondo di ciò che ci accade, e quindi della vita, con altissima intelligenza, lucidità, stile.
Per me, il miglior personaggio/attore non protagonista: il figlio adolescente.
Il finale ha una forza espressiva terribile: il ragazzo si rende conto che non c'è ragione di temere il compagno di classe da cui è fuggito per tutto il film. I rapporti di debito, le promesse, gli obblighi.. capisce che non conta più nulla: l'uragano minaccioso che si intravede all'orizzonte rende tutti uguali, livella i destini. Di fronte ad una tale prospettiva, cosa ha davvero importanza? ha senso battersi e sacrificarsi per dei principi morali? cosa cambia se una F diventa una C ? forse può bastare un piccolo - (meno) per placare la nostra coscienza. Ha senso lottare per essere persone serie e rispettabili, quando già le circostanze stesse della vita sono così ridicole? L'uragano arriverà comunque. Perché affannarsi per essere persone rispettabili, quando possiamo attenderlo canticchiando i Jefferson Airplane? Questa è la domanda e la divinità non ci deve risposte...

 
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zolla

New member
malgrado apprezzi l'assunto del film,sono un fautore del realismo pessimistico,ho trovato il film troppo chiuso nei riferimenti del mondo ebraico per poter avere un afflato universale.Lo dice uno che adora i Cohen,alcuni loro film sono tra i miei preferiti in assoluto.
 

Nikki

New member
malgrado apprezzi l'assunto del film,sono un fautore del realismo pessimistico,ho trovato il film troppo chiuso nei riferimenti del mondo ebraico per poter avere un afflato universale.Lo dice uno che adora i Cohen,alcuni loro film sono tra i miei preferiti in assoluto.

è vero, direi che la religione ebraica ha un ruolo decisamente preminente... credo che la figura del rabbino fosse più efficacie per la rappresentazione di un ufficio incaricato, ma incapace, poiché umano, di fornire Le Risposte.

realismo pessimistico, dici? trovi che ci sia del pessimismo nel film? io proprio il contrario! :mrgreen:
 
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ayla

+Dreamer+ Member
Film intelligente e che non annoia, girato con la solita ottima cura, a tratti geniale a tratti incomprensibile o, come ha detto Elisa, oscuro. Uno di quei film che, per me, risulta un pò difficile da decifrare.
Un film non facile e sicuramente non banale che ho afferrato solo a tratti, anche se forse si può condensare nella massima che lo apre: Ricevi con semplicità tutto ciò che ti succede.
 

isola74

Lonely member
In pratica questo film è la storia di Giobbe, nè più nè meno....
Secondo me il vero senso sta nella frase che l'ultimo rabbino, quello ritenuto più saggio di tutti, dice al ragazzo in oaccasione del suo Bar Mitzvah..... "fai il bravo". Tutta qui la saggezza della religione, le risposte che cerchiamo?
Sì, perchè alla fine sta sempre a noi scegliere quale strada seguire, non è Dio che ci spinge in un senso o nell'altro, ma noi decidiamo come reagire alla vita e come viverla.

Non lo rivedrei anche se non posso dire mi sia dispiaciuto, nè che mi abbia annoiato.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Alla seconda visione questo film ci guadagna parecchio, proprio perché fondamentalmente ironico e criptico, pervaso di pessimismo e di cultura ebraica, uno sguardo realistico e fatalistico sulla vita e su i "serious man", persone che ci provano ad essere brave persone ma nonostante tutto si lasciano prendere dagli eventi e vada come vada...
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Dal Cineforum - contiene spoiler

Film interessante e originale che però mi ha lasciato un po' perplessa, non sono certa di averlo capito.
Il protagonista vive una vita tanto sfigata da essere grottesca: lavoro poco gratificante e studenti ricattatori, moglie che lo lascia per una sorta di pomposo semi-predicatore, un fratello socialmente disadattato e impegnato a scrivere qualcosa che potrebbe cambiare le sorti del mondo, figli che si estraniano dalle vicende matrimoniali dei genitori l'uno ascoltando i Jefferson Airplane (siamo nel 1967) e preoccupandosi della presenza del padre solo quando si tratta di sistemare l'antenna della TV, l'altra lavandosi continuamente i capelli e sognando la rinoplastica.
Il film è ironico, intelligente e molto gradevole da vedere, ma alla fine mi sono chiesta "e quindi?" Ma forse è proprio questo che i registi volevano.
L'approssimarsi dell'uragano, nella sua gravità, spazza via e annulla tutto, bandiera americana compresa, sottolineando l'inutilità della ricerca di soluzioni e di un modo per vivere meglio? Come a dire "carissimo, tu puoi arrabattarti quanto vuoi, le cose succedono e basta" (emblematica in questo caso la scena finale del ragazzino?) Il povero protagonista scopre che l'onestà non paga (sic!) e decide di cedere ai ricatti dello studente?
Il protagonista si aggrappa alla religione sperando di trovare una soluzione ai suoi problemi e si rivolge a tre rabbini ...uno peggio dell'altro ... L'ultimo rabbino da cui si reca addirittura non lo riceve, perché "è impegnato", dice la signora. "Impegnato? Ma no, l'ho visto, non sta facendo niente". "Sta pensando". Lo stesso rabbino, il giorno del bar mitzvah, fa un discorso ridicolo al ragazzino, con parole molto liberamente tratte da una canzone, che si conclude con un banale "fai il bravo", come diceva isola e qui si vede proprio che neppure nella religione si possono trovare risposte.
La risposta non sta neppure nell'opera di Arthur, il fratello, che si occupa esclusivamente del suo studio sul calcolo delle probabilità.
In fin dei conti è un film che fa riflettere e discutere, lo consiglio.
 
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