Kubrick, Stanley - 2001: Odissea nello spazio

asiul

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Questo film è la,ormai raggiunta, perfezione di Kubrick.Fra quelli visti fino ad ora e quelli che mi accingerò a rivedere è senza meno il più completo, sotto tutti i punti di vista.
Le inquadrature iniziali dello spazio silente, ricordano Antonioni, anche se qui è creato negli studi di Hollywood.
La macchina perfetta e l'uomo! Questi i soggetti del film..dalle sue origini alla sua fine.
In un mondo alle origini primordiali, dove degli uomini scimmia tentano di sopravvivere compare un monolito che emette un segnale simile a dei lamenti, da quel momento in poi avviene la loro evoluzione verso l'umano.La violenza tipica dell'uomo si manifesta con un osso impugnato e brandito contro un suo simile (ecco la natura dell'uomo più volte rappresentata da Kubrick).Lo scenario poi si sposta nello spazio...
Questo film...spiegarlo è un arduo compito anche perchè proprio come descritto nel film la vita e l'infinito sono per tutti ancor oggi un mistero irrisolto. La fine-infinita. La morte oltre la vita e la vita oltre la fine.In tutto questo si fondono: la ragione rappresentata da un monolito apparso chissà da dove ed il metafisico dell'occhio nel quale rinasce la vita.Tutto è possibile,nulla è probabile o meglio provabile!
Ma come sempre è l'uomo al centro di tutto e l'unico artefice del proprio destino,anche quando sembra essere vittima della follia di una macchina è egli stesso ad esserne il creatore.La perfezione non esiste e non è possibile crearla?! Forse sono queste le ragioni dell'universo descritto da Kubrick?

Film da 10.
 
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Masetto

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<< A suo modo 2001 è per molti versi un film del terrore, sul terrore dell’infinito, in cui ai castelli polverosi abitati dai fantasmi, al cigolio delle porte, ai maggiordomi tenebrosi, si sostituiscono stazioni cosmiche dai lugubri riflessi metallici, clic di pulsanti e ronzii di valvole, stridori di sfere iperuranie e simulacri di uomini avviati senza sorrisi verso l’ignoto. >> Giovanni Grazzini

Straordinariamente inventivo, ma anche sopravvalutato.
Ha detto lo stesso Kubrick: “Ognuno è libero di speculare a suo gusto sul significato filosofico ed allegorico del film. Io ho cercato di rappresentare un’esperienza visiva che aggiri la comprensione per penetrare con il suo contenuto emotivo direttamente nell’inconscio” e “Le scene finali mi sono state ispirate dall’assunzione di allucinogeni.
Lasciano dunque il tempo che trovano le varie “spiegazioni” che la critica ha dato al finale, tirando in ballo Nietzsche, Einstein, etc. Del resto immagini così vaghe e slegate si prestano per forza di cose alle più svariate interpretazioni, ma senza avallarne nessuna. E questo è un bel difetto: il film sarebbe davvero quel capolavoro che molti dicono solo se oltre alla bellezza “estetica” delle immagini queste avessero anche uno o più significati chiari ed inequivocabili, perché l’arte, quand’è arte, è prima di tutto comprensibile nei suoi messaggi, e non fumosa ed ambigua.
Né questa è l’unica pecca della pellicola:

<< 2001: Odissea nello spazio è senza dubbio un film che fa epoca, con grandi meriti e qualche grosso difetto. Questi ultimi si riassumono in una certa lentezza e macchinosità d’impianto […] e nel sovrappiù moralistico rappresentato dai conflitto fra i cosmonauti e il cervello meccanico: […] qui, preoccupato di far buona figura anche come direttore di coscienza, Kubrick prende una cantonata. Il monito levato contro la civiltà delle macchine, in procinto di essere divorata dai perfettissimi aggeggi che ha costruito, appartiene a una polemica un po’ vecchiotta. >> Giovanni Grazzini

<< Confesso che dopo aver visto 2001 muoio tranquillo. Il film ci fa vedere quella che sarà la vita dell’uomo nello spazio nei prossimo millennio. Intanto sin d’ora è chiaro che viaggiare tra i pianeti sarà una cosa monotona e noiosissima, come andare in jet. Inoltre, sia la vista di questi pianeti pelati e butterati, sia quella dei vari veicoli che si incroceranno non promettono nulla di attraente. Ma neppure i futuri ambienti spaziali offrono comfort o fantasia: soltanto lunghi budelli con sedili affiancati come le cabine degli aeroplani e squallidi seguiti di corridoi e cunicoli.
Né le prospettive si fanno più amene quando arrivate alle stazioni spaziali. Lì vi aspettano nudi saloni blindati dove, per fare follia, i futuri architetti cosmici non hanno trovato di meglio, per allietare la vista, che piazzare delle gigantesche poltrone a piede di tartaruga, di uno scarlatto che grida.
Pochi esseri umani errano in quei clinici labirinti: tecnici in tuta, brutte dottoresse vestite di nero e dottori occhialuti che fanno naturalmente ricerche di medicina interstellare, esperti di Enti interspaziali in trasferta cosmica, abbottonatissimi e inconcludenti come tutti gli esperti degli enti di questa terra. Assistiamo anzi a una loro seduta, e questo fa proprio cascare le braccia se nutrite qualche speranza di trovarvi davanti un divertente millennio. Figuratevi la più nuda e schematica sala di consiglio con dei tavoli scheletrici e otto, dieci persone immusonite, sedute intorno. Vagamente apprendiamo che si sarebbe fatto in qualche parte del cosmo una, diciamo pure, sensazionale scoperta della quale però, secondo una decisione dei mitici Enti, ancora, per il momento, non dovrebbe trapelare nulla sulla terra. Così, questa importante riunione, per cui un autorevole personaggio ha fatto apposta un viaggio interplanetario, si conclude con un nulla di fatto. Proprio quello che succede da noi tutti i giorni.
Dovrebbe esserci però l’interesse spettacolare e prima di tutto, naturalmente, l’interesse di vedere in azione gli stranissimi meccanismi, dato che sarebbe stato addirittura von Braun il consulente tecnico del film. E, in effetti, siamo introdotti nelle cabine di comando. Entriamo nelle stanze di ibernazione dove, dentro custodie metalliche simili a casse di mummie, stanno, sorvegliati continuamente da un sistema di auscultazione elettronica, i tecnici che in futuro dovranno prendere il posto dell’attuale equipaggio per sostituirlo nei successivi decenni.
Tutto questo è curioso, e se non fosse, almeno per mio gusto, troppo insistito e tirato in lungo, sarebbe interessante. Ma è troppo tirato in lungo. Per esempio, tutti questi incessanti lampeggiamenti di colorati segnali luminosi, dei quali non capiamo il senso e che sono probabilmente fasulli, a un certo momento non fanno più impressione. Quegli stessi andirivieni di capsule che si staccano dall’aeronave gigante e manovrano per loro conto nel vuoto, sono cose da un pezzo abusate nei film di fantascienza. […] >> Filippo Sacchi
 

zolla

New member
un film che fece epoca,tra i capolavori assoluti della fantascienza,con soluzioni tecniche innovative,splendida colonna sonora,infinitamente citato per alcune celebri scene,dall'osso astronave al monolite al famoso finale.Malgrado qualcuno lo tacci di essere un film lento,io non cambierei una virgola,è perfetto così com'è.
 

darida

Well-known member
Saro' sincera, l'ho sempre trovato un film lento con alcune scene al limite del parossismo. E questo fin dalle prime volte, non ancora viziata da ritmi di tutt'altro genere.Questo non toglie che vi siano ambientazioni di grande impatto e assolutamente degne di occupare,- insieme alla colonna sonora,e al silenzio...-un posto d'onore tra i film piu' acclamati e famosi di fantascienza :)
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
L'avevo visto da pochi mesi e la rivisione di oggi non fa che confermare il fascino del film e il suo essere intrigante ma anche la lentezza e la monotonia di alcune scene, tutto molto bello, accurato, fotografato stupendamente e con delle luci poste in modo geniale, ma estremamente concettuale, filosofico e complesso nella visione. Lo trovo ossessivo e quello che mi ispira non è tanto una riflessione sulla vita, sull'universo, sullo spazio e sul tempo ma quanto il bisogno di Kubrick di realizzare un'opera così ambiziosa da superare sè stesso. Purtroppo ho dormito gran parte del tempo la prima volta e ho sbadigliato parecchio anche questa volta, ma non mi sono persa comunque un fotogramma. Non metto in dubbio che sia uno splendido film ma a me fa un effetto soporifero.
 

Masetto

New member
Saro' sincera, l'ho sempre trovato un film lento con alcune scene al limite del parossismo
Lo immaginavo che a te non avrebbe del tutto convinto :)

Purtroppo ho dormito gran parte del tempo la prima volta e ho sbadigliato parecchio anche questa volta
Di te invece sono un po' sorpreso :)



Mi piace quando c'è questa indipendenza di giudizio: se uno è un grande artista (qual'è Kubrick) non ne deriva per forza che tutto quello che ha fatto debba essere perfettamente riuscito.
 

Mizar

Alfaheimr
Questo è uno dei miei film preferiti di sempre. Il personaggio di Hal è una roba clamorosa. Non sono d'accordo solo sul punto delle intuizioni innovative.
Per il resto, grande film e grande musica (rubata :mrgreen:)
 

Kelly

alienato
Era la mia 1ª volta (come quasi sempre) e son rimasto piacevolmente assorto in questa visione.

Prima decade del film insolita, ma poi si afferra il senso: ovvero il mutamento quasi impercettibile delle capacità istintive (animale) a ragionate (essere umano).
In una landa primitiva, innocenti primati imparano il sapore della carne e con le abilità acquisite, rincorrono quel mito di supremazia, un sentimento umano caratteristico.

  • scena che mette brividi, un ominide col viso feroce intento a distruggere in modo perverso uno scheletro di suoi simili!
Si passa da un primordiale milioni di anni fa al mondo del futuro fortemente tecnologico.
Qua traspare subito il mondo robot tanto come persona unmana, quasi amico, un fido consigliere dal nome HAL 9000 sprezzante di errori.
Ma fidarsi è bene e non fidarsi è meglio, ecco che i 2 astronauti diffidano dalla macchina e decidono di disattivarla, ma vengono scoperti ancor prima dell'intento e qua comincia la vera avventura.

  • qua parte un pò pesante (lunga), ma il bello dei sentimenti robotici messi in chiara evidenza da proprie azioni.
  • interminabile partita a scacchi fra macchina e l'unico superstite David Bowman, che finalmente riprende il controllo.
  • da notare il vittimismo di HAL 9000 in una voce intrinseca di pietà quasi commovente.




Una pellicola "romantica" ricca di 1000 visioni, un sentimento, l'amozione che suscita, bravo Stanley! :ad:
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
E' uno di quei film che puoi rivedere decine di volte e ti lascia sempre qualcosa, dall'inizio alla fine, comunque non puoi restare indifferente. Forse questa volta l'angoscia è stata l'emozione preponderante e alla fine lo stupore di aver capito un pezzettino minuscolo di questo affascinante viaggio nello spazio e della riflessione sulla vita e le sue origini.
 
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