Secondo ArtisticForum - Acqua

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Brethil

Owl Member
Apriamo la Galleria dedicata all'Acqua con un capolavoro attribuito al Caravaggio, intitolato Narciso.
Alla proponente Elisa l'onore di introdurci brevemente all'Opera in questione :wink:

20090111-narciso1.jpg
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
anche io conosco poco di quest'opera per cui ho spulciato nel web e faccio un po' la sintesi di quello che ho trovato:

Il dipinto è stato attribuito al Caravaggio da Longhi e ancor oggi ci sono molte controversie tra i critici che si dividono tra chi lo sostiene un'opera del Caravaggio e chi no, ancor oggi non sappiamo chi l'abbia dipinta veramente anche se esiste una fonte in cui viene citata una licenza di esportazione nel 1645 di un Narciso del Caravaggio delle dimensioni di questo.

Su questo quadro c'è da dire l'eccezionalità della doppia figura quasi da carta da gioco, dell'immagine che si specchia nell'acqua, il meraviglioso gioco di luci che ha il suo fulcro nel ginocchio, un'atmosfera quasi magica, sospesa, surreale.

A parer mio chiunque abbia dipinto questo quadro ha creato un'opera così suggestiva da far rimanere inchiodati a fissarla, così come Narciso guardava la sua immagine nell'acqua, la bellezza è realtà o riflesso della realtà? Geniale.
 

SALLY

New member
Dipinto particolare,si vede la figura di Narciso e nient'altro,molto introspettivo,sembra che il ragazzo reale voglia entrare in contatto col ragazzo nell'acqua,probabilmente molto più complesso di quel che appare.Mi piace.
 

asiul

New member
Io adoro Caravaggio e lo ho sempre trovato suggestivo,inquietante e tanto affascinante.
Non so se sia lui l'artista che abbia dipinto questo quadro,ma certamente è molto simile al suo stile.
Ha la capacità di dipingere il buio che nessun altro ha. Il dipinto rispecchia perfettamente il mito di Narciso. Si ha l'impressione di assistere ad un ragazzo che ama solo se stesso e che si guarda riflesso nello specchio come se al mondo non ci fesse nessun altro che lui.
Io sono acritica quando amo un artista,lo riconosco, ma questo Caravaggio è un genio e per me un genio non si discute ne critica si ama così com'è:ad:
 

Brethil

Owl Member
Vorrei farvi notare le maniche dell'abito del protagonista, il cui chiaroscuro viene reso nel riflesso come fosse in negativo, ovvero con zone di luce messe in ombra e viceversa.
L'espressione del ragazzo poi è molto bella, la bocca socchiusa secondo me ben rappresenta la concentrazione sul riflesso quasi che si fosse smarrito in esso.
Veniamo all'acqua, usata qui come un vero e proprio specchio e rappresentata come un'immobile pozza scura. Forse non è la protagonista a livello rappresentativo (nel senso che non c'è il tentativo di renderla su tela in tutta la sua mutevolezza), però è di certo una protagonista importante del mito di Narciso e in quest'Opera contribuisce, assieme allo sfondo, a dare più importanza al protagonista e al suo riflesso che in essa abita.

Anche io sono sostenitrice del Caravaggio, se non si fosse capito :mrgreen:
 

asiul

New member
Vorrei farvi notare le maniche dell'abito del protagonista, il cui chiaroscuro viene reso nel riflesso come fosse in negativo, ovvero con zone di luce messe in ombra e viceversa.
L'espressione del ragazzo poi è molto bella, la bocca socchiusa secondo me ben rappresenta la concentrazione sul riflesso quasi che si fosse smarrito in esso.
Veniamo all'acqua, usata qui come un vero e proprio specchio e rappresentata come un'immobile pozza scura. Forse non è la protagonista a livello rappresentativo (nel senso che non c'è il tentativo di renderla su tela in tutta la sua mutevolezza), però è di certo una protagonista importante del mito di Narciso e in quest'Opera contribuisce, assieme allo sfondo, a dare più importanza al protagonista e al suo riflesso che in essa abita.

Anche io sono sostenitrice del Caravaggio, se non si fosse capito :mrgreen:

Ma dai! Sul serio?:mrgreen:
 

Brethil

Owl Member
Ehssì, mi pareva anche di averlo già scritto nel precedente Artisticforum ma la vecchiaia avanza e non me lo ricordo con certezza :mrgreen:
 

shvets olga

Member
Ricordiamo cosa dice il mito di Narciso: "...Il ragazzo, mentre era nel bosco, si imbatté in una pozza profonda e si accucciò su di essa per bere. Non appena vide, per la prima volta nella sua vita, la sua immagine riflessa si innamorò perdutamente del bel ragazzo che stava fissando, senza rendersi conto che era lui stesso. Solo dopo un po' capì che l'immagine riflessa apparteneva a lui e, comprendendo che non avrebbe mai potuto ottenere quell’amore, si lasciò morire struggendosi inutilmente; si compiva così la profezia di Tiresia."
Secondo me e' difficele dire che riflesso e' bello, piutosto questo e' riflesso a un morto, quardando colori che usa Caravaggio e viso macilento del riflesso. Ho provato girare immagine per vedere piu' bene e secondo me l'acqua di Caravaggio profetizza la morte di Narciso.



Penso che immagine di Narciso di Caravaggio e' il piu' tragico in paragone con immagini di Narciso d' altri artisti.
 
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elisa

Motherator
Membro dello Staff
potrebbe essere l'immagine allo specchio di Dorian Gray, che acquista tutte le sozzure vissute dal protagonista, così in Narciso la bellezza effimera ha già in sè la sua fine e il suo disfacimento, a differenza di altre qualità umane che invece non si deteriorano
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Anch'io trovo quest'immagine molto tragica, il volto di Narciso sembra proprio il volto del dolore senza via d'uscita causato dall'amore impossibile per se stesso riflesso nell'acqua, se poi guardo per un po' l'immagine al contrario postata da Olga mi sembra quasi di vedere l'immagine riflessa disfarsi. Una meraviglia, non solo per la perfezione del contrasto tra le due immagini e del gioco di luci e ombre, ma proprio per l'espressività dell'opera. Quanto all'acqua, mi sembra che apparentemente, dal punto di vista estetico, passi quasi in secondo piano rispetto al resto, ma che in realtà, essendo l'elemento scatenante dell'evento e indispensabile per la sua rappresentazione, in fondo sia quasi la vera, tacita protagonista del quadro...

P. S. Non sono un'esperta in materia, tutt'altro :mrgreen:, ma...chi ha ideato l'Artisticforum? E' bellissimo e sto imparando un'infinità di cose :YY
 

Brethil

Owl Member
Alessandra l'ideatrice dell'ArtisticForum è Elisa, avevi forse dei dubbi?? :mrgreen:

Oggi la nostra Galleria Acquatica si arricchisce di un nuovo pezzo il cui autore è l'immenso (a parer mio) Escher. Immenso innanzitutto perchè pur non essendo un matematico ha saputo creare disegni dalle proporzioni a dir poco perfette e illusioni ottiche veramente uniche nel suo genere, senza contare l'uso che fa nei suoi lavori dell'infinito o del Nastro di Möbius. E' stato un innovatore la cui fantasia sembra essere senza limiti.
In questa particolare opera rappresenta una cascata che si autoalimenta. Particolare la prospettiva degli archi che sostengono la struttura attraverso cui scorre la cascata, confondono l'osservatore.

escherwaterfall.jpg
 

Zefiro

da sudovest
lo specchio magico

Penso alle cartine tornasole, al liceo, durante le lezioni di chimica. Ricordate, si coloravano? Quelle per capire se l’intruglio è acido oppure basico.

Mi hanno sempre affascinato: guardare una cosa per capirne un’altra. Come se (a volte? Sempre?) l’atto conoscitivo, la presa di conoscenza compiuta del reale, abbia una sua finitezza intrinseca, un suo limite ontologico e necessiti, per accadere, di altro. Come dire: per vedere e conoscere ci serve aiuto.

Ci sono molti contenuti in questa opera, infinite sfaccettature come i vari post stanno mostrando, come del resto in tutte le opere che sono grandi davvero.
Calvino proponeva come definizione di “classico” (si riferiva ad opere letterarie) : ”un classico è un’opera che non finisce mai di dire quel che ha da dire”. Credo non sia stravolga di molto il concetto se alla parola “classico” sostituiamo quella di “grande capolavoro”, in questo caso il Narciso.

Scrive Brethil “(…) Veniamo all'acqua, usata qui come un vero e proprio specchio e rappresentata come un'immobile pozza scura (…) ed Alessandra: “(…) Quanto all'acqua, mi sembra che apparentemente, dal punto di vista estetico, passi quasi in secondo piano rispetto al resto, ma che in realtà, essendo l'elemento scatenante dell'evento e indispensabile per la sua rappresentazione, in fondo sia quasi la vera, tacita protagonista del quadro...” E ancora, Elisa cita Dorian Gray.

L’acqua non è rappresentata per come è -il che trattandosi di un Caravaggio o presunto tale è sorprendente davvero!- ossia viva, in movimento, mutevole, fluida. E’ ferma, bloccata, immobile, nera.

L’intento non è rappresentare l’acqua; l’acqua in questa opera è altro.
In primo luogo è la modalità con cui in avviene l’atto conoscitivo, uno specchio. Ma è molto di più. E’ il mezzo, la cartina tornasole con cui l’atto di presa di coscienza lascia intuire inoltre la sostanza ultima di ciò che deve accadere e di ciò che siamo. Marias direbbe “Il tuo volto domani”.
Una sorta di scura ed inquietante feritoia sbirciando dalla quale possiamo intravvedere ciò che non vorremmo non vedere, che si tende ad accantonare, che spaventa. Il cui peso, come nel mito di Narciso, può schiacciare ed uccidere.

Insomma… Potendo intervistare Caravaggio non mi sorprenderei di sentirgli rispondere che era sua intenzione rappresentare lo specchio magico della regina cattiva di Biancaneve.
 
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asiul

New member
Escher è davvero ingegnoso. Ma questo non è il mio genere, forse perchè non riesco a guardarlo,mi viene letteralmente il mal di testa.:?
Cerco di segiure la linea infinita del quadro che riporta allo stesso punto e subito devo distogliere lo sguardo, spero che questo non sia oggetto di studio da psicanalisi:mrgreen:

Sul serio chissà come mai mi provoca questo effetto!:W
 
Il primo quadro mi piace molto....
Soprattutto mi colpisce l'abilità di pittore a rendere Narciso quasi tridimensionale... eccezionale.... :YY

Il secondo quadro mi lascia indiferente....
Non conosco l'autore, ma questa opera non mi provoca nessuna emozione.... :boh:
 

Zefiro

da sudovest
l'uomo che voleva disegnare Dio

Dunque, di Caravaggio neanche inizio a discutere. Lo amo di una amore sconfinato e l'amore non sente ragioni :) Sembra comunque ci sia unanimità in materia.

Per quanto riguarda Escher, sul quale leggo di perplessità in vari post, beh... io invece lo adoro. Questione di amore anche qui. Artisticamente parlando è uno dei miei primi amori e, come ogni primo amore che si rispetti non si scorda mai. Di lui molto si è scritto, le sue opere si incontrano ad ogni piè sospinto e conservano un fascino senza età.

E' di tutta evidenza che c’è un sacco di matematica nelle sue opere, nonchè di gusto, quasi fanciullesco nel giocare con l’assurdo, con l’inganno, con l’illusione ottica. Era affascinato in particolare dalle aree più scivolose della matematica, quelle che sfidano la ragione fino ai suoi limiti estremi costringendola sui quei sottilissimi crinali in cui la logica sembra venir meno: la ricorsività, l’indecidibilità, l’autoreferenzialità, l’infinito.

Le implicazioni filosofiche di questi temi sono di portata immensa: l’eterno ritorno, il panta rei, l’immutabilità di un destino che sempre si ripropone e cosa sia il libero arbitrio. A dire: se tutto si ripete, come possiamo uscir fuori dalla “gabbia”? Di più: se così è, come mai abbiamo l’idea del fuori? E ancora: come mai abbiamo l’idea di infinito? Si potrebbe continuare a lungo...

Le technicalities che Escher utilizzava sono state studiate a fondo e sono bene note. Il triangolo di Penrose -nella Cascata ce ne sono ben due: assurdo+assurdo- l’effetto Droste, il nastro di Mobius etc etc…

L’acqua nella “Cascata” di Escher rappresenta il “panta rei” per antonomasia: tutto scorre, muta e cambia tornando però sempre al medesimo punto, rimanendo sempre se stesso e non cambiando la propria natura più intima, proprio come l’acqua, il più vitale mutevole/immutevole degli elementi. Senza “finire” mai, qualcosa che “non finisce” in questa realtà chiusa, finita, che sempre si ripete... si, finita come il piano sul quale catturare il disegno.

Questa una, tra le tante letture che Escher propone di sè, che personalmente mi affascina di più: la ricorsività del divenire (questo vuole raffigurare l'acqua della Cascata) utilizzata da Escher come tecnica per rappresentare l’infinito all’interno del finito.
L’infinito –sembra chiedersi Escher- ha a che fare con noi? Ha una qualche relazione col finito? Ed in questo labirinto popolato da complicatissimi giochi di specchi, ci si perde. Non potrebbe essere altrimenti: Escher voleva disegnare Dio.
 
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alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Lo trovo piuttosto angosciante, mi dà proprio l'idea del circolo vizioso, compresa la donna che stende, mi viene da pensare che anche i suoi gesti verranno ripetuti all'infinito (per arrivare dove)? La mia è un'impressione buttata lì senza pensarci troppo, comunque non è il tipo di quadro che a prima vista mi colpisce, vedendolo in mezzo ad altri probabilmente avrei tirato dritto.
 
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