Siamo stanchi di una società in cui i bambini vengono allevati dalle donne????

El_tipo

Surrealistic member
Uno dei dibattiti che da quasi mezzo secolo tiene banco nelle discussioni, da quelle nel bar della stazione a quelle nei palazzi di potere, è quello sul ruolo della donna nella società. Nonostante i numerosi approcci, le infinite teorie psicosociali e i meri pareri, non sembra ancora essersi trovata una posizione univoca sulla collocazione della donna nell'ambito della famiglia, un tempo saldo pilastro delle faccende domestiche, anche se relegata ad indiscutibile ruolo di subalterna.
Una posizione originale l'ho trovata in un libro che ho letto recentemente ma che non ricordo qual'è, in cui il protagonista si lagnava di vivere una società troppo fragile perchè i bambini, uomini o donne che fossero, vengono allevati esclusivamente dalle donne.
Vi ricordate per caso di quale libro si tratta? e soprattutto, che ne pensate di questa affermazione?
 
Ultima modifica:

El_tipo

Surrealistic member
PS: potrebbe trattarsi di "storia della pornografia"? o di "revolutionary road"?
 

Dory

Reef Member
Non posso aiutarti riguardo il libro e non ho idea di teorie psicosociali e roba del genere. Quello che penso è che i bambini hanno bisogno di entrambe le figure genitoriali ognuna che contribuisca secondo le sue caratteristiche.
Io sono per la parità dei sessi per quanto riguarda diritti e doveri, ma sono dell'idea che uomo e donna siano fondamentalmente diversi e che il contributo solo di uno dei due nell'educazione dei figli sia sbagliato.
 

Mizar

Alfaheimr
Uno dei dibattiti che da quasi mezzo secolo tiene banco nelle discussioni, da quelle nel bar della stazione a quelle nei palazzi di potere, è quello sul ruolo della donna nella società. Nonostante i numerosi approcci, le infinite teorie psicosociali e i meri pareri, non sembra ancora essersi trovata una posizione univoca sulla collocazione della donna nell'ambito della famiglia, un tempo saldo pilastro delle faccende domestiche, anche se relegata ad indiscutibile ruolo di subalterna.
Una posizione originale l'ho trovata in un libro che ho letto recentemente ma che non ricordo qual'è, in cui il protagonista si lagnava di vivere una società troppo fragile perchè i bambini, uomini o donne che fossero, vengono allevati esclusivamente dalle donne.
Vi ricordate per caso di quale libro si tratta? e soprattutto, che ne pensate di questa affermazione?
Forse qualcosa di Mishima, Tipo :mrgreen:
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
anche io ho letto Storia della pornografia e se non ricordo male una cosa del genere deve essere stata detta dal protagonista, però non viene sviluppata in modo approfondito, ma lasciata lì a lievitare nei pensieri di Bel tipo :wink:
direi che anche le donne sono più che stanche di questa situazione, mi ricordo di un bel libro che lessi tanti anni fa e che si intitolava Dov'era il padre? di Edgarda Ferri
già dov'era e soprattutto dov'è ancora oggi?
 
No El_tipo, non si tratta della Storia di pornografia.... :wink:
 

isola74

Lonely member
non posso aiutarti sul libro... sono d'accordo con Dory sulla parità, entrambe le figure sono fondamentali...
Posso però dirti una cosa : sono le donne ed essere stanche di dover fare tutto da sole ;) quindi ben venga l'aiuto e la suddivisione dei compiti Fatevi avanti, non abbiate paura! ;)
 

asiul

New member
Questo argomento mi piace molto!

Prima di tutto io suddividerei per nazione; quindi parliamo del ruolo in questa Società, quella italiana.Un fenomeno a parte e tutto nostro.

Bene io concordo con la questione che la donna abbia in molte occasioni arrecato danno alla prole, ma trovo anche che ci sia stata la totale complicità dell'uomo.
E' innegabile che la donna abbia in molte circostanze provato una capacità "superiore" all'uomo nel saper svolgere un maggior numero di "compiti" contemporaneamente, ma basta questo?!
Io sostengo ed ho sempre sostenuto che la peggior capacità della donna sia stata quella di credere nell'esclusività del ruolo di madre.Questo perchè c'è stato chi le ha lasciato credere ciò.
Penso che se ci fossero delle colpe siano di entrambi i genitori; della donna perchè si è assunta un ruolo di unico "educatore" e dell'uomo che per non assumersi alcuna responsabilità le ha lasciato educare da sola i figli.
Ovvio che non è sempre così, per fortuna, ma quando vedo uomini senza carattere e "donnicciole" che si sentono delle "madonne" per il solo fatto di aver generato dei figli, penso che tutto sommato il dubbio iniziato da questo thread,non è più una supposizione, ma una cruda realtà.
L'unica aggiunta che farei alla domanda è dove risiedono le colpe? Per me in entrambi i sessi!Nella coppia stessa!

In questo tipo di donne perchè hanno sempre pensato che una pura e semplice conformazione biologica ( quella di essere l'unica capace di partorire) la rendesse destinataria più dell'uomo dell'educazione della prole da lei stessa generata; e dell'uomo perchè per comodità le ha lasciato credere tutto questo.

Ma avete mai assistito a quelle scene di coppie dove lui sembra un "ebete" che scodinzola attorno alla sua donna come se avesse chissà quale dono superiore..e lei che fa la madonna con due figli: uno, quello che sta per partorire e l'altro, il suo compagno?

p.s.
Non è sempre così, mi riferisco ad un "genere" di persone, quelle descritte nel libro citato e non ancora specificato:mrgreen:
 

Psico Tipa

Re - Member
uhuh mi piace questa discussione! La donna e il suo ruolo...mhmmm.... io credo che ancora oggi la donna non abbia un ruolo ben definito nella societa'. O meglio e' orribile parlare di un "ruolo definito", nessuno ce l'ha ne' doverebbe averlo.. quello che voglio dire e' (ecco) nell'attuale sistema di ruoli non c'e' quel posto per la donna che permetta di soddisfare la totalita' della naturalezza femminile.
Alcuni anni fa si e' passati dalla completa ignoranza del mondo femminile, attraverso la rivoluzione femminista, alla parita' dei sessi... ma... cercando questa parita' siamo finite per accontentarci di uniformarci agli uomini: la societa', ma soprattutto il mondo del lavoro ha lasciato spazio solo a donne virili.
Quello che non si puo' modificare, e' il ruolo nella societa' di chi genera un figlio. La mamma. E' inevitabilmente il contatto primario, il piu' influente sul figlio; e' una questione fisica, e' il latte che suggella il patto, quell'odore di mamma che possiamo aver dimenticato ma che in realta' e' marchiato a fuoco nella nostra memoria, e influenza il rapporto con il fisico, con i corpi che incontreremo, che ameremo.

Poi se spostiamo il discorso sulla formazione caratteriale del pargolo io la metterei cosi'. Ogni individuo, maschio o femmina che sia, dovrebbe possedere una parte femminile e una parte maschile a costituire la complessita' della propria personalita'. Da dove vengono queste due parti? dai due differenti genitori... poi possiamo immaginare una coppia in cui la donna/matrona, trasmette al figlio la sua parte virile, e l'uomo/cagnolino trasmette quella femminile....perche' no?! alla fine e' tutta una questione di incroci, sangue misto, e alberi genealogici.
Se in famiglia dovesse venire a mancare la partecipazione dell'uomo nella formazione del pargolo, io poi, non la vedo cosi' tragica... il figlio prima o poi dovra' affrontare il mondo...il mondo nostro, che e' maschio, sapra' apprendere da una molteplicita' di esperienze, anche se in ritardo, quello che in famiglia puo' essergli mancato.

:?
 

mame

The Fool on the Hill
Io trovo la discussione oziosa. Cos'è meglio per un bambino? Nascere in una famiglia con un babbo, una mamma, una sorellina e un fratellino, una famiglia in cui tutti si amano, nessuno alza mai la voce, nessuno litiga mai; dal babbo prende la parte maschile, dalla mamma la parte femminile, con la sorellina impara a confrontarsi con le donne e con il fratello a confrontarsi con gli uomini. Praticamente la famiglia del Mulino Bianco. Alzi la mano chi ne conosce una. Guardiamoci intorno. Guardiamo le famiglie reali. Io credo che quello che serva a un bambino sia la serenità, e questa non gli viene necessariamente da una famiglia con un babbo e una mamma. Anche un genitore solo può crescere un figlio sereno. Se così non fosse, tutti i figli di vedovi e divorziati sarebbero degli psicopatici e il mondo ne sarebbe pieno. Così non è. Così come non sono tutti sereni i figli di una famiglia con un babbo e una mamma, che magari si amano ma litigano anche per la tavoletta del water alzata. Non esiste un meglio e un peggio nella forma. Esiste un meglio e un peggio nel comportamento delle persone. Ci sono genitori soli assolutamente fantastici che crescono figli felici perché sanno dare tutto ciò di cui hanno bisogno nella loro crescita, il maschile e il femminile. E mi sembra anche che dalle risposte che sono arrivate la maggior parte delle mamme di famiglia standard abbia detto che sì, servono tutti e due, ma poi alla fine lamentano il fatto che gli uomini sono assenti e non fanno la loro parte. Quindi......
 

asiul

New member
Io trovo la discussione oziosa. Cos'è meglio per un bambino? Nascere in una famiglia con un babbo, una mamma, una sorellina e un fratellino, una famiglia in cui tutti si amano, nessuno alza mai la voce, nessuno litiga mai; dal babbo prende la parte maschile, dalla mamma la parte femminile, con la sorellina impara a confrontarsi con le donne e con il fratello a confrontarsi con gli uomini. Praticamente la famiglia del Mulino Bianco. Alzi la mano chi ne conosce una. Guardiamoci intorno. Guardiamo le famiglie reali. Io credo che quello che serva a un bambino sia la serenità, e questa non gli viene necessariamente da una famiglia con un babbo e una mamma. Anche un genitore solo può crescere un figlio sereno. Se così non fosse, tutti i figli di vedovi e divorziati sarebbero degli psicopatici e il mondo ne sarebbe pieno. Così non è. Così come non sono tutti sereni i figli di una famiglia con un babbo e una mamma, che magari si amano ma litigano anche per la tavoletta del water alzata. Non esiste un meglio e un peggio nella forma. Esiste un meglio e un peggio nel comportamento delle persone. Ci sono genitori soli assolutamente fantastici che crescono figli felici perché sanno dare tutto ciò di cui hanno bisogno nella loro crescita, il maschile e il femminile. E mi sembra anche che dalle risposte che sono arrivate la maggior parte delle mamme di famiglia standard abbia detto che sì, servono tutti e due, ma poi alla fine lamentano il fatto che gli uomini sono assenti e non fanno la loro parte. Quindi......

Io non sono una mamma.Ma penso non bisogni esserlo,per dire qualcosa.Questa era solo una premessa.
Sono d'accordo con quanto da te detto, ossia sul fatto che per cescere un bambino non occorra essere in due o essere donna. L'importante è dare serenità senza pensare ai propri egoismi,ma soprattutto pensare che quello che si sta tentando di crescere è una pesona e non un nostro oggetto.
 

Dory

Reef Member
Poi se spostiamo il discorso sulla formazione caratteriale del pargolo io la metterei cosi'. Ogni individuo, maschio o femmina che sia, dovrebbe possedere una parte femminile e una parte maschile a costituire la complessita' della propria personalita'. Da dove vengono queste due parti? dai due differenti genitori... poi possiamo immaginare una coppia in cui la donna/matrona, trasmette al figlio la sua parte virile, e l'uomo/cagnolino trasmette quella femminile....perche' no?! alla fine e' tutta una questione di incroci, sangue misto, e alberi genealogici.
Se in famiglia dovesse venire a mancare la partecipazione dell'uomo nella formazione del pargolo, io poi, non la vedo cosi' tragica... il figlio prima o poi dovra' affrontare il mondo...il mondo nostro, che e' maschio, sapra' apprendere da una molteplicita' di esperienze, anche se in ritardo, quello che in famiglia puo' essergli mancato.

:?

Sono in gran parte d'accordo. Io credo che se un bambino vive senza una delle due figure, più o meno consapevolmente, trova il modo di sostituirla, con risultati che possono essere peggiori o anche migliori. Padre e madre non sono necessariamente i genitori biologici...
 

mame

The Fool on the Hill
Io non sono una mamma.Ma penso non bisogni esserlo,per dire qualcosa.Questa era solo una premessa.
Sono d'accordo con quanto da te detto, ossia sul fatto che per cescere un bambino non occorra essere in due o essere donna. L'importante è dare serenità senza pensare ai propri egoismi,ma soprattutto pensare che quello che si sta tentando di crescere è una pesona e non un nostro oggetto.

Non c'era niente di personale, Luisa, spero non ti sia sembrato così. Ho solo espresso la mia opinione. Non volevo andare contro nessuno. Ognuno la pensa come vuole, e va benissimo così. Volevo solo evidenziare che a volte si esprimono convinzioni senza vedere le proprie contraddizioni e senza confrontarsi con la realtà.
 

asiul

New member
Non c'era niente di personale, Luisa, spero non ti sia sembrato così. Ho solo espresso la mia opinione. Non volevo andare contro nessuno. Ognuno la pensa come vuole, e va benissimo così. Volevo solo evidenziare che a volte si esprimono convinzioni senza vedere le proprie contraddizioni e senza confrontarsi con la realtà.

Non ho mai pensato che lo fosse, non preoccuparti mame.La mia precisazione non era per quello che hai scritto:wink:
 

lillo

Remember
Il caro amico El, con la sua solita arguzia ed attenzione, ha aperto un thread molto importante, che in questo momento trovo molto coinvolgente essendo padre di un figlio che ha appena compiuto 18 anni.
Attualmente Il ruolo del padre nello sviluppo di un figlio si sta ridefinendo diverso rispetto a quello che la società gli ha imposto.
In fondo che l'uomo avesse una qualche funzione nella creazione di una nuova vita è un scoperta abbastanza recente (in termini di storia umana). La scoperta degli spermatozoi è del XVII secolo.
Per tanto tempo si pensava che questo potere immenso fosse appannaggio esclusivamente femminile; tant'è che la società patriarcale ha imbrigliato questo dono, relegando la donna ad un ruolo secondario e facendo si che il maschio rivestisse un ruolo autoritario sulla donna e sui figli.
Per cui da sempre il ruolo del padre è esclusivamente educativo, di controllo e di inibizione.
Fondamentalmente il papà è colui a cui chiedere “se posso uscire, andare alla partita”, “chiedilo stasera a tuo padre... stasera lo dirò a tuo padre”. In questo modo si è perso l'elemento più importante di questo ruolo... quello affettivo; la possibilità di insegnare al proprio figlio/a che esiste un'affettività maschile, una persona con cui parlare dei propri problemi e dubbi anche in aree che fino a poco tempo fa erano semplicemente tabù....
E' questo un discorso enorme e relegarlo in poche righe lo banalizza.
Sono convinto che ci siano padri che abbiano delegato alle madri la crescita e lo sviluppo dei figli, ma non credo che questo sia avvenuto per una sorta di pigrizia mentale... ma semplicemente perchè questi uomini non sanno colloquiare con la propria affettività.
 

asiul

New member
Il caro amico El, con la sua solita arguzia ed attenzione, ha aperto un thread molto importante, che in questo momento trovo molto coinvolgente essendo padre di un figlio che ha appena compiuto 18 anni.
Attualmente Il ruolo del padre nello sviluppo di un figlio si sta ridefinendo diverso rispetto a quello che la società gli ha imposto.
In fondo che l'uomo avesse una qualche funzione nella creazione di una nuova vita è un scoperta abbastanza recente (in termini di storia umana). La scoperta degli spermatozoi è del XVII secolo.
Per tanto tempo si pensava che questo potere immenso fosse appannaggio esclusivamente femminile; tant'è che la società patriarcale ha imbrigliato questo dono, relegando la donna ad un ruolo secondario e facendo si che il maschio rivestisse un ruolo autoritario sulla donna e sui figli.
Per cui da sempre il ruolo del padre è esclusivamente educativo, di controllo e di inibizione.
Fondamentalmente il papà è colui a cui chiedere “se posso uscire, andare alla partita”, “chiedilo stasera a tuo padre... stasera lo dirò a tuo padre”. In questo modo si è perso l'elemento più importante di questo ruolo... quello affettivo; la possibilità di insegnare al proprio figlio/a che esiste un'affettività maschile, una persona con cui parlare dei propri problemi e dubbi anche in aree che fino a poco tempo fa erano semplicemente tabù....
E' questo un discorso enorme e relegarlo in poche righe lo banalizza.
Sono convinto che ci siano padri che abbiano delegato alle madri la crescita e lo sviluppo dei figli, ma non credo che questo sia avvenuto per una sorta di pigrizia mentale... ma semplicemente perchè questi uomini non sanno colloquiare con la propria affettività.


Il padre si illude di avere un ruolo educativo..in realtà la madre ha già deciso e delega al padre soltanto il ruolo di sembrare il "cattivo" della situazione ed in cambio gli concede, quando è sempre lei a decidere, di sembrare anche quello più malleabile e permissivo.
E' evidente che stiamo parlando o meglio io sto parlando di un certo tipo di famiglia, quella che ha sempre visto la madre al centro del nucleo familiare.

In Italia è sempre stata la donna a prendersi cura dei figli, non l'uomo.Questo fino a pochissimo tempo fa.
Per me è sbagliato, visto che sono entrambe figure importanti, quando sono presenti.
Tuttavia credo, come già affermato da mame che una famiglia non sia esclusivamente composta da padre,madre e prole e che un bambino può essere cresciuto anche da un solo individuo, qualunque sia la sua tendenza sessuale.

Vi scrivo questa poesia di Pasolini che mi sembra molto in tema.Queste sono le madri ce credo abbiano dato origine alle affermazioni di questo libro di cui non conosciamo ancora il titolo.

La ballata delle madri

Mi domando che madri avete avuto.
Se ora vi vedessero al lavoro
in un mondo a loro sconosciuto,
presi in un giro mai compiuto
d'esperienze cosi diverse dalle loro,
che sguardo avrebbero negli occhi?
Se fossero lì, mentre voi scrivete
il vostro pezzo, conformisti e barocchi,
o lo passate, a redattori rotti
a ogni compromesso, capirebbero chi siete?
Madri vili, con nel viso il timore
antico, quello che come un male
deforma i lineamenti in un biancore
che li annebbia, li allontana dal cuore,
li chiude nel vecchio rifiuto morale.
Madri vili, poverine, preoccupate
che i figli conoscano la viltà
per chiedere un posto, per essere pratici,
per non offendere anime privilegiate,
per difendersi da ogni pietà.
Madri mediocri, che hanno imparato
con umiltà di bambine, di noi,
un unico, nudo significato,
con anime in cui il mondo è dannato
a non dare né dolore né gioia.
Madri mediocri, che non hanno avuto
per voi mai una parola d'amore,
se non d'un amore sordidamente muto
di bestia, e in esso v'hanno cresciuto,
impotenti ai reali richiami del cuore.

Madri servili, abituate da secoli
a chinare senza amore la testa,
a trasmettere al loro feto
l'antico, vergognoso segreto
d'accontentarsi dei resti della festa.
Madri servili, che vi hanno insegnato
come il servo può essere felice
odiando chi è, come lui, legato,
come può essere, tradendo, beato,
e sicuro, facendo ciò che non dice.
Madri feroci, intente a difendere
quel poco che, borghesi, possiedono,
la normalità e lo stipendio,
quasi con rabbia di chi si vendichi
o sia stretto da un assurdo assedio.
Madri feroci, che vi hanno detto:
Sopravvivete! Pensate a voi!
Non provate mai pietà o rispetto
per nessuno, covate nel petto
la vostra integrità di avvoltoi!
Ecco, vili, mediocri, servi,
feroci, le vostre povere madri!
Che non hanno vergogna a sapervi
- nel vostro odio - addirittura superbi,
se non è questa che una valle di lacrime.
È cosi che vi appartiene questo mondo:
fatti fratelli nelle opposte passioni,
o le patrie nemiche, dal rifiuto profondo
a essere diversi: a rispondere
del selvaggio dolore di esser uomini.






 
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