Colette,Gabrielle - La vagabonda

SALLY

New member
In molti hanno cercato di leggere una nota autobiografica dell'autrice nella vicenda triste di Renée, artista di Caffè Concerto della Belle Epoque, privata dell'entusiasmo di vivere e della gioia di darsi da un primo marito adultero, che l'ha lasciata sola e sfiduciata nell'amore.
Al di là di capire quanto di Colette ci sia in Renata e quanto di Renata ci fosse nell'atteggiamento di Colette, la cosa che salta maggiormente all'occhio in questo romanzo è la sconvolgente attualità della vicenda della protagonista: Renata è una donna delusa dalla vita e dagli uomini, che decide di contare solo su sé stessa, di vivere (miseramente) del suo lavoro di chanteuse e mima, senza fare affidamento sugli altri, né per le questioni materiali, né per quelle emotive, situazione singolare per una borghese del secolo scorso.
L'arrivo dell'amore (o della prospettiva di esso, forse del bisogno di esso), sotto le sembianze di un gentiluomo di campagna, per il quale la donna matura un sentimento di stima più che di passione, sconvolge i ritmi quasi da zitella di Renata e l'autocompiacimento che le derivava dal poter/dover contare solo su sé stessa.
Dopo un inizio folgorante, il nuovo "ami" diventa, soprattutto nella testa della rptoagonista, un ostacolo alla libertà, all'indipendenza femminile (siamo lontani, ancora, dal concetto di realizzazione), la dimostrazione dell'incapacità di Renata di bastare a sé stessa.
"La Vagabonda" , ambientato nella Parigi di inzio '900 e nella testa di una donna senza tempo, pone un problema di grande modernità e l'attualità dei contenuti fa perdonare anche lo stile un filo pomposo e démodé, che, in alcuni passaggi, rallenta forse un po' troppo la lettura



Finito questo libro,me ne procurerò altri di Colette,anche se scritto nei primi del novecento,direi che è la trascrizione esatta dello stato d'animo e delle sensazioni di una gran parte delle donne della società attuale,nei confronti delle relazioni con l'altra metà,la consapevolezza di dover bastare a se stesse ,materialmente e psicologicamente,ha descritto il declino dell'amore,dopo la passione iniziale,e non ultima la serenità che dà la libertà ,la solitudine,il poter decidere senza dire "noi",e di come quel noi possa essere alla lunga un nemico.Sono andata a cercare una sua biografia,e mi sembra che ci sia moltissimo della sua vita in questo romanzo,mi è piaciuto tantissimo.
 
Alto