Visconti, Luchino - Rocco e i suoi fratelli

elisa

Motherator
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Milano anni 60, una vedova della Lucania raggiunge uno dei figli immigrato, Vincenzo, portandosi dietro gli altri quattro fratelli Simone, Rocco, Ciro e Luca. I ragazzi cercano di inserirsi cercando lavoro e facendosi strada come possono, ancghe tramite la boxe. Simone il più spavaldo e ambizioso ma anche il più fragile pagherà lo scotto più alto mentre gli altri fratelli riusciranno a trovare una loro collocazione.

Questo film di Visconti è un affresco sociale imponente, a tratti poetico, la scena della neve a Milano e della felicità della famiglia che finalmente può lavorare, a tratti melodrammatico, la scena della violenza a Nadia, la prostituta amata da Simone e da Rocco. Come in una tragedia greca ogni personaggio diventa simbolo, così la madre è una donna ambiziosa che cerca il riscatto ad una miseria e sofferenza legate alla durezza della sua terra; Vincenzo accetta in modo passivo tutto quello che succede; Simone è ambizioso, passionale, fragile, violento, pagherà per tutti il sogno di riscatto; Rocco ha una bontà estrema e annulla sè stesso per amore del fratello, Visconti si ispira per lui al Myskin di Dostoevskij; Ciro è l'unico che cerca un riscatto studiando ed integrandosi culturalmente nella nuova realtà; Luca forse tornerà nella sua terra.
Anche le donne rappresentano modelli diversi, la quieta Ginetta, la femme fatale Nadia, la frizzante Franca e su tutte la madre, che tiene un po' tra le mani il destino dei suoi figli.
Un film su cui ci sarebbero mille cose da dire tanto vale vederlo che ne vale veramente la pena tanto è ricco e complesso, con una stupenda fotografia anche se la sceneggiatura è un po' troppo "colta" visto l'ambiente culturale in cui è inserito il film.
 
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