Loach, Ken - Il mio amico Eric

elisa

Motherator
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Eric è un uomo di 50 anni che fa il postino e vive con i due figliastri adolescenti dopo essere stato abbandonato da sette anni dalla seconda moglie, bada alla nipotina, figlia della figlia della prima moglie, che lui stesso ha abbandonato 30 anni prima e di cui è ancora innamorato. E' un uomo alla deriva, senza stimoli e non si accorge che uno dei figliastri ha seri problemi con un piccolo criminale di quartiere. Ha una sola grande passione, Eric Cantona, ex campione della squadra di calcio del Manchester, che gli compare come in sogno e lo stimolerà al riscatto e alla vittoria.

Un film che fa uscire dalle sale riconciliati con la vita, dove l'amicizia, l'amore, la famiglia, la positività dei modelli sono vincenti. Bello perchè calibra le risate e le lacrime e controcorrente riempie lo schermo di valori ed emozioni senza nessuna retorica. Consigliato ad inizio d'anno come un viatico positivo. Come sempre Ken Loach riesce a riprodurre con semplicità ma grande partecipazione uno spaccato di vita inglese, attorniato da una splendida squadra di attori, incredibili nella loro veridicità ed una ottima squadra di tecnici. Anche se visto nel 2010 è uno dei film che mi ha commosso di più del 2009.
 
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MCF

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Loach - Il mio amico Eric

Come sempre, il regista ritrae situazioni di disagio sociale; in questo caso, come il collega Pieraccioni, risolve una situazione con l'evocazione della figura di un personaggio noto, il calciatore francese Cantona, che funge da coscienza dell'arreso protagonista, Eric. Questi è un postino depresso che vive in una casa sporca e disordinata stile pollaio con i figli della seconda moglie (il regista però non fornisce alcun indizio per spiegare come si è originata questa situazione anomala, tenendo conto che uno dei due ragazzi è nero). Comunque, il vero problema è l'apatia di Eric che non riesce ad accettare il passato e quindi a gestire la sua vita, in balia dei figli e di un lavoro che non gli interessa. Unica nota positiva i colleghi che sono dei veri amici. Un giorno, disperato, si rivolge a una fotografia gigante che ha in camera da letto di Cantona chiedendogli che cosa farebbe al suo posto; e ne evoca la figura e le parole. Battute importanti del calciatore:
"Se non affronti le difficoltà, non potrai superarle."
"Il momento più bello della mia vita non è stato un goal, ma un passaggio."
"Dì: NO! ma con le palle."
"Non c'è una sola risposta a un problema, ci sono sempre tanti modi per risolverlo."
"Tutto si risolve parlandone con gli amici."
Quando Eric gli dice:
"Facile per te che sei ricco e famoso!" lui risponde: "I miei amici sono come i tuoi, e anch'io ho delle difficoltà."
"Quando cerchi una soluzione, devi prima stupire te stesso."
Eric affronta finalmente i ricordi con grandissima titubanza. Poi Cantona gli suggerisce di curare il fisico ed Eric si allena e ritrova l'energia per gestire la sua vita, ripulire la casa e occuparsi dei figli e dei loro problemi. E diventa un uomo felice. Come diceva Tagore in una sua poesia "Nel mondo cerchi materiale di gioia ma solo in te stesso lo puoi trovare."
Da vedere per fare tesoro della morale.
 

isola74

Lonely member
Film carino, una commedia dolce-amara piacevole da vedere..anche se l'idea dell' "amico immaginario" non è che mi piaccia tanto..preferisco sempre restare con i piedi per terra io ....:wink:
 

Evy

Member SuperNova
Carino... anche se c'è un qualcosa che non mi ha convinto al 100% e forse credo sia il doppiaggio di Eric, non Cantona... :boh:
 

MaxCogre

Well-known member
Trama da internet: "Un impiegato delle Poste britanniche vede la sua vita andare sempre peggio. Ha lasciato da trent'anni Lily, suo unico e vero amore. Ora vive con i due figliastri lasciatigli da una donna che non c'è e con uno dei quali ha un pessimo rapporto. Eric, che cerca di non ricordare il passato, ha un solo rifugio in cui cercare un po' di consolazione: il tifo per il Manchester e la venerazione per quello che nel passato è stato il suo più grande campione, Eric Cantona. Ora però Eric ha un nuovo e per lui non secondario problema: la figlia che aveva abbandonato ancora in fasce, ma che non ha mai avuto un cattivo rapporto con lui, gli chiede il favore di occuparsi per un'ora al giorno della bambina che ha avuto, in modo da poter completare in pochi mesi gli studi. Sarà però necessario che Eric si faccia consegnare la neonata da Lily che non ha voluto piu' incontrare dal lontano passato. Qualcuno giunge in suo soccorso in modo inatteso e concretamente irreale: il suo idolo: Eric Cantona. Il problema da affrontare non sarà però purtroppo solo questo."

Allora anche questo disponibile su raiplay (mi sto vedento TUTTO ken loach piano piano). Non so, per me è uno dei suoi più riusciti. Lo sfigato postino, più 60 che 50 e vessato dalla vita, sull'orlo del breakdown - mi fa un po' preoccupantemente immedesimazione. A un certo punto tutto quello che ha fatto, e ancora più quello che non ha fatto cominciano a fare massa critica nella sua vita. E qui è la differenza con gli altri film del loach 'neorealista': interviene un'allucinazione positiva - una sera di particolare rimpianto e disperazione gli si materializza davanti, sul divano di casa, il suo idolo calciatore del manchester il re Eric Cantonà. Così Eric lo sfigato ed Eric il re fanno questa strana e surreale coppia e il film si sdoppia e diventa mezza realtà e mezzo sogno, mezza tragedia e mezza commedia. Divertente quando Cantonà dà a Eric i consigli in francese e il postino si incazza perché non li capisce, avvincente quando la coppia comincia a funzionare con la 'rimonta' di Eric postino, illuminante quando si capisce che Cantonà è quello che è non solo perchè è bravo, ma perchè ha visto e capito quanto di nobile e umano ci può essere nel mondo del calcio*, e di questa visione farà dono al suo amico. Insomma un film diverso nel panorama kenloachiano, vale la pena e tiferete alla grande. Calciare per credere.
voto 9/10.

*proprio lui che sembra esternamente intemperante/scostante al limite della stronzaggine. Anche qui come nel precedente film commentato (a proposito di rose, che 'conteneva' in piccolo anche "Nashville" di Altman) in realtà c'è tanta roba: in realtà sono due film in uno, e uno parla proprio di Cantonà/del calcio. Poteva essere un pasticcio? Sì, ma quando riesce il miracolo dell'equilibrio (tra le due 'trame' oltre che tra realtà e fantasia) due film è meglio di uno, e due gust is megl che uan! Remember!
 
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