Il libro del futuro

Dory

Reef Member
Sulla base delle molte discussioni fatte da un po' sul forum, il libro ideale, il ruolo degli intellettuali e della letteratura, e anche di un incontro a cui ho assistito tra due registi e un ex-politico molto amante e conoscitore di cinema, mi viene da pensare a cosa abbiamo da scrivere o da farci un film oggi in Italia, che abbia nel futuro il rilievo e la forza dei grandi capolavori della letteratura e del cinema del passato. Potrei anche estendere il ragionamento alla musica.
Stamattina leggevo sul corriere della sera che sta aumentando considerevolmente il numero di ragazzi con insufficienze a scuola e che la gran parte di diplomati e laureati ai concorsi non sa scrivere in un italiano corretto.
Con queste premesse e con una vita ordinaria e votata alla ricerca dell'ultimo paio di scarpe alla moda, cosa può uscire dalla penna di uno scrittore? Con questo non voglio certamente fare di tutt'erba un fascio, lo vedo già da questo forum, dove ci sono tutte persone che scrivono meravigliosamente bene, quello che voglio dire è che la vita di oggi forse non dà quegli spunti forti, quegli slanci di ispirazione, quella capacità di andare a fondo nella comprensione di noi stessi e degli altri, della vita nella sua complessità e sfumature, che ha fatto grandi i personaggi del passato.
Cosa ne pensate?
 

Gian

New member
la discussione mi paice, ed in futuro ci dedicherò più tempo, per ora voglio scrivere solo una cosa che secondo me rende l'idea...

Quando qualche mese fa ho intervistato Luciano Vincenzoni (grande sceneggiatore che ha lavorato con Germi, Monicelli, Lizzzani,Billy Wilder e tanti tanti altri) gli ho chiesto: cosa manca agli autori di oggi rispetto a voi? e Lui mi ha risposto che loro nella sfortuna sono stati fortunati, perchè hanno avuto la fortuna di vivere la guerra, la povertà, il boom economico, e tante altre cose, mentre oggi purtroppo gli autori, gli sceneggiatori non sanno di cosa parlare perchè non ci sono argomenti e avvenimenti di un certo livello drammaturgico....
 

Lucripeta

New member
Io non mi trovo perfettamente d'accordo.
Ho pensato tanta volte anch'io ciò che diceva Gian, però il fatto che non viviamo quell'esperienze vuol dire che si deve scrivere su nuove cose.
E' un pò come se gli autori del 1800 si lamentassero perchè non c'era niente più da scrivere su nuove terre misteriose da scoprire.
Semplicemente hanno cambiato soggetto ambientandosi alla realtà circostante.
Che poi piaccia o non piaccia un romanzo ambientato ai giorni nostri (come a me assolutamente) è un'altra cosa.

Per quanto riguarda cio che diceva Dory è vero che c'è uno stile di vita che alimenta la superficialità. Per esempio una volta a 18 anni un ragazzo era in pratica uomo e già badava a metter su famiglia.
La necessita aguzza l'ingegno, quindi senza necessità non c'è bisogno di sviluppare le caratteristiche un tempo necessarie.
A proposito scriveva qualcosa di interessante Wells nel romanzo la macchina del tempo, ovviamente in situazione limite, in cui il benessere esagerato aveva totalmente rincretinito l'uomo.

Io però penso che in molte persone, cioè in molte tra quelle che conosco, continui ad esserci il sentimento che tu dici stia scomparendo :wink:, in fondo l'uomo è sempre lo stesso. Semplicemente oggi non è semplice viverlo, ed essendo non assecondato si assopisce.

P.S. E' un discorso vastissimo e complicatissimo :?, io mi fermo qui...
 

Gian

New member
ma io penso che ci siano ancora buoni film e buoni libri, solo che sicuramente oggi è più difficile di un tempo
 

fabiog

New member
la discussione mi paice, ed in futuro ci dedicherò più tempo, per ora voglio scrivere solo una cosa che secondo me rende l'idea...

Quando qualche mese fa ho intervistato Luciano Vincenzoni (grande sceneggiatore che ha lavorato con Germi, Monicelli, Lizzzani,Billy Wilder e tanti tanti altri) gli ho chiesto: cosa manca agli autori di oggi rispetto a voi? e Lui mi ha risposto che loro nella sfortuna sono stati fortunati, perchè hanno avuto la fortuna di vivere la guerra, la povertà, il boom economico, e tante altre cose, mentre oggi purtroppo gli autori, gli sceneggiatori non sanno di cosa parlare perchè non ci sono argomenti e avvenimenti di un certo livello drammaturgico....

Mi trovo perfettamente d'accordo. Purtroppo sarà cinico dirlo, ma sicuramente eventi di un certo spessore e tragici ( come guerre, rivoluzioni, povertà e contrasti sociali ) hanno aiutato notevolmente lo sviluppo delle arti, secondo me è proprio nel peggio che l'uomo può dare il meglio di sè; certo può accadere anche il contrario, ma almeno siamo sempre nell estremo e non in quel grigiore che è dato dai momenti di " equilibrio ". Per come la penso io il problema è dato dall'esistenza del cosidetto " politically correct " , molti artisti o presupposti tali si adeguano a questa corrente ipocrita per cui certe cose si possono dire ed altre no perchè non socialmente accettabili in quanto potrebbero offendere determinate classi sociali, razziali, religiose o quant'altro e questo non fà che creare un ipocrita allineamento allo status quo.
Reputo estramamente necessario un movimento radicale e reazionario almeno creerebbe stimoli, discussioni e polemiche
 

Mizar

Alfaheimr
Proverò ad accennare una risposta.
Dory si domanda " cosa abbiamo da scrivere o da farci un film oggi in Italia, che abbia nel futuro il rilievo e la forza dei grandi capolavori della letteratura e del cinema del passato. Potrei anche estendere il ragionamento alla musica"
Secondo il mio parere, se per "cosa" si intendono i soli contenuti, gli "argomenti"...allora temo di non esser proprio d'accordo con le premesse. Per me i contenuti sono solo occasionali, così come le trame, gli intrecci. Si può ben costruire un capolavoro (letterariio, musicale, cinematografico, figurativo) osservendo il cadere di una goccia d'acqua o un uomo che si allacci le scarpe.
Questo è uno degli insegnamenti del Novecento.
Se invece intendiamo il "cosa" come la congerie di questioni estetiche nella loro indisponibile totalità, credo che la domanda sia non solo ben posta ma necessaria. Il più gran problema è drammaticamente estetico.




Stamattina leggevo sul corriere della sera che sta aumentando considerevolmente il numero di ragazzi con insufficienze a scuola e che la gran parte di diplomati e laureati ai concorsi non sa scrivere in un italiano corretto.
Con queste premesse e con una vita ordinaria e votata alla ricerca dell'ultimo paio di scarpe alla moda, cosa può uscire dalla penna di uno scrittore? Con questo non voglio certamente fare di tutt'erba un fascio, lo vedo già da questo forum, dove ci sono tutte persone che scrivono meravigliosamente bene, quello che voglio dire è che la vita di oggi forse non dà quegli spunti forti, quegli slanci di ispirazione, quella capacità di andare a fondo nella comprensione di noi stessi e degli altri, della vita nella sua complessità e sfumature, che ha fatto grandi i personaggi del passato.
Cosa ne pensate?
In realtà di problemi di ignoranza, di attaccamento a beni material-commerciali ed altro ce ne son sempre stati. Da qualche decennio son di certo cambiate le forme ed i modi...ma la sostanza è la medesima (si ricordino Orazio, Agostino, Platone, Proust, Wells ...). Se consideriamo poi il problema delle insufficienze scolastiche dovremmo anche ricordare che un secolo orsono la situazione era ben peggiore.
Credo inoltre che di "spunti", di possibilità di "comprensione" di stimoli e di fonti, il mondo contemporaneo sia addirittura più prodigo.
I capolavori dei nostri tempi nulla hanno da invidiare a quelli del passato. Oggi la produzione di opere letterarie, musicali e così vià è esponenzialmente aumentata (per ragioni di cui tutti sappiamo). Vario ed incombente è il ciarpame - come è sempre stato - ma tra oggetti inutili forse è ancora possibile ritrovare qualcosa che resisterà al tempo*







*Certo che se cerchiamo queste prove tra la musica leggera/popular tra i "libri" di alcuni "intellettuali italiani" o tra altra roba di tal fatta, un pò di sconforto è comprensibile. Quindi, appunto, comprendo i possibili toni scoraggiati :mrgreen:


Io non mi trovo perfettamente d'accordo.
Ho pensato tanta volte anch'io ciò che diceva Gian, però il fatto che non viviamo quell'esperienze vuol dire che si deve scrivere su nuove cose.
E' un pò come se gli autori del 1800 si lamentassero perchè non c'era niente più da scrivere su nuove terre misteriose da scoprire.
Semplicemente hanno cambiato soggetto ambientandosi alla realtà circostante.
Che poi piaccia o non piaccia un romanzo ambientato ai giorni nostri (come a me assolutamente) è un'altra cosa.
Totalmente concorde, sono.

Per quanto riguarda cio che diceva Dory è vero che c'è uno stile di vita che alimenta la superficialità. Per esempio una volta a 18 anni un ragazzo era in pratica uomo e già badava a metter su famiglia.
Secondo me di stili di vita alimetanti vocazioni superficialistiche ce ne son sempre stati. Oggi è cambiato il "tipo" [:mrgreen:] di superficialità. Ma siam sempre lì.

La necessita aguzza l'ingegno, quindi senza necessità non c'è bisogno di sviluppare le caratteristiche un tempo necessarie.
A proposito scriveva qualcosa di interessante Wells nel romanzo la macchina del tempo, ovviamente in situazione limite, in cui il benessere esagerato aveva totalmente rincretinito l'uomo.
Lì la situazione era però diversa. Vi era un'umanità disperatamente spezzata in due.

Io però penso che in molte persone, cioè in molte tra quelle che conosco, continui ad esserci il sentimento che tu dici stia scomparendo :wink:, in fondo l'uomo è sempre lo stesso. Semplicemente oggi non è semplice viverlo, ed essendo non assecondato si assopisce.
Esattamente...
 

Mizar

Alfaheimr
Mi trovo perfettamente d'accordo. Purtroppo sarà cinico dirlo, ma sicuramente eventi di un certo spessore e tragici ( come guerre, rivoluzioni, povertà e contrasti sociali ) hanno aiutato notevolmente lo sviluppo delle arti, secondo me è proprio nel peggio che l'uomo può dare il meglio di sè; certo può accadere anche il contrario, ma almeno siamo sempre nell estremo e non in quel grigiore che è dato dai momenti di " equilibrio ".
Questo è vero. Enigmaticamente vero.
La tradizione culturale d'ovest è definitivamente diversa rispetto a quasiasi altra sua compagna d'avventura (Ave Habermas ! :W). E noi dell'ovest abbiam da sempre vissuto tra i fuochi perenni di guerre, scismi, fame, fratricidi ed immani, sconfinati, improvvisi splendori.
Le nostre carni son forgiate anche con spade fumanti.

Per come la penso io il problema è dato dall'esistenza del cosidetto " politically correct " , molti artisti o presupposti tali si adeguano a questa corrente ipocrita per cui certe cose si possono dire ed altre no perchè non socialmente accettabili in quanto potrebbero offendere determinate classi sociali, razziali, religiose o quant'altro e questo non fà che creare un ipocrita allineamento allo status quo.
Reputo estramamente necessario un movimento radicale e reazionario almeno creerebbe stimoli, discussioni e polemiche
Sono d'accordo. Di fatto, di autori del genere ce ne son :wink:

Che rimaga tra noi due:mrgreen::
Però se vuoi aver succeso come scrittore...ti convien sempre sparare una pletora di tornite banalità anti-guerra, peace&love e bandierine della pace assecondanti il bisogno (pagnottista) di sicurezza. Magari così ti fai anche qualche amico ai piani alti ! Poi la maggior parte della gente ti vorrà sempre bene: sarai fascion, cool, popular e chic ! Potrai bere Chianti sbuffando sciattamente sul governo e sulle masse incolte che pure (politicamente) devi difendere a spada tratta.
Prenotiamo un biglietto?
 

Dory

Reef Member
Q
Però se vuoi aver succeso come scrittore...ti convien sempre sparare una pletora di tornite banalità anti-guerra, peace&love e bandierine della pace assecondanti il bisogno (pagnottista) di sicurezza. Magari così ti fai anche qualche amico ai piani alti ! Poi la maggior parte della gente ti vorrà sempre bene: sarai fascion, cool, popular e chic ! Potrai bere Chianti sbuffando sciattamente sul governo e sulle masse incolte che pure (politicamente) devi difendere a spada tratta.
Prenotiamo un biglietto?

Perché scrivere a favore della guerra, odio e bandierine nere con il teschio fa capolavoro letterario? :mrgreen:
 

Mizar

Alfaheimr
Perché scrivere a favore della guerra, odio e bandierine nere con il teschio fa capolavoro letterario? :mrgreen:
Ogni cosa può far capolavoro letterario. Tra l'altro di letteratura guerriera ne abbiamo già a iosa. Gli esiti, per ora, son stati...ehm...come dire...Immortali :mrgreen::mrgreen::mrgreen:


Sai com è...


Poi, famme capì Dory :mrgreen:, l'alternativa ad una serie di banalità peace&love è necessariamente una bandiera con il teschio ? [Abbiamo appena bruciato alcune colonne portanti della cultura mondiale, scusateci]
Lo credo bene che non vedi molte speranze per la letteratura. Così ragionando non ne avresti viste neppure prima di Omero :mrgreen: :wink:
 

Dory

Reef Member
Ogni cosa può far capolavoro letterario. Tra l'altro di letteratura guerriera ne abbiamo già a iosa. Gli esiti, per ora, son stati...ehm...come dire...Immortali :mrgreen::mrgreen::mrgreen:


Sai com è...

E allora vedi che non si può scrivere più di niente? E' già stato scritto tutto e meravigliosamente!! :mrgreen:

Comunque tu sopra dici che non conta il contenuto ma la forma (per usare la tua parola "l'estetica"), o mi sbaglio?
 

Dory

Reef Member
Poi, famme capì Dory :mrgreen:, l'alternativa ad una serie di banalità peace&love è necessariamente una bandiera con il teschio ? [Abbiamo appena bruciato alcune colonne portanti della cultura mondiale, scusateci]
Lo credo bene che non vedi molte speranze per la letteratura. Così ragionando non ne avresti viste neppure prima di Omero :mrgreen: :wink:

E' ovvio che non la penso così, so benissimo che tra il bianco e il nero ci sono una grande varietà di sfumature... era solo una provocazione... una battuta!! :mrgreen:

E poi non è vero che non vedo speranze per la letteratura, io ho esposto dei fatti, ma non ho specificato la mia opinione in merito.
 

Mizar

Alfaheimr
E allora vedi che non si può scrivere più di niente? E' già stato scritto tutto e meravigliosamente!! :mrgreen:
Stai scherzando, no ?
Se non è così, dimmelo :mrgreen:

E' ovvio che non la penso così, so benissimo che tra il bianco e il nero ci sono una grande varietà di sfumature... era solo una provocazione... una battuta!! :mrgreen:
Ghghgh
Con la aggrvante che si può esser totalmente "bianchi" ed inguardabili o totalmente "neri" ed eterni.
Anche la guerra può esser bella





Comunque tu sopra dici che non conta il contenuto ma la forma (per usare la tua parola "l'estetica"), o mi sbaglio?
No
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Ho scritto che la sfera contenutistica è occasionale rispetto alla 'scrittura'.
Discorso già noto ed ampiamente esposto in altro topic :wink:
 

Dory

Reef Member
Con la aggrvante che si può esser totalmente "bianchi" ed inguardabili o totalmente "neri" ed eterni.
Anche la guerra può esser bella.

Ti rispondo con questa:

Generale
dietro la collina
ci sta la notte buia e assassina
e in mezzo al prato c'è una contadina
curva sul tramonto
sembra una bambina
di cinquant'anni e di cinque figli
venuti al mondo come conigli
partiti al mondo come soldati
e non ancora tornati.
Generale
dietro la stazione
lo vedi il treno che portava al sole
non fa più fermate neanche per pisciare
si va dritti a casa senza più pensare
che la guerra è bella anche se fa male
che torneremo ancora a cantare
e a farci fare l'amore, l'amore dalle infermiere.
Generale
la guerra è finita
il nemico è scappato, è vinto, è battuto
dietro la collina non c'è più nessuno
solo aghi di pino e silenzio e funghi
buoni da mangiare, buoni da seccare
da farci il sugo quando viene Natale
quando i bambini piangono
e a dormire non ci vogliono andare.
Generale
queste cinque stelle
queste cinque lacrime sulla mia pelle
che senso hanno
dentro il rumore di questo treno
che è mezzo vuoto e mezzo pieno
e va veloce verso il ritorno
tra due minuti è quasi giorno
è quasi casa
è quasi amore.


PS: Per neri eterni intendi Michael Jordan? :mrgreen:
 

Gian

New member
Secondo me di stili di vita alimetanti vocazioni superficialistiche ce ne son sempre stati. Oggi è cambiato il "tipo" [:mrgreen:] di superficialità. Ma siam sempre lì.

la differenza è che quando c'era la fame, erano pochi a vivere superficialmente, ora grazie al benessere invece c'è una percentuali di persone, soprattutto ragazzi, molto maggiore che vive in modo superficiale...ma fanno bene loro forse, non li voglio giudicare
 

fabiog

New member
Questa risposta conferma che Mizar ha ragione. Se non esistesse la guerra una canzone di questo tipo non sarebbe stata scritta.
Non ritengo che poi il discorso voglia intendere che la guerra in sè sia bella, ma, credo che non si possa negare, che proprio momenti storici violenti di guerra, prima o dopo, abbiano sviluppato grandi opere in moli campi.
Beethoven non avrebbe mai composto la 3 sinfonia se non ci fossero state le guerre napoleoniche, Verdi non avrebbe composto molte delle sue opere se non ci fosse stato il periodo del risorgimento e che dire di Ungaretti il poeta soldato ?
O di Remarque o di Mann, molte delle opere di Mann sono state scritte come opposizione al nazismo.
Se in quei periodi storici avessere messo " i fiori nei vostri cannoni", si sarebbero tenuti tutti per mano a cantar nei prati quasi sicuramente non avrebbero sviluppato un bel niente.
 

Gian

New member
Questa risposta conferma che Mizar ha ragione. Se non esistesse la guerra una canzone di questo tipo non sarebbe stata scritta.

e quindi date ragione alle parole di Vincenzoni che non da speranze ai giovani di oggi per mancanza di esperienze di un certo tipo:wink:
 

Dory

Reef Member
Questa risposta conferma che Mizar ha ragione. Se non esistesse la guerra una canzone di questo tipo non sarebbe stata scritta.

Bene, eccoci al punto. Il punto è che per scrivere qualcosa di intenso, significativo, ci vuole il conflitto, con noi stessi, con l'altro, con la società, con qualsiasi cosa, ma ci vuole una rottura, qualcosa che ci ponga davanti un problema. Se non si è coscienti del problema, in alcuni casi questo ci colpisce in pieno viso per cui è facile esserne coscienti, allora non c'è riflessione e non c'è desiderio di approfondire e di tirar fuori ciò che ci turba rendendolo manifesto.
Altra cosa poi è certamente la capacità di esprimerlo in modo poetico/artistico, come lo vogliamo chiamare.
Dunque il libro del futuro, il capolavoro originale (italiano, qui si sta parlando di italia) sarà forse quello che saprà cogliere meglio l'aspetto/gli aspetti conflittuali del nostro presente, e ce ne sono molti più o meno manifesti.
 

Dory

Reef Member
Se in quei periodi storici avessere messo " i fiori nei vostri cannoni", si sarebbero tenuti tutti per mano a cantar nei prati quasi sicuramente non avrebbero sviluppato un bel niente.

E non trovi che questo sia terribilmente vero? Io sono completamente d'accordo, ma non ti sembra un prezzo carissimo? A me pensare questo fa rabbia, che per avere qualcosa di "bello" si debba provare tanto dolore.
 

fabiog

New member
Bene, eccoci al punto. Il punto è che per scrivere qualcosa di intenso, significativo, ci vuole il conflitto, con noi stessi, con l'altro, con la società, con qualsiasi cosa, ma ci vuole una rottura, qualcosa che ci ponga davanti un problema. Se non si è coscienti del problema, in alcuni casi questo ci colpisce in pieno viso per cui è facile esserne coscienti, allora non c'è riflessione e non c'è desiderio di approfondire e di tirar fuori ciò che ci turba rendendolo manifesto.
Altra cosa poi è certamente la capacità di esprimerlo in modo poetico/artistico, come lo vogliamo chiamare.
Dunque il libro del futuro, il capolavoro originale (italiano, qui si sta parlando di italia) sarà forse quello che saprà cogliere meglio l'aspetto/gli aspetti conflittuali del nostro presente, e ce ne sono molti più o meno manifesti.

In tutta onestà , e sarò io ad essere cieco, questi aspetti conflittuali non li vedo, mi sembra che siano più abilmente creati dal mondo dei mass media che effettivamete reali, certo ci son problemi , ma certamente non cosi tragici come vogliono farci credere, inviterei a dare un occhiata a quello che effettivamente succedeva nell'Europa dei due dopoguerra per capire cosa siano gli aspetti conflittuali.
Per quel che riguarda il discorso Italia, come detto, finchè non ci sarà un artista che avrà il coraggio di staccarsi da questo stato di ipocrita perbenismo borghese radical chic non avremo un bel niente se non tanti bei romanzetti
 

Mizar

Alfaheimr
Ti rispondo con questa:

Generale
dietro la collina
ci sta la notte buia e assassina
e in mezzo al prato c'è una contadina
curva sul tramonto
sembra una bambina
di cinquant'anni e di cinque figli
venuti al mondo come conigli
partiti al mondo come soldati
e non ancora tornati.
Generale
dietro la stazione
lo vedi il treno che portava al sole
non fa più fermate neanche per pisciare
si va dritti a casa senza più pensare
che la guerra è bella anche se fa male
che torneremo ancora a cantare
e a farci fare l'amore, l'amore dalle infermiere.
Generale
la guerra è finita
il nemico è scappato, è vinto, è battuto
dietro la collina non c'è più nessuno
solo aghi di pino e silenzio e funghi
buoni da mangiare, buoni da seccare
da farci il sugo quando viene Natale
quando i bambini piangono
e a dormire non ci vogliono andare.
Generale
queste cinque stelle
queste cinque lacrime sulla mia pelle
che senso hanno
dentro il rumore di questo treno
che è mezzo vuoto e mezzo pieno
e va veloce verso il ritorno
tra due minuti è quasi giorno
è quasi casa
è quasi amore.
Si
Allora ? :?


la differenza è che quando c'era la fame, erano pochi a vivere superficialmente, ora grazie al benessere invece c'è una percentuali di persone, soprattutto ragazzi, molto maggiore che vive in modo superficiale...ma fanno bene loro forse, non li voglio giudicare
Bhò !
Se lo dice lei...
Io, purtroppo, non ho la fortuna di conoscere direttamente questa "percentuale di persone". Quindi non mi permetto di giudicare.

Domanda: una persona che soffra la "fame" necesariamente non vive superficialmente ? :?


e quindi date ragione alle parole di Vincenzoni che non da speranze ai giovani di oggi per mancanza di esperienze di un certo tipo:wink:
Questa proposizione è un caso da manuale di inferenza imperfetta (si spera non capziosa:mrgreen:).
Infatti se è vero come è vero che è impossibile tastare determinati tipi di possibile esperienza, non è affatto vera la conseguenza: mancanza di speranze.
Poi se vogliamo giungere a conseguenze così "superficiali"...

Oggi conosciamo altre guerre. Esse sono ovunque. Per le strade, nella affermazione delle proprie idee, nella innumerevole selva ultrademocratica, nel labirinto delle metropoli, nel vagabondare di L. Bloom, nel ricercare le proprie radici seppellite...

Troppo semplice, spiacente. Caro Vincenzoni, ripassi un'altra volta: sarà più fortunato :wink:

Bene, eccoci al punto. Il punto è che per scrivere qualcosa di intenso, significativo, ci vuole il conflitto, con noi stessi, con l'altro, con la società, con qualsiasi cosa, ma ci vuole una rottura, qualcosa che ci ponga davanti un problema. Se non si è coscienti del problema, in alcuni casi questo ci colpisce in pieno viso per cui è facile esserne coscienti, allora non c'è riflessione e non c'è desiderio di approfondire e di tirar fuori ciò che ci turba rendendolo manifesto.
Altra cosa poi è certamente la capacità di esprimerlo in modo poetico/artistico, come lo vogliamo chiamare.
Il conflitto è perenne ed ha a che fare con l'essere umano di ogni tempo;su questo concordo. Ma è un conflitto ontologico, non necessariamente sociale. Non è affatto detto, sempre secondo me, che il "conflitto" venga dall'esterno...
Di poi " la capacità di esprimerlo in modo poetico/artistico" non è altra cosa, secondo me, rispetto alla posizione di un'opera d'arte. Banalità: se non c'è artisticità, creatività (originalità) non c'è arte.

Neppure credo che "il capolavoro originale (italiano, qui si sta parlando di italia) sarà forse quello che saprà cogliere meglio l'aspetto/gli aspetti conflittuali del nostro presente, e ce ne sono molti più o meno manifesti".
O meglio: non credo sia necessariamente così.
Prima d'altro, questo (suddetto) fardello potrebbe tranquillamente essere portato a compimento da un buon saggista. Non c'è mica bisogno di scomodare le arti?
Molti capolavori di epoca x o y han colto solo indirettamente (occasionalmente) o non han colto affatto "gli aspetti conflittuali" di un certo "presente": piuttosto raccoglivano le voragini 'interne' di un autore.
Come ho adombrato, spesso un grande libro non "vuole" affatto cogliere alcuna conflittualità di certa qual era.

E non trovi che questo sia terribilmente vero? Io sono completamente d'accordo, ma non ti sembra un prezzo carissimo? A me pensare questo fa rabbia, che per avere qualcosa di "bello" si debba provare tanto dolore.
Non ha importanza che ti piaccia o meno.
Noi costruiamo sul sangue, sul sudore, sulla carne, sui sepolcri. Da sempre
 
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